Mi chiamo Giulia, ho 29 anni e ho la fortuna di avere accanto un uomo che non è per niente geloso. Sono di quelle donne che si innamorano ogni volta che escono di casa: per strada, al bar, alle poste. Ovunque ci siano maschi che facciano impazzire i miei ormoni. Non mi sono mai vergognata di dire ai miei vari compagni negli anni quando un uomo diverso da loro mi faceva ribollire il sangue. In genere si arrabbiavano e alla fine, non comprendendomi, mi lasciavano alla ricerca della donna tutta occhi per loro. Ma con Marco è diverso, è finalmente diventato un gioco. Quando vede che mi eccito guardando altri uomini, lui invece di sentirsi offeso, trasforma tutto a suo vantaggio. Da ormai cinque anni ci divertiamo a inventare le storie più assurde per godere il più possibile. L’altro giorno per esempio, siamo andati a fare compere in uno di quei giganteschi magazzini per il fai da te. Mentre giravo un po’ annoiata tra martelli, supercolle e sedie da giardino la mia attenzione è stata attirata da un forte rumore alle mie spalle. Voltandomi ho visto un commesso intento a tagliare un pezzo di legno con la sega circolare. Un uomo sulla quarantina, dai capelli brizzolati e gli occhi verdi, come riuscii a vedere quando i nostri sguardi si sono incontrati. Aveva le braccia ricoperte di tatuaggi, di quelli da biker. In quel momento mi ha raggiunto Marco.
– Tutto bene?
– Quel commesso è davvero carino
– Quale?
– Quello lì, che taglia il legno’ con tutti i tatuaggi’
– A-ha
– Non so’ è così’ virile. Ha gli occhi verdi ed è’ è’
– Ah sì?
Mi si avvicina e mi sussurra all’orecchio
– Ti piace vero?
– Sì (
Rispondo a mia volta in un sussurro
– Cosa vorresti che ti facesse?
– Non so’
Ma quando lo guardo, Marco sa che in realtà lo so benissimo.
– Ti aiuto allora’ Magari che ti immobilizzasse contro uno scaffale’ così?!
Mi stringe i polsi dietro la schiena e mi attacca contro uno scaffale, rischiando di far cadere tutte le confezioni di silicone dallo scaffale.
– E magari che ti baciasse sul collo così?
– Mmmm
– E magari che ti dicesse ‘vuoi vedermi mentre sego?’
Scoppio a ridere come una quattordicenne. Lui ridendo mi libera dalla stretta e torna a fare compere, io resto ferma a riprendermi qualche secondo. Poi vado a cercarlo e lo trovo nel reparto del legno, che chiede consiglio a un commesso, al mio commesso.
Appena mi vede mi dice di avvicinarmi.
– Lei è mia moglie, volevo costruire un piccolo recinto per la sua aiuola in giardino.
Ci scambiamo uno sguardo e capisco dove vuole arrivare.
– Allora le serviranno una rete o dei paletti
Risponde l’inconsapevole commesso. Ha una voce roca, di quelle che mi fanno sentire i brividi, e Marco lo sa bene.
– Direi che i paletti è quello che stiamo cercando
– Allora vi consiglio il legno, magari questi con la punta rotonda.
E così dicendo prende da uno scaffale dei paletti in legno, come dei cilindri, con la punta tonda, proprio a forma di’ che non fosse del tutto innocente questo commesso?
– Direi che vanno benissimo, che ne dici Giulia?
– Non so, il bianco non mi convince molto’ che altri colori ci sono?
– Molti clienti li preferiscono color legno naturale, ma in teoria possiamo farli di tutti i colori.
– Allora li voglio rosa!!!
Esclamo
– Sa, è il mio colore preferito…
Gli dico, sfoggiando il mio sorriso più monello. Do uno sguardo al pacco di Marco e noto contenta che sto ottenendo una reazione.
Il commesso un po’ stordito mi risponde che il rosa non gliel’avevano mai chiesto e che non sapeva se avevano la tinta disponibile.
