La fine dunque, siamo alla fine, il problema non è mai finire il viaggio ma è sempre capire dove si è arrivati…e io come ormai saprete non so neanche bene da dove sono partito, da un desiderio da un bisogno d’affetto da un momento di stupidità, da un sogno romantico da una follia dei sensi fate voi, io so solo che due giorni dopo aver visto Debora, cioè il giorno dopo aver sentito cantare Silvia Mezzanotte, ho provato a chiamare Debora. Silenzio totale, squilli a vuoto e poi segreteria, le mando un sms poi subito dopo riprovo a chiamarla, ancora squilli a vuoto e poi la segreteria. Rincorreva già da tempo un bel sogno d’amor, cantava Enzo Jannacci, lo sto rincorrendo (a vuoto?) anch’io e, non arrivando a viverlo, mi ritrovo a piangere ancora, a piangere oceani di lacrime, Debora è indifferente a me, chiamarla non è solo vincere un muro di paura, di soggezione, di timidezza, è anche inutile perché tanto lei non c’è, le scrivo e non mi risponde, la chiamo e il telefono squilla a vuoto: sarà per questo che per strada quasi sbando, cammino nella città caldissima e non faccio che piangere, sarà per questo che negli ultimi mesi sono dimagrito, e di molto. Sarà per questo anche che decido di reagire, lo so che è sempre il solito modo, so tutto però devo tirarmi su, così vado a casa e accendo il computer, chiamo un numero ‘ho letto l’annuncio’; parte da 70 Euro ok, salgo in bici, ancora la bici rossa, quella che ho comprato quando mi hanno rubato l’altra mentre ero con Debora nel locale, quella che l’altro giorno nel locale le ho fatto vedere sulla foto del cellulare, salgo in bici quindi e vado dalla prostituta, si chiama Vanessa ed è bionda, bella, rumena. Non sono ispiratissimo, non per lei che è figa davvero, ma per me. Lei lavora un po’ di bocca poi con la mano, di colpo è così brava che non mi controllo più, va bene così volevo solo liberarmi, poi le dico ‘è che sono un po’ agitato in questi giorni’, ‘cos’è successo’ mi chiede e le racconto di Debora. La ragazza mi dice di stare attento, che le rumene ti fanno innamorare e poi ti lasciano senza soldi, che non bisogna perdere la testa, mentre esco dico a Vanessa ‘scusa se ti ho fatto fare anche da psicologa’, ‘non preoccuparti mi capita spesso’. Il giorno dopo sono ancora più in tilt, dopo pranzo provo ad andare in centro tanto non riesco a dormire, non ne posso più e scrivo a Felicia, ‘ti scrivo da amico non da cliente, c’è una donna di un lap dance che mi fa soffrire possiamo vederci per un caffè? Ho bisogno di parlare con qualcuno’, lei risponde che è un po’ che non riesce a lavorare molto e mi chiede almeno una ricarica per il cellulare da 20 Euro, accetto. Sì avete capito bene, Felicia lavora a pagamento, lavora in un night che frequento volentieri e la conosco da 10 anni, è sudamericana e una volta sono anche andato a casa sua, non abbiamo scopato in modo selvaggio, perché io ero agitatissimo, ma lei è stata straordinaria, dolce e bellissima, ci ho messo un po’ ad ingranare ma poi sono impazzito di gioia. Ci salutiamo come vecchi amici quando ci vediamo per strada, sorride sempre Felicia e io, credetemi sono sincero, considero un dono della sorte il tempo che, nel night o altrove, ho passato con lei.
Quando arrivo sotto casa di Felicia le faccio uno squillo, lei scende e ci sediamo al bar, mi dice che sono dimagrito ‘è per il dente del giudizio, l’ho tolto da un mese’ rispondo, ‘e poi’ aggiungo con le lacrime agli occhi, ‘e poi sono dimagrito anche per lei’. Mi dice di non piangere, dico ‘In teoria non sono innamorato di lei’, ‘in pratica sì’ afferma, e probabilmente ha ragione…Si incazza di brutto quando sente della richiesta del telefono e dice che ho fatto bene a rifiutare, mi dice di stare attento e di stare su, io piango disperato ma con Felicia anche un momento così fa meno male, le dico ‘se guardo il tuo decollete mi viene voglia di salire a casa tua’, ridiamo insieme, ‘è che non credo che oggi sarei capace di fare nient’altro che parlare’, Felicia risponde ‘se vuoi stasera vieni al locale’, ‘ma devi fare tu perché io sono messo in un modo’…azzardo, ‘ci penso io’ mi assicura, e sento che non mi invita per guadagnare ma perché vuole aiutarmi a stare bene, infatti mi dice ‘prima che parto’ (sta per fare un mese di ferie nel suo Paese) ‘se vuoi beviamo un caffè, ma senza soldi, oggi te li ho chiesti solo perché questa settimana non c’è stato lavoro’. Sono disperato, ieri ero da una puttana oggi ho chiamato un’entreineuse che conosco da anni per berci un caffè e per andare da lei stasera, quando non sono con qualcuno e anche quando non sono solo non faccio che piangere…però sto anche vivendo. Torno a casa, a cena mangio pochissimo, vado al cinema (Nicole Kidman è sempre brava e splendida, il film è anomalo, quasi inverosimile, ma almeno mi tiene impegnato), poi con la solita bici vado da Felicia. Quando salgo mi sorride, ci sediamo e mi dice che mi vede un po’ meglio di oggi pomeriggio, andiamo nel prive: Felicia spogliandosi piano mi abbraccia forte, mi lecca l’orecchio mettendomi la mano sul cazzo che già inizia a reagire, si siede morbidamente su di me, sorridendo non per esibirsi ma come invitandomi ad una festa da vivere insieme, mi dice sottovoce ‘vedi che funziona, tu dicevi che non funzionava senti com’è duro’, è vero è duro ed io sono di fuoco, Felicia mi porge le labbra e la lingua e ci baciamo piano, a fior di labbra ma succhiandoci almeno un po’, ho sempre i pantaloni addosso ma ogni fibra di me sta vivendo di lei. Salutare Felicia è tornare nella notte ricordando che esistono le stelle, capire che la vita ha un suo fluire e noi, più che subirne il ritmo, dobbiamo sentirne la pienezza.
