Mi piacciono i lap dance. Lo so non è un inizio comune per un racconto, e magari qualcuno leggendo penserà ‘ahia, è il racconto dello sfigato di turno che si crede un ganzo solo perché frequenta certi locali, o peggio ancora è uno di quelli che anche lì dentro si innamorano, e si lamentano se poi non combinano un cazzo’…sì perché qualcuno non userà troppi giri di parole, nel giudicarmi. Cosa volete che vi dica, ci sono persone che riescono a cantare solo in playback, altre solo sotto la doccia, altre fanno di ogni luogo un palco, un pranzo fra amici, una pausa nel luogo di lavoro, io non ho mai pensato davvero alla possibilità di non essere solo, sono abituato a pensare a tutte le cose come se fosse naturale farle per conto mio e, ogni tanto, per puro caso, succede di incontrare una donna che mi fa pensare ‘sicuro di voler vivere sempre da solo?’. Non fraintendetemi, faccio palestra, ho un normale lavoro d’ufficio, ho l’abbonamento a teatro (a proposito, un bel po’ di anni fa l’ho anche fatto, teatro, a livello amatoriale), sono laureato in Lettere, non sono un disadattato…però penso per uno. E siccome gli unici luoghi in cui facilmente conosco molte donne sono i night e i lap dance, è lì che più spesso mi succede di innamorarmi: non perché ogni donna di un locale basta che mi faccia gli occhi dolci e mi fa innamorare, ma perché su tante volte che ci vado può statisticamente capitare di essere colpito.
Okay, con questa premessa mi sarà capitato di giocarmi molte simpatie, però se qualcuno vuole continuare a leggermi nonostante la premessa io sono qui per provare a raccontare cosa mi sta succedendo. A onor del vero servirebbe, più che una seconda premessa, un antefatto di due anni fa, ma sarebbe un po’ lungo e non sono sicuro che sia necessario, vedremo dopo se raccontare anche quello. Insomma era una sera di gennaio, l’11 di gennaio per la precisione, ed ero entrato nel locale, lo frequento da anni, poca gente essendo un giovedì. C’ero stato una settimana prima ed era stata una di quelle sere che, un po’ per pigrizia, un po’ per stanchezza perché magari è già molto tardi e non sei molto lucido, avevo finito per bere da solo la mia bibita senza accettare nessuna ragazza, anche perché ce n’era una, bionda e bellissima, che era già con un cliente, stavano bevendo insieme, e io avevo respinto altre ragazze sperando che lei si liberasse. Non si era liberata e così alla fine ero andato via, ma una settimana dopo sono tornato, ‘non è possibile non accettare nessuna donna’ pensavo, ‘stasera sarà diverso’. Infatti mi si è avvicinata una donna, capelli neri, sui 30 anni, ‘Debora’ ha detto e poi mentre le stringevo la mano ‘che mani fredde’, ‘è che anche se ho i guanti, in bicicletta il freddo si sente’ (non ho la patente ma ve lo spiego un’altra volta)…e qui serve uno stop, o meglio subito dopo la mia risposta. Perché Debora ha risposto ‘ma benedetto, con questo freddo non devi andare in giro in bicicletta’, e l’ha risposto immediatamente, con una spontaneità così indubitabile che non ho potuto non ridere divertito: è qui che ho iniziato ad essere colpito da lei, se mi chiedessero ‘perché ti ha colpito tanto’ non potrei non citare questo episodio. Siamo stati un po’ insieme, non so se conoscete i lap dance e i night, se non lo sapete vi dico in due parole come funziona, voi entrate e una donna si avvicina, avete una consumazione compresa nell’ingresso ma per la ragazza pagate voi, parlate per un po’ poi o le offrite un altro drink, o fate un prive (e di solito nei prive non si fa sesso vero e proprio, credetemi in quasi tutti i locali ci sono strip tease e strusciamenti più o meno spinti ma il cliente resta vestito), oppure la ragazza vi deve salutare. Ora quella sera con Debora, come faccio sempre in questi casi, dopo il primo drink ho scelto di fare un prive, a metà prive mi ha proposto di darmi il suo numero per bere un caffè. Io ho rifiutato, perché avevo dei brutti ricordi (parlavo di un antefatto, ricordate?), diciamo che un paio d’anni fa una donna qui dentro mi ha detto, appena conosciuta, che voleva fare sesso con me fuori, io ho accettato il numero (ci ha messo tutta la sera a farmi cedere) pensando ‘andremo in un hotel e si farà pagare’, invece quando poi le ho scritto mi ha proposto un caffè, ne abbiamo bevuti due in due diverse settimane e ogni volta mi ha chiesto un prestito, mai restituito nessuno dei due prestiti. Eva era così, io da Eva ero soggiogato perché ero sconvolto nei sensi, la desideravo con ogni fibra di me e insieme avevo paura di farlo, perché mi metteva soggezione con la sua bellezza, però su Facebook in chat mi chiamava ‘tesoro’ e al telefono diceva che in realtà cercava anche una relazione, un uomo su cui poter contare…quando le ho detto che non potevo farle altri prestiti, che non potevo permettermeli (era vero), non si è più fatta trovare. Ecco perché con Debora non ho accettato subito, però per un mese ad intervalli, dopo quella prima sera, pensavo a lei, e il 24 di febbraio…beh, questa sarà la seconda parte del racconto.
In tutte le volte in cui Maria ordina a Serena di spogliarsi, Serena rimane sempre anche a piedi nudi oppure…
Quanto vorrei che il live action di disney fosse più simile a questo racconto! Scherzi a parte: divertente, interessante, bel…
grazie amore
Non credo di aver avuto il paicere, ma grazie intanto della lettura.
Leggendo i tuoi racconti continua a venirmi in mente Potter Fesso dei Gem Boi