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Racconti Erotici Etero

Il tema

By 13 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Potrebbe essere il primo tema del nuovo anno scolastico: le mie vacanze. Decisamente poco originale, ma io avrei molto da raccontare. Potrei cominciare dicendo che essendo stata brava, anzi bravissima ed avendo terminato la scuola con un’ottima media, ho meritato, anche quest’anno, il viaggio premio in Irlanda. Sono state tre settimane splendide: per la compagnia, la sistemazione, la scuola. Insomma tutto perfetto! Ho infranto qualche cuore, ma io sono così: ho voglia di divertirmi.

In agosto, invece, in vacanza con i miei genitori nel meraviglioso mare della Sardegna, avevo deciso di riposare. Una comitiva numerosa, formata da diversi amici di famiglia, allietava il nostro soggiorno nel villaggio in Costa Rei.

I primi giorni trascorrevano pigri: tutti noi dovevamo prendere confidenza con gli altri, abituarci ai ritmi estivi; aspettavamo che si formassero, naturalmente, i gruppi di coloro che condividevano interessi ed orari comuni. Per quanto mi riguardava, non facevo comunella con nessuno: non vi erano ragazzi della mia età ed avevo deciso, sinceramente, di trascorrere una vacanza all’insegna del riposo e dello sport. Avrei trovato qualcuno per le partite a tennis, mentre in assoluta solitudine avrei goduto delle corse sulla spiaggia o delle nuotate nel mare cristallino.

E proprio durante una delle mie escursioni mattutine sulla riva del mare accadde ciò che mutò radicalmente la mia vacanza.

In realtà non fu esattamente del tutto inaspettato. Già da qualche sera, durante la cena o, più tardi al bar sulla piscina, avevo colto qualche sguardo, un po’ troppo interessato di un amico di mio padre. Notavo il suo interesse da lontano, sentivo il suo sguardo seguirmi mentre mi alzavo, mentre accavallavo le gambe, mentre ridevo con gli altri. Adoro la sensazione di sentirmi ammirata, guardata, osservata anche quando non me lo aspetto. So, poi, che quando succede così mi trasformo: aspetto il momento, l’occasione affinché chi mi guarda abbia ancora di più da guardare; faccio in modo da passare vicino dove siede, cerco l’occasione per conversare con chi gli sta vicino. Infatti era da qualche giorno che avevo cominciato questo gioco: mi divertiva, ma non pensavo che sarebbe mai andato oltre. In fondo io ero una ragazzina, mentre lui un amico di famiglia! Forse mi osservava compiaciuto del fatto che fossi diventata una bella ragazza: erano anni che non mi vedeva e si meravigliava della trasformazione che aveva subito il mio aspetto. I capelli corti erano diventati lunghi e biondi, schiariti dal sole assumevano un bellissimo colore miele; gli occhi verdi risaltavano sulla pelle abbronzata del viso. Un sorriso candido e curato da anni di apparecchio per i denti e, soprattutto, un fisico modellato in palestra. Non perdevo mai occasione di mettere in mostra il mio seno, non esagerato, ma tornito: due seni sodi, al centro dei quali svettavano due capezzoli scuri e sempre in rilievo. Potevo permettermi di non utilizzare reggiseno ed anche in spiaggia sfoggiavo topless mozzafiato, nonostante la compagnia. Adoro provocare. Un piccolo tanga nero ed un pareo trasparente erano tutto il mio abbigliamento da mare.

Quella mattina la spiaggia era deserta. Correvo sulla battigia, inspirando l’aria salmastra e fresca. Lo spettacolo era davvero magnifico: una spiaggia quasi bianca sembrava tuffarsi in un mare turchese, talmente calmo, da sembrare fermo. Alle spalle della spiaggia si stagliava una pineta, così folta da sembrare una sola macchia verde che correva lungo la costa, fino a perdersi. Correvo osservando il panorama come se fosse un quadro e tentando di concentrarmi sull’unica presenza umana che mi sembrava di scorgere alla fine della baia. Camminava sulla riva, impugnando un bastone e cercando conchiglie. In pochi minuti gli fui addosso e, solo allora, mi accorsi che si trattava di Lorenzo. Dall’espressione del suo viso mi resi conto che non si aspettava di incontrarmi e credo di avergli fatto la stessa impressione. Mi fissò. Il suo sguardo mi entrava dentro. Non corse lungo il mio corpo, ma si fermò agli occhi. Mi guardava senza parlare. Uno sguardo così profondo, da farmi avvertire il desiderio di avermi. Immagino cosa potesse provare. Ero la figlia di un amico, una ragazzina. Ma lui mi voleva. Lo avvertivo. Avevo giocato con lui, mi ero sentita così spavalda nel provocarlo, nel ridere divertita del suo imbarazzo quando i nostri occhi si incrociavano. Mi sentivo così forte, così sicura quando gli passavo vicino lasciando che potesse aspirare il profumo della mia pelle, lasciando che godesse del tocco lieve dei miei capelli. Mi sembrava di aver vinto la mia partita quando mi accorsi, una sera, che non poteva distogliere lo sguardo dai miei capezzoli duri che si spingevano contro il top bianco aderente.

Ridevo e mi sentivo grande.

