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Racconti Erotici Etero

La scoperta dell’eros

By 11 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Ascoltavo, con una malcelata indifferenza, i discorsi di Laura che tentavano di distrarmi dalla lettura del libro che avevo appena acquistato.

Avevo atteso a lungo che il mio libraio di fiducia mi trovasse una copia del Directorium inquisitorum di Nicolau Eymerich, tradotta e commentata in italiano e, ora, non stavo più nella pelle dal desiderio di immergermi nel mio mondo fantastico traslato nel medioevo.

Ti stavo dicendo ‘ insisteva Laura ‘ che Sara mi ha parlato, a lungo, dei problemi di suo fratello.
Sì!
Pare che Silvia, ti ricordi di lei, vero?
Sì!
Non sia molto portata per il sesso.
E a noi’?
Sara pensa che potremmo fare qualcosa per la felicità sessuale di suo fratello.
Volete scoparvelo?
Ma certo che no? Vogliamo dare una svegliata a lei’&egrave ovvio.
Ma lui, intendo il fratello, sa quello che rischia?
Forse si o forse no’non del tutto credo!
E io cosa c’entro in tutto questo?
Per ora nulla’Esco, ho un appuntamento con Sara.

Mi dimenticai presto delle sue parole e m’immersi nella lettura.

Laura e la sua complice, nel frattempo, stavano tirando i primi fili della ragnatela in cui imprigionare Silvia. Una prigione da cui sarebbe uscita solo nel momento in cui le sue accresciute facoltà erotiche lo avrebbero concesso.

Non &egrave che sia inibita, tutt’altro. ‘ spiegava Sara ‘ E’ solo che non &egrave del tutto naturale a letto!
Quanti anni ha? ‘ domandò Laura.
Ventidue, da tre mesi’&egrave molto giovane! Deve ancora sviluppare a pieno le sue capacità, per ora latenti.
E tuo fratello come fa ad accorgersi che lei recita quando scopano?
L’ho svezzato io!
Capisco!
Lui ha richiesto il mio aiuto, pensa d’averla capita, non &egrave per nulla inibita o permeata di moralismo. Secondo lui ha una gran voglia di fare di tutto, di provare ogni posizione o atto sessuale, ma non crede nelle sue possibilità, non riesce ad esprimere quella sicurezza si se, a letto, che la renderebbe molto più sensuale e desiderabile. Essenzialmente più donna.
Credo che lui sia proprio innamorato di lei per arrivare a chiedere il mio aiuto!

Che cosa conti di fare adesso?
Chiedere il tuo aiuto!
Sei proprio perversa! Portiamola in giro qualche volta con noi. ‘ concluse Laura.
E’ quello che pensavo anch’io.

Era presto e le due amiche n’approfittarono per mettere a punto il loro programma. Analizzarono le loro esperienze e il proprio cammino evolutivo nel campo sessuale.

Il fatto &egrave che non &egrave facile far guadagnare la sicurezza di se ad una donna, o meglio una ragazza che non crede di esserne in grado. ‘ Disse Laura dopo una lunga pausa di riflessione. ‘ Dobbiamo, prima di tutto capire qual &egrave il reale motivo a causa del quale lei appare inibita a letto. Potrebbe anche essere che la causa risieda in tuo fratello.
Non credo che dipenda da lui ‘ si giustificò subito Sara ‘ lo conosco abbastanza bene e ricorda’ buon sangue non mente!
Potrebbe non essere attratta a sufficienza da lui
Si potrebbe essere, ma non credo. Per quale motivo sarebbe rimasta legata a lui per tanto tempo?
Dici che &egrave solo questione d’insicurezza allora?
Ma in che cosa &egrave insicura?

E per quale motivo?

Questo &egrave quello che dovremo scoprire e curare se sarà possibile.
Mettiamola alla prova e studiamo le sue reazioni ‘ disse Laura, poi dopo una piccola pausa aggiunse: – Lei sa?
Saprà oggi! ‘ fu la risposta di Sara.
Accetterà?
Vedremo, se accetta vuol dire che ci sono ottime speranze!

Silvia accettò.

Forse a causa dell’abilità dialettica del fratello di Sara o, forse, per il gran sentimento che la legava a lui. Molto più probabilmente accetto per lo strana sensazione al basso ventre che aveva provato quando lui le aveva proposto di fare qualche nuova e istruttiva esperienza sessuale in compagnia di sua sorella.

Silvia aveva riconosciuto subito in Sara una donna molto sensuale, priva di problematiche o inibizioni di sorta nella sfera intima. Questo, unito alla sua bellezza, aveva generato un sentimento d’invidia che, all’inizio, l’aveva allontanata da lei. In seguito, vinto tale pregiudizio, vi aveva scoperto una grande amica, anche per questo accettò subito e con gioia la proposta.

Sara e Laura combinarono una cena con lei, dapprima la presenza di Laura provocò dei dubbi e solleticò la timidezza di Silvia, ma la grande facilità della mia compagna verso i rapporti umani vinse tutte le sue remore.

Parlarono un po’ di tutto, durante la cena, le due complici girarono abilmente intorno all’argomento, senza mai affrontarlo direttamente sino al termine.

Si presero il tempo di studiare il suo carattere, senza che fosse lei a descriverlo secondo il suo punto di vista.

Dai generici discorsi sull’abbigliamento capirono che Silvia era una ragazza che non amava mettersi in mostra. Non tanto per pudore, quanto per timore dei giudizi della gente. Vestiva in modo da valorizzare il suo corpo, attenta a non ingoffirlo con abiti troppo larghi, ma senza evidenziarlo in modo particolare, chiaro segno di timidezza.