Lentamente passa la domenica, fra pianti slanci silenzi, riesco a vedere mia madre come ogni settimana, riesco a smontare il sifone per sbloccare il saltarello del lavandino, riesco a fare tutto tranne che a non piangere quando sono solo, forse non voglio neanche riuscirci a non piangere: in quattro giorno sono passato dall’euforia di aver rivisto Debora all’angoscia per il suo silenzio, in due giorni ho visto una prostituta e sono andato al night, e nonostante questo oggi, lunedì, non riesco a non pensare a Debora, ho il bisogno fisico di sentire la sua voce. Verso mezzogiorno non ne posso più, mi alzo dalla scrivania ed esco sul balcone, la chiamo. Dopo alcuni squilli mi risponde (allora non ha bloccato il mio numero, non mi ha messo fra gli indesiderati), ha la voce stanca e assonnata, so che non ha lavorato perché domenica il locale è chiuso. ‘Stavi dormendo?’ chiedo, ‘sì’, ha un’infezione agli occhi e sta prendendo antibiotici, non ha neanche lavorato in questi giorni. Le dico che vorrei vederla quando starà meglio perché vorrei parlarle con calma, mi dice va bene e mi chiede se posso farle una ricarica telefonica anche da 5 o 10 Euro, poi me li ridà quando ci vediamo, perché con l’infezione non può uscire di casa. Penso che o è un’attrice superba e di grande fantasia o quello che mi ha detto è vero, e soprattutto penso che alla peggio perdo solo 10 Euro, così accetto e lei mi ringrazia. La richiamo quando al tabacchino, mezzora dopo (la pausa pranzo può iniziare dalle 12,30in poi), mi dicono che serve sapere quale sia la compagnia telefonica (non ci avevo pensato). Debora non risponde subito poi, probabilmente avendo visto la chiamata, dopo due minuti mi fa due squilli senza risposta. O è così furba da portare avanti bene la messinscena o davvero non ha credito e fa due squilli per dirmi che ha visto la chiamata, la richiamo e le chiedo che compagnia telefonica abbia, me lo dice e mi ringrazia, ‘un bacio’, mi saluta. La sua voce è esausta, finzione o no dev’essere stanca davvero…però quando dice ‘un bacio’, assurdamente anche se non è certo questo il momento in cui dovrebbe accadere, mentre chiudo il cellulare dopo averla salutata mi accorgo di un’erezione. Cosa vedo in Debora? Ho sempre avuto la sensazione di avere per lei un vagheggiamento romantico, che l’attrazione fisica non fosse diversa da quella che provo sempre in quei locali per ogni sua collega, ma è evidente che non è così, è evidente che non so ancora cosa fare con lei. Intanto faccio la ricarica, 10 Euro, le scrivo di averla fatta e che la richiamo nei prossimi giorni, sabato se a causa del lavoro non riesco prima. ‘Riposati’ chiudo l’sms, ‘un bacio’. Mi accorgo di poter respirare di più, come se poter sentire la sua voce avesse calmato una crisi di apnea, o avesse portato liquidi dentro una crisi di disidratazione. Non ho il coraggio di chiamarla fino a sabato, sabato poi c’è anche la cena in famiglia per il compleanno di mia madre…ma nel pomeriggio provo a chiamare Debora. Non mi risponde, ‘il numero è irraggiungibile’ ripete una voce automatica, una voce che in pochi minuti ho imparato ad odiare. è strano ma sono più calmo oggi di venerdì scorso. Forse mi ha fatto bene l’ultimo weekend nel senso che ho capito di dover stare calmo qualunque cosa succeda, forse averla sentita lunedì mi ha fatto capire che non ce l’ha con me (perché dovrebbe?), o forse so che essendoci la cena di famiglia devo essere presentabile e non posso presentarmi con gli occhi lucidi, però sono più calmo, esco a fare due passi anche se non so dove andare, torno a casa e mi faccio una doccia, esco di nuovo per andare da mia madre. Una bella serata, ci sono anche mio fratello con mia cognata e una figlia, gioca la Russia stasera, se almeno ai Mondiali ci fossimo anche noi sarebbe più facile affrontare questo periodo, distrarsi…ma un po’ mi distraggo anche così, fra la pizza e qualche risata, tutto sta procedendo in qualche modo.
