Come ogni mattina, Johnny non poteva fare a meno di quanto Giulia fosse bella. Lavorava lì da 4 anni e non ricordava un solo giorno in cui lui non le avesse lanciato degli sguardi, anche solo di sfuggita…e ogni giorno annotava mentalmente i cambiamenti “si è tagliata i capelli”, “ha cambiato il reggiseno”, “che bella questa gonna”. Ora che era iniziata l’estate, poi, ogni giorno poteva osservare il graduale adattamento alla temperatura crescente: i sandali ai piedi, le gonne che salivano oltre al ginocchio, le camicette con scollature crescenti. Giulia era effettivamente bella, di quella bellezza che nasce naturalmente dalla combinazione di vari fattori: i lunghi capelli color miele, gli occhi verdi, le labbra rosa e carnose, il seno ancora sodo, dei piedini sempre curati e valorizzati da un tacco alto o una cavigliera, mani affusolate e delicate, e un culetto (lui non osava chiamarlo “culo” o “sedere” neanche mentalmente) delicatamente fasciato da suoi jeans mai troppo volgari da strizzare la carne ma mai troppo bassi o informi.
E come ogni giorno, le solite chiacchiere al caffè o in pausa pranzo, dove si parlava di tutto e di niente; i pettegolezzi, le vacanze, chi arriva e chi se ne va…Johnny non aveva mai avuto grande confidenza con lei purtroppo: lei era più grande di lui di circa 5 anni (ma ne dimostrava molti meno dei suoi 33), lavorava in un altro settore, e manteneva sempre un certo riserbo sulla sua vita. Tutto ciò che lui sapeva era che lei viveva da sola, non era fidanzata (suo grande cruccio), aveva studiato all’Artistico e il suo lavoro attuale non le piaceva. Ma con l’avvento delle vacanze c’erano meno colleghi, meno casino, e a volte riuscivano a parlarsi per qualche minuto.
Fu un venerdì afoso come non mai che lei, durante la prima pausa, si lamentò della necessità di cambiare una libreria che aveva ceduto nella notte e di non avere nessuno ad aiutarla in quel weekend. Gli sguardi di tutti caddero nel vuoto, chi mai avrebbe avuto la voglia di aiutare una collega con quel caldo a spostare mobili ? La priorità di chiunque era scappare dalla città e dal caldo !
Lei comprese la scarsa volontà degli altri e chinò la testa…e in quel momento Johnny si sorprese a dire “Se vuoi posso darti una mano…” Lei si girò verso di lui, e rimase qualche secondo in silenzio, come se stesse soppesando la cosa, e con un gran sorriso gli rispose “Grazie ! Non sai come ci speravo in qualche aiuto !” “Figurati” rispose lui, ancora sorpreso della sua audacia…
Tornarono al lavoro, Johnny ancora rimuginando sulla cosa…a casa da lei ??? Loro due soli ???? Pazzesco ! Mille fantasie scoppiarono nella sua mente come trame di film che si infransero contro il muro dell’impossibilità, impossibile che succedesse qualcosa, impossibile davvero…
Qualcosa trillò nella sua barra di Outlook, una nuova mail era arrivata:
Da: Giulia XXXXXX
A: Johnny YYYYYY
Oggetto: Grazie Mille :D !
Grazie Johnny per il tuo aiuto, non sapevo come avrei fatto altrimenti…figuriamoci se quegli altri mi aiutavano ! Ascolta, a me basta che mi aiuti solo a montare il mobile, quello vecchio al limite lo smontiamo e lo portiamo in cantina. Purtroppo io sto al 4° piano senza ascensore ma non dovrebbe essere difficile in due ! Io abito in via XYZ al numero 16. Era tutto vero quindi…4° piano senza ascensore ? Avrebbe sudato come un cammello con quel caldo, che palle…ma ormai era in ballo e doveva ballare.
Re: Grazie Mille :D !
Figurati Giulia non c’è problema, tanto non avevo impegni questo sabato ! Per che ora devo venire ?
Re: Re: Grazie Mille :D !
Sicuro che non avevi impegni ? Non è che dovevi uscire con la morosa :P ? Comunque il tizio del mobilificio ha detto che prima delle 6 non potrà venire, se magari puoi anticipare alle 5 iniziamo a smontare il mobile vecchio !
Perfetto pensò Johnny, così farà un po’ meno caldo…ma perché aveva chiesto della morosa ? Lui e Sofia avevano rotto da almeno 6 mesi, lo sapevano tutti in azienda. Che lei non ne fosse a conoscenza ? Oppure (e qui sentì il cuore rimbalzargli in petto) lei chiedeva perché era interessata ? Ma figuriamoci, pensò neanche 5 secondi dopo, figuriamoci se può essere interessata a me…
Re: Re: Re: Grazie Mille :D !
Non ce l’ho la morosa, ho rotto con Sofia a settembre, non te l’hanno detto ? Comunque no giuro nessun impegno ! Ok va bene per le 5 allora !
Re: Re: Re: Re: Grazie Mille :D !
Oh scusa scusa scusa no non ne sapevo nulla !!!! E quindi adesso sei single come me eh ? Eh ti capisco :P D’accordo restiamo intesi così, comunque pensavo che se facciamo tardi puoi cenare da me così mi sdebito ! Buona giornata e grazie ancora !
Johnny sentì la pelle del viso andargli a fuoco. A cena da lei loro due soli…era un invito per caso ? E poi il rimarcare il fatto che fosse single e quel “ti capisco”…capisco cosa sogghignò lui tra sé e sé, che mi scoperei qualunque cosa si muova ? Eppure…niente, pensò lui, non c’è niente da pensare, io le faccio un favore, lei ricambia e finisce lì. Amen. Si rividero nel pomeriggio per la pausa pomeridiana alle solite macchinette. Lei riuscì a prenderlo da parte con discrezione e gli chiese sa davvero non aveva impegni quel sabato. Erano a pochi passi di distanza tra loro e lui non riusciva a parlarle guardandola in viso, aveva paura di arrossire specchiandosi nel suo sorriso e nei suoi meravigliosi occhi smeraldo, quel giorno incorniciati da un occhiale rosa molto femminile.
“Davvero Giulia, non c’è problema, non avevo niente da fare questo sabato…”
“Sono contenta, meno male, sennò chissà quando ce l’avrei fatta a fare tutto da sola !”
