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Racconti Erotici Etero

La madre di Roberto

By 8 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Era una giornata torrida quindi ero ben felice dell’invito del mio amico Roberto , sia perché viveva in una bellissima casa con una stupenda piscina sia perché avrei potuto gustarmi la visione della madre e della sorella in costume da bagno e vi assicuro che è davvero un belvedere, infatti sono state le protagoniste della maggior parte delle mie fantasie erotiche di bambino.

L’appuntamento era per le 16:00 ma visto che Roberto mi diceva sempre che sono un ritardatario cronico per dargli uno schiaffo morale citofonai a casa sua alle 15:30.

– Chi è?

– Buongiorno signora Anna, sono Andrea c’è Roberto?

E’ dovuto uscire per accompagnare la sorella da un’amica ma mi ha detto di farti entrare tanto dovrebbe essere qui tra poco. Che fai ti fermi?

Naturalmente acconsentii, non immaginando nemmeno lontanamente la piega che avrebbe preso il pomeriggio.

Entrando la vidi che venirmi incontro in tutta la sua bellezza, con i lunghi capelli rossi che le cadevano sulle spalle ed un bikini azzurro che esaltava la lucentezza della sua pelle e il suo fisico davvero invidiabile.

Quella visione bastò per eccitare la fantasia di un ragazzo di 17 anni che vive quasi continuamente con il cazzo in erezione, infatti dopo aver rifiutato un succo di frutta le chiesi dove potevo andare a cambiarmi per evitare che potesse accorgersi della mia erezione che stava diventando davvero vistosa, comunque qualcosa doveva aver immaginato perché mentre m’indicava il garage aveva un sorriso malizioso e mentre le passai vicino la sua mano mi sfiorò il sedere, non so dire se quel gesto fu casuale o meno ma penso sia inutile stare a descrivere la reazione che quel tocco provocò in me, un aumento istantaneo della mia erezione.

Appena rimasi solo in garage ne approfittai per masturbarmi perché non potevo andare in piscina in quello stato, e poi io e Roberto li dentro c’eravamo masturbati svariate volte vivendo fantasie perverse sulla madre e sulla sorella quindi mi sentivo un pò a casa mia.

Mentre cominciavo a toccarmi pensavo a tutte le voci che giravano in paese riguardo le performance sessuali della Signora Anna con i molteplici partner che gli si attribuivano, e immaginavo d’essere io l’oggetto delle sue attenzioni.. certo non pensavo che da li a poco questo mio desiderio si sarebbe avverato, infatti poco dopo sentii la sua voce:

– certo che è un peccato sprecare quel ben di dio cosi…

Potete immaginare l’effetto di quella voce su di me…rimasi come paralizzato e cominciai a balbettare qualche parola senza senso.

Lei si avvicinava sempre più e continuava a sorridere, lo stesso sorriso che aveva mentre mi accompagnava in garage.

– Cosa c’è? Ti vergogni? Sapessi quanti ne ho visti e devo dire che non sei per niente male per la tua età ,cosi è questo che fate tu e Roberto quando venite qui dentro..

– A volte si..

– E a cosa pensate per eccitarvi?

Non sapevo cosa rispondere e cosi preferii dire la verità.

– Spesso a lei

– Ah ma bravi, ma ora che sono qui cosa vorresti fare?

Dentro di me vivevo tutta una serie di emozioni, ma la piu’ forte era senz’altro l’eccitazione. Non sapevo bene cosa fare ne cosa dire, infatti rimasi in silenzio, fermo con i boxer abbassati e il cazzo di fuori ma fortunatamente lei mi tolse di impaccio semplicemente prendendolo in mano. La sensazione di quella mano affusolata e morbida che stringeva il mio cazzo mi stava facendo girare la testa, non tanto per l’atto in se ma quanto perché era il realizzarsi di un sogno che durava da quando ero bambino.

– Dai tanto Roberto non tornerà prima delle 19:00 ha avuto un impegno improvviso con dei compagni di scuola.

Dentro di me pensai: – Cristo che troia ha fatto tutto di proposito..

e allora mi lasciai andare.

Ho voglia di soddisfare le tue fantasie, cosa vuoi che ti faccio?

Chiese Anna con una voce molto sensuale e calda.

– Vorrei che mi facesse un bocchino signora.

– Si anche io voglio sentirti in bocca.

e cosi si inginocchiò e cominciò a dare dei piccoli colpi di lingua sulla cappella alternati a lunghe passate sull’asta, emettendo dei mugolii che uniti alla sua faccia da porca forse mi eccitavano più dell’atto in se.

Ad un certo punto si fermò perchè voleva che le restituissi il piacere, cosi la vidi completamente nuda ed io rimasi estasiato dal suo fisico mozzafiato che non tradiva per niente i quasi 40 anni di età, e mettendosi seduta su delle casse mi disse: – dai porco fammi vedere se sai usare quella lingua, fammela sentire tra le gambe..

