Skip to main content
Racconti Erotici Etero

La mia inquilina, una prof universitaria – Terza parte

By 31 Marzo 2023No Comments

Dopo la notte in cui avevamo dormito assieme, senza peraltro fare niente, il suo atteggiamento nei miei confronti era cambiato.
Tra noi, oltre ad un rapporto di amicizia, si era stabilità, anche, una certa complicità.
Io non la vedevo più come un’inquilina, ma come una cara amica che abitava con me: un’amica alla quale confidare i miei problemi, i miei dubbi, le mie paure.
Lei faceva lo stesso, in più il suo comportamento in casa era cambiato.
Se anche prima, girando per casa, era stata sempre alquanto disinibita, ora, direi, era diventata provocante.
A volte mi chiamava per avere un consiglio su quale abiti mettere, facendosi trovare in mutandine e reggiseno, cosa rara per lei.
In casa, quando non doveva uscire, la sua tenuta era fatta di lunghe maglie che le coprivano a malapena i glutei e senza niente sotto se non una leggera mutandina trasparente; mi stava facendo impazzire di desiderio e lei lo sapeva!!
Ma ne io, ne lei, facevamo ancora quel passo che ci avrebbe portato a diventare amanti.

E così arrivò anche il Natale.
Durante le vacanze Cris partì per la Calabria per passare la festa con i suoi genitori e altrettanto feci io andando da mio figlio nel Nord Italia.
Lei sarebbe tornata prima del 31, perché il 3 gennaio aveva una riunione di docenti all’università, quindi avremo passato la fine d’anno insieme.
La notizia mi rese felice, dopo tutto quel tempo finalmente una fine d’anno in compagnia.
Così ci scambiammo i regali, che avremo aperto la notte di Natale e partimmo.
Come promesso Cris rientrò il 30 ed io ero già lì ad attenderla.
Non volevo passare la notte del 31 a casa, così prenotai un tavolo per il cenone in un noto locale del posto.

31 dicembre sera, ore 8,30.
-“Cris sei pronta? Sono le 8,30”.
-“Sì, arrivo subito”.
Dopo due minuti sento il ticchettio dei suoi tacchi sulle scale e lei appare.
Il mio cuore perde un battito!!
Indossa un abito nero, lungo, ma con due spacchi laterali che arrivano più su della metà coscia e le gambe sono inguainate in calze color carne ricamate, dal corpetto, che copre appena la parte superiore dei seni, che ancora una volta indovino liberi, una striscia di pizzo nero, trasparente, sale a cingerle il collo come una sciarpa, ai piedi sandali neri con strass, tacco a spillo e cinturino alla caviglia, i capelli vaporosi sono sciolti e danzano intorno al viso, leggermente truccato.
Sul braccio ha una cappa di velluto color crema.

