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Racconti Erotici Etero

CRISTINA SI RIVELA PER LA TROIA CHE E’, ANCHE DAVANTI ALLA FIGLIA

By 13 Febbraio 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

Avevo lasciato Firenze ma ero rimasto in contatto con Cristina.

Mi invitò a passare un fine settimana da lei. Cristina era separata, viveva con la figlia che era spesso via per l’università e con una cagnolina a cui era molto affezionata.

Arrivai dall’estero con l’aereo.

Cristina mi accolse elegantissima, i lunghi capelli neri e due grandi orecchini. Aveva un completo camicia e pantaloni generosamente aperto davanti a mostrare il seno ancora intrigante.

Mi portò a mangiare in una trattoria, poi andammo a casa sua. Cominciai a stuzzicarla già sulle scale, accarezzandole le chiappe e mordicchiandole le orecchie, leccandole il collo.

La porta non si era ancora chiusa dietro di noi che Cristina mi aveva già impugnato il cazzo sotto i pantaloni mentre io scendevo dal collo sino a slinguarle le tette con abbondante saliva’

La spogliai, indossava un invitante perizoma di pizzo. Mi trascinò verso la sua camera, aveva un letto a baldacchino da vera signora’e da vera troia si rimise sul letto le scarpe col tacco alto.

Le spinsi il cazzo dentro in un solo colpo, senza preamboli, come piaceva lei.

Cristina cacciò un urlo selvaggio e mi morse la spalla come un animale selvaggio, aggrappandosi a me mentre sprofondavo sempre più dentro di lei. Slanciava sempre di più le sue lunghe gambe verso l’alto per sentirsi sempre più impalata, mugolando spaventosamente fino a che dovetti metterle una mano sul viso per evitare lo scandalo col vicinato. Ma non servì a molto. ‘Sì, così, chiavami, vai più a fondo!’ urlava ormai priva di ogni tabù, facendo perdere anche a me ogni controllo. Estrassi il cazzo quasi del tutto per poi rinnovare l’estasi di quella vagina che si contraeva come un guanto intorno al mio sesso pulsante. Le abbrancai il culo spingendolo verso di me, sentendo la sua pelle d’oca mentre ripetuti orgasmi la scuotevano. Poi, quando fu il mio turno, fu lei a strizzarmi il culo come un limone in modo da accogliere il mio orgasmo da vera donna matura ‘Dai, sborra tutto dentro amore, lo sai che lo voglio’. Eiaculai senza risparmio nella sua bella fica una, due, tre volte, finché non la sentii colarmi addosso e anche molto dopo, quando ci staccammo non senza difficoltà, il mio sperma continuava a uscirle gorgogliando dalla vagina.

Cristina preparò la vasca in bagno e ci lavammo a vicenda, lei amava detergermi il cazzo con un guanto e poi leccarlo appassionatamente. Finalmente la convinsi ad accucciarsi su di me e farsi leccare la fica. Succhiai le labbra sporgenti mentre la penetravo con una e poi due dita. ‘Porco, così godrò di nuovo’. Sapevo quanto le piaceva farsi masturbare e così la sditalinai con passione mentre lei mi regalava un pompino con la sua lingua guizzante. Sentivo la mano ormai consumata dall’acqua e dai suoi umori, finché Cristina venne accelerando a ritmo forsennato la mungitura del mio cazzo. Le venni sul viso e sul suo bel seno.

La mattina dopo Cristina si alzò prima di me per preparare la colazione. Uscii dalla camera e la vidi indaffarata alla macchina del caffè, al bancone. Indossava solo il perizoma di pizzo. Mi avvicinai a lei con una violenta erezione e iniziai a sussurrarle frasi oscene. ‘Mmmmmhh’ma hai sempre voglia te’.’ Le scostai il perizoma e provai con un dito a sondarle il buco del culo. ‘Piano, lì fai piano’.’ Troppo stretto anche per provare. Scostai ancora il perizoma e le accostai il cazzo alla fica già bagnata. ‘Mettilo dentro, che aspetti’.’ La spinsi sul bancone e iniziai a chiavarla selvaggiamente alla pecorina, alternando spinte e sculacciate. ‘Sì, così, fottimi’.’ Le raccolsi i capelli e glieli tirai come a un cavallo imbizzarrito ‘Ti piace così?’ ‘Sì, mi piace, continua’continua”

In quel momento la porta d’ingresso si aprì. Entrò una ragazza sui vent’anni, bel viso, fisico un po’ sovrappeso. Si avvicinò alla cucina, mentre Cristina continuava a impalarsi con forza sul mio cazzo. ‘Mamma’..sei la solita troia!’ proclamò con disgusto, e se ne andò in camera sbattendo la porta.

Io mi fermai, allibito.

‘Marina’.aaah’.scusa’.non sapevo che tornavi oggi’.mmmmhh”

E appena la figlia fu sparita dalla vista, continuò a incalzarmi perché le facessi sentire il cazzo più a fondo possibile. ‘Dammelo, dammelo’.sto venendo”

Venni anch’io, sconvolto e arrapato da quella situazione, allagandole la vagina con gli ultimi colpi e poi tenendola stretta per le tette mentre la sborra le colava lungo le gambe e Cristina sospirava di piacere, incurante della figlia in camera.. (continua)

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