Il modo in cui continuava a sistemare la gonna, nemmeno troppo corta, fece intuire alle due amiche che, nonostante le sue bellissime gambe, temeva gli occhi degli uomini.

Forse un po’ brutalmente, ma in modo senz’altro efficace, Sara ruppe il ghiaccio:

Tu devi imparare ad apprezzare le occhiate di stima degli uomini che ti incrociano.
Di stima o di derisione! ‘ rispose Silvia.
Ma dico, non ti sei mai guardata allo specchio?- intervenne Laura.
Si, mi vedo carina, piacevole. Ma ingigantisco ogni minimo difetto. Penso sempre che non riesco a vedermi con occhi obiettivi.
Hai ragione, non ti vedi con occhi obiettivi! ‘ disse Sara ‘ la maggior parte degli uomini ferma il suo sguardo sulle cosce, sui glutei, sul seno’qualcuno sale agli occhi e al viso, ma sono rari e hanno bisogno di tempo prima di capire che non sei solo organi genitali e gambe. Quindi, rassicurati, non noteranno mai che hai dei piccoli capillari sulle gambe o che so’che il seno ha una leggera smagliatura. Alla tua età poi’non credo che tu debba preoccuparti per niente.
Scusa se ti faccio una domanda troppo diretta ‘ intervenne Laura ‘ ma non &egrave che tu provi imbarazzo a sentirti addosso degli sguardi troppo insistenti e decisi.
Non lo so! ‘ rispose Silvia ‘ Certo &egrave che un minimo di imbarazzo lo provo, mi sento nuda sotto certi sguardi, certe volte mi pare di intuire i pensieri che genero se mi vesto in modo più appariscente del solito.
E la cosa ti disturba?
All’inizio si, poi mi &egrave capitato di eccitarmi. Tempo fa eravamo in giro con degli amici, avevo indossato una minigonna particolarmente corta, che piaceva tanto a Luca. Siamo andati a bere qualcosa e, seduti al banco, ho notato che un ragazzo del gruppo, uno nuovo, non mi staccava gli occhi dalle gambe. Allora, stando attenta che tuo fratello non lo notasse, ho iniziato a metterle in mostra. Gli occhi di quel ragazzo tentavano insistentemente di violare l’ombra della gonna, si spingevano sempre più in fondo alle mie cosce, la cosa mi eccitava. Quando mi sono accorata che mi stavo eccitando sul serio e in modo inequivocabile mi sono sentita’ spudorata, addirittura un po’ vacca e mi sono bloccata.
Bene, vuol dire che qualche speranza c’&egrave ‘ disse Sara.
Hai sbagliato a bloccarti, – aggiunse Laura – tu non stavi facendo niente di male, non stavi tradendo Luca, affatto.
In quel momento stavi solo godendo del fatto di essere donna. Una donna desiderabile e bella. Stavi solo regalando a quel ragazzo un attimo di felicità e lui la regalava a te facendoti sentire al centro della sua attenzione.

E’ normale che tu ti sia eccitata sotto quegli sguardi, ma avresti dovuto sfogare la tua eccitazione sul tuo ragazzo, dopo da soli, in intimità, non dovevi bloccarti e sentirti colpevole.

Laura ha ragione, ‘ intervenne Sara ‘ quando si &egrave carine come te &egrave facile sentirsi osservate, devi imparare a sfruttare il tuo aspetto per migliorare il tuo piacere e quello del tuo compagno. Questo non vuol dire che devi essere carina solo per lui, ma se provi piacere a farti guardare, se questo ti eccita, ti devi lasciare andare e sfogare questa eccitazione sul tuo ragazzo.
Dici? ‘ domandò Silvia.
Non solo ‘ continuò Sara ‘ se scopri che ti piace essere corteggiata, ricevere delle proposte da altri, dai tuoi amici o da sconosciuti, lasciati andare e fatti corteggiare, anzi incoraggiali.
Il piacere e la soddisfazione che proverai miglioreranno la qualità dei tuoi rapporti.

Ti sconvolgerò ma se un giorno sentirai la necessità di avere una storia parallela a quella “ufficiale”, conceditela, anche solo un singolo incontro. Non vivere con il rimpianto.

In realtà rovina più storie il rimpianto che un breve e poco significativo tradimento.

No! Questo non lo credo. Se lo tradisco &egrave perché non lo amo più’allora la mia storia &egrave finita. ‘ disse Silvia scuotendo vigorosamente la testa per sottolineare il suo pensiero.
Devi imparare a distinguere il sesso dal sentimento ‘ disse Laura, prendendo la parola ‘ Con il tuo uomo unisci le due cose e ottieni un qualcosa di splendido, ma puoi godere dei piaceri del puro sesso senza bisogno di essere innamorata del tuo compagno occasionale, lo devi desiderare, stimare, avere fiducia in lui e ti deve conquistare anche con il cervello, non solo con il corpo; ma non devi essere necessariamente innamorata di lui.
Mi pare di aver capito che, in intimità, con Luca non ti senti molto sicura di te, qualche esperienza al di fuori della vostra coppia ti darebbe la fiducia in te stessa che ora ti manca.

Ci hai detto che lui &egrave stato il tuo primo e unico ragazzo. Quando avevi diciotto anni vi siete messi insieme e, da allora, non hai avuto altre esperienze. E’ normale che tu non creda nelle tue possibilità.

Devi guardarti intorno e analizzare le reazioni che generi negli uomini. Capirai subito che non ha senso la tua insicurezza.

