Non era molto brava nell’arte della dominazione, ma non sapevo fino a che punto e decisi di provarlo
di persona.
Io ed Estrin uscimmo di casa verso le 9:30 di sera per recarci nell’Hotel dove lei trovava luogo per i suoi rapporti sessuali;
il suo “Voglio essere dominata da un vero stallone” mi aveva turbato, perchè quella sera avrei dovuto fare un
ruolo che mai in vita mia avrei immaginato di fare.
In macchina, durante il tragitto, le sue gambe apparvero molto sensuali e calde al di fuori della sua minigonna
che indossava, ogni tanto girava la sua testa con i suoi splendidi capelli biondi verso il finestrino e contemporaneamente
allargava le gambe involontariamente lasciando intravedere il suo splendido perizoma nero. Quei tipi di spettacolo li ho sempre
graditi, ma supponevo che questa volta le cose sarebbero andate diversamente:Non sarebbe stata lei a dare piacere a me, ma sarei stato io
a regalarle quel soffice dolore che si sarebbe tramutato in intenso e mai provato piacere.
Estrin non è vergine, ricordo ancora quella volta che io e lei perdemmo la nostra verginità assieme dandoci l’appuntamento immaginario per un’altra volta
che avremmo consumato il nostro rapporto insieme. Ero titubante, forse per la paura di fargli male, ma non potevo tirarmi indietro, non adesso, quando il suo piacere
era diventata una mia questione personale!
Entrammo in albergo, fittai la camera che Estrin era solita prendere per le nostre “nottate” e salimmo in Ascensore. Arrivati in camera mi buttai sul divano, aprii una
bottiglia di Acqua minerale, ne versai un pò in un bicchiere e sorseggiai. Ero sempre più sudato e sconvolto per l’idea, ma ciò che mi calmava era la mia convinzione che
qualsiasi cosa avrei fatto a Estrin sarebbe stata apprezzata da lei.
Estrin uscì dalla doccia indossando un accappatoio che fece scivolare ai suoi piedi, rimase con il suo seno e il suo ventre completamente nudi, ma vennero subito ricoperti rispettivamente con un
reggiseno e una camicia bianca e con un perizoma uguale al precendente. Quel breve spettacolo mi eccitò molto, ma sapevo che se avessi perso il controllo in quel momento non l’avrei soddisfatta a pieno;
dovevo prepararmi per qualcosa di più duro e possente.
Mi rivolsi a lei dicendo:-Adesso mi faccio una bella doccia, mettiti comoda e attendi- e andai a farmi la doccia.
Miscelai l’acqua e restai sotto la doccia per un bel pò, rimanendo a pensare a Estrin e al suo corpo magnifico.
Uscii dalla doccia nel medesimo modo, con solo un accappatoio sul corpo.
Trovai lei che stava sorseggiando dell’acqua in modo molto aggraziato:per la prima volta in vita mia avrei desiderato essere un bicchiere.
Notavo il suo stato di forteeccitazione, infatti aveva le gambe ed il collo matidi di sudore. Mi avvicinai al suo collo con la bocca e sfiorai la sua pelle con la
punta della mia lingua. Un piccolo gemito di piacere accompagnato dalla sua voce totalmente coinvolta:-Continua con questo dolce rito, mi dai un piacere da sogno-
Risposi:-Sei una ragazza fantastica, riesco a sentire il sapore dei tuoi umori anche attraverso il tuo sudore. Nessuna è mai arrivata a tanto.
-Perchè nessuna ha trovato un ragazzo meraviglioso e bello come te!-
-voglio dirti una cosa, un mio sogno segreto. Voglio fare pratica di possessione e dominazione con te! Ti chiedo scusa da ora se ti farò male!
-Volevo sentire questo da te! Anche per me è un sogno. La perversione che non avrei mai osato chiederti. Adesso dominami, agisci di istinto, fammi male, non mi importa, l’importante è che tu sia felice.
-Nessuna persona oltre me e te! Nessuno oltre noi due dovrà sapere come ti ho fatta mia, come ti ho posseduto.