Poi, con tutta la naturalezza del mondo, gli accarezzò l’avambraccio…la sua mano era leggera sulla sua pelle. Durò pochi attimi, ma per Johnny sembrò andare avanti per l’eternità, mentre sentiva il volto andare a fuoco…e il pene indurirsi di colpo.
“Scusami per la battuta sulla morosa, non ne sapevo nulla…perdonata ?” sorrise lei.
“Certo, certo, figurati ! Nessun problema…”
“Se vuoi parlarne, quando vuoi ok ?”
“Certo certo grazie” rispose, sentendosi un cretino. Ancora emozionato per quel fugace contatto non faceva altro che ripetere “certo certo” come una macchinetta, mentre lo sguardo vagava verso il basso, verso quel seno valorizzato da una semplice camicetta bianca a scollo basso, la fessura tra i seni quasi scolpita nel candore della sua pelle, i capezzoli leggermente inturgiditi dall’aria condizionata contro il tessuto…
“Ehi…comunque sono qui eh” disse lei abbassandosi per guardarlo negli occhi e sorridendo.
“Oddio scusa…è che mi sembrava avessi una macchia sulla camicetta ! No scusa tutto ok !”
Fantastico, beccato a sbirciare come un moccioso pensò lui. Lei rise, gli sfiorò nuovamente il braccio e gli disse “Ma sì sto scherzando, ti prendevo in giro ! Ok allora ci vediamo domani, ciao ciao !”
“Ciao…”
Lei si voltò ancora a salutarlo con la mano e risalì le scale, lui la osservò camminare quei gradini memorizzando e gustando ogni movimento del suo fondoschiena, immaginandola nuda e bella e perfetta come una dea, mentre il pene duro e pulsante come argento vivo si ergeva pur costretto dai pantaloni…chissà se lei si era accorta della sua erezione ? Ma figuriamoci, pensò lui, lei mica mi sbircia come qualche scemo di mia conoscenza ! Attese qualche secondo alle macchinette ma la durezza nelle mutande sembrava non voler passare, nell’aria c’era ancora il profumo di lei…sospirò e fece l’unica cosa in suo potere.
Entrò in bagno, si slacciò i pantaloni e abbassò le mutande. Il pene svettò fuori come una molla, duro e pronto alla penetrazione, il glande già scoperto e leggermente lucido. Lo impugnò, pensando che fosse la mano di lei a farlo, e iniziò a masturbarsi lentamente, immaginando di muoversi in lei, di essere completamente immerso nel suo corpo…venne quasi subito, tremando leggermente ed eiaculando lunghi spessi getti di sperma, densi come crema che si sparsero sul muro davanti a lui; venne svuotandosi completamente, il pene ancora duro e turgido come prima che continuava ad eruttare tutto il suo piacere, chiuse gli occhi e immaginò di venire su di lei, di cospargere la sua pelle di sperma, di raggiungere ogni punto del suo meraviglioso corpo con il suo seme. Si pulì e ripulì con calma, il pene ancora a mezz’asta come se fosse quasi impossibile per lui tornare al suo stato di riposo. In quei 4 anni si era masturbato centinaia di volte pensando a lei, ma mai in quel modo, mai con quella intensità quasi dolorosa.
Calmò il suo respiro ed uscì per tornare al lavoro, la testa (e i testicoli, pensò con un mezzo sorriso) finalmente svuotata.
Arrivò il sabato e Johnny si fece trovare puntuale alle 5 sotto casa di lei. Il caldo era soffocante e lui aveva addosso solo un paio di pantaloncini e una maglietta, immaginandosi già schifosamente sudato di lì a pochi minuti. Citofonò e lei gli rispose di salire. La scala era stretta e abbastanza soffocante, d’altra parte il palazzo non sembrava costruito esattamente l’altro ieri…contò uno a uno i gradini maledicendo la fatica che avrebbe dovuto a fare. Arrivò alla porta che era già aperta e sentì la voce di lei che lo invitava a entrare. Dal pianerottolo la vide accosciata nel grande salone vicino alla libreria. Sentendolo entrare si alzò e lo salutò con un sorriso, poi si avvicinò a lui e gli schioccò due baci sulle guance.
“Ciao Johnny, pronto al lavoro ?”
Lui la guardò, sentendo caldo dove le sue labbra si erano posate. Era in maglietta e pantaloncini corti anche lei, ai piedi due infradito estive, ma soprattutto era senza reggiseno…e la forma del seno era inconfondibile ora, così come quella dei capezzoli che lui giudicò perfettamente tondi e piccoli come piacevano a lui. E’ bella come non mai, pensò, e sentì il pene inturgidirsi come il giorno prima.
“Sì certo prontissimo !” rispose lui, la gola leggermente secca.
“Bene bene…però ce l’hai un po’ come vizio tu quello di sbirciare eh !” rispose lei girandosi leggermente, come a volersi nascondere.
Lui fu più pronto questa volta. “Sbirciare ? No no assolutamente ! Piuttosto notavo che dovresti metterti delle scarpe invece delle infradito, rischi di farti male se dovesse sfuggirti il mobile !”
Lei fu sorpresa dal commento e chinò lo sguardo. “Hai ragione, non ci avevo pensato…visto che hai fatto bene a venirmi ad aiutare ? Allora mi cambio un secondo e arrivo !”
Mentre lei andava a cambiarsi lui guardò il mobile. Era una libreria della IKEA, conosceva il modello, niente di più facile da smontare con qualche attrezzo. Pensava peggio e si mise all’opera. Lei gli sì accosciò a fianco a guardarlo lavorare, sentiva il suo profumo e il calore che irradiava. Incominciarono a togliere i vari ripiani aiutandosi con un cacciavite, un pezzo alla volta, mettendo i pezzi sciolti sul tappeto della stanza. Quando ebbero finito lei si chinò a raccogliere l’ultimo pezzo e lui ebbe un tuffo al cuore. La maglietta era abbastanza larga e in quella frazione di secondo lui vide e memorizzò perfettamente il suo seno nudo, candido e sodo, dal capezzolo rosa e leggermente sporgente. Riuscì a distogliere lo sguardo appena in tempo ma si sentiva avvampare, l’erezione era marmorea ora, avrebbe potuto masturbarsi per ore con quella immagine in testa. Si girò e fece finta di guardare fuori dalla finestra, fece qualche commento inutile sull’alloggio, cercando disperatamente di nascondere il pene eretto. Con un rapido movimento lo portò verso l’alto, appiattendo la pancia sarebbe riuscito a nasconderlo abbastanza bene.