Resto incantato a guardarla: è magnifica!!
-“Che c’è? Non vado bene?”
-“Sei stupenda. Mi farai sfigurare”.
Ride e ammiccando dice:”Grazie, ma non essere stupido, anche tu stai benissimo”.
Le prendo la cappa, gliela drappeggio sulle spalle, le porgo il braccio e ridendo usciamo nella notte:
Il cenone si svolge, come sempre accade, senza grandi novità, un cliché ripetitivo. Però il complesso che suona il sottofondo musicale è bravo, hanno un repertorio gradevole che spazia tra i classici anni ’’70. ’80 e ’90 fino ai moderni, con qualche spruzzo di rap per i più giovani.
Arriva la mezzanotte.
Urla, risa, tappi di spumante, fuochi d’artificio all’aperto e scambio di baci augurali.
Approfitto dell’euforia e le stampo un bacio sulle labbra.
Mi guarda sorpresa, poi sorride. si alza sulla punta dei piedi e mi bacia anche lei sulle labbra, ma questa volta più a lungo. anche se a labbra chiuse.
Dopo mezzanotte ancora routine: lenticchie. panettone, spumante. ecc.
Sono quasi le due e il complesso attacca una serie di lenti.
Lei si alza, mi prende la mano:” Dai balliamo”.
-“Sai io non sono un gran ballerino”. – mi schermisco.
-“Non fa niente, dai vieni”.
Mi trascina in mezzo alla sala, il complesso sta suonando “Fascination”, ci allacciamo in un valzer lento.
-“Vedi che sai ballare!”
-“Veramente il valzer lento è uno dei pochissimi balli che conosco, sei fortunata”.
E lei ride e continua a ridere mentre volteggia con me.
Poi è la volta di un bel lento, mi mette una mano dietro la nuca, l’altra sulla spalla e s’incolla a me.
Sento il suo profumo salire direttamente dalle narici al cervello, mi stordisce, il suo corpo aderisce al mio e posso percepire tutte le sue curve, le sue cosce strisciano contro il mio inguine.
Il mio membro non tarda a reagire e s’indurisce contro il suo ventre.
Alza lo sguardo, sorride:”Ti faccio tutto questo effetto?”
Ho la gola secca, non posso rispondere.
Lei intuisce e appoggia e il viso sulla mia spalla.
Continuiamo a ballare, parlare e bere, verso le 4 decidiamo di rientrare.
Arrivati a casa si toglie la cappa e la getta sul divano, si sfila le scarpe.
-“AAhh come sono stanca. Me ne vado subito a letto.” – dice stiracchiandosi – “Grazie della bellissima serata, buona notte e auguri”.
Si avvicina, si solleva sulla punta dei piedi e mi bacia.
Questa volta sento le sue labbra dischiudersi, provo a muovere la lingua ma lei si scosta.
-“Ah, è solo un bacio della buonanotte e di buon anno e poi sono troppo stanca, ciao, a domani.”
-“Bell’inizio del nuovo anno” – penso cupo e vado a letto anch’io.

La mattina ci alziamo tardi, Cris non si fa vedere fin quasi all’una, io sono seduto a tavola e sto mangiando un tramezzino; ne avevo preparati ieri proprio in previsione che ci saremo alzati tardi.
-“Buongiorno” – fa lei sbadigliando – “stai già mangiando?”
-“Veramente è quasi l’una. Penso che sia un po’ tardi per la colazione. Se hai fame li ci sono dei tramezzini”.
-”Uuhhmm, ma prima vorrei bere qualcosa”.
È vestita solo con la lunga maglietta che, come mi ha detto, usa come camicia da notte.
Si versa un bicchiere di succo di ananas, ne beve una metà, poi si allunga sul ripiano della cucina per prendere un tramezzino.
Nel chinarsi la maglietta si solleva di dietro ed io posso vedere la sua figa depilata che fa capolino da sotto l’orlo.

