Skip to main content
Racconti Erotici Etero

Il rapimento di Tommaso

By 8 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Il solito sabato di merda
tutti escono,si divertono,e io sola
Anche questa settimana Tommaso lavora fino a tardi,non ce la faccio più la solitudine mi sta uccidendo
Melo diceva sempre
ma io quel pomeriggio non ci pensai due volta,salii in macchina,e andai in citta.
Vivo in campagna.Da bambina questa casa la usavamo come villeggiatura,ma da quando ho finito il liceo ci vivo solo io,è a parecchi chilometri dal paesino,e decisamente lontana dalla citta dove lavora Tommaso.
Anadvo avanti,verso la citta,passarono circa quattro ore e il mio progetto sembrava sempre più lucido mentre mi avvicinavo al suo posto di lavoro.

Tirai fuori un panino,lui fu dapprima infastidito perche gli avevo
“disubbidito”,poi appena vide il pensiero gentile,afferro il panino e lo
mangio’.
Passarono pochi minuti,e cadde a terra.
Lo caricai in macchina a fatica,un uomo con un bel corpo come lui pesa abbastanza,e tornai a casa.
Passarono diverse ore

Tommaso era li,nel sotterraneo della mia casetta.
Li’ c’era un matrimoniale vecchio,era dei miei,ma lo avevo sceso li da
quando avevo preso la casa.
Lui era li,disteso,ce lo avevo messo io.
Ai suoi polsi un paio di manette trovate in cantina,erano di mio padre (non mi capite male,faceva il commissario)
l’avevo legato al bordo del letto.
Era spaesato,e appena mi dide avvicinarmi,in vestaglia,mi guardo con un’aria rassicurata e terrorizzata nel contempo.
mi sussurro’

sorrise come a voler allentare la tensione.
Mi avvicinai lentamente e mi avvicinai al suo corpo teso.
Gli alzai la felpa,e ,no riuscendola a togliere ,presi le forbicione della
cantina e cominciai a tagliarla via.
Lui mi guardava frastornato,forse pensava a che coraggio dovessi avere a tagliare la felpa carissima che gli avevo regalato a Natale.
La felpa era ormai tolta,lo avvolgeva una candida camicia,di cui solo il primo bottone era sbottonato.
Avvicinai la mia mano,senza dire una parola cominciai a sbottonarli tutti.
Sotto di essa vi era il bel petto di tommaso,coperto ancora da una maglietta
intima.
Avvicinai le mie mani al suo collo,tirai delicatamente la maglietta e la
strappai.
Il suo corpo sensualissimo adesso era ricoperto solamente dai pantaloni,dai jeans.
Potevo adesso vedere il suo volto imbarazzato,attonito e il suo petto non molto muscoloso,ma gradevole e per me sensualissimo.
mi avvicinai ad esso con le mani,cominciai a massaggiarlo,a coccolarlo,a solleticarlo mentre Tommaso non poteva abbassare le braccia.
Poggia il polpastrello del mio indice sul suo capezzolo,fino a farlo
gonfiare e dargli su un bacio appassionato.
La mia testa era china sul suo petto,lo baciavo ancora,quando sentii una mano sul mio collo,una mano calda.
Era tommaso,era riuscito a liberare una mano,e adesso mi accarezzava la testa,dolcemente
disse sorridendo,e ormai rassicurato sulle mie intenzioni.
mentre continuavo a baciargli il petto,le mie labbra scendevano sul suo ventre,e le mie mani si accingevano a sbottonare i suoi pantaloni.
Era duri quei bottoni,ma li sbottonai tutti,vedendo che aveva addosso i boxer che gli avevo regalato io,quelli aderenti,quelli sexy.
Gli mettevano in mostra tutte le forme,era molto sexy.
Probabilmente lui pensava come mai gli avevo fatto per quattro anni una testa enorme a dirgli che tutte quelle cose non si dovevano fare,che non ero pronta e che avrebbe dovuto aspettare,e …che all’improvviso ero cambiata.
Ricordo quando gli tirai giu i pantaloni,fino alle ginocchia.
il suo boxer era gonfio,la causa era evidente.
provai a tirare giu l’elastico,un po’,affinche si mostrasse appena il suo
pelo.
Non mi soffermai li,mi sedetti su di lui,e tolsi la sinuosa vestaglia.
Avevo un tipo di biancheria che tommaso non mi aveva mai visto addosso,una biancheria abbastanza attraente,nera
Ricordo come quelle calze nere avvinghiassero le mie snelle e lunghe
gambe,come con disinvoltura indossavo per la prima volta quel completo nero sexy,lo stesso che vidimo io e tommaso una volta,passeggiando,e che mi fece tanto arrossire.
presi la sua mano,ancora libera,e la avvicinai al mio reggiseno.
La guidavo io,gli feci scoprire un capezzolo,guidai il suo dito a
toccarmelo,e il resto lo fece lui.
Sentivo la sua mano che lo accarezzava ,mentre io stessa mi slacciavo il reggiseno,lasciandogli la vista,per la prima volta,dei miei generosi seni.La sua mano si muoveva sui miei seni,mentre,sopra di lui,strisciavo il mio corpo al suo,completamente nudo se si escludono i boxer semiabbassati.
Strisciando glieli abbassai sempre di più,fino a quando venne fuori il suo membro,e lo vido per la prima volta,senza niente addosso,mentre piano piano glieli sfilavo via.
La mia mano scivolo ancora sul suo ventre,scese fino a raggiungere il suo pelo,a sffermarmi li con le mani,a toccare quel punto caldo con le punte delle dita,a sfiorarlo delicatamente.
Mentre lui continuava a sfiorarmi il seno con la mano libera,sentii qualcosa che mi accarezzava le mutandine,era la sua altra mano,evidentemente le manette che avevo scelto erano troppo larghe per lui,era stato al gioco fin dall’inizio.
La sua mano scivolo sulle mie mutandine inviolate,scese fino al punto più basso,e sfioro’ quella parte bagnata (ricordo l’imbarazzo).
In pochi secondi me le fece scivolare via e comincio a fare dei disegnini con la mano sulla mia gufetta,un solletichino gradevolissimo.
Le sua dita in pochi minuti scivolavano dentro,mentre orami eravamo entrambi eccitatissimi,e avevamo dimenticato tutto,il lavoro,il giochetto del rapimento.
Le nostre labbra si incollarono in un bacio lunghissimo,le nostre mani
scivolavano disinvoltamente sui nostri caldissimi corpi,che giacevano su quelle vecchie lenzuola di quel letto inutilizzato da anni,riposto li in
soffitta.

Leave a Reply