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Racconti Erotici Etero

Il voyeur

By 14 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Conoscete quel detto che dice ?Ma ti sei alzato con il piede sbagliato stamattina??

Beh, quel giorno era per me esattamente l?opposto. Fino a quella sera era da incorniciare.

Sarà stato per il fattore meteorologico, ma dopo tanti giorni di intensa calura, la giornata mi appariva diversa dal solito. Un vento fresco e vitale scandiva ogni minuto di questa insazialbile giornata. Come ogni sera sono seduto di fronte al computer pronto a leggere la posta del giorno.

Ecco, odo il classico rumore di sottofondo del modem che ha preso la linea. Strano pensare che a tutti questi strani versi corrisponda una serie di numeri formati da zero e uno.

Vedo pian piano prendere forma la home page del portale dell?operatore telefonico. Digito da tastiera l?indirizzo del server che contiene la mia posta. Bene, mi chiede user e password.

Attimi interminabili per chi viaggia a 56k ma ecco, lentamente, apparire la home della posta.

Strabuzzo gli occhi. Non ci posso credere! Dopo tante lettere senza responso, hanno finalmente risposto.

Certo, solo perché lo hanno fatto, non vuol dire che essa contenga notizie positive.

Ma che importa, ciò che conta &egrave che l?abbiano fatto, anche solo per mandarmi a cagare così mi metterò l?animo in pace e non mi illuderò più di incontrarli. Ancora una volta una lunga e snervante attesa. ?Come vorrei avere l?ADSL!

O abitare in città ed avere Fastweb.?

Un minuto per anticiparmi chi &egrave il mittente.

?Ho capito chi &egrave il mittente!? penso ? Ma sbrigati a caricare stà pagina.

Cazzo!? Sono impaziente.

Ci siamo. Inizio a leggere. Mmmmmm???.

Forse non ho inteso bene; meglio ricominciare la lettura da capo ma questa volta lentamente, non voglio perdermi il significato di una sola parola. ?Yahoooooo!? rimbomba la mia voce nella stanza. Non sto più nella pelle. Hanno accettato la mia proposta e hanno fissato luogo, giorno e ora dell?incontro.

Non avrei mai creduto che questa avventura potesse eccitarmi come un ragazzino alla scoperta dei primi misteri del sesso.

E? una strada nuova per me, se me lo aveste chiesto qualche mese fa vi avrei preso per pazzi. Ho sempre pensato che fare il voyeur fosse una cosa da sfigati; robetta adatta a chi non ha una donna. Sarà forse per giustificarmi di aver calcato questa eccitante strada, ma riflettendoci bene sono giunto a darmi un?ovvia risposta ad una banale domanda:

?Che differenza c?&egrave tra chi si eccita, o gode, guardando una rivista oppure una videocassetta hard e chi invece preferisce farlo guardando uno spettacolo dal vivo fatto da persone che conducono una vita normalissima ma che covano, nel proprio ego, una voglia matta di esibirsi??

Non parlo di spettacoli da gustare in rispettosi locali di spogliarello o lap dance. Parlo della gente comune.

Fino ad un mese fa vi avrei risposto che giustificavo i primi, ma non i secondi. Oggi, devo proprio ammetterlo, posso tranquillamente affermare che i secondi sono più giustificati dei primi.

Come tutte le grandi scoperte che accompagnano la storia dell?umanità, anche la mia &egrave stata una scoperta dettata dalla casualità. Beh forse il paragone con l?umanità &egrave azzardato, ma la mia vita da quel giorno non &egrave più stata la stessa.

Sono un appassionato di motori e per motivi di lavoro stavo cercando informazioni che mi spiegassero la curva di coppia.

Entro in un motore di ricerca e digito: coppia motori. Google ha un potenziale enorme, nei pochi secondi di ricerca ha scovato una valanga di link; oltre 80 pagine.

Dopo averne visionato più di 70, ecco comparire quello di un sito che commenta la presenza di una coppia di esibizionisti milanesi. Beh, dopo tante coppie (di motori) tutte uguali, finalmente una cosa diversa. Una mosca bianca. Decido di entrare e dare un?occhiata. Notevole la biondina. Beh, certo le foto sembrano fatte da un fotografo dilettante, però lei mi sembra fin troppo disinvolta per sembrare vera.

Però trovai eccitante pensare a persone normali che si propongono in rete con delle foto più che audaci.