Il fatto &egrave che non so da che parte incominciare!
Non ti preoccupare, ci siamo qui noi per questo’in fondo &egrave quello che ci ha chiesto mio fratello. ‘ la consolò Sara ‘ Lasciati andare e fatti guidare da noi’ma dimmi perché ha accettato la sua proposta?
Ecco!’mi vergogno un po’ a confessarlo’ma l’idea mi eccita!
Bene sei sulla buona strada, ora piantala di tirati giù l’orlo della gonna, impara a mettere in mostra le tue grazie.
Lo vedi quel tipo seduto al tavolo di fianco al nostro?

Si, non fa altro che allungare lo sguardo al nostro tavolo e, insieme al suo amico che ha di fianco, parla sicuramente di noi.
Allora fallo sbavare! ‘ la incitò bruscamente Laura, strappando uno sguardo stupito di Sara che conosceva bene il carattere riservato di lei.

Silvia guardo le due donne che aveva davanti in attesa di un ulteriore incitamento, per sentirsi maggiormente incoraggiata e consigliata. Attese ma non arrivo più niente da loro, allora decise di inventarsi qualcosa, in fondo il gioco iniziava a stimolare la sua fantasia.

Lanciò qualche breve ma sfacciata occhiata all’indirizzo dei due amici, poi ottenuta la loro attenzione ruotò sulla sedia, portando le gambe fuori dal tavolo, nella loro direzione. Si appoggiò con un gomito sulla tovaglia e parlando disinvolta con le due amiche accavallò, lentamente e con un ampio movimento, le gambe. Poco alla volta lasciò scivolare in avanti il sedere ottenendo il risultato di far salire la gonna.

Come vado? – domandò rivolta a Laura.
Bene, molto bene. Hai calamitato i loro occhi su di te.
Devo anche farti i complimenti per la tua mossa che può sembrare del tutto casuale e per nulla mirata a loro. Molto efficace nella sua semplicità!

Brava.

E adesso cosa faccio?
Inventati qualcosa, ma non fargli vedere troppo subito, lascia che ti scoprano lentamente.
Cosa porti sotto? ‘ domandò Sara.
Slip, reggiseno e calze’il solito!
Che tipo di calze?
autoreggenti. Le altre non le sopporto!
Bene, lascia che lo capiscano anche loro! ‘ le ordinò Sara.

Silvia rimase interdetta per un attimo a quella proposta, arrossì sulle guance e fisso Sara negli occhi. Senza staccare lo sguardo da lei lasciò scivolare una mano dal tavolo alle cosce e da lì sino all’orlo della gonna. Lentamente, come per sistemare una piega che le dava fastidio, tirò su il bordo sino a quando le sue dita sentirono il contatto con l’elastico delle calze. Mantenendo le gambe incrociate prese il bordo della calza e lo tirò su per sistemarlo.

La scena non sfuggi al tavolo vicino e Laura poté notare gli sguardi allucinati dei due giovani.

Silvia, terminata l’operazione, lasciò la gonna nella posizione in cui l’aveva trascinata, con l’orlo che lasciava trasparire l’elastico delle calze.

Sara, che continuava a fissarla negli occhi, si avvide del suo stato dalla dilatazione delle pupille.

Ti stai eccitando, vero? ‘ chiese a Silvia.
Si!
E questo ti fa sudare, hai caldo vero?
Si!
E allora sbottona un po’ la camicetta!

Silvia obbedì, liberò due bottoni della sua camicia blu scuro lasciando intravedere il bordo del reggiseno nero che a stento conteneva il seno pressato contro l’avambraccio.

Ascolta la pressione dei loro occhi, se ti concentri puoi sentirli su di te. ‘ disse Laura, con l’approvazione di Sara – Si stanno facendo spazio tra i tuoi vestiti, fissano il tuo seno e cercano i capezzoli. Vogliono vederli turgidi dall’eccitazione. Puoi immaginare cosa vorrebbero fare le loro lingue con i tuoi capezzoli.
Se presti attenzione puoi sentire i loro occhi sulle tue gambe, che spingono nel mezzo delle cosce alla ricerca di quello che c’&egrave in fondo ad esse. Le tue calze li fanno sognare, vogliono vedere cosa nascondi con le gambe accavallate e insistono nella zona d’ombra.

A quelle parole, Silvia, si aprì a loro. Alzò lentamente la gamba di sopra per portarla a terra con un movimento ampio ma non volgare, che lasciò per un attimo in vista gli slip.

Sentì effettivamente il loro sguardo intrufolarsi nella sua intimità e immaginò il loro piacere nel constatare il ridotto lembo di tessuto posto a difesa della sua femminilità.

Sentì una forte pressione al basso ventre e per un istante immaginò si trattasse della sua immaginazione, poi ritornando con le gambe sotto il tavolo senti le labbra della vagina scivolare tra di loro, umide e inturgidite dall’eccitazione.

Vinse il primo impulso di imbarazzo e si abbandonò al piacere di quella sensazione.

Laura e Sara, intuito quello che le stava accadendo, rispettarono i suoi tempi rimanendo in silenzio, in attesa dei suoi commenti.

Quando il suo respiro tornò calmo e regolare, Silvia, disse:

E’ incredibile quanto mi sono eccitata!
Eri pronta a fare di tutto per godere ancora di più in quel momento, vero? ‘ le domandò Sara
Si! Di tutto. Se non fossimo state in un ristorante gli avrei fatto vedere di più a quei due.
Ma non te li saresti portati a letto! ‘ affermò Laura.
No, nessuno di loro mi ispira da questo punto di vista.
Però ti ha fatto eccitare esibirti per loro. ‘ incalzò Laura ‘ Ti sei sentita desiderata e gli hai dato modo di desiderarti ancora di più. Credo che se ci pensi bene ti accorgerai che ti ha eccitato più la trasgressione dei loro occhi.
Si, hai ragione. Il pensiero di mettere in mostra il mio corpo per un uomo che non &egrave il mio mi ha riscaldato.
Però non hai Tradito Luca. Adesso prova a pensare se la prossima volta che sarete da soli gli racconterai questo fatto o se ti farà più piacere mantenere il segreto. Sapere che lui ignora che ti sei messa in mostra per un altro e che questo ti ha guardata con chiarissime intenzioni ti eccita?
Credo che sia proprio il fatto di avere un mio segreto la cosa più eccitante.
Si! Hai ragione mi piace l’idea di avere delle attenzioni che lui ignora.

