Ciao a tutti, mi chiamo Gabriel e ho 20 anni; sono un bel ragazzo: alto un metro e ottanta, bel fisico dovuto alle mie due più grandi passioni: la boxe e il nuoto; sono castano e ho gli occhi verdi. Ciò che sto per raccontarvi è accaduto qualche mese fa’
– Amore’ Lo sai che ti amo?
– Anch’io ti amo, piccina’ Ora devo andare’
– A presto’
Mi sento un verme’ Torno all’inizio della conversazione con Federica, la mia ragazza, e ne rileggo qualche passaggio’ Che mucchio di stronzate!
– Hai presente Gloria, quella mia compagna di università? Devo dirti una cosa’
– Che succede, Gab?
Segue una descrizione di ciò che è successo ieri, di come Gloria mi sia letteralmente saltata addosso, cosa che da lei non mi aspettavo affatto, e poi’
– … E tu cosa hai fatto, amore?
– Ho resistito’ Per te’
– Amore’ :-)
Sospiro’ Chiudo la conversazione, mi alzo dalla sedia e mi abbandono sul letto’ E la mia mente torna a ieri’
Ero seduto sulla mia sedia, nella mia solita postazione: davanti al computer. Chattavo con un po’ di persone, per alleviare la solitudine che lo ‘studio’ imponeva’ In realtà non avevo alcuna intenzione di studiare, e la chat era una valida distrazione’ Sentii il cellulare squillare: l’assolo di chitarra di ‘Afraid to shoot strangers’ degli Iron Maiden per qualche secondo mise a tacere il silenzio della mia stanza. Sarei restato volentieri ad ascoltarlo, ma ero anche curioso di conoscere il contenuto dell’SMS (eh, sì’ anche per un semplice SMS il mio cellulare fa un gran baccano’).
Si trattava di Gloria, una ragazza che avevo conosciuto l’anno precedente, quando i nostri corsi erano raggruppati tutti insieme.
Carina, non molto alta e formosetta, con un bel seno impertinente’ Forse una terza. Splendidi capelli nero corvino lunghi e lisci (il tipo di capelli che mi fa impazzire, insomma’). Visino pulito, senza alcuna traccia di malizia’ In qualche modo colpisce, anche se ogni interesse che nasca dal suo aspetto crolla come un castello di sabbia nel momento in cui apre la bocca: una ragazza ottusa, stupidamente egocentrica e di un’idiozia impareggiabile’ Ma soprattutto, sessualmente un pupazzo di neve avrebbe mostrato più passionalità.
‘Mi servirebbero degli appunti’ Potresti prestarmeli tu?’
Questo il testo del messaggio’ Digitai rapidamente una risposta: ‘Accomodati”
Sarebbe arrivata entro una mezz’oretta; non mi scomodai nemmeno a rimettere in sesto la stanza: non faceva poi tanto schifo, era solo in disordine’ E poi, era solo Gloria’
Sentii bussare alla porta e andai ad aprire: eccola lì, sull’uscio. Ora che l’avevo sentita parlare, ora che la conoscevo meglio non notavo più il suo aspetto, né i suoi capelli, né il suo sorriso’ Nulla. Un’automobile e un’accompagnatrice per non farmi vedere in giro solo come un cane: ecco cosa fosse Gloria per me.
– Ciao, Gabry’
– Ciao, Gloria’ I miei appunti sono sulla scrivania’ Prendi pure quelli che ti servono’
Si diresse dove le avevo indicato, posò lo zaino a terra e lo aprì. Prese uno dei miei quaderni dopo averne ispezionati alcuni e lo mise dentro.
– Che fai?
Mi chiese’
– Niente, come al solito’
– Dovresti studiare, sai?
– Dovrei’
– Io studio sempre tanto, l’anno scorso non uscivo quasi mai di casa’
‘Idiota’ pensai’
– E non pensi di aver sbagliato facoltà, se dopo un anno di studio hai dato un solo esame?
