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Racconti Erotici Etero

La guardona

By 11 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Quando aveva cominciato ad affittare una camera a una studentessa si era trattato di un piccolo affare, un modo per avere delle entrate in più e sbarcare il lunario dopo la morte del marito. Poi ne aveva affittato anche un’altra e infine si era organizzata, come una specie di pensione, fino ad avere tre ragazze. Solo a quel punto la signora Luisa si era trovata davanti a un problema che non aveva considerato: glielo aveva posto una pensionata, facendo capire che lei aveva il fidanzato e non c’era niente di male a riceverlo in camera. La signora Luisa avrebbe voluto dire di no, farne una questione di principio,ma aveva anche capito che ,se avesse litigato con la ragazza ,quella se ne sarebbe andata via dalla pensione e lei non si poteva permettere di rinunziare ai suoi soldi.

La prima volta era stata una breve visita: il fidanzato della Giovanna era stato in camera solo pochi minuti, il giorno seguente era tornato ancora e si era trattenuto più a lungo. E poi, giorno dopo giorno, la cosa era diventata normale, i due si chiudevano in camera e si mettevano comodi, si spogliavano, facevano l’amore. I rumori e i sospiri che venivano dalla camera erano chiari, espliciti. E la signora Luisa aveva cominciato a pensarci e a ripensarci nelle sue notti solitarie, in preda a nostalgie e a strani desideri, con una improvvisa curiosità, resa più intensa dal fatto che la sua camera e quella della ragazza erano proprio confinanti e si sentiva davvero tutto. E infine si era decisa, aveva fatto un buco nel muro per vedere, un buco piccolo ma al posto giusto, in grado di offrire una visione centrale del letto.

La prima volta che aveva cominciato a spiare aveva il cuore in gola per l’emozione. Giovanna, completamente nuda,sembrava volesse esibirsi per lei, assumendo delle pose eccitanti. Certo si metteva in posa per il suo uomo, che era sdraiato sul letto, ma la signora Luisa aveva quasi l’impressione che lo facesse per lei. Le sembrava di essere a cinema, di guardare un film porno.

“Masturbati, porca… sono sicuro che ce l’hai tutta bagnata” diceva infatti il suo fidanzato. E Giovanna sorrideva e diceva di sì, per poi a un tratto salire sul letto e andarsi a piazzare proprio sulla bocca del suo compagno, a fica aperta, per farsi slinguare.

“Leccami bene, porcello,leccami… altrimenti ti piscio in bocca….” diceva la ragazza, spingendo la fica con dei grandi colpi, in su e in giù, per farsela mangiare meglio. Lui leccava e farfugliava, in preda a un piacere intenso, compiaciuto di avere una troia come partner. E la signora Luisa si accorse a un tratto di non resistere più: le sue dita erano scivolate da sole tra le labbra della fica, a toccare il grilletto, iniziando un movimento veloce che la faceva sospirare forte . Le venne quasi da gridare, e si trattenne a stento, quando vide che Giovanna si era girata in modo da poter fare il sessantanove e si era tuffata sul cazzo del suo amico, pronta a ingoiarlo. Dal suo punto di osservazione la signora Luisa vedeva proprio il buco del culo della ragazza, perché lei stava sempre seduta a farsi leccare e intanto spompinava a sua volta, Luisa vedeva proprio il culo che sembrava aprirsi e a un tratto il fidanzato si decise e le ficcò un dito dentro, dando inizio a una masturbazione anale.

Era pazzesco, sconvolgente, se avesse potuto gridare lo avrebbe fatto, la signora Luisa aveva voglia di dire lei cosda gradiva, di suggerire, di dare degli ordini. ‘”Si, bravi, leccatevi ancora, così;… tu, porcona, ciucciagli il cazzo fino a farlo sborrare….” diceva a voce bassa, come parlando da sola. Era preoccupata di essere sentita, riconosciuta, ma al tempo stesso era sconvolta da quella scena e si comportava, per la prima volta in vita sua, in modo decisamente osceno. Mai, né col marito né con i rari amanti, aveva avuto il coraggio di ricorrere al turpiloquio, di dire apertamente quello che desiderava. Qualcosa l’aveva sempre trattenuta. Adesso invece qualcosa si era rotto in lei, tutto era diventato possibile. E quando la bellissima Giovanna cambiò posizione e andò direttamente a impalarsi sull’uccello del maschio, stando di sopra e cominciando a muoversi, la signora ebbe un nuovo sussulto.

“Strizzale le tette, mordigliele, non vedi che sono dure come meloni?” disse, senza rendersi conto che forse parlava a voce alta. Subito dopo fu l’uomo, come se avesse sentito qualcosa e volesse accontentarla, che palpugnò con forza quelle tette e le strinse, stropicciandole, fino a torcere i capezzoli La Giovanna sospirò a sua volta.