Allora ti accorgi che non hai molti motivi di essere insicura di te?
Gli ho solo fatto vedere le gambe, non ho fatto molto. ‘ rispose cocciuta Silvia.
Torniamo al primo punto che Laura ti ha fatto notare. ‘ prese la parola Sara ‘ Il fatto di aver avuto un’esperienza, diciamo erotica, senza Luca ti ha soddisfatto proprio perché lui ne &egrave all’oscuro. Hai avuto delle attenzioni particolari da un altro ragazzo e questo ti ha fatto sentire più donna, più femmina soprattutto.
Hai scoperto che senza di lui ti sai proporre agli altri in un nuovo ruolo, non quello di compagna di Luca ma di una donna libera e sicura di se. Quello che ha colpito quei due non &egrave stato tanto il tuo corpo che, tutto sommato, non hai scoperto più di tanto, ma il modo sicuro in cui ti sei proposta.

Dici?
Sara ha ragione. ‘ continuò Laura ‘ ma pensa a cosa potresti provare nell’avere una relazione sessuale con un altro all’insaputa di Luca.
E’ troppo presto per provarci ma se ci pensi puoi immaginare quanto sarebbe eccitante.

Mi fa un po’ paura la cosa, temo di non saper scindere tra sesso e sentimento.
E’ quello che dovremo scoprire insieme prima di andare avanti! ‘ terminò Laura.

Silvia scorse con lo sguardo le espressioni delle due che aveva davanti cercando di capire le loro intenzioni.

Temeva che la spingessero a fare delle cose che lei non avrebbe mai nemmeno immaginato. Però se ci pensava bene, in fondo, iniziava a sperare in questo. Seguendo i loro consigli aveva provato un’eccitazione che non aveva mai raggiunto da sola, unicamente con il pensiero.

Ma le sue segrete speranze furono deluse. Uscite dal ristorante, dopo un’ultima sigaretta all’aria aperta, la accompagnarono a casa.

Combinarono insieme per un giro di compere il pomeriggio seguente e la invitarono a meditare a mente fredda su quello che veramente voleva.

Al suo ritorno a casa, Laura, mi trovò intento a far svolazzare le dita sulla tastiera del computer.

Dopo aver letto una parte del nuovo racconto che stavo scrivendo decise di raccontarmi l’esito della serata.

Così avete iniziato Silvia ai piaceri della carne?
Della carne non ancora’ma quella ragazza ha delle notevoli possibilità, credimi!
Il problema, secondo me, &egrave che il fratello di Sara non sa in che mani ha messo la sua casta fidanzata.
Casta non direi, avresti dovuto vederla in azione’o vorresti provarla in azione?

Mentre proferiva questa ultima frase, Laura, iniziò a sbottonare la giacca. Dal suo sguardo intuii le sue intenzioni e mi misi comodo per seguire le evoluzioni delle sue mani sui bottoni.

Sfilò la camicia, lanciandola sulla poltrona. Fissandomi negli occhi portò le mani dietro alla schiena, slacciando il reggiseno. Si voltò dandomi le spalle, nascondendo il seno alla mia vista.

Slacciami la gonna! ‘ mi pregò.

Soddisfai la sua richiesta e lasciai la gonna scivolare giù dalle sue natiche, approfittando di quella posizione per baciarle. Scoprii il suo corpo, apprezzando il fatto che avesse indossato un reggicalze per sottolineare la sua vita molto sottile.

Lei si girò e notai che aveva indossato gli slip sopra gli elastici.

Pronta a tutto, questa sera’vedo!
Sai, quando esci con Sara non puoi mai sapere come va a finire!
A volte rompi la poesia di una situazione se devi slacciare il reggicalze per toglierti le mutande!

Toglimele!

Eseguii anche questa richiesta.

Andiamo di la! ‘ le domandai.
No, voglio farlo qui sul divano. ‘ disse mentre mi spingeva sul sedile montandomi a cavallo.

Subito le sue labbra si attaccarono alle mie, sentii la sua lingua premere e farsi spazio nella mia bocca.

Inarco la schiena, sollevandosi da me, mentre con le mani armeggiava sulla chiusura dei miei pantaloni nel disperato tentativo di raggiungere il pene. Senza staccare le labbra dalle mie riuscì nel suo intento e, subito percepii la peluria del suo pube contro di me. Iniziò a strofinarlo, premendo forte, con tutto il suo peso, sul mio pene.

Appoggiai le mani sulla vita di Laura, invitandola a staccarsi da me, volevo avere la possibilità di togliere la maglia per godere appieno della sensazione del suo seno sulla mia pelle.

Lei approfitto di questo momento, della mia distrazione, e si solleva quel tanto che basta a puntare il mio pene sulla sua vagina.

E’ incredibilmente eccitata, nonostante l’assoluta assenza di preliminari, e scivolo dentro di lei senza fatica, immediatamente.

Mi ha sempre piacevolmente stupito la grande eccitazione che Laura riesce a raggiungere quando decide di fare lei le prime mosse. La sua vagina si apre intorno al mio pene mentre entro in lei, &egrave calda e umidissima. Lei allarga il più possibile le gambe, divaricandole sino ad appoggiarsi con il pube totalmente su di me. Chiude gli occhi e si gode la sensazione del ventre pieno.