A quel punto la stupii e a dire il vero rimasi stupito anche io dal mio comportamento perchè mi inchinai e dopo aver preso un suo piede cominciai a baciarlo ,a leccarlo e questo mi eccitava da morire, mi faceva sentire completamente assoggettato alla mia regina, anche a lei questo non dispiaceva, anzi disse :- si leccami i piedi, mio schiavo’inebriati del mio odore’

Capitolo II

Quella frase ebbe l’effetto di farmi eccitare ancora di piu’, infatti era una delle mie fantasie erotiche ricorrenti quello di dare piacere ad una persona donandogli tutto me stesso, assecondare i suoi desideri eseguendo i suoi ordini, riuscendo addirittura ad anticiparli, ed essere punito per ogni disubbidienza, ed ora quella bellissima donna, mi prospettava la possibilità di realizzare questo mio desiderio di sottomissione. Mi ordinò di salire con la lingua, e cosi mi ritrovai con il viso tra le sue cosce , e mentre allargavo le labbra della sua fica mi ritrovai inebriato dal suo odore e cominciai a leccarla, giuro che non avrei smesso per nessun motivo, lei mi guidava la testa premendo o spostandola e indicandomi cosi dove le piaceva essere leccata, quando le infilai la lingua dentro emise un gemito ma poi mi blocco la testa con le mani e cominciò a inondarmi il viso con il suo piscio, e io mi ritrovai a bere quella pioggia dorata maledicendomi per ogni goccia che facevo cadere, non sò spiegare il piacere che mi diede quell’atto, ma avrei voluto che il suo piscio non finisse mai, a quel punto cominciò a dirmi che sarei stato il suo schiavo e che mi avrebbe fatto godere come una troia, poi mi ordinò di inginocchiarmi, e presa una corda da un cassetto mi legò le mani dietro la schiena cosi strette da farmi male e cominciò ad infilarmi un dito nel culo; questa pratica la avevo già fatta molte volte mentre mi masturbavo ma quello che venne dopo fù tutta un’altra storia.

Mentre Anna faceva questo mi diceva che ero molto meglio di quello che aveva sperato da principio, ero un masochista nato e lei mi avrebbe educato con vero piacere, e devo dire che il piacere sarebbe stato anche il mio.

Dopo un pò sentii una forte pressione e capii che quello che stava infilando non erano dita ma qualcosa di piu’ grosso e di unto ma ormai il piacere aveva superato di gran lunga il dolore infatti stavo davvero mugolando come una porca in calore, e avrei voluto che quel piacere si prolungasse all’infinito. Non so quanto tempo stette ad infilarmi quel coso nel culo ma dopo un pò il piacere lasciò il posto ad un certo fastidio, ma la mia padrona sembrò accorgersene e smise.

– Sei stato bravo..

disse mentre mi slegava

– grazie mia regina

– sai mi ha eccitato fotterti il culo ora vieni qui e mettimelo dentro, ma non prendere l’abitudine, questa è solo una ricompensa per la tua disponibilità..

Cosi cominciai a pomparla sempre piu’ velocemente e lei mi infilava le unghie nella schiena, mi aveva aperto dei veri e propri solchi da cui sgorgavano rivoletti di sangue, la sentivo godere, e sentivo la sua fica contrarsi sul mio cazzo che la penetrava sempre piu’ velocemente, poco dopo raggiungemmo insieme il piacere ed io le venni addosso, allora lei mi ordinò di leccarla, di pulirla per bene bevendo il mio stesso seme dal suo corpo, era la prima volta che assaggiavo la mia sborra, ma per nessun motivo al mondo avrei disubbidito alla mia padrona, e cosi cominciai a leccarla e credo proprio che non dimenticherò mai quel gusto un po’ salato ma cosi eccitante.

Mi chiese se mi era piaciuto ed io risposi in tutta sincerità che avrei voluto rivederla al più presto, lei sorridendo mi disse che non ci sarebbero stati problemi se avessi accettato in pieno il mio ruolo, mi ritrovai cosi a giurargli fedeltà, le dissi che sarei stato il suo cucciolo fedele.

Capitolo III

Mentre tornavo a casa continuavo a pensare a ciò che era successo quel pomeriggio, anche perché avevo un dolore al culo che rendeva impossibile dimenticare .

Ero uno schiavo e questa mia condizione di sottomissione mi eccitava e mi rendeva felice, Anna mi aveva detto che questo era solo l’inizio e che avrebbe pensato lei alla mia educazione ed io non vedevo l’ora di diventare per lei il miglior schiavo che si potesse desiderare.

