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Racconti Erotici Etero

La mia inquilina, una prof universitaria – Sesta parte – Epilogo

By 16 Aprile 2023No Comments

Erano ormai 6 mesi che Cristina abitava da me ed io mi ero abituato alla sua compagnia, alla sua presenza eccitante ed al suo carattere imprevedibile.
La primavera era alle porte e si manifestava con giornate soleggiate e tiepide, questo aveva comportato, da parte della prof, un cambiamento nel suo abbigliamento casalingo.
Ora girava sempre con shorts ridottissimi ed aderenti, t-shirts che le arrivavano sì e no all’ombelico, immancabilmente senza niente sotto, a piedi nudi.
Tutto ciò metteva a dura prova il mio sistema ormonale; vedermela attorno sempre seminuda, mi provocava delle erezioni monumentali.
Dalla indimenticabile sera del mio compleanno avevamo rifatto sesso, non posso dire all’amore, altre due o tre volte, ma era stato sempre come un soddisfacimento delle nostre esigenze ormonali, non un atto con trasporto sentimentale, almeno da parte sua.
Quella mattina ero stato dal barbiere e ne ero tornato piuttosto triste e capirete il perché.

Me ne sto seduto sul divano, pensieroso, aspettando con ansia il suo ritorno.
Quando sento la porta di sotto chiudersi, mi affaccio sulle scale e la chiamo:
-“Cristina, ciao, quando hai fatto sali, per favore, devo parlarti, è importante”.
Dopo pochi minuti la sento salire le scale; non si è cambiata, indossa ancora i pantaloni del tailleur e la camicetta con cui è andata all’università.
Ho abbandonato il divano e mi sono seduto al tavolo del salone.
-“Che succede?” – mi chiede preoccupata, mentre si siede davanti a me.
-“Niente di veramente grave. Stamane sono stato dal barbiere,” – comincio – “sai che gli avevo chiesto d’informarsi se c’erano appartamenti liberi da affittare per te, ebbene oggi mi ha detto che ce ne sono due. Uno proprio in centro storico, l’altro in zona Le Fonti, un po’ fuori, ma più moderno. Mi ha dato i numeri telefonici dei proprietari, ecco qua” – e le porgo, attraverso il tavolo un post it con i numeri.
Lei lo prende, lo guarda ed alza gli occhi, dritti nei miei,
-“Ti sei stancato di avermi qui? Vuoi che me ne vada?”
-“Ma che dici!!!” – esclamo – “Non dire stupidaggini. Sono contentissimo che tu abiti con me, ma sei tu che hai sempre detto che cercavi una soluzione indipendente”.
Continua a guardarmi con occhi penetranti, come se volesse entrare nei miei pensieri.
-“E se ti dicessi che ho cambiato idea?”
La fisso stupito.
-“Ebbene sì. Sto bene qui, la stanza è comoda, forse solo un po’ piccola per lavorarci, ma mi sono abituata e poi sto bene con te”.
Continuo a fissarla inebetito.
-“D’altronde è già da un pezzo che non cerco più dove andare, ho anche revocato da più di due mesi il mandato alle agenzie”.
Sono sempre più sorpreso.
-“Quindi, a meno che tu non voglia che io vada via e ti liberi la stanza, avrei deciso di restare qui”.
-“Ma… Ma stai scherzando?” – balbetto – “Certo che voglio che resti!! La tua presenza ha riempito la mia vita. Non vorrei perderti per nulla al mondo, né come inquilina, ne come amica”.
-“Bene, allora, io resto, anche perché, dove lo trovo un padrone di casa come te,” – dice sorridendo – “che mi prepara la cena, pulisce, anche se occasionalmente e mette in ordine la mia stanza e, perché no, soddisfa molto bene i miei bisogni sessuali”.
Poi con voce ferma aggiunge:“Ma facciamo dei patti chiari”.
La guardo perplesso.
-“No, non parlo dell’affitto, mi sta più che bene ed, anzi, continuerò a pagarlo. Però da ora in poi io contribuirò alla spesa del mangiare, il weekend la cucina sarà mia, cucinerò io per entrambi e se decidiamo di andare a mangiare fuori, pagheremo una volta ciascuno, a meno che non si tratti di un’occasione particolare”.
-“Ora vuoi fare la femminista indipendente?” – dico scherzando.
-“No, ma non voglio neanche fare la mantenuta. Ti sta bene come patto?”
-“Certo, facciamo come vuoi tu”.
-“Bene allora non ci resta che suggellarlo”.
-“Ok” – ed allungo la mano attraverso il tavolo per stringere la sua.
-“Ma no,” – dice sorridendo ed alzandosi – “non con una stretta di mano”.
Gira intorno al tavolo e viene a sedersi sulle mie gambe.
Mi prende la testa tra le mani ed appoggia le labbra sulle mie:” Con un bacio”.
Le sue labbra sono calde, dischiuse, la sua lingua saetta verso le mie, ancora chiuse per la sorpresa.
Dischiudo anch’io le labbra e le nostre lingue s’incontrano ed iniziano a danzare insieme.
Le cingo i fianchi e continuiamo a baciarci a lungo.
La sua lingua, il sapore della sua saliva, sono per me un elisir inebriante, afrodisiaco e non tardo ad eccitarmi ed il mio membro s’indurisce nei pantaloni.
Cris cambia posizione e si mette a cavallo delle mie gambe, pube contro pube.
-“UUaaoohh, già in tiro?” – mi sussurra sulle labbra.
Non posso rispondere perché lei mi chiude di nuovo la bocca con la sua.
Si sistema meglio e inizia una danza sfregando il suo inguine contro la mia erezione.
Le mie mani risalgono sul suo corpo fino ai seni, che trovo racchiusi in un reggiseno!!!
-“Proprio oggi doveva metterlo!!!” – penso stupito.
Lei sente l’esitazione delle mie mani e mi sussurra:”Che c’è? Ti dispiace che lo hai trovato?”
-“Un po’ sì” – rispondo sussurrando anch’io.
-“Rimediamo subito. Vieni” – così dicendo si alza, mi prende per mano e mi fa sedere sul divano.
Inizia un languido spogliarello davanti ai miei occhi, avidi di vedere il suo corpo.
Pezzo dopo pezzo i suoi abiti volano via finché rimane completamente nuda.