Mi piace e, involontariamente, le cingo nuovamente la vita, stringendola forte e, al contempo, premendola giù verso di me.

Laura prende questa mia stretta come un invito a lasciarsi andare. Reclina la schiena all’indietro e poco alla volta scivola sempre di più. Si ritrova quasi appoggiata con la schiena alle mie ginocchia, con le braccia aperte a croce sostenuta dalle mie mani in vita. Lo spettacolo del suo seno in questa posizione &egrave meraviglioso, come coinvolgente &egrave il significato di completo abbandono.

Tento delle spinte ma lei mi blocca completamente. Sento che contrae i muscoli pubici e il loro effetto sul mio membro completamente scappellato dentro di lei &egrave incredibile.

Rimane così a lungo, sempre tentando dei lievi movimenti con il bacino, sino a quando sposto una mano sul suo ventre e la premo con decisione, massaggiandolo.

Lei, allora si risolleva con un leggero gemito, mi appoggia le mani sulle spalle, spinge in avanti il bacino e inizia a muoversi. Sale e scende sul mio pene mentre con le mani mi afferra la testa costringendomi a guardarla negli occhi.

Preferirei osservare con attenzione il suo ventre e la sua zona pubica, la cui vista &egrave molto più erotica per me, ma i suoi occhi catturano i miei. Capisco che vuole comunicare con me, desidera l’esatta percezione dell’effetto delle sue mosse, vuole godere anche del mio piacere.

Con le mani giro intorno al reggicalze, accarezzandolo e formando la sua immagine nella mia mente. Conosco bene il corpo di Laura e immagino con precisione il gioco del pizzo sulla sua pelle mentre lei si muove. La cosa mi eccita e lei intuisce il mio stato dai miei occhi.

Voglio farla godere e afferro le sue natiche con le mani, stringendole forte e dilatandole, come piace a lei. Raggiungo da dietro le labbra della sua vagina, con una mano cerco il clitoride per stuzzicarlo, con l’altra seguo il contorno del mio pene dentro di lei, spingendo piano riesco ad infilare un dito al suo fianco, penetrandola e aumentando le sue sensazioni.

Le piace, lei si eccita ancora di più quando scopre com’&egrave dilatata dal piacere. Aumenta la velocità e l’ampiezza dei suoi movimenti, tanto da costringermi a sfilare il dito da lei. Accarezzandogli le natiche le sfioro l’ano. Una nuova luce invade i suoi occhi, sottolineata dai gemiti.

Si solleva sino a farmi uscire e spinge in avanti il bacino.

Prova a metterlo dietro!

La guardo stupito, interdetto. Non avevamo mai avuto dei rapporti anali.

Tento di accontentarla, afferro forte il mi membro e lo punto tra le sue natiche.

Laura allarga di più le gambe e con le mani si dilata il sedere. Scende lenta verso di me e si sistema sino a sentirlo contro il suo buchino. Eccitatissima tenta di prenderlo, inclina in vari modi il bacino, ruota e spinge ma non riesce nel suo intento. Non &egrave la posizione migliore per la prima volta, credo e tento di farglielo capire ma lei insite.

Tienilo lì che provo a farlo entrare! ‘ dice lei con la voce rotta dall’emozione.

Per un istante lo sento entrare, la sto sfondando quando lei emette un grido misto di dolore e di piacere.

Il dolore &egrave troppo forte e quindi rinuncia, cambia leggermente inclinazione del ventre e mi ritrovo nella sua calda e accogliente vagina.

Ci riproviamo un’altra volta, più preparati’d’accordo?
D’accordo’ora lasciati andare e vieni!

La sua proposta mi aveva sconvolto e ancora mi trascinavo dietro lo stupore. Laura non aveva mai voluto tentare qual tipo di rapporto, nonostante le mie proposte. Adduceva sempre motivi di scarso interesse e di dubbio sul piacere che ne poteva ricavare.

Nemmeno dopo un reciproco scambio di abili leccate sulle zone genitali, l’una sopra l’altro, quando, con il suo buchino bene in vista, lo stimolavo con un dito, lei si era lasciata convincere; nonostante il forte piacere che il mio dito le dava.

Ora la sua richiesta giungeva, per me, del tutto inaspettata.

Preso da questi pensieri stavo massaggiando le labbra e il clitoride di lei senza prestarvi molta attenzione, guidato dall’istinto.

Il suo orgasmo giunse inaspettato.

Laura in preda al piacere mi sposta, violentemente la mano dalla sua vagina e si mette a saltare su di me sempre più veloce e intensamente.

Riprendo coscienza di me e la prendo sui fianchi accompagnandola nella sua danza. Distratto dai pensieri precedenti sono rimasto molto indietro e mi posso permettere di sussurrargli di prendersi quello che vuole, senza problemi. Bluffando abilmente sulla mi a capacità di autocontrollo.

Lei lo sa e insiste con le sue mosse, contrae di più o muscoli interni per compensare, in parte, la sua aumentata dilatazione. Si solleva piano sino a trattenere dentro solo la cappella e gioca prendendo solo lei dentro.

Stimolato dalle sue labbra sul punto più sensibile iniziò a godere, perdendo immediatamente il controllo, confortato dal fatto che lei ha già avuto il suo orgasmo.

Mi conosce e sa che mi piace baciarla mentre sto per venire, mi afferra la testa e m’insinua la lingua in bocca.

Dal modo in cui la bacio capisce esattamente a quale punto mi trovo e adegua le sue mosse in modo da farmi arrivare all’orgasmo il più lentamente possibile.

E’ molto abile e sento il piacere salire, poco alla volta, mi avvicino all’esplosione più volte trattenuto da lei, sino a quando scarico tutta la mia tensione dentro di lei.