“Che dici, portiamo giù ?” chiese lei.
“Certo andiamo !”
Dovettero fare alcuni giri per riuscire a portare giù i pezzi, e quando lui fu sopra di lei sulle scale si fermò per qualche secondo, attendendo l’inquadratura giusta per infilare lo sguardo sotto la maglietta. Ancora una volta fu premiato, e questa volta riuscì a vedere tutti i due i seni, immaginò il proprio pene stretto in mezzo ad essi…basta basta, si disse, finiamo il lavoro che qui sennò impazzisco. Giulia aprì la porta della cantina ed entrò, Johnny la seguì con qualche pezzo di mobile in mano. Lei si girò di scatto e gli finì contro, lui per la sorpresa lasciò cadere i pezzi.
“Oh scusa scusa !” Si chinarono simultaneamente e le loro mani si sfiorarono, lui la ritrasse quasi di colpo, prese il pezzo e si rialzò.
Lei sorrise e si riavviò i capelli, “Scusami tu, sono già un po’ stanca e divento goffa !”
Si fece passare i pezzi e li sistemò su una scansia, Johnny era imbambolato dietro di lei, aveva sentito il calore del suo corpo, la morbidezza del seno sul petto ed era eccitato e imbarazzato da morire. Sto facendo la figura del marmocchio, pensò, dello sfigato che al minimo contatto perde la ragione, chissà cosa starà pensando di me…era talmente preso dalla sua auto fustigazione che non si accorse che lei si stava chinando per prendere qualcosa dal ripiano in basso. Quasi al rallentatore, vide i suoi fianchi sporgersi verso di lei. “O merda” pensò, e la prese per i fianchi per rallentarla e sgusciare a lato, ma non riuscì a evitare il contatto. Per un attimo, un solo attimo che sembrò durare un anno intero, il suo pene duro come la pietra si piazzò nel solco delle natiche di Giulia, con la punta perfettamente appoggiata nella rientranza dell’ano. Lei restò interdetta un secondo, nel quale lui riuscì a passare, ma non potè evitare di strusciare l’asta contro la sua natica sinistra, percependo come una scossa elettrica ogni cingolo millimetro di quello spostamento. Lei raccolse una bottiglia di vino da sotto e lui borbottò una scusa, impacciato.
“No figurati, scusami tu, questa cantina è troppo piccola…ho preso questa bottiglia per la cena, va bene ?”
Lui non guardò nemmeno la bottiglia e annuì. Lei era rossa in viso ed evitava di guardarlo, lui si sentì sprofondare e cominciò a risalire le scale…perfetto, pensava, così adesso la figura da maniaco è completa, maledetto me e il mio uccello, chissà cosa dirà di me in ufficio ora ! La sensazione di calore contro il suo pube non accennava a diminuire mentre saliva le scale e l’erezione era ora quasi dolorosa. Lei lo raggiunse poco dopo sul pianerottolo, si fermò un secondo mentre cercava le chiavi di casa, lo guardò e disse: “Johnny non ti preoccupare per prima, non è successo niente di grave, ok ? Sei un uomo e può capitare, non mi offendo mica per così poco dai !”
“Ok…davvero scusa Giulia, sono mortificato !”
“Ma fa niente dai !” sorrise lei “Vai tranquillo ! Oh sono quasi le 6, perfetto !”
Non sembrava offesa fortunatamente, ma gli sembrò che il suo respiro si fosse un po’ accorciato e il rossore sul volto non accennava ad andarsene. Quanto poteva aver percepito della sua eccitazione ? Magari si era sentita lusingata…ma anche no, concluse amaramente, visto che non aveva certo reagito come se le fosse piaciuto sentire che lui ce l’aveva duro ! Di lì a poco in effetti arrivarono gli operai con il nuovo mobile, i quali per scusarsi dell’attesa le montarono tutto senza pretendere alcun extra. Erano appena le 6 e mezza di sera quando finirono e se ne andarono. Johnny era seduto sul divano e si apprestava ad andarsene, quando lei si girò e con un gran sorriso gli chiese:
“Penne gamberetti e zucchine ?”
“Ma guarda se hai altro da fare io posso anche andare, non vorrei occuparti la serata, magari avevi altri impegni…”
“Ma figurati, te l’avevo promesso per sdebitarmi no ? E poi se non ci si fa compagnia tra noi single…no ? Dai è una battuta, non fare quella faccia !” rispose strizzandogli l’occhio con una mezza smorfietta.
“Ah beh sì hai ragione…ma sì grazie accetto “ disse, pensando a quale compagnia le avrebbe volentieri fatto…
“Comunque, se non ti imbarazzi, ma non credo…puoi farti una doccia se ti va !”
Lui non rispose subito, riflettendo sulle sue parole…una doccia ? Nudo in casa sua ? E perché no, si ritrovò a pensare. “Ma sì grazie ! Ce l’hai un accappatoio da prestarmi ?”
“Vieni con me” rispose lei, e lo invitò a seguirlo in bagno.
Il bagno di Giulia era piccolo ma luminoso. Un box doccia dalle pareti opacizzate, i soliti sanitari, molte piante e creme e cremine sparse dappertutto. Lei parve cogliere il suo sguardo vagante e gli disse “Eh, scusa il disordine, ma purtroppo una donna alla mia età ha bisogno di un sacco di prodotti per tenersi su !”
“Ma Giulia, ma che dici…sai benissimo che dimostri molti meno anni di quelli che hai !” rispose lui.
Lei gli diede una piccola gomitata scherzosa sul fianco e gli disse “Ma smettila ! Scommetto che lo dici a tutti per prenderle in giro !”
“Ma figurati, lo dico a te perché è vero ! Dai lo dicono tutti che sei una gran bella ragazza, ci sarà della verità no ?” Ma cosa sto facendo, pensò lui. Prima faccio il maniaco, poi mi metto a fare lo splendido…
Lei lo guardò serio per un attimo, poi sorrise dolcemente e gli disse “Ma…mi stai per caso facendo un complimento ?”
“Beh” seppe rispondere lui, “mi pare il minimo per ringraziarti dell’invito a cena, no ?”
“Hai ragione”, sorrise lei “però grazie comunque, i complimenti fanno sempre piacere ! Allora qui c’è un accappatoio e dentro c’è tutto, se ti serve il phon è lì dentro !”