-“Così va bene?”
Non posso rispondere, ho la gola secca; la mia eccitazione è al massimo.
-“Ora tocca a te” – mi dice accoccolandosi accanto, sul divano.
Faccio per alzarmi, ma lei mi blocca.
-“Fermo, faccio io”.
Inizia a spogliarmi, scarpe, pantaloni, maglioncino fino a che resto anch’io nudo.
Si posiziona in mezzo alle mie gambe, prende in mano la mia asta turgida ed inizia un lento massaggio, mi guarda sorridendo, si abbassa ed avvicina la bocca al cazzo.
Comincia a farmi un magnifico pompino.
Lecca tutta l’asta, poi mi titilla il buchetto, poi tutto il glande e infine lo mette tutto in bocca.
Si muove velocemente ingoiando tutta l’asta fino alle palle, rimanendo ferma così con il cazzo in gola per alcuni istanti, poi ricomincia, poi scende e con la lingua mi carezza lo scroto e pian piano scende verso l’ano stimolando la zona intorno.
Va avanti in questo modo per dieci minuti abbondanti.
Sono prossimo all’orgasmo e glielo dico.
Lei non vuole farmi ancora venire, quindi smette.
-“Così mi fai prendere freddo” – dico scherzando; invece sono tutto un bollore.
-“Ti riscaldo io”.
Versa un’abbondante dose di saliva sull’asta, poi si alza e si mette a cavallo con le cosce che stringono le mie.
Impugna il cazzo rigido con una mano e lo punta contro la figa.
Vedo la cappella che le dilata le grandi labbra, facendosi strada, lei scende lentamente con il bacino ed inghiotte il cazzo dentro la sua figa.
Si ferma, completamente impalata e dalla gola le esce un rantolo gutturale:”Aaagghh”.
Ho le sue tettine davanti agli occhi, turgide, i capezzoli sono dritti e duri, mi avvicino e ne prendo uno tra le labbra e comincio a succhiarlo.
La sento fremere ed ansimare; è eccitata sul serio.
Comincia a muoversi avanti e indietro, si alza e si abbassa ritmicamente, è lei che gestisce la scopata, io sono lì, disteso, con la sua tetta tra le labbra.
Ad un certo punto, decido di prendere l’iniziativa, l’afferro ai fianchi, inizio a spingerla in giù mentre con il bacino mi sollevo e le infilo il cazzo dentro, con vigore, a colpi, secchi e profondi, dentro e fuori, in alto, lasciando solo la punta dentro, poi giù di colpo, fino in fondo.
Resta un attimo a bocca aperta, come senza fiato, poi ad occhi chiusi emette un flebile lamento.
-“Ooohhh… finalmente… ooohhh come ti sentooo… mi stai sfondando, ma mi piace… continua, mi fai godere… ooohhh”.
Continuo così; fermandomi ogni tanto, tenendola sollevata, solo la cappella dentro, la sua figa aperta, poi inizio a calarla sul cazzo, rapidamente man non troppo, per farle gustare meglio la penetrazione.
Passo una mano dietro il suo culo e con un dito comincio, prima a titillare il suo buchino, poi lo penetro, continuando a scoparla.