Come si accorge dei miei primi impulsi, aumenta la sua corsa, in due o tre riprese, ognuna sempre più profonda sino ad accogliere i miei ultimi getti con il pene completamente dentro di lei.

Resta in questa posizione, baciandomi, per il tempo necessario a che il mio respiro si regolarizzi.

Quella stessa sera, giunta a casa, Silvia si mise subito a letto, il luogo più intimo dove poteva meditare su quello che aveva scoperto di lei e sulle sue possibili evoluzioni.

Nel buio della sua stanza rivedeva gli occhi di quei due ragazzi e le loro espressioni, risentiva le parole di Sara e Laura. Riviveva istante per istante tutta la cena.

Sentiva nuovamente crescere l’eccitazione in lei, senza bisogno di concentrarsi troppo, riusciva a risentire gli occhi di quei due su di lei. Pensava a come si era messa in mostra per loro, a quali parti del suo corpo aveva scoperto e alle posizioni che aveva assunto.

Si immaginò la loro possibile reazione se si fosse esposta in modo diverso, più esplicito, più volgare se vogliamo. Creò nella sua mente varie situazioni e le possibili reazioni. Era certa che almeno uno dei due si sarebbe masturbato pensando alle sue gambe, alle calze autoreggenti e al brevissimo istante in cui aveva potuto notare il triangolo degli slip.

Silvia iniziò a contrarre ritmicamente i muscoli interni del pube, così come le aveva insegnato a fare Sara, quando si era lamentata dei suoi problemi a raggiungere l’orgasmo.

Non lasciò che la sua mano scivolasse tra le sue labbra, come faceva quando voleva scaricare l’eccitazione residua di un rapporto con completamente pago con il suo ragazzo.

L’eccitazione che aveva ancora dentro dopo quella serata era in grado di portarla al piacere solo con i giusti movimenti del bacino.

Ruotò su se stessa, sotto le coperte, e si mise a pancia in giù, continuando i suoi movimenti sempre più ampi. Creava situazioni di esibizionismo sempre nuove nella sua mente, scoprì che si eccitava di più se immaginava di farlo in compagnia di Luca ma a sua insaputa. Sognò di mostrare la fascia delle calze a quei due mentre era al ristorante con lui.

La sua mente viaggiava sempre più veloce, come la crescita del suo piacere. Formò delle immagini di lei che scopava in macchina, sopra il suo ragazzo, mentre quei due la spiavano dai finestrini. Immaginava come si toccassero di fronte al suo spettacolo per loro.

Comprese che in quello stesso istante, mentre cercava il piacere da sola, era uno spettacolo indimenticabile e si scoprì; lanciando le coperte in fondo al letto.

Sentì nuovamente i loro occhi sulla sua schiena che iniziava a imperlarsi di sudore, li sentì scendere verso il sedere e gli immaginò incollati alle sue natiche che si sollevavano ritmicamente.

Aprì un po’ le gambe per consentirgli di godere della vista dei peli vaginali.

Presa da questi pensieri sentì l’orgasmo arrivare, lento ma forte, lo sentiva nascere dal profondo del suo ventre. Non riuscì a resistere e lasciò scivolare una mano sotto di se sino a raggiungere il clitoride. Come lo sfiorò il piacere la invase violento. Dovette trattenersi dall’urlare, limitandosi a gemere sottovoce per il timore di essere sentita dai suoi.

L’orgasmo arrivò veloce ma la abbandonò lentamente lasciandola spossata come dopo un vero rapporto.

Si lasciò invadere dal torpore lentamente e assaporò ogni minimo dettaglio. Ruotando sulla schiena non si ricoprì, voleva che l’aria accarezzasse il suo corpo che ormai sapeva stupendo ed eccitante.

Mentre il sonno si impadroniva di lei decise di spingersi oltre quelli che aveva sempre ritenuto i suoi limiti, voleva accettare le proposte e i suggerimenti di Sara e della sua amica.

Il piacere che era riuscita a provare grazie a quella serata poteva essere solo un piccolo, insignificante, esempio di quello che poteva avere se completava la conoscenza delle possibilità del suo corpo. Era disposta a fare tutto quello che le avrebbero chiesto, senza porsi limiti, e ad accettare tutte le conseguenze che ne sarebbero derivate.

Il mattino seguente passò in rassegna il proprio guardaroba, analizzando ogni capo con un’ottica nuova per lei. Si accorse che ben pochi dei suoi abiti riuscivano a rendere giustizia al suo corpo, la maggior parte erano eleganti, di ottima fattura ma anonimi. Solo la sua biancheria poteva passare l’esame, da sempre appassionata della “lingerie” aveva sfogato in quel settore, nascosto alla vista dei più, la sua voglia latente di sentirsi sexy.

Aveva chiamato Sara e fissato un incontro per quella sera, voleva vestirsi in modo adeguato senza scadere nella volgarità. Riordinò l’armadio, ponendo a portata di mano quei capi che la facevano apparire più carina, fece mentalmente l’elenco di cosa acquistare in futuro e cosa era assolutamente necessario procurarsi subito.

Prima di uscire per fare i suoi acquisti, in quei negozi che anche una studente come lei poteva permettersi, chiamò Luca. Fu molto vaga con lui sull’esito della serata con sua sorella e non gli parlò del nuovo appuntamento. Lui era completamente preso da due esami ravvicinati e questo concedeva una totale libertà di movimento a Silvia.

Il semplice fatto di nascondergli qualcosa inerente la sua sensualità procurava in lei una strana sensazione di benessere. Non riusciva a sentirsi in colpa come la razionalità le suggeriva e uscì di casa impaziente di provare dei nuovi vestiti che, fasciandola nel modo giusto, mettessero in risalto la sua figura.