Quando torno a casa però non sto più nella pelle, non sto più nei nervi non sto più dentro di me, mi metto addosso un giubbino lungo e un po’ pesante e ci metto dentro il regalo, ricordate quel regalo preso da Stroili? Se non ricordate leggete la prima parte, prendo il regalo quindi e me lo caccio in tasca (ecco perché ho messo il giubbino), pedalo fino al locale di lap dance. Non ne posso più, devo capire qualcosa di questa donna, parlarci, o la va o la spacca si dice in questi casi, l’importante (dico io) è andare oltre la porta d’ingresso del lap dance, guardarsi intorno e…e veder arrivare verso di me una ragazza con gli occhiali e i capelli lunghi. ‘Ciao’, ‘scusa ma cerco una tua collega’, ‘se mi dici chi è posso aiutarti’, ‘Debora’, ‘Non c’è’. Sospiro ridendo quasi per non piangere, ‘come non c’è, è partita?’, ‘Sì, è andata in Romania’, ‘oh mamma…scusa tu non c’entri niente, è che…a proposito mi chiamo Davide’, ‘piacere Luana’, ‘di dove sei?’, ‘rumena’… Mi siedo con Luana raccontandole di Debora, del regalo mai dato, del telefono che non ho voluto comprare, raccontandole di Eva e di come abbia pianto per Debora. Luana dice che è bella questa mia sensibilità, è bello che io abbia preso un regalo, poi mi chiede cosa vogliamo fare visto che il tempo del primo drink è scaduto, chiedo di fare se le va di fare dieci minuti di prive (ormai sono qui, mi servirà a calmarmi). ‘Certo che mi va’ sorride, e appena entriamo mi rendo conto che dieci minuti non basteranno. Luana è dolcissima, ma è anche una furia della natura, ha due tette meravigliose, mi tocca il pacco (lasciando chiusa la lampo dei pantaloni) con le mani e con i piedi, mi soffia nell’orecchio. ‘Non mi sembri così innamorato’ scherza accorgendosi della mia erezione, andiamo avanti così per un bel po’ perché poi decido per altri dieci minuti…poi arriva il momento di salutarsi, io esco dal locale con il regalo in tasca, Debora tornerà, mi dicono alla cassa, fra un mese o poco più, dopo Ferragosto.
Ecco, in teoria siamo alla fine, non ho altro da raccontarvi…ma ho qualcosa da chiedervi: come devo far continuare la storia? Non il racconto ma la storia vera, cioè secondo voi cosa devo fare adesso? Ho conosciuto Debora a metà gennaio, sono tornato da lei a febbraio, mi ha dato il suo numero dopo tre giorni mi ha chiesto aiuto per comprare un telefono e ho risposto furioso, poi l’ho richiamata poi lei è partita, l’ho rivista le ho parlato al telefono per pochi minuti, lei era malata (così ha detto e credo sia vero) e ho accettato di farle una ricarica di 10 Euro, poi lei è ripartita…cosa devo fare quando torna, dirle di Eva (cfr. prima parte del racconto) così capisce perché mi ero arrabbiato del telefono, tornare al locale con il regalo, dirle ‘quanto vuoi per bere un caffè fuori di qui’, cancellare per sempre il suo numero di telefono dalla rubrica e (provare a) dimenticarla, semplicemente tornare al locale per bere un drink, fare un prive e dire ‘allora ti chiamo nei prossimi giorni’ e poi chiamarla? Se vi va scrivetemi, accetto consigli, intanto spero abbiate gradito, o che non vi abbia deluso troppo, questo racconto che è quasi una confidenza, nato come sfogo e continuato come forma di scrittura, come testimonianza di vita…non sono perfetto ma ogni giorno, come posso, provo a vivere nel modo migliore, e Debora fa parte del tempo che vorrei provare a vivere anche nei prossimi mesi.
In tutte le volte in cui Maria ordina a Serena di spogliarsi, Serena rimane sempre anche a piedi nudi oppure…
Quanto vorrei che il live action di disney fosse più simile a questo racconto! Scherzi a parte: divertente, interessante, bel…
grazie amore
Non credo di aver avuto il paicere, ma grazie intanto della lettura.
Leggendo i tuoi racconti continua a venirmi in mente Potter Fesso dei Gem Boi