La doppia penetrazione la manda in estasi.
-“Ooohhh sììì… così… quanto è bellooo… continua… Oddioo come mio piaceeee”.
Non ho la più pallida idea per quanto vado avanti, di colpo sento il cazzo stretto dalle pulsazioni della sua passera, inizia a tremare, mi afferra le spalle con le mani e, giù, con tutta l’asta ben piantata dentro il suo corpo, rimane immobile, mentre la sua figa si contrae ritmicamente nell’orgasmo.
-“Oddioooo…vengo…vengooooo… oohh come godooo…”
È troppo anche per me, esplodo pure io, sento lo sperma uscire dal mio cazzo e, ben a fondo dentro di lei, le annaffio l’utero con una copiosa sborrata.
-“Sììì … anch’io sto venendooo… eccolo… ti riempoooo…”
Restiamo abbracciati, uno dentro l’altra per alcuni minuti, riprendendo fiato.
Cris solleva il viso dalla mia spalla, sorridendo.
-“Bene, penso che per suggellare il nostro patto questo valga più di una firma”.
-“Confermo”. – dico ridendo e poi seriamente – “Ti amo”.
-“Hei, calma, abbiamo fatto un patto di coabitazione; io non ho parlato di amore. Ora ho fame, vado a lavarmi e poi ceniamo” – e si solleva, con una mano tra le gambe per trattenere lo sperma, corre in bagno, lasciandomi, lì, interdetto a riflettere sulle sue parole.
Dopo un’oretta torna su per la cena.
-“UUhhmm, ho una fame!! Cosa hai preparato?”
-“Spiedini di pesce ed insalata di patate, ti aggrada?”
-“Certo, lo sai che adoro il pesce, ho già l’acquolina”.
Si siede a tavola ed io servo la cena.
Cristina è una buongustaia, le piace di tutto e mangia con gusto, è un piacere vederla mangiare.
Alla fine, mentre sbuccia una mela, mi dice:
-“Sai, ho pensato che, visto che ho deciso di rimanere, volevo andare da IKEA e comprare una libreria per sistemare meglio mi miei libri. Che ne pensi?”
-“Non è una cattiva idea, ma dove la metti? Non c’è posto”.
-“Pensavo di spostare la scarpiera sotto le scale e mettere la libreria al suo posto”.
-“Ma così avrai i libri vicino alla porta e la scrivania alla finestra, un po’ scomodo, non credi?”
-“Invece” – continuo – “ti propongo un’altra soluzione. Perché non vieni a lavorare quassù, nello studio? Avresti tutto il posto che vuoi per i libri ed a portata di mano”.
-“E tu? Come farai, se io occupo lo studio?”
-“Beh, ormai non lo utilizzo più molto e poi tu rientri sempre nel pomeriggio tardi, quindi ho quasi tutta la giornata per utilizzarlo e se devo lavorare al computer, come vedi, lo faccio sempre qui sul tavolo col portatile”.
-“Ok allora, se per te va bene, accetto volentieri. Il prossimo weekend faccio il trasloco dei libri”.
La serata continua così, continuiamo a parlare e bere qualche bicchiere di vino.