Sara passò a prenderla a casa. Lei era in attesa e pronta per uscire, si era preparata con cura, i vestiti, il trucco, la biancheria; era pronta a tutto e in cuor suo sperava che la serata prendesse una strada ancora più trasgressiva di quella precedente.

Raccontò a lei cosa le era successo una volta a letto da sola, i suoi pensieri e come aveva raggiunto il piacere grazie ad essi.

Sara si stupì del suo racconto, non si aspettava che lei reagisse così prontamente alle sue provocazioni, pensò che quella ragazza poteva diventare una donna molto pericolosa dal punto di vista sessuale. Una volta che avesse vinto le sue inibizioni e la sua timidezza, imparato a valorizzare il suo corpo grazie al suo cervello, nessuno avrebbe saputo resistergli. La fragranza del suo giovane corpo, unita all’esperienza di una donna matura, che lei poteva dargli, erano un mix micidiale.

Pensando a suo fratello, decisamente non pronto a reggere un rapporto con una donna del genere, fu colta da dubbi, ma il pensiero di quello che lei aveva passato prima di imparare a valorizzarsi, del tempo che aveva perduto, inutilmente persa in problemi simili a quelli di Silvia, la convinsero ad andare avanti, certa che anche Laura avrebbe approvato.

Ricacciò nel profondo della sua mente i sensi di colpa nei confronti del fratello e si concentrò su di lei. Non voleva trasformarla in una troia, ma la strada della sua evoluzione, forse, passava anche da lì, com’era successo a lei.

Doveva trovare il modo di fargli vincere le ultime remore, sapeva che il desiderio, la disperata ricerca del piacere che la mente, opportunamente stimolata, aveva immaginato, era la forza poteva smuoverla. Sapeva anche che una volta superate le ultime barriere non sarebbe più tornata indietro, e questo le pesava parecchio.

Chiamò Laura al telefono, voleva dividere con lei quella responsabilità, bastarono poche parole per far intendere alla mia compagna i suoi pensieri, tra loro si era sviluppata una fortissima intesa.

Tutte e tre andarono in giro, senza meta, per gran parte della serata. Parlarono a lungo tra di loro, facendo intendere a Silvia i loro dubbi e le loro previsioni sul suo futuro, si sincerarono che la donna che poteva diventare corrispondesse a quello che lei voleva.

Si ritrovarono alla fine dinanzi ad un locale molto in voga in quel momento in città e quindi molto frequentato.

Entrarono per bere qualcosa. Silvia si aspettava di poter fare qualche incontro eccitante, ma questa non era l’idea delle due amiche che rifiutarono con decisione le attenzioni saltuarie di alcuni avventori. Lei iniziava ad essere delusa da quella serata fatta solo di parole e profondi discorsi ma del tutto priva di componenti maliziose, quando una persona che pareva conoscere bene Laura e Sara si avvicinò al loro tavolo.

Silvia, ti presento Paolo, un caro e intimo amico’- Sara mise l’accento sulla parola “intimo” Tanto che l’attenzione di Silvia si risvegliò

Paolo, un ex di Sara, si ritrovava in quel locale non per caso, ma invitato da lei.

Fatte le presentazioni di rito lo invitarono a sedere al fianco di Silvia. Lui sapeva cosa doveva fare e iniziò a corteggiarla con discrezione ma lasciandogli chiaramente intendere cosa voleva da lei.

Dopo un breve giro di opinioni su argomenti del tutto anonimi, le due complici iniziarono a magnificare l’eleganza e la sensualità della loro amica. Poco alla volta, con frasi mirate e maliziose, convinsero Silvia a mettere sempre più in mostra il suo corpo a Paolo ed ad accettare le sue carezze, prima discrete poi sempre più particolari.

Lei aveva capito da alcune frasi che quell’incontro non era casuale, l’intento delle sue era quello di lasciarla alle attenzioni di quel tipo niente male e molto abile con le mani. Si abbandonò con piacere al programma previsto e lasciò che la mani di Paolo esplorassero il suo corpo quel tanto che un luogo pubblico lo consentiva.

La situazione e le carezze, unite alle parole che lui sapeva sussurrargli la eccitarono a tal punto da sperare che la cosa non finisse lì.

Quando Sara giudicò che fosse giunto il momento fece un cenno a Paolo, il quale si alzò invitando Silvia a fare altrettanto.

Lei guardò dubbiosa prima Laura e poi Sara, in attesa di una parola, un cenno.

Vai con lui, ma ricorda: non cercare il tuo piacere.
Datti a lui completamente e non ti aspettare niente, fa quello che ti chiede.

Devi imparare a donare piacere ad un uomo senza pretendere in cambio il tuo.

Una femmina, prima di tutto, sa dare, sa far godere un uomo lasciandogli intendere che lei &egrave tutta e solo sua, che &egrave a totale disposizione delle sue fantasie’Intendere, ricorda bene!

In realtà, quando lo fai godere &egrave lui ad essere nelle tue mani!

Vai’- disse Sara.

Tu sai che lui &egrave venuto qui per te, questa sera, e che ora ti desidera più di ogni altra cosa.
Lo farai godere, realizzerai i suoi sogni, proverai piacere per questo. Imparerai a godere del suo piacere, poiché lo saprai opera tua.

Tu e solo tu, con la tua mente, la tua sensualità e il tuo corpo o una parte di esso, Sarai in grado, questa sera, di farlo godere.