A quel punto Marco ringrazia e saluta velocemente il povero malcapitato prima di ridergli in faccia. Veloci usciamo dal negozio e ci ritroviamo in macchina sulla strada verso casa. Non diciamo una parola, vogliamo solo arrivare al letto e sfogare i nostri istinti. Ma Marco non ce la fa a resistere
– Ti sei bagnata?
Quella domanda a bruciapelo mi fa sobbalzare e un formicolio familiare si impossessa del mio sesso.
– Molto
– Fammi vedere le mutandine
A quell’ordine rispondo sollevandomi la gonna e mostrandogli le mutandine bianche con una chiazza umida al centro. Vedo che dà un’occhiata veloce e si morde il labbro. A quel punto non resisto e comincio a toccarmi. Subito sono pervasa dal piacere, rilasciando tutta l’eccitazione accumulata in negozio. Sospiro tanto e rumorosamente, ero davvero eccitata e fradicia. Il dito
faceva su e giù dentro di me con estrema facilità.
– Ti piaceva davvero tanto quello là
– A-ha’
Riesco a malapena a mormorare
– Pensa se fossi andata dietro con lui a fare i paletti rosa, magari te ne avrebbe fatto provare qualcuno’ sai’ per vedere se erano resistenti al bagnato.
Rido come una bambina, mi piacciono quelle sue battute sceme ma mi eccito al pensiero del commesso che mi riempie con uno dei paletti e mi fa venire
– E poi ovviamente avresti ricambiato il favore facendogli un pompino
A quel punto scoppio in un orgasmo violento, urlo in macchina tutto il mio piacere mentre lui accanto continua a guidare. Dopo non so quanto tempo finalmente mi calmo e noto che lui non dice una parola. Il suo cazzo è duro dentro i pantaloni.
Siamo arrivati intanto a casa. Mi rimetto a posto, scendiamo dall’auto ed entriamo nel giardino. Faccio per dirigermi verso il portone, ma lui mi blocca per il braccio.
– Dove credi di andare? Vieni qua
Mi prende e mi bacia, sento la sua lingua che si intreccia con la mia, il suo respiro sul mio volto e il suo cazzo sul mio corpo. Mi trascina dietro l’arancio che era in giardino e riprende a baciarmi. Mi alza la maglietta e il reggiseno, praticamente in mezzo alla strada, nascosti a malapena dall’albero. Comincia a baciarmi ovunque e io riprendo a godere. Mi leva in un secondo le mutandine e si libera finalmente il cazzo dalla gabbia dei pantaloni. è durissimo, pronto a godere, dio quanto mi piace il suo cazzo. Non troppo lungo, ma largo. Mi allarga le gambe e mi penetra. Io sono ancora bagnata dall’orgasmo di qualche minuto prima e possiamo andare da subito alla grande. Me lo sbatte dentro tutto, vuole proprio farmi sua e godiamo tantissimo. L’eccitazione è tanta e lui esce da dentro di me, si gira per venire su quell’aiuola da recintare. Lo stringo da dietro, eccitata mi strofino su di lui, strusciando il clitoride sul suo sedere. Si gira, mi guarda mentre ansima. Mi frena, mi fa allargare le gambe e scende giù. Mi allarga le labbra e comincia a leccarmi. Parte dal clitoride e si sposta fino a entrare dentro di me, ma si ferma all’ingresso della vagina, perché sa che così impazzisco. Non capisco più nulla, sto godendo tantissimo e a stento riesco a controllare le urla per non farmi sentire dai vicini. Vengo per la seconda volta, vengo sulle sue labbra.
Soddisfatti entrambi, lui mi prende in braccio e mi porta dentro casa, ma invece di lasciarmi all’ingresso come pensavo, mi porta su per le scale, in camera, mi butta sul letto e mi guarda, come si guarda una preda, e io aspetto impaziente il terzo round’
Grazie Rebis
Bellissima storia, molto realistica
Pisellina… fantastico! Un buon mix di Femdom e umiliazione
Storia molto intrigante. Per favore, continua! :)
In tutte le volte in cui Maria ordina a Serena di spogliarsi, Serena rimane sempre anche a piedi nudi oppure…