E così diedi inizio all’opera. Nell’armadio cercai tutto quello che poteva essere utile per la mia causa. Trovai alcuni foulard e una corda, nient’altro.
Ci mettemmo sul letto, Estrin si distese nel centro e portò le sue braccia verso la sua testa, con la corda le legai le braccia sul’inferriata del letto e con il foulard le bendai gli occhi.
Notai il suo stato di agitazione precoce:il suo respiro molto più affannato e l’ingoio della sua semplice saliva sempre più veloce.
Adesso stava a me condurre.
Iniziai dapprima col toccare molto dolcemente tutto il suo corpo non ancora nudo e notavo nel suo volto la tipica espressione del piacere mischiato con
quelle smorfie di falso dolore.
Raccolse le sue ultime forze per dirmi:-Fammi sentire donna e schiava! Realizza il mio sogno più grande per me.-
-Pronta ad essere dominata, non ti lascerò le forse nemmeno per alzarti.-
Sudando e inghiottendo in un gemito di piacere:-Adesso tocca a te, PADRONE!
Mi sfilai il mio accappatoio e notai che il mio membro era già eretto e il sangue all’interno pulsava gonfiandomi la vena varicocela. Il mio volto
cambiò espressione, quasi come se fossi stato per la prima volta convinto di essere un vero uomo! Poggiai le mani sul suo corpo e lo sfiorai delicatamente. Quella fu solo la preparazione, forse
anche la consolazione di quello che sarebbe successo dopo. Sempre più compiaciuto di essere maschio mi rivolsi ad Estrin dicendo:
-Adesso sei mia bella troia!
Con un gesto veloce portai la mia mano destra sul collo di Estrin, ancora matido di sudore, e strinsi per cercare di aumentare il suo piacere. Con la mano in quella posizione riuscivo a sentire gi ingoi di Estrin
e ciò fece accrescere la mia foga.Lei non parlava, Lei non si muoveva!
Tolsi la mano dal collo e la misi sul colletto della camicia di Estrin e la stappai molto violentemente. Non capii bene se ciò che uscì dalla bocca di Estrin fu solo un mugolio di piacere o dolore o entrambe le cose.
Nello stesso modo strappai il reggiseno, così vidi i suoi capezzoli piu duri che mai, avvicinai la bocca succhiai in modo violento. Per il piacere provato Estrin sollevò la testa verso l’inferriata del letto e sempre molto dolcemente, sfiorò le sue
labbra con la sua stessa lingua. Mi staccai dai capezzoli e andai verso il ventre dove trovai il suo perizoma umido dei suoi umori. Mi attaccai con i denti al perizoma e lo stappai, ricavandone un baito di piacere da parte di Estrin. Con le mie due mani le allargai
le labbra della vulva e infilai nella cavità la mia lingua, muovendola in senso orario e a volte. sfiorando anche le labbra!
Questa volta non disse niente, ma il piacere divenne talmente intenso che lei chiuse le gambe come quasi per cacciarmi.
Guardandola per viso notavo che la sua sudorazione era arrivata agli estremi e che le sue labbra si erano essiccate per il piacere intenso provato; ciò mi convinceva della sua reale condizione.
-Puttana, mi hai scacciato dalla tua vulva, mi hai ovveso. Come hai osato!
-No padrone, scusa. L’ho fatto involontariamente. Pietà, pietà; abbi compassione per la tua schiava!
-Ti torturerò, troia. Nessuno ti potrà salvare dalla mia ira.
Mi allontanai per un attimo dalla mia posizione e la raggiunsi. Avvicinai le mie labbra al suo orecchio e le dissi:
-Sai cosa succede ad una schiava quando tradisce i voleri del suo padrone?
Lei totalmente assorbita nella sua parte da schiava mi rispose con voce calda ma nello stesso tempo terrorizzata:-No.Scusami padrone. Mi sono abusata della tua maschilità per il mio piacere personale. Non merito di essere dominata da te come persona.