Ma il pensiero di aver fatto certe cose con la madre di un mio amico, anzi del mio migliore amico, se da una parte mi eccitava dall’altra mi faceva stare male perché mi sembrava di aver tradito la sua fiducia.

Questi miei pensieri furono interrotti dell’insistente squillo del mio cellulare, risposi ed era proprio Roberto che si scusava per avermi dato buca quel pomeriggio e per non avermi avvisato, ma aveva dimenticato il telefonino a casa. Visto che l’indomani sarebbe partito con la sorella per un viaggio a Londra per farsi perdonare mi avrebbe volentieri invitato a cena e naturalmente io accettai subito anche perché ogni volta che andavamo a cena fuori tra un bicchiere ed un altro finivamo inevitabilmente per ubriacarci e divertirci un mondo. Poi avevo un altro motivo per essere contento, se Roby e la sorella partivano significava che la madre sarebbe stata a casa da sola e avrebbe avuto tutto il tempo di educarmi. Infatti non passò molto che squillò nuovamente il telefono ed appena risposi sentii la stupenda ed eccitante voce della mia padrona che mi convocava per l’indomani mattina alle 10:00. Da ora in poi il nostro rapporto sarebbe stato sempre basato sulla mia completa disponibilità ad ogni desiderio della mia Signora, comunque io accettai immediatamente e ricevetti come risposta una risata che non lasciava presagire niente di buono, ma ormai ero pienamente conscio del mio ruolo e nulla al mondo mi avrebbe impedito di soddisfare la voglia di potere di Anna.

La serata proseguì come previsto tra dell’ottimo pesce e un buon vino bianco frizzante cosi verso le 23:00 ci ritrovammo abbastanza brilli in macchina sulla via del ritorno e Roberto cominciò a raccontarmi che nel pomeriggio aveva visto la sorella masturbarsi in camera sua e non aveva saputo resistere alla voglia di masturbarsi a sua volta spiandola, alle mie domande rispondeva con una descrizione molto dettagliata delle espressioni e dei gesti che mi sembrava di vedere la sorella intenta a godersi il suo piacere solitario ma ancora di più mi eccitava immaginare Roberto che si tirava una sega guardandola.

Anche Roberto si stava eccitando parlandone infatti vedevo l’erezione crescere nei suoi pantaloni e provai l’irrefrenabile istinto di toccarlo, lui rimase interdetto ma forse per i fumi dell’alcool o forse perché anche lui lo voleva mi lasciò fare, fermò la macchina in una stradina e mi chiese cosa volessi fare:

– Roberto ho voglia di te..

– Ma dai.smettila..

fu la sua risposta ma vedevo la voglia di sesso dipinta sul suo viso, e sapevo che il suo rifiuto faceva solo parte della sua immagine di Macho cosi continuai a toccare il suo cazzo ,che sapevo molto bello, da sopra i jeans, cosi facendo lo sentii mugolare e dire :

– Ok, prendimelo in bocca..

Io non aspettavo altro e appena gli ebbi slacciato i pantaloni lo tirai fuori e già si ergeva in tutto il suo turgido splendore, cosi cominciai un lavoro di bocca ripetendo i gesti che quello stesso pomeriggio sua madre aveva fatto su di me, mentre lo leccavo lo sentivo gemere di piacere, e mi eccitavo da pazzi mentre lui mi diceva:

– Cristo se sapevo che eri cosi bravo te lo avrei fatto ciucciare prima, sei più bravo di una troia

– Dai continua ora leccami le palleche tra poco ti verrò in faccia

Io assecondavo tutto quello che mi diceva aspettando il suo getto sul mio viso non vedendo l’ora di bere tutto quello che mi avrebbe dato.

E finalmente eccolo schizzare tutto il suo piacere sul mio viso, uno due, tre schizzi che caddero sulle mie labbra ed io da vera troia mi preoccupai subito di pulirgli la cappella da tutti i residui.

A quel punto Roberto disse :

– Grazie, hai scelto un bel modo per augurarmi buon viaggio e buone vacanze ed io ti voglio ringraziare a mia volta.

e detto questo mi baciò e mentre gli restituivo il bacio lui infilava la mano nella mia tuta stringendola intorno al mio cazzo che era già al massimo della sua erezione. A quel punto lo fermai ma solo per liberarmi dei pantaloni della tuta e della polo per rimanere nudo vicino a lui.

– dai Roberto assaggialo, ha un buon sapore sai..

leggevo nei suoi occhi l’irrefrenabile voglia di trasgressione che io stesso stavo imparando a conoscere cosi bene e infatti lo vidi abbassarsi e lambire i miei capezzoli con la lingua, poi lo sentii scendere e seguire con la lingua il disegno dei miei addominali.