Johnny ringraziò e prese l’accappatoio, lei uscì sorridendogli e chiuse la porta. Sentiva il cuore battere forte mentre si spogliava e liberava finalmente il pene dalla sua prigione, portandolo a svettare all’aria aperta. Entrò nella doccia con una ridda di pensieri in testa, oscillanti tra l’eccitazione e la paura delle figuracce che stava sicuramente collezionando…doveva porre rimedio al solito modo. Impugnò saldamente l’asta con la mano resa scivolosa dal bagnoschiuma e iniziò un lento andirivieni, scoprendo e ricoprendo la punta, compiaciuto dalla durezza che aveva raggiunto. Chiuse gli occhi e si lasciò ricoprire dal lento scrosciare dell’acqua, immaginandola nuda e inginocchiata nella doccia, mentre lo abbracciava alla vita con il suo pene in bocca…un rumore lo distolse, Giulia era entrata in bagno !
“Scusa è che mi scappa da morire, non ti imbarazzi vero ?”
Imbarazzato ? Era terrorizzato ! Il vetro era effettivamente opaco, ma chi poteva dire se dal movimento del riflesso avrebbe potuto capire che…?
“No no figurati, fai pure !” rispose, mantenendo la mano ferma sul pene per evitare ulteriori movimenti rivelatori ! Osservò attraverso il vetro lei che si avvicinava al water, intuì dai suoi movimenti l’abbassare dei pantaloncini e delle mutandine (chissà che modello portava, si chiese) e l’abbassarsi sul water, infine lo scroscio dell’urina…bene, pensò lui, non era una finta per vedere se facevo il maniaco ! Eppure continuò a mantenere la presa sul pene che non accennava ad abbassarsi…era eccitato come non mai, erano tutti e due nudi a poco più di un metro di distanza con solo un vetro di pochi millimetri a separarli ! Con l’indice continuò a stimolare la parte inferiore del pene, una lenta masturbazione ad opera delle sole dita…”Sì”, pensò lui, “mi sto segando pensando a te Giulia, sono qui con l’uccello duro in mano e tu sei nuda, basterebbero pochi passi da parte mia per ritrovarti faccia a faccia con il mio cazzo, che faresti ? Mi manderesti via urlando o me lo succhieresti ?”
Era tremendamente eccitante, muoveva le dita di pochi millimetri mentre con l’altra mano fingeva di lavarsi, non si era mai toccato così vicino a una donna inconsapevole ! “Non lo senti quest’odore Giulia ?” pensò lui, “Non lo senti l’odore del mio uccello, che è qui già pronto, basterebbe pochissimo da parte tua…e tu sei lì seduta a gambe aperte, Dio come ti vorrei, vorrei leccarti fino scioglierti, vorrei aprirti in due tutta la notte !” Johnny si arrestò nei suoi pensieri, era vicinissimo all’orgasmo, a pochi millimetri dal limite…un altro pensiero su di lei, un ulteriore spostamento delle dita e sarebbe esploso !
Lo scrosciò terminò, Giulia restò ancora seduta. Sembrava immobile sul water e Johnny si agitò, lo stava forse osservando un’ultima volta per capire cosa stesse facendo nella doccia ? Dopo qualche secondo ancora si rialzò, si pulì con la carta igienica e si rivestì.
“Ok io torno in cucina, tu finisci pure quello che stai facendo, non c’è fretta !”
Uscì chiudendo la porta alle sue spalle.
Johnny si sentì morire, “quello che stai facendo” ? Ma allora doveva aver capito, Dio che figura di merda pensò, ora sarò sputtanato a vita in ufficio, mi rideranno tutti dietro…poi rifletté che forse si stava semplicemente riferendo alla doccia, e che se lui non poteva vedere bene lei era vero anche il contrario ! “Mi giustificherò dicendo che mi stavo lavando la pancia”, pensò lui, “è la sua parola contro la mia e comunque ho smesso appena è entrata !”
Il pene non aveva perso neanche la minima parte del suo turgore e restava ancora dritto e vibrante, come se anelasse di essere finalmente messo in pace. Johnny respirò a fondo, si lavò con cura e uscì dalla doccia per prendere l’accappatoio. Se avesse immaginato cosa stava accadendo al di là della porta, forse avrebbe allungato un braccio dal box invece che uscire completamente nudo…
Mentre Giulia si vestiva in attesa di Johnny si sentì leggermente agitata. Ripensò a quando aveva accettato il suo aiuto, sicuramente gradito in quanto da sola chissà quanto tempo ci avrebbe messo a fare quel lavoro ! Ma Giulia era una donna, e come tutte le donne, si era accorta da tempo delle occhiate che Johnny le lanciava…sapeva sicuramente di piacergli, come piaceva a gran parte degli uomini che incontrava. Ma lui era così…Giulia cercò la parola giusta mentre sceglieva una maglietta abbastanza comoda dall’armadio…così “devoto” ecco, che quasi metteva tenerezza ! All’inizio pensava fosse un caso quando girandosi incrociava il suo sguardo, poi col tempo aveva capito che lui la cercava con gli occhi ogni giorno ! A volte, scegliendo gli abiti la mattina, si chiedeva se lui l’avrebbe osservata di più o di meno quel giorno…Giulia sapeva di essere bella, l’aveva sempre saputo, ma si era anche accorta di come la sua bellezza “intimidisse” gli uomini, che raramente la approcciavano. Era come se partissero sconfitti in partenza, pensava lei, come se in cuor loro fossero convinti che tanto non potrei mai corrisponderli. E invece quel ragazzo, che non aveva mai osato neanche chiederle di uscire, che non riusciva a guardarla negli occhi le rare volte in cui le parlava, ecco quel ragazzo dopo ancora mesi e anni continuava a guardarla, no, ad ammirarla. “Ecco sì”, pensò Giulia indossando le sue infradito preferite,” la parola è in ammirazione. Ogni giorno mi guarda come se fossi una Madonna scesa a salutarlo !”