Ok, era bastarda’ Ma mi divertivo a ricordarle quanto fosse inferiore’ Amava mettersi su un piedistallo, rifiutando di ammettere che affondava in tutto ciò che faceva’ Niente amici, niente sesso, niente successo’ Nulla. Ecco la parola che la descriveva meglio: Gloria era una nullità.
– Stronzo’ Come sempre’
La ignorai’
Tornai al computer a far finta di avere altro da fare’ Ma lei non sopportava di non essere al centro dell’attenzione’
– Che film hai sul computer?
Non avevo voglia di discutere più di tanto’ Mi allontanai con la sedia e le lasciai campo libero. Si mise fra me e lo schermo, le indicai la cartella e lei la cliccò. Il suo sedere tondo era davanti a me, vicino come non lo era mai stato’ Una visione invitante, certo’ Non mi lasciò del tutto indifferente, ma sapevo a chi apparteneva’ Una donna non conta nulla se non è femmina’ E per essere femmina ci vogliono due ingredienti fondamentali: intelligenza e sensualità. Gloria mancava di entrambi.
– Oddio, questo è bellissimo! C’è un attore che è troppo bello!
Non avevo ancora visto quel film’ Quanto all’attore, sembrava più una femmina che un maschio: tratti troppo delicati’ Ci mancava solo questa’ Se la stima per una persona può andare sotto lo zero assoluto, stava accadendo in quel momento.
– Posso vedermi qualche scena?
– No, non l’ho ancora visto e non voglio rovinarmi la sorpresa’
– Eddai, io lo voglio vedere!
E aprì il file. La scansai bruscamente e chiusi media player che stava caricando il film.
– Ho detto di no’
– E io ho detto di sì!
E provò di nuovo. Non potevo usare la violenza su una ragazza stupida’ Sarebbe stato un po’ come sparare sulla croce rossa’ Ma per una questione di principio non potevo dargliela vinta. La presi per i fianchi e cominciai a farle il solletico’ Lei lo soffre tantissimo’ Continuai a lungo, lei quasi soffocava dalle risate’ Si girò verso di me e si sedette sulla mia coscia, agitandosi come un’ossessa’ Riuscii vagamente a distinguere un ‘Basta’ tra i mugolii e le risate’ Certo non avevo intenzione di fermarmi’ La sentii ansimare’ Si agitava sulla mia coscia in modo strano’ Sembrava quasi si stesse strusciando su di me’ Mi fermai un attimo, perplesso’ Il suo viso era a pochi centimetri dal mio’ Lei era seria’ Mi guardava negli occhi’
‘Ma cosa diavolo mi viene in mente? è solo quell’idiota di Gloria!’ E ripresi il solletico.
Si agitò ancora, e ancora’ Riprese a strusciarsi’ Pensai che stavo viaggiando un po’ troppo con la fantasia’ Finché non perdemmo l’equilibrio. Cademmo a terra insieme, la sedia rotolò di lato’ Ci guardammo. Io ero steso sul pavimento, a schiena in giù’ Lei era su di me. Seduta a cavalcioni su di me, proprio lì sopra’
– Gloria’ Che fai?
Mi guardò seria, con una luce negli occhi che non le avevo mai visto:
– Gioco’ Non è così che lo chiami? Giocare’
Spalancai gli occhi’ Le avevo sempre detto che il sesso non è altro che un gioco, ben diverso dall’amore’ E che era il gioco più bello del mondo’
– Giocare’?
– Non vuoi giocare?