Avevo rotto il ghiaccio. L?ingresso in quel sito mi aveva fatto scoprire un mondo nascosto.

Un sottobosco pieno di creature idilliache che fanno dell?esibizionismo e della trasgressione un modo di godersi la vita.

Donne che trovano gioia nell?esibire le proprie grazie, e qualcuna anche i propri vizi, ad un inconsapevole pubblico. Coppie che rinvigoriscono il loro rapporto cercando stimoli nel vedere il proprio, o la propria, partner oggetto del desiderio di sconosciuti. Insomma, tante varianti di un mondo che non avrei mai pensato esistesse.

Iniziai così una vera e propria ricerca di questo tipo di link. Non mi interessavano quelli professionali, volevo gustare la spontaneità della dìlettante. Così scoprii infinite realtà nascoste. Gente comune che lavora di giorno e la sera entra in chat per trasgredire; chi lo fa esibendosi in cam, chi parlando con un interlocutore misterioso all?altro capo di un computer, chi invece sfoga la propria passione gustando il piacere carnale che solo il contatto fisico può dare. Per tutti, la voglia di regalarsi emozioni sentendosi desiderati ed ammirati da sconosciuti, eccitati dalla paura di venire in qualche modo scoperti. E? un po? come da giovani ci baciavano nascosti nei bagni delle scuole, col batticuore che qualcuno potesse entrare d?improvviso. Il cuore a mille e un forte solletichio allo stomaco. Fu in una di queste mie ricerche che un giorno incappai in Miki & Roberta, splendida coppia torinese che più di ogni altra mi dava l?impressione di essere vera. Dalle foto che riprendevano Lei in uno dei posti più noti di Torino, il parco Europa, mi era sembrato di scorgere un certo pudore nell?esibirsi. Le sue pose mostravano una certa diffidenza. Certo &egrave che questa timidezza non impediva a Roberta di esibirsi senza slip e con la passera in bella mostra.

Mi sembrava di leggere in quelle pose la sensazione di batticuore che immagino essere la forza della sua esibizione, la gratificazione alle sue sortite. Spedii più di una lettera al loro indirizzo E-mail nella speranza di incontrarli ma non giunse mai risposta, fino a quel fatidico giorno. L?ultima volta che scrissi proposi loro un incontro in un sala cinematografica torinese.

La scelta di un film poco interessante in uno spettacolo pomeridiano, sarebbero sicuramente stati un discreto set per realizzare un?audace esibizione. Con un?eccitatissimo stato d?animo, in quella indimenticabile giornata, avevo appreso che avevano alla fine accettato la mia proposta. Giunse quindi il giorno dell?incontro. Arrivai in anticipo rispetto all?orario concordato. Attesi fremente una buona mezz?ora. Contavo i secondi e ogni minuto che passava invece di avvicinarmi alla meta sembrava portarmi sempre più lontano.

L?attesa stava diventando interminabile. Ero nervoso e sempre più eccitato. Teso come una corda di violino a ripassare tutte le cose che avrei voluto dire e soprattutto le cose che non avrei dovuto fare. Contavo le probabilità che avrei avuto di incontrarli, d?altronde potevano sempre darmi il pacco. Era la mia prima volta.

Non saprò mai se, anche per questo, acconsentirono ad incontrarmi; che trovassero eccitante svezzarmi.

Avevo comprato un piccolo mazzo di fiori, volevo comunque in qualche modo ringraziarli dell?appuntamento e omaggiare Roberta della sua bellezza. Arrivarono puntualissimi; avevo detto loro che avrei indossato un cappellino, così non faticarono molto ad individuarmi. Una veloce presentazione e poi mi diressi alla cassa dove acquistai i tre biglietti. Ci incamminammo nella sala che avrebbe proiettato il nostro film.