Mi sono un po’ dilungato raccontando momenti di vita che non hanno niente di erotico, ma secondo me, sono importanti per capire la relazione, sempre più importante, che, oltre al sesso, si stava instaurando tra noi.

È venerdì sera, Cris è rientrata prima.
Dopo avermi salutato, la sento che sta facendo una doccia.
Quando sale indossa dei jeans neri, aderentissimi e una t-shirt rosa.
Dopo un fuggevole bacio, si dirige verso lo studio dicendo:”Voglio preparare le lezioni per lunedì questa sera, così avrò il weekend libero” – e si chiude dentro.
Riappare dopo un paio d’ore, sono quasi le 9.
Io, intanto, ho apparecchiato la tavola e la sto aspettando per cenare.
-“Scusa, stasera dovevo cucinare io, ma ora ho terminato e sono libera per tutto il fine settimana”.
-“Non ti preoccupare, ho preso tutto in rosticceria: vitel tonné, asparagi e creme caramel, il tutto annaffiato con uno Chardonnay ben fresco. Va bene?”
-“Fantastico. Ho una fame!!”
Mentre mangiamo, le chiedo:
”Visto che ti sei liberata, ti andrebbe, domani, di passare una giornata alle terme?”
-“Oh sì. È da tanto che non vado alle terme, praticamente da quando mi sono trasferita. In Piemonte, con mio marito, ci andavamo spesso”.
-“Bene, allora dopo cena prenotiamo”.
Finita la cena, ci mettiamo al computer e sul sito dello stabilimento termale, prenotiamo un pacchetto giornaliero per due: piscina, sauna, percorsi benessere e per lei massaggio ed trattamento estetico.