-Non ti sto trattando come una persona. Non sei altro che un oggetto nelle mie mani. Un oggetto plasmabile solo da me. Adesso voglio che tu sia la mia troia.
Un solo tuo gemito di piacere, e per te è finita!
-Adesso non era più un gioco; lei aveva il volto la schiacciante figura di una prostituta che aspettava di essere dominata. Mi inginocchiai davanti le sue gambe adesso strette, la mia mano destra sul ginocchio sinistro e la mia mano sinistra su suo ginocchio destro.
-Adesso proverai la mia ira! Non un solo gemito, altrimenti ti lascerò li legata!
Il suo respiro si fece sempre più veloce. La sua espressione era mutata. Adesso aveva solo voglia di essere dominata! E la dominai in modo perfetto!
Le allargai violentemente le gambe quasi fino a strappare i suoi muscoli delle cosce! Presi il mio pene con la mano destra e lo diressi verso la sua vulva e spinsi dentro in modo violento.
Mi resi conto di come l’interno fosse umido e rigido, questo mi face capire che il mio gioco le piacque e fino a quel momento non aveva fatto altro che godere.
-Ho avuto fortuna, sto scopando con la Dea del sesso, micidiale macchina del piacere-Questi erano i pensieri che mi allontanavano per brevi attimi dal mio compito,
quello della dominazione.
Decisi allora di farle male. Con il mio membro sbattevo forte contro il suo interno, quando ad un punto, stimolato dai suoi umori interni che mi colavano sul glande, ebbi la mia prima eiaculazione.
Non mostrò nessun segno di piacere sul suo viso,ma gocce della sua saliva le uscirono dalle labbra.Non mi opposi a quello spettacolo. in qualche modo anche lei doveva sfogarsi. Stava godendo. Me ne resi conto dal fatto che le sue contrazioni mi massaggiavano il pene come forse avrebbero fatto le sue mani, o meglio.
-Sei contenta.-
-SI-
-Io per niente. Per colpa dei tuoi umori adesso mi ritrovo col membro tutto sporco di sperma! Adesso la schiava deve pulire.
-Avvicinati, adesso te lo pulirò bene, padrone!
-No, dovrai essere tu a pregare per pulirmelo, devi avvicinarti tu. Il tuo piacere personale non esiste, sei il mio oggetto!
Fece dei movimenti graziati, ma riusci nel suo intento. Adesso era a due centimetri dal mio pene e ne senti il calore. Mi disse:
-Padrone, non posso stendermi più di così, la mia carne non lo permette.
-Non mi interessa. Non mi muoverò di un solo centimetro!
Allungò la lingua per quel poco che bastava e cominciò a leccarmi il glande, fin quando non eiaculai di nuovo.
Lei allora, con la faccia orgogliosamente ricoperta dei miei semi mi disse:
-Cosa succede se la schiava si ribella al padrone?
-Non potrà mai succedere! Ti ho legata al letto, sei completamente in mio potere.
-Ti sbagli, non sono mai stata in tuo potere! Adesso sono io che non te lo perdono!
Le sue mani apparentemente legate si liberarono delle corde che mi invasero fino a farmi legare come era legata lei!
-Non è possibile.Ero convinto di averti posseduto.
-Bravo il mio padrone; mi hai posseduto, ma non sei stato attento! Tu hai raggiunto due orgasmi, ma io nemmeno uno! Ciò ti ha reso debole! Incapace di dominarmi!
Adesso tocca a me!
-Estrin, no aspetta. Non scherzare, io stavo solo giocando. E cominciai a sudare freddo ma mi eccitai immaginando la sua risposta tipo:”Non ti preoccupare, non ti farò niente!”
Lei mi rispose:-Io non ho scherzato dall’inizio e non intendo farlo tutt’ora!
-No, Estrin, no! Non farmi male.
-Adesso non sono la tua Estrin, adesso sono la tua padrona.
Mi bendò e strinse le corde sull’inferriata del letto, come io feci con lei prima. Nonostante la mia preoccupazione il mio membro pulsava e la mia eccitazione era incontrollabile.