E però, come praticamente tutti gli altri, lui la ammirava e basta. Oh certo, era bello ricevere gli sguardi degli uomini, bello sapersi desiderata e osservata, ma poi ? Le sue amiche o colleghe, tutte oggettivamente più bruttine di lei, si fidanzavano e rifidanzavano, si sposavano, avevano un uomo (o anche più di uno, pensò lei). Lei no. Certo, aveva avuto le sue storie e le sue esperienze, ma di tutto ciò ora cosa le restava ? Qualche ex che ricompariva solo per chiedere sesso o favori, qualche amico inavvicinabile che avrebbe sbavato su di lei per tutta la vita, e una marea di amici fidanzati o sposati. Possibile, pensò con un misto di rabbia ed amarezza, possibile che a 33 anni un uomo non sia più capace di chiamare una donna, corteggiarla, desiderarla e soprattutto avere il CORAGGIO per farglielo sapere, senza se e senza ma ? Si guardò allo specchio con giustificata civetteria. “Sono una gran figa.” pensò lei, “Sì bisogna dire le cose come stanno, sono una figa. Ok non sarò una modella, però dai…sì sì sono una gran bella donna, no anzi, ragazza, sono una gran bella ragazza !”
Si tolse la maglietta e sganciò il reggiseno. “E se provassi…ma sì almeno sarò più comoda !” Rimise la maglietta e si guardò di profilo. “Stanno ancora su bene le mie tettine !” Rise tra sé e sé pensando a che faccia avrebbe fatto Johnny a vederla senza reggiseno…”Oh beh ! Lasciamo che veda qualcosa ‘sto povero Cristo che viene ad aiutarmi…ma sì, va bene così dai !”
E però, ora che il lavoro era terminato e Johnny si chiudeva la porta del bagno alle spalle, pensò che forse non era stata una buona idea…Johnny l’aveva guardata e riguardata per tutto il tempo che aveva impiegato lo smontare il mobile. Aveva percepito lo sguardo di lui indugiare su tutto il suo corpo, e come ignorare l’erezione che aveva provocato in lui ? Se anche non avesse notato il consistente rigonfiamento dei calzoni, aveva potuto sentire chiaramente la sua durezza in cantina, quando al semplice contatto si era sentita attraversare come una scarica elettrica. Il quasi inesistente spessore degli indumenti che portavano le aveva permesso di percepire ogni singolo particolare del glande…non enorme, ma durissimo sicuramente ! Se fossero stati nudi la penetrazione sarebbe stata pressoché istantanea, e a questo pensiero Giulia aveva avvertito chiaramente la propria vagina pulsare e bagnarsi copiosamente. Per di più nello spostarsi lui le aveva strusciato abbondantemente l’asta tesa come un cavo d’acciaio lungo il sedere…non l’aveva fatto apposta di sicuro, ma da quanto lei non sentiva un pene così duro ed eccitato contro la propria pelle ? E quanto era caldo !
Era volutamente rimasta indietro sulle scale per riprendersi da quello scoppio di ormoni che l’aveva fatta bagnare quasi istantaneamente ! E il fiatone e il rossore l’avevano probabilmente tradita quando lui l’aveva osservata nel pianerottolo…che si fosse accorto anche lui di come si era eccitata ? Se lui avesse guardato la sua maglietta avrebbe sicuramente notato che i capezzoli si erano induriti e spiccavano contro il tessuto, due piccoli ma inconfondibili bottoncini testimoni di un desiderio improvviso. Mentre Johnny faceva la doccia Giulia si sentiva ancora bagnata e controllò abbassando le mutandine…sì, il tessuto luccicava ancora delle sue secrezioni e poteva ancora sentire, chiudendo gli occhi, il calore che il suo pene aveva portato a contatto dell’ano e delle grandi labbra mentre si spostava. Doveva sedersi e pensare, riflettere su cosa stava succedendo, su quella situazione che forse cominciava a sfuggirle di mano. “C’è qui un ragazzo, ma che ragazzo, un uomo…un uomo che mi desidera, che mi salterebbe addosso ed è in casa mia ! E io lo so perché ho sentito il suo cazzo duro come un sasso contro la mia figa, me l’ha strusciato sul sedere e ora sono qui con le mutande abbassate mentre controllo quanto mi ha fatta bagnare…ma che sto facendo ?”
Quel pensiero fu come un lento richiamo che la portò a entrare nel bagno con una scusa, ma solo per vedere, solo per capire cosa sta succedendo…entrando guardò per prima cosa la cabina doccia, e intuì prima di scorgere il movimento che lui si stava toccando, era evidente che non ce la faceva più a trattenersi ! Si sentì avvampare dall’eccitazione. “Oddio”, pensò lei “si sta facendo una sega nella mia doccia…” E con sua grande sorpresa, invece di scandalizzarsi o imbarazzarsi, si ritrovò chiedersi quanto potesse avercelo lungo, quanto avrebbe schizzato, come avrebbe reagito all’orgasmo. Si ricordò che le piaceva vedere un uomo masturbarsi di fronte a lei; osservare il movimento di una mano maschile su un pene eretto la eccitava terribilmente, quell’andirivieni continuo e ipnotico fino al getto finale avevano il potere di eccitarla oltremisura. Si sedette sul water e orinò, gli occhi fissi sulla doccia. “Mi starà guardando anche lui ?” pensò. Sembrava quasi fermo, in attesa di qualcosa…si pulì con la carta igienica e nel farlo si sfiorò il clitoride. Il piacere la colpì come una frustata, era considerevolmente gonfio e bagnato come il resto della sua vagina !
“E va bene…l’hai provocato, adesso lui non ce la fa più e oltretutto ti sei pure bagnata come una ragazzina alle prime volte !”, pensò tra sé e sé accarezzando distrattamente la sua fessura umida e calda “Lui si sta sfogando…ne avrà per un po’…potrei fare come lui e togliermi questa voglia in fretta, o c’è il rischio che faccia qualche sciocchezza !” Sentì le piccole labbra dischiudersi immediatamente, e il dito la penetrò fino in fondo. Dovette trattenere un gemito mentre quasi senza deciderlo introdusse anche il secondo e prese a masturbarsi sul water…un movimento di lui dietro il vetro la fece trasalire, forse lui stava già venendo, non poteva perdere tempo !
Si alzò e uscì dal bagno invitandolo a prendersela comoda, ma non chiuse perfettamente la porta…in cucina si sedette sulla prima sedia che trovò girandola verso il bagno per monitorare la situazione. Infilò nuovamente una mano nelle mutandine e riprese a masturbarsi, inserendo di colpo le due dita fino a toccare il collo dell’utero. Si toccò furiosamente, sentendo montare l’eccitazione che tratteneva a stento mordendosi le labbra…passò a sfregare il pollice sul clitoride e in quel momento lo vide attraverso lo spiraglio della porta, mentre usciva nudo dalla doccia, il pene completamente eretto. Nei secondi che seguirono dovette decidere se fermarsi e ricomporsi o continuare e rischiare…ma la mano sembrava vivere di vita propria e continuò ad allargarle la fessura, inserendo con facilità un terzo dito. Doveva sbrigarsi a venire e accelerò il ritmo, facilitata dalla copiosità di liquidi che il suo sesso rovente continuava a produrre. L’orgasmo la colpì senza preavviso, chiuse gli occhi e riuscì solo a stento a trattenere un “ooooooh” di soddisfazione mentre sentiva la mano bagnarsi ancora di più…lasciò passare l’ondata di estremo godimento, si fermò e riaprì gli occhi per controllare la situazione.