-“Cazzo.” – penso – “oggi non si è messa proprio niente !”
A quella vista ho un’erezione immediata.
Si siede a tavola e mangiucchia il tramezzino.
Finito quello si alza per prenderne un altro.
-“Caspita, mangiare mi ha fatto venire fame. E poi sono buonissimi, sei un ottimo chef”.
Si china di nuovo sul ripiano ed io ho nuovamente una bella panoramica della sua passera.
Questa visione è troppo, la goccia che fa traboccare il vaso.
Mi alzo e con un balzo sono dietro di lei, mi avvicino; lei mi vede, ma continua a restare chinata sul ripiano.
-“Questo tramezzino è…AAhh!!”
Non le faccio finire la frase e con la mano sulla schiena la spingo in avanti, con decisione.
Sbilanciata dalla spinta si appoggia con il busto al ripiano, allungando le braccia in avanti.
-“Mauro cosa fai?”
Non capisco più nulla, la voglia e il desiderio hanno preso il sopravvento.
-“Non ce la faccio più. Tu mi fai impazzire. Mi provochi e ti ritiri. Giri nuda per casa e pretendi che io resti insensibile? Ho voglia di fare l’amore con te”.
Mi spoglio, gettando via pantaloni e boxer, sempre tenendola inchiodata al ripiano con una mano tra le scapole.
Mi insalivo la mano libera e la passo sul cazzo per bagnarlo il più possibile, lo prendo in mano e lo punto contro la sua figa.
Cris messa a pecorina non si muove, respira affannosamente sentendo la cappella solleticarle le labbra della figa.
Non appena il glande trova la strada, si fa largo tra le labbra e la penetro, completamente, fino in fondo.
-“AAAhhh” – insieme emettiamo un gemito soddisfatto, di piacere e gioia, come se non avessimo aspettato altro per tutta la vita.
Le lascio la schiena per prenderla a due mani sui fianchi, iniziando a muovermi dentro di lei.
Calda e bagnatissima, spinge leggermente il bacino contro il mio, facilitando l’amplesso e facendosi penetrare a fondo.
Sto vivendo un sogno che finalmente si realizza !
Aumento il ritmo e a ogni affondo lo spingo sempre più all’interno di quella famelica passera che comincia a colare dal piacere e a bagnarmi le cosce.
Ad ogni spinta associo una parola e questo, forse per la prima volta, mi fa sentire padrone della situazione. Padrone di Cristina.
-”Tu… Adesso!… aahh… La… aahh… Smetterai… Di… uuhhmm… Provocarmi… Tutti……. Giorniìì…”
-”Scopami porco voglioso! Era quello che volevi… aaahhh… e allora… dai… aahh… fammi godere…”
”Sei…. una… puttana… che… non desidera …. altro…. che….il mio cazzo! Veroo…”
-”Si si si si si… Aaahhhmmm…”
Sto per venire ed il mio cazzo comincia a pulsare.
Lei se ne accorge:” Non venirmi dentro, non prendo precauzioni”.
Mi trattengo ancora fino a quando godiamo insieme.
-“Aaahhh… sìììì… godoooo…” – e dalla figa, oscenamente, cola un rivolo di liquido, le gambe le tremano convulse, mentre con gli ultimi colpi la sfondo.
Poi l’orgasmo monta, violento, dentro di me, mi sfilo dalla sua figa bollente e scarico tutto il seme sulla sua schiena.
Continuo a strusciarmi su di lei finché ogni goccia di sperma si deposita sulla sua schiena e sulle natiche.
Mi stacco da lei stremato e mi accascio sul divano, seguito poco dopo da Cris.
Il rapporto è durato non più di dieci minuti ma è stato talmente intenso che i nostri respiri affannati non ci permettono di parlare.
Comincio a sentirmi in imbarazzo per essermi fatto sovrastare dalla voglia repressa e non aver minimamente ragionato sul da farsi.
Ma ogni pensiero scompare quando Cris si avvicina con un sorriso splendido e mi bacia sulle labbra, poi appoggia il capo sulla mia spalla.
-”Sei uno stronzo. Potevi almeno chiederlo! Mi hai quasi violentata, però, per la miseria, mi hai scopata da dio…erano molti mesi che non provavo un orgasmo del genere”.
-“Meglio di quelli che hai quando ti dai piacere in solitario?”
Alza la testa e mi guarda negli occhi: “Mi hai sentita?”
-“Ebbene sì, hai dimenticato che le stanze sono una sopra l’altra?”
-“È vero, ma anch’io ho sentito, a volte, i tuoi gemiti e scommetto che ti masturbavi”.
-“Vero, indovina a chi pensavo mentre mi masturbavo”.
-“Non mi dire!! Ero io il soggetto del tuo piacere?”
-“Pensavo a te, al tuo viso, alle tue tettine, alle tue gambe, al tuo culetto e a come avrei voluto accarezzare e leccare il tuo corpo e la tua patatina”.
-“Ed hai aspettato tutto questo tempo, prima di farmelo sapere?”
-“Ero indeciso e non volevo turbarti con un approccio diretto e prematuro”.
Ride:” Per questo mi oggi mi hai quasi violentata?”
-“Oggi non ce l’ho fatta più; quando ho visto la tua patatina nuda, si sono scatenati in me gli istinti bestiali repressi”.
Continua a guardarmi negli occhi sorridendo:“Ah, così io risveglio i tuoi istinti bestiali; bene, però devo dire che mi è piaciuto molto e poi ne avevo veramente bisogno”.
La guardo con un sorriso compiaciuto, contento per la sua reazione.
Sicuramente questo episodio farà mutare ancora la nostra relazione, resta solo da vedere se in bene o in male.

FINE TERZA PARTE, CONTINUERÀ
I commenti e i suggerimenti sono ben accetti, scrivetemi pure a miziomoro@gmail.com

Leave a Reply