La mattina dopo ci dirigiamo allo stabilimento termale.
All’ingresso ci riceve una ragazza molto carina, la quale dopo averci spiegato i regolamenti interni, ci affida ad una collega che ci accompagna agli spogliatoi, dove ci consegna accappatoi e asciugamani, nonché, per Cris, gli orari per il massaggio ed trattamento estetico.
Dopo esserci cambiati ci ritroviamo nel salone della piscina interna.
Cristina indossa un bikini bianco, con reggiseno senza spalline e uno slip che, quando si gira, ha la parte posteriore così ridotta che s’infila tra le sue chiappette, mettendole in bella mostra.
È sexy da morire e vedo che molti sguardi maschili puntano su di lei.
Ci caliamo nelle acque calde e accoglienti delle terme e ci lasciamo andare per una decina di minuti al tepore dell’acqua che ci accoglie, rilassando ogni muscolo.
Poi lei inizia a nuotare in giro per la piscina, perlustrandola e parlando con gli altri bagnanti.
Io invece me ne sto sdraiato nell’acqua, sono eccitato dal suo corpo avvolto in quel costumino.
Quando torna, inavvertitamente, sfiora con la mano il mio pene, durissimo, sotto la stoffa leggera del costume.
Mi guarda sorpresa, ma anche compiaciuta e sorride.
Sorrido anch’io ammiccando.
Si mette davanti a me ed allunga una mano in cerca di quella cosa che poco prima aveva sentito così dura.
Me lo accarezza sorridendo e con l’altra mano prende a massaggiarmi i testicoli.
La mia eccitazione sale alle stelle ed il mio membro aumenta di dimensioni, tanto che la cappella fuoriesce in alto dal costume.
Sono imbarazzato, qualcuno potrebbe vedere i suoi maneggi nell’acqua limpida e la mia erezione, ormai quasi a nudo.
-“Dai smettila, possono vederci”.
-“Perché t’importerebbe tanto?” – e ridendo si getta indietro nell’acqua allontanandosi.
-“Che stronza!!” – penso cercando di calmarmi.
Dopo un po’ ritorna e mi dice:”È ora del massaggio e del trattamento per me”.
-“Ok, io rimango un altro po’ qui, poi vado alla sauna con idromassaggio, puoi trovarmi lì”.
-“Ci vediamo dopo” – e si solleva per uscire dalla piscina, mostrandomi il suo culetto separato in mezzo dal costume arrotolato.
Dopo circa un’ora, sono allungato dentro l’idromassaggio, la porta si apre e Cris appare.
Alzo una mano per richiamare la sua attenzione.
Si dirige verso di me e si lascia scivolare nell’acqua calda e ribollente.
-“Com’è andata?” – domando.
-“Benissimo, la massaggiatrice era molto brava, anche meglio di te” – risponde.
-“Ah, grazie” – ribatto ironico.
-“Non essere sciocco, il massaggio di una donna è diverso; sapeva dove toccare i punti giusti e massaggiarli con dolcezza”.
-“Non mi dire che ti sei eccitata!!”
-“Ebbene un po’ sì e lei doveva essersene accorta, dovevo anche piacerle, perché ad un certo punto il massaggio è diventato una lunga serie di carezze su tutto il mio corpo”.
-“Uuaaoohh e perché non ti sei lasciata andare?”
-“Perché non sono lesbica”.
-“Guarda che non è così.” – ribatto – “Una lesbica è una donna che è attratta solo dalle altre donne. Chi si concede, ogni tanto qualche distrazione con un individuo dello stesso sesso, al massimo, può essere considerato bisessuale e tutti lo siamo un po’”.
-“Vuoi darmi lezioni di semantica?” – mi ribatte ridendo – “Guarda che la professoressa sono io”.
Lascio cadere il discorso e mi riallungo nell’acqua.
Lei scivola verso di me e si allunga sul mio corpo, mettendomi una mano sul membro.
-“Resta il fatto che il mio corpo è, ora, in subbuglio e non so come calmarlo” – mi sussurra sulle labbra.
Il mio cazzo reagisce subito al suo tocco, indurendosi.
Nella sala siamo soli, ciononostante le chiedo:”Che vuoi fare? Può arrivare qualcuno”.
-“E chi se ne importa” – e prende a segarmi da sopra il costume.
Quando il mio cazzo raggiunge una consistenza che le piace, mi fa allungare sul sedile della vasca, si mette a cavallo su di me, con una mano me lo estrae dal costume, con l’altra scosta il cavallo dello slip e se lo struscia tra le labbra, quando trova il punto giusto, si piega sulle ginocchia e se lo fa scivolare dentro.
-“Aaahhh!!” – un lungo gemito accompagna la penetrazione.
La sua figa è bollente come l’acqua che ci circonda e mi avvolge completamente.
Solleva i piedi dal fondo ed il membro sprofonda in lei fino alla radice.
-“Aaahhh sììì… cosììì… finalmente!!” – rantola.
Con le mani le afferro le chiappe per tenerla, lei approfittando della leggerezza dei corpi in acqua, mi mette le mani sulle spalle e comincia ad ondeggiare, su e giù, lentamente, come se volasse.
Va avanti così per diversi minuti, portandomi al limite della resistenza.
-“Sto per venire”- le dico nell’orecchio.
-“Noo, aspettami, ci sono quasi anch’iooo”.
Proprio in quel momento la porta si apre ed una coppia entra nella sala.
-“Non ti muovere… ci sono quasi… sto godendooo” – mi dice nell’orecchio.
La coppia ci guarda perplessa:”Buongiorno” – fa lui sorridendo.
Io ammicco, in risposta con la testa.
Proprio in quel momento sento la figa di Cris pulsare e le sue contrazioni mi portano velocemente all’orgasmo.
Lei mette la testa sulla mia spalla e affonda i dentini nella carne, per non gridare.
-“Mmmhhh” – mugola, mentre io le riverso nel ventre tutto il mio seme.
Quando l’orgasmo le scema, mi lascia finalmente la spalla; non so se mi ha morso a sangue!!
Con un movimento fluido si sfila il cazzo dalla figa, sistema bene il cavallo dello slip e si siede accanto a me.
-“Buongiorno”. – fa rivolta alla coppia, ansimando.
-“Buongiorno.” – risponde la donna sorridendo – “Bella performance”.
E ridiamo tutti assieme.

