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Racconti Erotici Etero

Come un mandorlo in fiore

By 16 Gennaio 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

Come un mandorlo in fiore

Era cresciuta Giulia, era molto cresciuta.
La piccola ninfa si era trasformata in una splendida ragazza, gli occhi pieni di vita..
le chiacchiere di sua madre con la moglie non scalfivano il mio sguardo fisso su di lei.
Sorridente nel suo vestitino leggero di inizio estate, le mani incrociate sulle ginocchia.
Capelli mori a cadere lunghi fin sui piccoli seni.
Una maglietta leggera che lasciava intravvedere i piccoli capezzoli liberi da qualsiasi vincolo che non fosse il tessuto.
Mi guardava divertita.
La guardavo eccitato.
Pur cercando di staccare lo sguardo da lei, inevitabilmente ne venivo attratto.
I pensieri volavano sotto il vestito e si deliziavano di voglie proibite.
Immagini e sensazioni.
Piacere di provare piacere.
Sensazioni sopite che tornavano forti a fluire mio desiderio di uomo di mezza età.
Quelle scarpette da ginnastica con sotto un calzino sportivo…
Quelle gambe lisce tornite dalla sua giovane età…
Quelle cosce levigate e ancora leggermente abbronzate…
Cercai di immaginare i ragazzi attorno a lei, poi, passai oltre pensando a me dentro lei.
– Gianni, hai sentito cosa ha detto Marta?
Ovviamente no, non avevo seguito.
– Scusate, mi sono perso.
– Marta ha chiesto se conosci qualcuno che può fare da apri pista al lavoro di Giulia, si &egrave appena laureata in giurisprudenza.
Guardai mia moglie, poi Marta, poi Giulia.
Una fitta feroce passò nel mio basso ventre.
Desiderio, reazione, impulsività.
– Potrebbe iniziare con me, giusto per darle un poco di infarinatura.
Mia moglie mi guardò sorpresa;
– Ma tu sei un commercialista!
Si, ma ho un sacco di clienti avvocati, potrei farla conoscere nel giro, poi, tutto verrebbe di conseguenza.
Le madri si guardarono.
Marta spostò lo sguardo sulla figlia;
– Che ne pensi Giulia? Mi sembra che potrebbe essere una buona soluzione come inizio.
Giulia, mi guadò con quei suoi occhioni pieni di vita;
– Si, credo che potrebbe funzionare.
Ebbi un attimo di panico al pensiero che la ragazza avesse anche solo lontanamente potuto immaginare i miei pensieri lascivi, ma fu il tempo di un battito di ciglia.
Quando si alzò per offrire da bere su richiesta della madre, potei apprezzare a pieno quel corpo .
Tutte le cose al punto giusto, tutto perfetto.
Presi fiato quando mi porse l,acqua corretta da un poco di meta;
– Allora mi organizzo.
guardai Giulia intensamente;
– Ci vorrà qualche giorno per i documenti, tu nel frattempo potresti fare un poco di noviziato per imparare il lavoro.
Mi persi tra le labbra di Giulia che rispondeva;
– Anche da domani mattina se vuoi.
– No, cominciamo da lunedì, così organizzo bene.
Fece cenno di si con la testa e io pensai a come avrei fatto a fare passare quei quattro giorni che mancavano.
Lunedì, primo giorno di lavoro.

Si presentò con un vestito a fiori fin sotto le ginocchia: cappelli raccolti, scarpe serie con un piccolo tacco a slanciarla.
Occhi bassi, aspettava di sapere, la postura coerente con la sua titubanza.
Ben diversa dalla ragazza vispa di quattro giorni prima, ma sempre desiderabile, anzi, così indifesa, era ancora più intrigante.
Siediti.
Prese la stessa posizione di quattro giorni prima, le mani a intrecciare le gambe, corpo in avanti.
Guardai i seni, questa volta niente traspariva’ Avrà messo il reggiseno’ pensai.
– Non abbiamo parlato di paga.
Dissi
Lei alzo lo sguardo e cercò di tenerlo pari al mio;
Non importa, sono sicura che sarai giusto.
Mi piace questa risposta! Sarà adeguato alle tue prestazioni.
Lei sorrise serafica;
Allora guadagnerò molto!
Nel dirlo si bagnò le labbra con la lingua e il mio cuore saltò un battito.
Gesto innocente o provocatorio? Presto l’avrei scoperto.
Per tutto il giorno la feci impratichire su documenti vari.
Alle fine del suo lavoro giornaliero, ebbi la netta sensazione che aria fresca era entrata in ufficio e nella mia vita.
I giorni a seguire furono certezza.