La sala era semibuia; prendemmo posto tra le ultime file, in modo da avere sotto controllo tutta la sala. Solo qualche persona ai posti centrali, abbastanza distanti da noi. Roberta si sedette in mezzo; Miki alla sua sinistra ed io alla sua destra. Scambiammo quattro chiacchiere sotto voce, per rompere il ghiaccio e per permettere a Miki di spiegarmi alcuni limiti che non avrei mai dovuto oltrepassare, salvo loro specifica richiesta. Per farlo ci piegammo entrambi verso Roberta. Fui colpito dal profumo della sua pelle, fresco ed inebriante. Un brivido mi percorse la schiena. In quel frangente mi dissi che la mia prima impressione si era rivelata giusta. Roberta invece di preferire una minigonna vertiginosa ed una camicetta appariscente, aveva optato per un vestitino color panna con una serie di bottoni sul davanti che arrivava poco sopra il ginocchio, senza calze e con indosso un paio di sandaletti color senape. Capelli neri corti, una collana color oro messa in risalto dalla stupenda pelle abbronzata. A vederla &egrave veramente impossibile credere che sia capace di azioni tanto ardite. Il buio totale della sala aveva oramai avvolto i nostri corpi. Immagini ora chiare, ora scure, si alternavano sui nostri volti rendendoci in qualche caso un po? surreali. Il rumore dell?audio rendeva quasi inutile parlare. Notai Roberta portarsi le mani sulle gambe e iniziare con notevole calma a sbottonare, partendo dal basso, i bottoni che tenevano allacciato il vestito. Arrivò ad aprirli fino ad un palmo dal pube quindi, portò le mani in alto ed eseguì la stessa operazione scendendo verso il basso. Si fermò poco sotto il seno permettendo l?aderenza del vestito al corpo ai soli bottoni centrali. Questo per non dare l?idea di essere completamente svestita. Terminata questa operazione, Miki allungò la mano destra verso il ginocchio sinistro di Roberta; prese ad accarezzarlo dando alla mano un leggero movimento rotatorio. Col passare dei minuti questo movimento si fece sempre più audace. Vidi Miki avventurarsi di pochi centimetri con la mano aperta su per la coscia. Nell?eseguire questo movimento la parte di vestito appoggiato su questa gamba ricadde verso il basso portando alla luce una tonica gamba. Quindi si arrestò rimanendo in attesa di una reazione di Lei.

Roberta avvicinò le labbra all?orecchio di Miki e prese a leccarlo con inaspettata frenesia. Mordicchiava il lobo e penetrava con la lingua l?interno del padiglione. Con fare lento La mano di Miki scivolò nell?interno coscia e prese a salire lentamente verso l?inguine.

Era evidente che Roberta gradisse, infatti prese lentamente a divaricare le cosce arrivando a toccare le nostre ginocchia. Miki premette con i polpastrelli sulla coscia come per trasmetterle un segno di tacita intesa e di riconoscenza. Devo dire che trovarmi così vicino a loro in quella particolare situazione diede subito il via ad un pompaggio di sangue eccezionale. Buona parte di questo flusso si localizzò nella zona bassa del ventre interessando in particolare la nerchia che prese a salire vertiginosamente verso l?altro. Forte come un pugno allo stomaco, come primo impulso portai le mani in basso ed iniziai a massaggiarmelo attraverso i pantaloni.

Roberta vedendo il mio movimento, dapprima si scoprì l?altra gamba poi prese la mia mano sinistra e la posizionò sulla sua coscia destra. Muovendo la sua mano, mi istruì sul movimento da fare: partire dall?interno e risalire verso l?alto, ma con un limite, non arrivare oltre l?inguine. Obbedii. Sentivo la pelle vellutata scorrere sotto le mie mani. Staccai per un attimo la mano per sentirne l?odore. Questa volta il suo profumo mi pervase i sensi. Miki intanto aveva cominciato a intraprendere la risalita verso il monte di venere, non senza sorpresa intravidi il serico pelo della figa di Roberta. Non indossava mutandine.

Roberta allungò le mani verso il pube e con le dita divaricò le grandi labbra per facilitare l?ingresso delle dita di Miki nella sua tana. Sempre più a disagio, ma eccitato, avevo ripreso ad accarezzare la sua coscia. Cominciavo a temere che quel sogno si sarebbe presto trasformato in una tortura. La mia mano continuava a massaggiare il tarello attraverso la stoffa dei pantaloni. Miki, con il pollice e l’indice prese ad intaccare il tenero velluto dell’epidermide e con il mignolo a solleticare la prima peluria che aveva distintamente avvertito col bordo della mano. Roberta dal canto suo aveva afferrato con una mano il mio viso e l?aveva orientato verso il suo ventre. Fino a quel momento stavo osservando con la coda dell?occhio quello che accadeva lì in basso. Con questo gesto, e sussurrandomi all?orecchio ?Vi avviso io se qualcuno guarda!?, voleva che fossi consapevole di quello che sarebbe successo. Continuavo nel frattempo ad accarezzare la coscia destra eseguendo come un bambino la lezione poco prima appresa.