Pensai a Federica’ Dalla storia di Manuela, pochi mesi prima, era divenuta gelosissima’ Avevamo tradito entrambi, ed entrambi la stessa sera’ Aveva pianto’ Per gelosia, rabbia e pentimento’ Io no. E questo le aveva fatto ancora più male, forse’ Quella sera aveva scoperto che non ero geloso’ Solo invidioso’ E che ero disposto ad accettare tutto, purché fossi stato in grado di ripagarla della stessa moneta’ Vendicativo’ Mi aveva detto chiaramente di aver sofferto tantissimo’ Ed era diventata fedele’
Guardai Gloria:
– Non con te’
Mi guardò stupita’ Poi si abbassò portando le sue labbra vicinissime alle mie orecchie:
– Quanto tempo può resistere un uomo?
Mi chiese.
– Con te’? molto’
Ancora bastardo’ Ma lei cominciò a muovere i fianchi, a cavalcarmi con i vestiti addosso’ Ansimava nelle mie orecchie, e la cosa mi eccitava da impazzire’
– Stronza’ Sono in astinenza da troppo tempo’
– Lo so’
E sorrise’ No, non era un semplice sorriso: era carico di una malizia che non avevo mai visto nei suoi occhi, né mai immaginato potesse avere’
Sentii mio malgrado l’eccitazione salire e gonfiare i miei jeans’ Lei si spostò quel tanto che bastava per armeggiare con la mia cinta’ Con quelle manine bianche aprì la cinghia, poi passò ai bottoni del pantalone’
– Ferma’ Cosa vuoi?
– Te’
– Non puoi avermi, Gloria’ Mi dispiace’
Nemmeno io credevo alle mie parole’ Avevo davvero detto questo? Ma lei non si fermò’
Scese ancora con le sue labbra a cercare le mie’ Mi girai da un lato, poi dall’altro’ Non desisteva’ Le mani avevano ormai aperto la mia patta’ Ricominciò a muovere i fianchi’ Le sensazioni ora erano fortissime’ Rimasi senza fiato: non avevo un orgasmo da più di una settimana’ Annaspai alla ricerca dell’aria, mentre il piacere cresceva senza controllo’ trovai le sue labbra’ Morbide, calde’ E la sua lingua vogliosa della mia’ Ci baciavamo e ansimavamo l’uno nella bocca dell’altro, presi da una passione violenta e incontrollabile’ Una parte della mia mente mi diceva che dovevo fermarmi finché ero ancora in tempo, che Federica avrebbe sofferto’ Ci eravamo promessi di non avere segreti, tra di noi’ Ma questa notizia le avrebbe fatto male’ E avrebbe potuto avere conseguenze che non avevo intenzione di affrontare’ Amavo quella ragazza’ Troppo’ Diedi un colpo di reni e rovesciai Gloria al mio fianco’
– Ho detto di no’
Riuscii a sospirare tra gli ansiti’ Mi misi in piedi e la guardai’ Era rossa in viso, ansante’ Era erotica’ Quella creatura cominciava ad avere un senso ai miei occhi’ Si mise in piedi anche lei, orgogliosa’
– Ti voglio’
Mi spinse sul letto e me la ritrovai di nuovo addosso’ Mi scese i pantaloni’ I boxer li seguirono poco dopo’ Lo prese tra le mani’ Vidi la sua bocca avvicinarsi’ Non potevo crederci’ Le labbra si dischiusero e con un movimento fluido accolse la mia eccitazione nella sua bocca’ D’accordo, era un’incapace’ Ma io ero troppo eccitato’ L’impegno non mancava: la sua bocca saliva e scendeva velocissima, la sua lingua turbinava ininterrottamente a cercare il mio piacere’ Andò avanti per un paio di minuti’ Per quanto inesperta, se avesse continuato per qualche minuto ancora non avrei resistito’ Io ero restato imbambolato tutto il tempo, senza riuscire a capacitarmi di quello che accadeva’ La mente era annebbiata dal piacere e incapace di formulare pensieri sensati’ Gli uomini che leggeranno questo racconto sanno bene di cosa parlo’ Le ragazze non sanno quanto siamo deboli sotto questo aspetto’ O meglio: le ragazze sanno