Preparativi per la raccolta di un fiore

I primi approcci sensuali furono innocenti, piccoli sfregamenti corporali sul lavoro, leggeri contatti, piccoli tocchi..
Giulia sempre con gonne che mettevano in risalto le forme, io sempre più preso.
Sempre meno imbarazzata, io sempre più eccitato.
Il gioco delle parti.
Poi, venne il giorno.
La chiamai in ufficio,
Seduta davanti a me, aspettava gli ordini.
Mi alzai e girai attorno alla scrivania, passai dietro di lei e poggiai le mani sulla testa accarezzando i capelli;
-Allora Giulia, sono passate un paio di settimane, cominci a conoscere l’ambiente e i suoi personaggi dimmi la tua opinione, &egrave quello che ti aspettavi o cosa?
Feci scendere le mani sul collo e poi sulle spalle mimando un massaggio leggero.
Un piccolo mugolio d’assenso;
Tutto ok, l’unica delusione, &egrave che mi aspettavo qualche invito a cena: disse queste parole poggiando la sua mano destra sulla mia .
Ebbi un brivido violento al basso ventre, ero spiazzato, non mi aspettavo quelle parole, il tempo di riprendermi dallo stupore e la mia mano stringeva deciso la sua e subito dopo, la mano sicvolava verso i seni accarezzandoli, prima dolcemente, poi, a seguito di un suo gemito sensuale, con più decisione.
Eravamo soli, nascosti da una porta e da tendine oscura sole che niente lasciavano trapelare.
Spinsi sulla sua spalla e feci girare la sedia.
Ora, era di fronte a me.
Gli occhi di nuovo bassi, come la prima volta.
Le gambe erano leggermente dischiuse e le mani erano tornate sopra di esse a protezione di niente.
Era arrivato il momento di non ritorno.

Cogli la prima mela

Ansimava nel suo respiro tenue.
Vedevo chiaramente il respiro affannoso e il seno sobbalzare,
La tensione erotica, era palpabile, lei aspettava inerte che io facessi qualcosa.
Fu un attimo, un desiderio irrefrenabile di bruciare la passione dei giorni trascorsi, presi la sua mano destra e l’appoggiai sui miei calzoni all’altezza del sesso e le feci sentire la consistenza del desiderio, con l’altra mano le alzai il viso e l’obbligai a guardarmi.
Nessuno dei due parlò. Lei mi guardò incerta, la mano ferma, poi, decise, il suo sguardo prese colore, la sua mano vita!
Abbassò lo sguardo sui calzoni e le mani presero a slacciare la cintura con violenta passione.
I calzoni caddero a terra e lo slip venne abbassato.
Prese il sesso in mano e lo guardò intensamente, furono attimi eterni, poi, il valore caldo della sua bocca e l’ultima immagine dei suoi capelli che danzavano per me.
Lasciai che facesse quello che voleva, la sua e esperienza di donna ben presto venne fuori e tutto finì come doveva finire.
I pensieri avevano lasciato posto alla realtà!.
Quando fui all’apice della passione, spostai le mani sulla sua nuca per darle un segnale, volevo sapesse, ma lei sapeva già molto prima di me, mi spostò le mani e mi guardò sorridendo con gli occhi, mise le sue mani tra le mie e si saziò di me facendomi impazzire tra le sue labbra.
Stremato, respiravo pesantemente, era la prima volta che godevo in una bocca che non era quella di mia moglie da quando ero sposato, ed era anche molto tempo che dopo essere venuto così violentemente, il mio sesso rimaneva turgido e pronto a combattere.

Il frutto proibito

Lei mi guardava soddisfatta,sapeva di avere completato un buon dipinto, si leccava le labbra avida, il viso imperlato da un leggero sudore, i capelli leggermente appiccicati: guardandole il seno i capezzoli, ora, erano sporgenti e le cosce erano ben divaricate, era indubbiamente eccitata.
Presi la mano destra e la feci alzare, la portai al fianco della scrivania senza mai parlare.
La feci salire a poggiare a sedere.
Mi guardava docile, aspettava.
la mia mano si poggiò sulla nuca, un dito scese a giocare col naso poi,, s’infilò tra le labbra che voracemente s’ impossessarono e mimarono l’amplesso a venire: mi ero posizionato tra le sue gambe tenendole facilmente dischiuse.
Avevo il bacino unito al suo e il membro spingeva ansioso sui suoi piccoli slip neri, la gonna non nascondeva più nulla, solo la piccola stoffa bloccava il desiderio.
Giulia scese con una mano a cercare lo slip, lo spostò decisa, prese il membro tra le mani e lo appoggiò al fiume in piena;
– Prendimi…
Le prime parole, le uniche parole.
Misi le mani sui fianchi e mi unii a lei, la strada era fertile e il campo, era pronto, aveva solo bisogno di essere irrorato.
Una mano lasciò i fianchi e andò a lenire i gemiti facilmente identificabili,
Il suo bacino spingeva verso di me accogliendo al massimo il mio fervore e i movimenti erano in sincronia perfetta .L’apoteosi dei sensi, era vicina, il ritmo divenne furente come le spinte, poi, le stelle esplosero e mi ritrovai ansante su di lei.
Seguirono altri giorni esplosivi e seguirono anche tanti rimorsi.
La fine del noviziato, fu anche la fine del mio perdermi in lei: Giulia trovò lavoro presso un famoso avvocato raccomandata caldamente da me e io, tornai all’ovile a pascolare sulle mie terre…

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