Ora che Miki sembrava aver iniziato l?assalto al clitoride, la mano che Roberta aveva usato per girarmi il volto prese ad impossessarsi di un seno. Eccolo, potevo scorgerlo sotto il vestito, florido e delle dimensioni contenute da una coppa di champagne, Dicono che sia la misura ideale di un seno. Sotto la pressione del pollice e dell?indice, che chiudevano e tiravano il capezzolo, vedevo quest?ultimo inturgidirsi. La mia mano, seguendo lo stato d?animo e d?eccitazione che mi stava avviluppando cominciava a stringere un po? di più la gamba di Roberta, facendo sempre attenzione a non tresgredire all?ordine impartitole.

L?altra mano di Roberta si era portata sulla patta dei pantaloni di Miki e, dopo averne tirato fuori il contenuto stava prendendo le misure di quel fantastico razzo.

Un lento movimento faceva si che quando la mano di Roberta scendeva verso il basso ventre di Miki la lucida cappella protesa verso l?alto brillava al riflesso delle immagini dello schermo.

Il lavoro instancabile di Miki stava dando i suoi effetti, dal sussultare del bacino a dal ritmo più intenso dei sospiri, Roberta stava raggiungendo l?orgasmo liberatorio: i movimenti divennero incontrollati e le ritmiche contrazioni del sesso della moglie si trasmisero, come una scossa elettrica, alla mia mano, da questa al braccio quindi a seguire la testa, dove finì percuotendomi le tempie in modo doloroso.

Vidi il volto di Roberta cambiare espressione, gli occhi socchiusi, si mordeva il labbro inferiore nella speranza di controllare i mugolii che riuscivano ad uscire comunque, ma soffocati.

Finì con l?abbandonare il capo sulla spalliera della poltroncina e sollevando leggermente i fianchi li spostò in avanti fino al limite del sedile. Ora con il bianco ventre denudato, le gambe completamente allargate si offriva alle mani che l?avevano esplorata.

Pur invasa dall?orgasmo, Roberta non aveva smesso di giocare con il membro di Miki e ora per lui era giunto il momento di esplodere. Porse la mano alla nuca di Lei e la invitò leggermente a prendere posizione con la bocca vicino al tarello. Vidi Roberta inclinarsi verso di lui e cominciare un lento ed inesorabile altalenare della testa. Sentii il respiro di Miki farsi affannoso. Una smorfia sul viso, ora contratto, ma con un?espressione degli occhi gioiosa pose fine al movimento di Roberta, che immaginavo succhiare e leccare la sborra fuoriuscita dalla minchia di Miki. Ero frastornato, avrei voluto tirarlo fuori e masturbarmi davanti loro.

Mi limitai a stringermi più forte il pene.

Roberta si risistemò sul sedile, prese la mia mano, ancora a zonzo nella zona di pattuglia stabilita, e la guidò verso la sua passera. Volle farmi toccare con mano il fluido che l?aveva inondata. Nel trasportare la mia mano verso la figa sentii la sua pelle incresparsi, forse un brivido la stava percorrendo.

Affondai il dito indice nel suo sesso fradicio.

Rimanemmo ancora una decina di minuti in quella posizione, poi lentamente si rivestirono e mi salutarono, un bacio sulla guancia di Roberta accompagnato da un ?Grazie dei fiori!? pose fine allo spettacolo. Li vidi allontanarsi; mi sembrava inutile seguirli. Attesi qualche minuto dopodiché uscii. Non imboccai subito la via dell?uscita, ma mi diressi in bagno dove sfogai la mia gioia eiaculando in quei cessi fin troppo puliti e profumati. Mi bastarono poche spinte per venire e svuotarmi completamente. Mi pulii, non senza rimpianto pensando a come Roberta aveva provveduto a ripulire a Miki, e abbandonai la sala cinematografica contento come una Pasqua.

Alla sera mi collegai in internet per leggere la posta.

C?&egrave posta per te. Che carini, un loro messaggio. Ero felice.

Lo aprii con la calma dei forti e lessi queste poche parole:

?E? stato tutto perfetto! E grazie per la correttezza.? Spensi il computer e mi addormentai la con certezza che questa nuova scoperta aveva realmente cambiato la mia vita.

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