Mi allargò le gambe e si mise a succhiare il pene in modo molto violento e doloroso; sapevo che non provava soddisfazione più grande di quando me lo succhiava, ma aveva
deciso di punirmi per l’oltraggio subito poco prima. Succhiò con tanta foga e rabbia che il mio pene reagì di conseguenza, raggiunsi l’orgasmo una seconda volta, ma questa volta non
era solo sperma, infatti poco dopo dal glande uscirono delle gocce di sangue.
-Adoro sentire il tuo sangue sulle mie labbra, mi eccita. Adesso ne sarò inondata.
Si spostò dalla sua posizione, mise le mani sul suo corpo e si massaggiò con movimenti che andavano dal suo seno fino al suo ventre. Poi si fermò. Era fortemente eccitata. Avvicino la sua bocca sul mio
petto, tirò fuori la lingua e mi leccò fin giù il mio pube. Alternava il piacere provocato dalla sua lingua bagnata di saliva e tinta del mio sangue ai suoi morsi, che lo stesso mi procuravano piacere con
quella punta di dolore che a me piaceva.
Finita l’opera mi disse:-Adesso ti ordino di farmi godere, non importa come, ma fallo.-
Mi slegò dall’inferriata del letto e si distese sul centro. Mentre io provvedevo a slegarmi i polsi lei si bendò dicendomi:
-Ricorda, devi farmi godere, altrimenti ti riattacco al letto.
-Padrona, ti soddisferò come mai nessuno ti saprà soddisfare.
Le allargai le gambe, mi inginocchiai davanti lei in modo che il mio membro sfiorasse la sua vagina e cominciai a carezzarla sul suo seno.
-Adesso fammi godere.-
-Come vuoi tu, mia signora.-
Eccitato dall’idea strinsi forte il suo seno, poi mi staccai e con le mie mani le massaggiai il suo ventre. Stava godendo gia da allora.
Misi il pene nella sua vagina e spinsi molto forte.
Le sue contrazioni aumentarono e mi stimolavano per andare più forte e con decisione. Adesso lei non era la mia padrona e ne io il suo schiavo. Adesso eravamo solo due persone. Lei si alzò dalla sua posizione con la forza del suo busto e mi baciò sulla bocca.
Il ritmo dei miei colpi si faceva sentire sul suo corpo, infatti Estrin non riusciva a essere constante nei suoi baci. Ma sentivo che lei veniva sollecitata al piacere da quel rito.
Mi fermai di spingere e comiciai a roteare il bacino fino a provocarli delle ferite intorno la vagina. Perse sangue e mi sporcò tutto il pene.
Ancora breve fu la pratica, infatti le sue contrazioni si facevano sentire e io facevo fatica a far rimanere il pene nella sua cavità. Diedi altri colpi violenti e tutti e due ci abbandonammo al piacere più intenso che avessimo mai provato.
Le uniche parole che riusci a dire nel pieno dell’orgasmo furono:-Ti amo.-
Fu ricambiata:-Anche io Estrin, lasciati andare, abbandonati al piacere e non dire più nulla! Parleremo dopo.
Mosse la testa per esprimermi il suo assenso e chiuse gli occhi, abbandonando i suoi sensi e facendo il bagno nel suo stesso sudore.
Dopo il suo orgasmo mi ripulì del suo sangue con la sua bocca, io contracambiai sulla sua vulva.
Dopo una bella doccia uscì dal bagno con il solito accappatoio. Gli misi le mani sui fianchi e gli spostai l’accappatoio. Intravedevo il suo ventre con la sua peluria
-Scusa per prima non volevo farti male.-
-Hai realizzato il mio sogno, mi hai dominato, ti amo.-
-Anche io Estrin, ti amo moltissimo. Anche tu mi hai dominato, sei stata fantastica!
-Merito tuo, amore mio, merito tuo.
La accompagnai a casa sua, scese dalla macchina e io la seguii con lo sguardo fino alla sua porta di casa.
Lei si girò, mi guardò e mi mandò un bacio.
Io mi diressi verso casa mia.
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…