“Ancora, più forte, fammi male… mi piace…’ disse la ragazza e sembrava proprio che guardasse verso di lei. Di colpo la signora Luisa ebbe la sensazione di essere stata scoperta, anche se non aveva nessuna prova. Ma era proprio così, Giovanna sorrideva e guardava verso di lei, non poteva essere solo un’impressione, quel sorriso era troppo sfacciato. E poi, a un tratto, anche se fu solo questione di un attimo, ebbe perfino la sensazione che la ragazza strizzasse l’occhio verso di lei, in un gesto estremo di complicità fra donne. Era stato solo un attimo, forse era stata una sua impressione, adesso Giovanna era tutta intenta a baciare il suo compagno e non guardava più verso di lei. Evidentemente era stata una suggestione, niente altro. Ma proprio per questo la signora si preoccupò. ” E se fossi malata, se stessi cominciando ad avere delle visioni? ” si chiese, con un certo turbamento.

Si staccò per un attimo dallo spettacolo, spaventata. E disse a se stessa che non doveva. Ma un minuto dopo era di nuovo lì, accanto al buco, intenta a spiare e a masturbarsi come un’ossessa.

Adesso Giovanna si faceva chiavare a pecorina, agitava il culetto e sembrava si divertisse a metterlo in mostra e a spingerlo in avanti, reagendo colpo su colpo alle penetrazioni del suo partner. Lui si era anche impossessato delle tette e continuava a strizzarle mentre sbatteva con forza il suo uccello nella fica di Giovanna, dandole perfino qualche pacca sulle natiche in segno di compiacimento. E la signora Luisa ammirò a sua volta quello stallone, chiedendosi se avrebbe mai accettato di scopare anche lei. Certo era un pensiero audace, lei non avrebbe avuto il coraggio di chiederglielo, di proporglielo.E poi c’era anche una differenza di età, il fidanzato della Giovanna era giovane anche lui, non avrebbe accettato di farsi una donna di quarantasei anni come lei.

A un tratto, come se quei due avessero letto nel suo pensiero, si misero a parlare di lei. ” Hai visto come ti guarda la signora Luisa? Secondo me vorrebbe che tu la scopassi…” disse la ragazza. E la signora trasalì, come se si vergognasse.

“Beh, é ancora una bella donna… io me la farei…”‘ disse il giovane.

“Porco, sei sempre un porco… scommetto che la porteresti a letto qui, accanto a me….” disse la Giovanna.

“E tu non ti faresti leccare da lei mentre me la scopo?”‘ disse ancora lo stallone. Alla signora sembrava di morire per l’emozione.

“Porco, porco….’ disse ancora la ragazza, rantolando di piacere, fino a esplodere di colpo in un orgasmo violento. Quelle proposte morbose avevano eccitato ulteriormente la fantasia della giovane, che evidentemente era attratta dalle situazioni piccanti e perverse. Anche la signora Luisa non si trattenne più, aumentò follemente il ritmo del suo ditalino e cominciò a rantolare in preda all’orgasmo, con un sospiro così intenso che era impossibile che gli altri non lo sentissero. Ma cosa poteva fare? Non riusciva più a trattenersi, e inoltre quella conversazione fra i due amanti e il fatto di essere lei l’oggetto della conversazione aveva turbato all’estremo la sua fantasia. Solo dopo un minuto riuscì a ricomporsi e a rendersi conto che aveva esagerato e che aveva rischiato grosso. Smise di guardare dal buco, cercò di riassettarsi, uscì poi dalla camera e andò in cucina per distrarsi e pensare ad altro,preoccupata di essere stata comunque scoperta. Ma non successe niente, per almeno mezz’ora ancora i due giovani continuarono a rimanere in camera, poi Giovanna uscì insieme al suo fidanzato e fece in modo di non salutarla nemmeno. Meglio così, si disse la signora, chissà come sarei diventata rossa se lei mi avesse guardato e mi avesse fatto capire che aveva scoperto il mio vizio.

L’indomani ebbe l’impressione che si fosse trattato di un brutto sogno, che non fosse successo niente. Non ci voleva più pensare, il solo ricordo di quella spiata dal buco la riempiva di vergogna. Ma poi vide che Giovanna era tornata a chiudersi in camera col suo fidanzato e non resistette più, andò di nuovo nella sua stanza e subito tornò a porre l’occhio nel buco per spiare.

Di nuovo Giovanna era nella posizione di chi sta sopra, impalata sul cazzo del suo compagno, intenta ad accelerare il ritmo e a godersi la scopata. E sorrideva, come se guardasse verso di lei. La vide fare un cenno, strizzare l’occhio. Non si sbagliava. Giovanna la stava salutando, le faceva cenno. E se fosse andata in camera da loro due? Si alzò e andò verso la porta.

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