Il tempo si fermò quando, alzando lo sguardo sulla porta, vide Johnny in accappatoio che la guardava con gli occhi sbarrati.
I secondi passarono lentamente mentre i due giovani si guardavano negli occhi. Giulia arrossì di colpo, cercò di parlare ma non trovò il fiato mentre il cervello le andava fuori giri. Aveva ancora due dita in vagina e nel tirarle fuori si sentì un piccolo rumore come di risucchio. Johnny si avvicinò come in trance, anch’esso incapace di parlare. Il pene aveva ben chiara la situazione e si erse ancora di più…mentre si avvicinava a Giulia ebbe l’impressione di non controllare più il suo corpo. Giulia lo vide avanzare aprendo l’accappatoio…e rimase anche lei incapace di agire mentre osservava il corpo nudo di lui avvicinarsi, non bello e muscoloso e palestrato come quello dei modelli sui quali fantasticava a volte; ma un corpo comunque giovane, alto, e soprattutto dotato di un pene gonfio di quel desiderio che lei non provava da parecchi mesi.
Johnny si portò a meno di un metro da lei, sentiva il suo fiato corto arrivare fin quasi sul suo ventre. Con tutta la naturalezza di questo mondo prese la mano libera di lei e se la porto al pene, facendola aderire lungo tutta l’asta. Era un segnale e una muta domanda; e fu come se finalmente il tappo al piacere di entrambi si levasse di colpo, come se una puntina di giradischi si posasse finalmente sul giusto solco. Fu naturale per lei iniziare a masturbarlo, sentendosi rimescolare l’anima al sentire il contatto con quel pene così caldo e duro. Senza accorgersene nemmeno si sporse verso di lui e lecco il glande una, due, tre volte…finché Johnny non avanzò ancora di un passo inserendo il pene nella bocca socchiusa di lei.
La presenza calda e consistente del pene che le entrava in bocca scorrendo piano sulle labbra la accesero di desiderio, e sentendo il piacere che le montava dentro, riprese a masturbarsi mentre la sua lingua scorreva sul glande e sull’asta…si sorprese a leccargli con foga i testicoli mentre la sua mano non accennava a fermarsi nella sua corsa. Lo riprese in bocca e lo succhiò voracemente, gustando il sapore del suo sesso e l’odore di maschio che sprigionava. Alternava ogni succhiata a delle lente leccate sulla punta e soprattutto sul frenulo, che sapeva per esperienza quanto fosse un punto delicato. Nel sentire i gemiti e l’ansimare di Johnny, Giulia sentì un calore intenso tra le cosce e prese coscienza di cosa stava realmente succedendo: lo stava succhiando e leccando perché voleva farlo venire, voleva sentirsi riempire la bocca del suo seme, voleva berlo e poi possederlo, voleva godere e far godere…lo guardò fisso negli occhi e lo sentì tremare come una foglia.
“Giulia…oddio…Giulia mio Dio non….devo sborrare Giulia…” ansimò lui, chiudendo gli occhi nello sforzo di controllare l’eiaculazione impellente.
“Sborra Johnny, sborra…sborrami in bocca, sborrami tutta, voglio che mi sborri adesso…” rispose lei, e moltiplicò gli sforzi, succhiando con forza l’asta fino a metà mentre la lingua continuava a martoriare il glande.
Johnny non vide e non sentì nulla per un momento, mentre il piacere esplodeva in lui come una nova, una luce accecante che gli annebbiò il cervello. Con un grugnito le schizzò lo sperma in bocca; Giulia riuscì ad anticipare i getti sulla lingua, ingoiò il seme bollente di lui che via via le riempiva la bocca. Sapeva di maschio e di voglia di sesso, si ritrovò a succhiarlo ancora di più per non perdere neanche una goccia di quel nettare dal sapore dolce ma intenso. Anche dopo avere ingoiato tutto il caldo miele lo leccò per un minuto buono, se lo tenne caldo tra le labbra mentre lentamente perdeva parte del suo turgore. Johnny era in estasi, mai nessuna era riuscito a portarlo così in alto nella scala del piacere…la guardò negli occhi mentre lei passava lentamente la lingua sul pene, dalla punta fino alla base e ritorno. Lentamente la fece alzare e la spogliò, poi le infilò la lingua in bocca. Sentì il suo sapore nella bocca di lei e stranamente non ne fu schifato: portò le mani al suo sedere e iniziò a stuzzicarla in mezzo alle gambe. Si baciarono e toccarono per pochi secondi, poi fu lei a prendere l’iniziativa. Tenendolo per una mano lo portò in camera sua e si stese sul letto a gambe aperte. Era un segnale e una muta domanda anche questa, chiaro ed esplicito come quello di lui: la sua totale disponibilità sessuale.
Johnny si tuffò in mezzo alle sue gambe, ammirando la sua femminilità che luccicava più che mai: il fatto che fosse completamente depilata lo eccitò ancora di più. La sua bocca si precipitò a leccare ogni parte della sua fessura già parzialmente aperta, spostando la lingua su ogni parte, intervallando il tutto con delle leggere suzioni al clitoride che si ergeva ritto e gonfio di piacere. Giulia lo guidò nei meandri della sua vulva, che ribolliva di desiderio e alla quale la lingua di Johnny portava refrigerio…quando lui le infilò due dita dentro ebbe un sussulto e prese ad ansimare, stringendolo ancora più a lui. Ora la lingua danzava in continuazione sul clitoride mentre le dita di lui la esploravano, la aprivano, la facevano impazzire di voglia…quando sentì un dito spingere sul suo ano mugolò e rilassò i muscoli, tanta era la voglia di essere riempita e posseduta totalmente. Il dito entrò abbastanza facilmente e lo sentì strisciare lungo la parete che lo separava dalla vagina, iniziò ad agitare il bacino per portare il movimento di lui sulle zone che la facevano godere maggiormente. Sentì con un piede l’erezione di lui, calda e marmorea come quando lo aveva succhiato…mosse la pianta del piede contro l’asta e spostò anche l’altro piede, stringendo il pene tra i suoi piedini e provando a masturbarlo.