Mi sentivo strano prima di quel giorno non avrei mai fatto una cosa simile, ma l’esperienza avuta con Anna mi aveva cambiato profondamente, mi aveva insegnato a vivere la mia sessualità per quello che è senza tabù e falsi pudori che troppo spesso ci precludono le strade del piacere.

Capitolo IV

Quella mattina aspettavo con ansia la chiamata di Anna, sapevo che era a casa da sola perchè Roberto e la sorella sarebbero partiti la mattina presto per Londra e lei avrebbe avuto tutto il tempo di educarmi e io da parte mia sarei stato uno studente modello.

Avevo paura che si fosse già stancata di me ma non fu cosi, infatti fui convocato a casa sua per mezzogiorno, la sua voce aveva un tono autoritario e duro mentre mi ordinava di raggiungerla a casa sua, ma per me era la musica più melodiosa che esistesse.

Appena entrai la vidi e rimasi abbagliato da lei, era stupenda vestita di pelle nera e indossava delle scarpe altissime che mi facevano venire le vertigini solo a vederle, e stringeva in mano un frustino con il quale mi colpì violentemente gridandomi:

– cosa hai fatto ieri sera?

– lo sai, sono andato a cena con Roberto.

– e dopo cena? vi ho sentiti in macchina, era partita una chiamata dal cellulare di Roberto. .cosi ti è piaciuto sbocchinare mio figlio e farti inculare?

si è stato molto bello’

preferii dire la verità intuendo che la mia Padrona era in vena di punizioni.

– merda.. ora sarai punito per aver goduto con mio figlio e per averlo portato sulla strada del vizio.

e dicendo cosi mi colpì nuovamente sulle gambe con quel frustino che sarebbe diventato uno dei nostri inseparabili compagni di giochi.

Mi ordinò di spogliarmi e mi legò le braccia dietro la schiena costringendomi in ginocchio con la testa che toccava il pavimento in modo che il mio culo fosse completamente esposto alla sua furia, e cominciò a colpirmi con il frustino sempre più violentemente, il senso di vertigine aumentava e sentivo chiaramente le mie carni gonfiarsi e spaccarsi sotto quei colpi e mi ritrovai a chiedere insistentemente di essere punito per la mia voglia di cazzo, ad implorare la mia Signora di infliggermi altre e più dolorose punizioni.

Dopo qualche altro colpo Anna si fermò e spingendo con il suo superbo piede sul mio viso mi fece cadere sulla schiena e cominciò a calpestarmi con i suoi tacchi acuminati che si infilavano nella mia carne.

Poi come si era manifestata la sua furia si placò, e capii quello che devono provare i marinai quando sentendosi impotenti durante una tempesta questa si placa di colpo

– Questa è la punizione per esserti giaciuto con mio figlio, ora alzati e seguimi che devo cominciare ad educarti.

Ubbidii immediatamente e segui adorante la mia padrona sulle scale che sapevo condurre alle stanze da letto;

Una volta giunti nella sua stanza mi liberò le braccia ma soltanto per legarmi sul letto con le braccia e le gambe vincolate alle spalliere, e in questa posizione ricevetti la mia prima lezione, durante i nostri incontri io avrei sempre chiamato Anna ” PADRONA” ed avrei sempre e comunque eseguito i suoi ordini e i suoi desideri, io di questo ero felice perchè appagava appieno il mio spirito masochista.

Poi la vidi spogliarsi lentamente e la visione del suo corpo con indosso soltanto gli autoreggenti mi eccitò da matti e vidi la mia erezione ergersi in tutto il suo imperioso vigore.

Poi la mia Signora e Padrona si sedette sul mio viso e premeva il suo meraviglioso sesso sulla mia bocca ed io avevo difficoltà a respirare ma credo che in quel momento fossi ad un passo dal Paradiso, poi la vidi prendere qualcosa dal comodino e con mio grande piacere vidi che era una candela e capii immediatamente cosa stesse per succedere, la vidi accendere quel cero e mentre aumentava la pressione del suo sesso sulla mia bocca fece cadere gocce di cera bollente sul mio petto, sui miei addominali e io sentivo chiaramente la carne bruciare e poi raffreddare diventando tutt’uno con la cera, stavo vivendo un sogno in cui piacere e dolore si univano in un trionfo di emozioni e non riuscivo a capire se era il piacere a fare male o era il dolore a farmi godere. La mia lingua stava esplorando la mia padrona ,la sentii gemere, sentii crescere il suo piacere e sentii quel gemito diventare un urlo, e anche io stavo godendo perchè il Suo piacere sarebbe stato anche il mio.

Si fermò e dopo avermi sciolto mi disse:

– per oggi basta cosi, vattene via.

Io sebbene a malincuore esegui il suo ordine, consapevole che fino alla prossima convocazione avrei vissuto in uno stato di apatia perché solo insieme alla mia Padrona la mia vita di schiavo acquistava un senso.

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