L’indomani mattina uscii presto.
Lei dormiva serenamente nel mio letto, dopo l’intensa giornata di ieri.
Andai al porto, dove possiedo un piccolo cabinato.
Trafficai un po’ sulla mia barca, poi, approfittando della bella giornata, uscii per un giretto in mare.

Rientro a casa verso mezzogiorno.
Cris sta trafficando ai fornelli.
-“Buongiorno. Che buon profumo! Cosa prepari di buono?”
-“È una sorpresa, a tavola lo scoprirai” – risponde un po’ freddamente.
Mi avvicino dietro di lei, le cingo i fianchi e le chiedo nell’orecchio:“Che succede?”
-“Niente”.
-“Mah, sei così tesa. Qualcosa ci dev’essere. Ho forse fatto qualcosa di male?”
-“Non sono arrabbiata, solo un po’ delusa. Credevo che stamattina, dopo quello che è successo ieri, mi avresti aspettato,e fossi rimasto con me. Invece te ne sei andato per i fatti tuoi, come se io non esistessi. Sei stato scortese, il che non è da te”.
-“E va bene, hai ragione, mi sono comportato male, scusami ti prego, però ora non fare così, non sopporto questa tua aria fredda e distaccata”.
Si gira tra le mie braccia e mi guarda negli occhi.
-“È la prima volta che ti comporti così e non mi è piaciuto”.
-“Hai ragione, scusami ancora, ti giuro che non mi muoverò più di casa senza di te”.
Si mette a ridere e, prima che si volti verso i fornelli, le stampo un bacio sulle labbra.
Si gira, ancora ridendo e continua a cucinare.
Nel pomeriggio sono sul divano che guardo la tv e lei è di sotto a riordinare le sue cose.
Quando viene su mi fa:“Se non sei troppo impegnato, mi aiuti a portare i miei libri di sopra nello studio?”
-“Certo, però togliti quei pantaloncini” – come al solito è in short e t-shirt.
-“Mi vuoi nuda?” – dice sorridendo.
-“Magari, ma non riuscirei a lavorare. No, volevo dire che la volta che sei arrivata e ti ho aiutato nella stessa incombenza, avevi degli shorts simili, senza niente sotto, e per tutto il tempo mi hai sbattuto in faccia le tue chiappette e la tua peluria, senza contare le tette libere sotto la t-shit sudata. Mi hai messo in uno stato di eccitazione tremendo”.
Ride di gusto:” Ok, mi vestirò in maniera più consona, Ora, però, cominciamo”.
Quando torna su con il primo fascio di libri, ha sostituito gli shorts con dei leggins neri che la fasciano come una seconda pelle.
Questo per lei è un abbigliamento consono!!!
Cominciamo il lavoro, lei sempre sulla scala ed io sempre sotto a passarle i libri, con davanti agli occhi le sue chiappette che danzano su e giù.
Finalmente l’ultimo libro è sistemato.
-“A posto, finalmente” – e si accinge a scendere-
-“Aspetta che mi sposto”. – le dico, ma lei continua scendere e dopo l’ultimo gradino mette il piede sul mio e perde l’equilibrio rovinandomi addosso.
Riesco a spostarmi di lato e afferrandola per la vita la sostengo evitandogli di cadere e finire a terra tutti e due.
-“Oohh scusami, grazie, potevo rompermi qualcosa cadendo”.
Ho un braccio intorno alla sua vita e l’altro che la cinge più in alto ha la mano è stretta intorno al suo seno.
-“Sento che comunque i tuoi seni sono sempre in libertà” – dico ridendo per sdrammatizzare.
-“E che il reggiseno mi da fastidio quando lavoro in casa. Ma perché, pensi davvero che ne abbia bisogno?”
-“Assolutamente no.” – rispondo – “Anzi la cosa mi fa un immenso piacere”.
Si gira tra le mie braccia, io la stringo a me e la bacio.
La bacio a lungo e lei risponde appassionatamente vorticando la lingua contro la mia.
Le accarezzo la schiena, scendo con una mano a stringerle una chiappetta e con l’altra continuo ad accarezzarle il seno.