Johnny si sentì impazzire dal piacere, quante seghe si era sparato pensando ai suoi piedi…e ora lei gli stava facendo una sega sublime ! Raddoppio gli sforzì nel leccarla e la penetrò con un terzo dito nella vagina. Giulia si sentì mancare e inizio a gemere e ad incitarlo senza più controllo:
“Lecca-ahhhh leccami tutta leccami scopami fammi ahhhhhhh- dai ti prego leccaaaAAAAA !”
L’orgasmo la prese alla sprovvista e la fece contrarre e vibrare come una corda di violino, stringendo parossisticamente la testa di lui contro la vulva, impendendogli di togliersi. Si sentiva completamente liquida mentre i suoi succhi vaginali tracimavano, e credette di morire dal piacere mentre sentiva la lingua di lui raccoglierli e gustarli, mentre beveva da lei come prima aveva bevuto da lui. Lentamente si rilassò mentre il languore la pervadeva…era soddisfatta, ma ora sentiva che era ancora incompleta. Lo fece stendere dolcemente e si portò sopra di lui, afferrando il pene eretto di lui. Ora che lo osservava poteva notare che era normale, non le avrebbe fatto male…ma era piacevolmente più largo della media, e da quanto aveva appena constatato non aveva nessun problema nel recupero.
Si alzò su di lui e lentamente si impalò, sentendolo scivolare come burro nella sua vagina completamente rilassata e bagnata. Lo sentì arrivare fino a toccare il collo dell’utero e si fermò, chiuse gli occhi e iniziò a muoversi lentamente…la stava riempiendo totalmente, sembrava quasi fatto su misura. Cominciò a cavalcarlo, dapprima con calma e poi accelerando il ritmo. Johnny le stava palpando, strizzando, torturando quel seno così pieno e sodo che gli ballava davanti, le tirò i capezzoli che ora sentiva come bottoncini di granato, duri ed eretti. Le afferrò i fianchi e cominciò a dettare il ritmo, ora il glande batteva sull’utero a ogni spinta, per poi quasi uscire quando lei si innalzava su di lui…si sporse portandogli un seno in bocca, che lui iniziò a succhiare e leccare con gusto, per poi passare all’altro seno. Lo guardò negli occhi mentre lui giocava a leccarle i capezzoli in veloce alternanza, e sentii che il prossimo orgasmo sarebbe arrivato di lì a breve…
“Giulia…dio…che figa che sei…ti voglio scopare fino alla morte…” ansimò Johnny.
“Zitto”, gli rispose “zitto e spaccami la figa col tuo cazzo…aprimi in due Johnny voglio che me lo metti ovunque…scopami come una cagna…”
Johnny si sentì possedere da un vigore animale e brutale che non credeva di possedere.
“Ah sì ? Ti piace essere scopata eh ? Troia…adesso vedi come ti apro in due !”
La fece sollevare e la stese sul letto a pancia in su, le afferrò saldamente le gambe e la penetrò di colpo, affondando il pene fino alla radice nella sua vagina ormai completamente aperta.
“Aaaaaaaaaaahhhhhh ! Sì porco squartami la figa, dammi il tuo cazzo !”
Le tenne le gambe in alto mentre prese a possederla con veloci colpi, e a ogni spinta poteva sentire il suo pene farsi sempre più strada dentro di lei. Giulia sentì i suoi testicoli sbatterle sulla regione perianale, un suono ripetuto e ritmato che la fece uscire di testa….portò le due mani alla vagina e prese a strizzarsi il clitoride, a torturarlo perché la liberasse da quella vertigine di piacere con un orgasmo ! Quando sentì che lui aveva iniziato a leccarle i piedini e a succhiarle l’alluce si lasciò andare e con un urlo a pieni polmoni venne del suo terzo orgasmo, agitandosi sotto i colpi di Johnny che non le davano tregua. Il respiro le si accorciò notevolmente e si lascio andare contro l’onda di godimento che la scaraventò lontano, oltre un limite di piacere mai raggiunto prima…riprese coscienza di sé e del suo corpo lentamente. Johnny continuava a penetrarla dolcemente, sfilando il pene lucido di umori e reintroducendolo piano piano, strusciandolo prima contro il clitoride come una carezza.
“Cristo santo….ho goduto come una porca…sei un Dio a letto…ma perché non sei venuto anche tu ?”
Johnny sorrise. “Io ci metto un po’ a venire le prime volte…e poi non sapevo se potevo venirti dentro !”
“Se vuoi sì…io prendo la pillola…vuoi venirmi dentro ?”
Il sorriso sul volto di Johnny si allargò. “Oh sì…ma non qui dentro !”
Lei rimase dubbiosa sul reale significato…e lo osservò mentre si sfilò da lei e prese un cuscino, sistemandoglielo sotto i lombi. Quando lui le sospinse le gambe contro il ventre di colpo capì…e l’enormità della cosa le provocò un tuffo al cuore.
Johnny si chinò verso il bacino di Giulia e inizio a leccarle le natiche, morsicandole piano e osservando le sue reazioni…la sentiva respirare profondamente mentre la lingua di lui scendeva sempre più fino ad arrivare al morbido forellino rosa del suo ano, depilato con cura come tutto il resto. Johnny le leccò l’ano finché non poté osservare dal vivo la muscolatura contrarsi un’ultima volta e poi rilassarsi del tutto. Bagnò con cura un dito di saliva e lo introdusse piano nell’ano di Giulia, stando attento a non farle male ma senza arrestarsi. Per aiutarla a rilassarsi prese a dare delle piccole leccate sul clitoride, osservando senza sosta il viso di lei per cogliere in anticipo le sue reazioni.
Giulia si sentì aprire definitivamente mentre era in balia delle emozioni…solo una volta aveva provato il sesso anale, con il suo ex storico, che insisteva continuamente su quel punto. Lei non aveva mai voluto per paura del dolore, ma ancora di più per la paura dell’imbarazzo, un imbarazzo che nasceva dalla sua totale inesperienza sull’argomento. Il giorno che finalmente si era concessa, lui l’aveva penetrata troppo in fretta, troppo in anticipo sui suoi tempi…l’aveva posseduta brutalmente e lei non aveva osato interromperlo per paura di deluderlo ancora di più. Neanche lo sperma che lui le aveva riversato in abbondanza nell’intestino era servito a lenire il dolore, motivo per cui da quel momento in poi si era rifiutata categoricamente di rifarlo.