che siamo deboli quando ci provocano, ma non lo sanno mai quando pretendono la nostra fedeltà’ Quando la nebbia si diradò un attimo, la sua bocca si era staccata da me, lasciandomi per un attimo semiconscio della realtà che mi circondava: non aveva più i pantaloni addosso’ Indossava un paio di normalissime mutandine di cotone rosa scuro, molto morbide: comodissime per le giornate passate all’università, anche se magari non molto adatte alla situazione’ In quel momento mi sembrarono sensualissime, mentre aleggiavano sopra la mia eccitazione’ Le scostò da un lato, mettendo a nudo una fichetta meravigliosa, con una sottile striscia nera di peli che mi indicavano la via tra le labbra gonfie di eccitazione’ Ma non ero io a guidare’ Prese l’asta in mano e la guidò dentro di sé’ Ancora una volta la nebbia del piacere offuscò la mia mente, mentre i suoi fianchi riprendevano la fantastica cavalcata che mi aveva fatto capitolare’ Lei godeva, e non si faceva problemi a farlo sentire’ Nonostante le pareti della mia stanza fossero sottili, e chiunque dei miei vicini avrebbe potuto sentire’ Gemeva senza controllo, gridava quasi, mentre andava su e giù sempre più rapidamente, sempre più desiderosa di godere del mio corpo’ E di quel piacere rubato’ A me’ Anche il mio piacere saliva, come un fiume in piena che non conosce argini’La sentii contrarsi’ Una volta. Due. Gli occhi chiusi, il respiro bloccato’ La testa gettata all’indietro, con i lunghi capelli corvini che mi sfioravano le cosce’ Un attimo di piacere sospeso’ Quando i suoi occhi incrociarono di nuovo i miei, erano bagnati dalle lacrime’
– Non avevo mai avuto un orgasmo, prima’
‘Ventidue anni di vita buttati al vento’, pensai’ Poi si alzò… La mia eccitazione svettava lucida dei suoi umori’ Lo riprese in bocca, stupendomi ancora una volta con la sua intraprendenza.
Continuò pochi secondi ancora’
– Sto venendo, Gloria’
Le dissi con un filo di voce’ Non si staccò’ Non cercò di sottrarsi schifata dal mio orgasmo’ Restò incollata lì, succhiando più forte, voracemente’ Aumentò il ritmo del su e giù’ La mia stanza si dissolse in una luce bianchissima, mentre il piacere troppo a lungo trattenuto rompeva ogni argine e si riversava nella sua bocca in lunghi fiotti caldi. Mi guardò negli occhi, con un piccolo rivolo bianco che le scendeva lento da un lato delle labbra’ Ingoiò’ Sorrise e poi corse in bagno, lasciandomi sul letto sfatto e pregno del nostro odore’ Lasciando che la nebbia si diradasse una volta per tutte’ Quando uscì mi guardò trionfante e mi disse:
– Il tuo sperma faceva schifo’
Incassai il colpo’ Pian piano la mia mente recuperava lucidità, mentre ci rivestivamo’ Un senso di disgusto assoluto mi prese la bocca dello stomaco’ Un po’ per la sconfitta, un po’ perché avevo appena tradito la ragazza che amavo per una completa idiota’ Ero nauseato’ Lei mi guardò, lo sguardo ancora carico di trionfo:
– Allora? a quando la prossima?
Aprii la porta di camera facendole un cenno con la testa per indicarle il corridoio’
– Va’ via’
{Mi fa molto piacere ricevere commenti: iltempofugge@hotmail.it}
In tutte le volte in cui Maria ordina a Serena di spogliarsi, Serena rimane sempre anche a piedi nudi oppure…
Quanto vorrei che il live action di disney fosse più simile a questo racconto! Scherzi a parte: divertente, interessante, bel…
grazie amore
Non credo di aver avuto il paicere, ma grazie intanto della lettura.
Leggendo i tuoi racconti continua a venirmi in mente Potter Fesso dei Gem Boi