Ora, invece, mi sentivo così piccola. Impotente davanti ad un uomo che solo con lo sguardo mi aveva già presa. Eravamo solo noi due. Non ridevo più. Lo guardavo, come lui guardava me. Senza parlare, per non rompere l’incantesimo di due corpi vicini, che vibravano senza toccarsi. Di due esseri che si desideravano come mai avevano desiderato nessuno. Mi toccò la mano. Ero sudata, bagnata dopo la corsa. Mi tirò a sé, ma invece di baciarmi, mi annusò. L’odore della pelle, levigata dalle creme solari ed il sudore che mi ricopriva conferivano al mio aspetto una strana lucentezza ed un sapore di mare. Chinò leggermente la testa e si avvicinò al mio collo. Sentii la sua lingua, calda e morbida, passare sulla mia pelle. Salire verso l’orecchio ed entrarci. Lasciai che mi leccasse il sudore, prima di arrivare dove desideravo sentirlo. Aprii appena la bocca. Volevo assaggiare il suo sapore, misto al mio. Desideravo che mi stringesse con tutta la forza e mi facesse sua lì, dove ci trovavamo. Chiusi gli occhi appena sentii la lingua cercare la mia. Lo lasciai entrare, avvolgendolo in una bacio pieno di passione e di desiderio. Mi sollevai sulle punte per raggiungerlo, mentre sentivo le sue mani poderose, agguantarmi i fianchi, correre sulla schiena ed avvolgermi appassionatamente. Mi sollevò, conducendomi nella pineta. Dentro quel bosco meraviglioso eravamo ancora più soli. Si inginocchiò davanti a me, cominciando a spogliarmi piano. Compresi il suo desiderio di vedermi nuda, di ammirare tutto ciò che fino ad allora aveva solo potuto immaginare. Ogni parte del corpo che scopriva la riempiva di baci: mi leccò e baciò i seni, succhiando i capezzoli che diventavano sempre più sporgenti. Mi costrinse a rimanere in piedi, mentre lui, inginocchiato davanti a me, mi ammirava ricoprendomi della sua passione. Sfilò i calzoncini, rimanendo estasiato davanti ad un piccolo triangolino di pelo scuro sulla pelle bianca, non abbronzata. Il suo viso era così vicino che potevo avvertire il suo respiro. Lo implorai di prendermi, ma la tortura era appena iniziata. Forse, pensai, &egrave la sua vendetta. Sentivo sciogliersi dentro di me il desiderio. Sapevo che presto avrei sentito la sua lingua intrufolarsi tra i miei peli, e mi eccitai alla sola idea di offrirgliela già colma di voglia. Gli posai una mano sulla testa spingendola verso di me. Si lasciò guidare. Divaricai appena le gambe nude lanciando un gemito di piacere al calore della lingua che cercava il mio clitoride. Mi aggrappai ai suoi capelli, tentando di aprire ancora di più le gambe. La lingua raggiunse il centro del mio desiderio infinito: lo sentii succhiarmi con forza, quasi a farmi male. Mi fece stendere e si tuffò completamente su di me. Lo sentivo bere la mia eccitazione, lo sentivo impazzire di desiderio tra le mie gambe. Spingevo la sua testa dentro di me, fino a farlo entrare il più possibile. Sentii le sue mani cercarmi, le sue dita entravano facendomi godere come mai avevo goduto prima, mentre la sua bocca salata cercava la mia. Lo stringevo a me, lo baciavo, gli respiravo dentro, godendo del gioco meraviglioso delle sue mani dentro di me.

Il desiderio di averlo dentro superava ormai ogni limite. Lo cercai. Cercai la sua eccitazione. Sapevo di trovarlo al massimo della potenza. Impazzivo alla sola idea di essere presa da un uomo fisicamente così possente, mentre io al suo cospetto ero poco più che uno scricciolo. Lo feci voltare, stendere. Cercai tra i pantaloncini tutto il suo desiderio. Era grosso, lucido delle prime gocce di voglia che non poteva controllare. Leccai il suo sapore dolcemente. Lentamente gli feci assaporare il calore della mia bocca. Lo spinsi dentro di me, fino alla gola, lasciando che sospirasse di piacere. Poi mi sollevai, salendo sopra di lui e spingendolo dentro di me. Mi sentivo in cime al mondo. Mi muovevo sopra di lui con naturalezza, con voglia, con passione incontrollabili. Godevo mentre impugnava i miei seni, sbattendomi dentro tutta la voglia che aveva cercato di trattenere. Ora esplodeva impazzita, ed io con lui. Ci muovevamo insieme in una magnifica danza di piacere, rallentando non appena sentivamo giungere l’orgasmo. Desideravamo prolungare quel piacere infinito. Le sue mani scorrevano su di me. Mi toccava, mi accarezzava. Le baciavo, leccavo le sue dita, mentre le mie stuzzicavano i suoi capezzoli immersi in una scura peluria. Mi tirava a sé e mi baciava; mi spingeva verso l’alto e ricominciavamo a ballare, fino a quando non riuscimmo più a rallentare il ritmo. Il desiderio di appartenerci completamente non aveva più limite. Spingeva dentro di me, mentre col bacino mi muovevo per accoglierlo di più. E finalmente lasciammo che la passione piena ci avvolgesse: lasciammo esplodere prorompente la nostra voglia. Gridai, mi irrigidii, inarcai la schiena mentre una cascata di piacere scivolava verso di lui. Spossata mi accasciai su di lui, cercando la sua bocca, giocando a fare con la mia lingua ciò che ancora faceva dentro di me. Lo sentii venire con dolcezza: la nostre lingua intrecciate in una passione irripetibile.

Non c’&egrave dubbio alcuno. Sarebbe davvero un tema interessante.

Potrei concluderlo dicendo che la nostra passione ha colorato ogni giorno della nostra vacanza. Che ancora, ad ogni occasione, riviviamo la stessa passione estiva.

Potrei aggiungere che la nostra differenza di età non ha mai influito sulle nostre scelte.

Potrei anche sostenere la tesi che non esiste, per me, un uomo come lui.

Già’potrei’.

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