E ora questo ragazzo, che non conosceva neanche del tutto, dopo averle dato due orgasmi devastanti la stava masturbando nel retto, e non sentiva dolore ! La sensazione del dito nell’ano era strana, particolare e mai provata: ma era tutt’altro che spiacevole ! E si sentiva sicura nel vederlo così esperto e allo stesso tempo così dolce nell’ottenere il suo culetto…
Johnny sentì il respiro di lei rallentare e provò a spingere un secondo dito. Entrò con più difficoltà e Giulia emise un “Ahi…” che tutta via si spense subito. Lui tenne il secondo dito fermo mentre continuava a entrare e uscire con l’altro…attese qualche secondo ancora e poi porto anche il secondo dito completamente dentro.
“Toccati Giulia…vedrai che ti rilassa…prova” la incoraggiò lui.
Giulia fece scivolare una mano sulla vagina e inizio ad accarezzarla piano…aveva ragione, si sentì rilassare nella muscolatura del basso ventre mentre il piacere ricominciava lentamente a montare in lei. Johnny fece colare un po’ di saliva sulle dita e riprese a masturbarla, le due dita strettamente unite ad allargare a ogni movimento l’ano di lei, un millimetro alla volta. Era così impegnato nell’allargarle l’ano che non si accorse che lei gli stava parlando a bassa voce…e quando capì cosa stava dicendo il pene ebbe un deciso indurimento.
“….basta Johnny…metticelo….mettilo…dammi il tuo cazzo basta dita…prova ti prego mettilo…”
Tolse con calma le dita e appoggiò il glande all’ano già parzialmente aperto.
“Giulia ora entro…faccio piano….tu fai un bel respiro…”
“Mmmmssìììì…ma sbrigati…dai…”
Con un lento movimento di bacino iniziò a spingere contro il forellino rosa del suo sedere…che rimase immobile per qualche secondo. Poi, come un fiore che sbocci nelle prime ore del mattino, si aprì ed accolse il glande. Johnny spinse ulteriormente e riuscì a introdurre il pene per metà, per poi fermarsi ed osservare il volto di Giulia.
“Come va ?” chiese Johnny con una punta di apprensione.
Giulia trasse un profondo respiro…“Va bene…ora però mettilo…non ti fermare mettilo tutto !”
Sostenuto da quell’incoraggiamento, spinse ancora a fondo e si sentì letteralmente scivolare nel suo retto. Raggiunse facilmente il fondo corsa, sfiorando le natiche con i testicoli e si fermò, concentrato su quella magnifica sensazione di calda costrizione…e finalmente pronunciò le fatidiche parole che ogni uomo sogna di dire alla propria donna:
“Giulia, ti sto inculando !”
Giulia si era sentita mancare nel sentirlo entrare dentro di lei…ma quello che all’inizio aveva avvertito come un corpo estraneo ora si rivelò come uno strumento di piacere tutto nuovo. Si sentiva oscenamente e completamente piena, il ventre caldo e voglioso.
“Bravo…adesso inculami…scopami il culo come una troia…”
Lui prese a muoversi lentamente per evitare movimenti bruschi, e accelerò quando sentiva che la lubrificazione naturale permetteva di scivolare senza rischi. Le aprì le gambe e osservò compiaciuto il pene entrare e uscire dal quel culetto che tanto aveva sognato…estrasse il pene e lo reintrodusse di colpo, ascoltando soddisfatto il gemito di lei. Prima che potesse rendersene conto la stava possedendo con la medesima forza e intensità di prima, spingendo a fondo nel retto mentre lei si toccava freneticamente il clitoride.
“Giulia…ti piace il cazzo in culo ? Ti piace un bel palo tra le chiappe eh ?” sbuffò lui, preso da una impellente voglia di venire.
“Sìììììì….è meraviglioso cazzo aprimi il culo ! Hai capito ? Spaccami il culo !!!”
Quello che Giulia stava provando era indescrivibile…la ragazza giaceva alla mercè del suo compagno, l’ano completamente dilatato accoglieva e stringeva il pene del ragazzo che la esplorava senza sosta. In un attimo di lucidità rimpianse di aver sperimentato così tardi quella pratica che tante sue amiche temevano od osteggiavano apertamente ! Ce n’è di arretrati da recuperare, pensò mentre prese ad allargare le natiche con le mani, un invito implicito ad aumentare la penetrazione che Johnny colse al volo aumentando ancora il ritmo e l’intensità di quelle spinte che le sconquassavano il retto e l’anima…ora il ragazzo sentiva l’orgasmo montargli dai testicoli lungo tutta la spina dorsale e doveva a tutti costi venire ora, adesso, subito !
“Ora ti sborro in culo Giulia…devi prenderla tutta…”
“Fallo…fallo ti prego fallo falloooooooo-“
Johnny chiuse gli occhi e lasciò sfuggire un gemito che divenne un urlo soffocato quando sentì una frustata al basso ventre e finalmente schizzo a lungo il suo seme dentro di lei. Giulia sentì il calore di quei getti di sperma e la novità della sensazione la fece venire, con un orgasmo lunghissimo che la lasciò totalmente spossata e sconvolta. Johnny estrasse il pene solo dopo molti secondi, quando fu sicuro di avere eiaculato tutto quanto poteva ancora darle…respirò a fondo mentre si accasciò a fianco a Giulia, sentendo tutta la stanchezza salirgli di colpo. La stanza odorava di sesso e umori di ogni tipo.
Per diversi minuti nessuno dei due parlò, mentre riprendevano fiato. Una consapevolezza che niente sarebbe stato più come prima si fece strada nella mente dei due giovani…niente e nessuno avrebbe più potuto ignorare la perfetta chimica sessuale che avevano appena scoperto tra di loro.
Fu Johnny il primo dei due a riaversi. Lentamente si voltò verso Giulia e le sorrise:
“….e allora, queste penne zucchine e gamberetti ?” chiese lui.
Giulia rise e si voltò a guardarlo negli occhi.
“Mah sai…penso che manchi ancora un po’ alla cena…non credi ?”
E la carezza che fece al pene di Johnny conteneva già la risposta alla sua domanda.
FINE
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…