Lei mugola soddisfatta contro le mie labbra e si ammorbidisce tra le mie braccia, stringendosi a me.
Continuiamo a limonare ancora per un po’, poi lei si scioglie e mi sussurra:“È molto bello, ma ora vorrei fare una doccia e poi preparo la cena”.
A malincuore la lascio andare.
Dopo cena, guardiamo un po’ di tv insieme, lei con la testa appoggiata alla mio petto ed io con un braccio attorno alle sue spalle.
Quando decidiamo di andare a dormire le chiedo:
“Dormi con me stanotte?”
Mi guarda, poi risponde:”Va bene, vado a cambiarmi e vengo”.
Dopo essere andato in bagno, m’infilo nel letto con solo un paio di boxer.
Dopo un po’ arriva anche lei, con indosso la solita maglietta lunga a metà coscia, mi guarda e si mette a letto.
-“Aahh come sono stanca, quel su e giù per le scale mi ha sfiancata” – dice sbadigliando.
Ha sulla pelle un leggero profumo, forse di qualche cosmetico.
Si allunga:” Buonanotte” – e mi sfiora le labbra con un leggero bacio.
-“Buonanotte” – le rispondo sfiorandole le labbra con la lingua.
Si gira di schiena ed io l’abbraccio intorno alla vita con l’intenzione di dormire.
Ma il mio pene non ha nessuna voglia di dormire e reagisce al calore della sua schiena e alla morbidezza dei suoi glutei, chiaramente non ha mutandine, e s’irrigidisce, uscendo fuori dall’apertura dei boxer e posizionandosi in mezzo alle sue chiappette.
-“Cosa fai?”
-“Io niente, è lui che va per conto suo”.
Ridacchia:”Beh tienilo al guinzaglio”.
Però muove il culo e fa in modo che il cazzo scivoli in basso contro le sue cosce, che apre leggermente permettendogli di accomodarsi in mezzo.
Non parliamo.
Lei inizia un lento movimento del bacino strofinandosi il mio membro tra le grandi labbra.
La sento inumidirsi e la punta del mio cazzo si sta bagnando dei suoi succhi.
Sposta un po’ più in alto il culo e senza nessun aiuto il glande trova la strada e penetra in lei.
-“Ooohh” – rantola ed inizia una lenta danza col bacino fino a che non ha tutto il cazzo profondamente piantato dentro.
Io cerco di rimanere fermo lasciando a lei l’iniziativa ed il compito di penetrarsi da sola.
Quando sento il mio pube schiacciato contro le sue natiche, sposto la mia mano in alto e prendo il suo seno, stringendo leggermente il capezzolo tra le dita e facendolo roteare.
-“Sììì” – mugola ed allora comincio a muovermi anch’io entrando ed uscendo lentamente da lei.
Il nostro amplesso, lento, dura molto, finché la sento irrigidirsi, la sua figa mi spreme il cazzo nelle pulsazioni dell’orgasmo, il suo respiro affannoso è quasi un rantolo, infine con un lungo sospiro gode, gode a lungo e un fiume di succhi mi bagna il cazzo e le cosce.
A quel liquido bollente non resisto e, stringendola forte a me, godo anch’io scaricandole dentro tutto il mio sperma.
Restiamo così, stretti uno all’altra, uno dentro l’altra e così ci addormentiamo.
La sera dopo non ebbi bisogno di chiederle se voleva dormire con me, si presentò spontaneamente già pronta e s’infilò nel letto.
E, da allora, così tutte le sere.

E così finisce questo racconto.
Cristina ed io ormai viviamo insieme da tre anni, ogni tanto abbiamo degli alti e bassi, ma riusciamo sempre a trovare un punto d’intesa e continuiamo ad amarci (ebbene sì, alla fine anche lei si è decisa a dirmi che mi ama) giorno dopo giorno.
Spero che questa prima storia vi sia piaciuta, ne seguiranno altre delle nostre avventure successive.

FINE

I commenti e i suggerimenti sono ben accetti, scrivetemi pure a miziomoro@gmail.com

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