Sei al centro dei suoi pensieri e questo ti eccita, se tu non verrai grazie a lui, in realtà, non gli concederai tutto di te. Lui non saprà come sei quando godi, quali espressioni assume il tuo viso, come diventa la tua voce e come ti muovi quando stai per venire. In pratica non ti conoscerà, resterà un tuo segreto, non Silviai completamente sua anche se lui lo crede.

Comunque una donna che sa far godere senza aspettarsi niente in cambio fa impazzire gli uomini, i quali una volta che lo hanno scoperto sono spinti a dare tutto a lei, per non perderla. ‘ aggiunse Laura.

Silvia si alzò e si lasciò prendere per mano da Paolo, che la condusse al di là di una porta su cui c’era scritto “riservato”. Si ritrovò in una stanza adibita a magazzino, in cui erano stoccate oltre alle bevande anche delle poltrone e dei tavoli.

Lui accostò semplicemente la porta, senza chiuderla del tutto. Silvia avrebbe preferito che l’assicurasse cono un giro di chiave, in modo da essere sicura che nessuno irrompesse nella loro intimità, si fidava di lui perché si fidavano Sara e Laura.

Paolo si fermò nel mezzo della stanza ben fermo sulle gambe e fissandola con un’espressione indecifrabile. Lei si avvicinò a lui e lo guardò dal basso, era circa quindici centimetri più alto di lei con un fisico da atleta, veramente un bel ragazzo.

Cosa vuoi da me? ‘ gli sussurrò con una voce talmente calda che si stupì di se.

Lui non disse niente, si portò le mani sulla cintura e la sciolse. Sempre guardandola negli occhi si calò i pantaloni e gli slip, tirando fuori un membro perfettamente eretto, che una volta liberato dalla stretta della biancheria, scatto in avanti appoggiandosi sulla pancia di Silvia.

Come percepì quel tocco, lei, abbassò lentamente lo sguardo sino a focalizzarlo sul pene, lo brandì con la destra, di lato, come in una stretta di mano. Con l’indice e il pollice tentò di valutarne il diametro, non riuscendo ad unirli si sentì soddisfatta. Lo immaginò dentro di se e faticò ad allontanare la delusione di non poterlo fare per accontentare Sara.

Stringendolo forte si chinò sui talloni sino a portare il viso alla giusta altezza, lo scappellò completamente a fondo e aprì la bocca ingoiandolo.

Il primo impatto fu di stupore e meraviglia per quanto le riempiva la bocca, temette di non riuscire a compiere bene il suo lavoro a causa di quelle dimensioni, poi fu distratta dal suo buon sapore e, allora, si accorse di come lui stava ansimando.

Felice della sua muta approvazione si concentrò per sincronizzare la lingua con la mano, mise in pratica tutte quelle tecniche che le erano state descritte, soprattutto da Sara, e che non aveva avuto il coraggio, un po’ per vergogna e un po’ per mancanza di stimolo, di mettere in pratica con Luca.

Il pensiero sul suo ragazzo, stranamente, non la fece sentire in colpa, anzi la eccitò.

Si immaginò quello che lui avrebbe provato nel vederla all’opera in quel modo, nel sentire i sospiri di piacere dell’uomo, nel vedere i fianchi di lui che spingevano ritmicamente il pene nella sua bocca come per scoparla. Un senso di rivalsa sulle parole poco lusinghiere a proposito delle sue capacità erotiche si impossessò di lei.

Pensava: “Guarda come lo faccio godere”, “lo vedi come me lo spinge in bocca”, “ti sembro abbastanza troia così?”, rivolta al suo ragazzo.

Rallentò il suo ritmo e l’intensità della pressione della lingua sul glande, quella situazione le piaceva e non voleva farla finire subito.

Si sistemò più comodamente sulle ginocchia, aprendo le gambe quanto le gonna e l’altezza del bacino di lui lo consentivano.

Le tornarono in mente le parole di Laura e Sara, sul fatto di imparare a provare piacere dal piacere che dava. Si mise attentamene all’ascolto del respiro di lui, analizzò gli impulsi che percepiva sulla cappella e la quantità di liquido lubrificante che secerneva, il modo in cui vibravano i muscoli dei glutei e delle gambe. Rapportò il tutto alle sue azioni e si divertì a variare il gioco della lingua, delle labbra, degli ingoi per poi godere delle sue reazioni.

Alla fine riuscì a sentirlo completamente in suo potere, capiva che lui stava accettando tutto quello che lei gli faceva come un dono, speranzoso che la sua volontà fosse di portarlo sino in fondo.

Si sentì forte, invincibile e finalmente sicura della sua femminilità. L’eccitazione, già alta grazie ai pensieri di prima, crebbe ulteriormente. Inconsciamente iniziò a muovere il pube come se sotto e dentro si lei ci fosse un uomo, contraendo il bacino ritmicamente sentì crescere anche il suo piacere.

Quando intuì dall’ingrossamento e dal calore emanato dalla cappella che lui era al limite, si limitò a leccarlo piano, tenendolo a pochi centimetri dal viso, scorrendolo a volte con le labbra inturgidite dal piacere che stava provando.

Sentì, sotto le sue mani, irrigidirsi i muscoli dei glutei di lui e posizionò il viso in attesa del primo schizzo, con la bocca aperta e la lingua fuori. Ruotando velocemente gli occhi verso l’alto si sincerò che lui la stesse guardando, allora assunse anche un’espressione ispirata.

Lui rantolò e lei senti uno schizzo caldo dal naso alla guancia, subito lo riprese in bocca, succhiando forte e raccogliendo il suo seme con dei rapidi giri di lingua.

Continuò sino a quando fu lui a ritrarsi, allora si alzò strusciando il seno contro di lui. Senza sapere il perché aprì leggermente la bocca in modo da consentirgli di vedere che era piena del suo seme, poi la richiuse ingoiando tutto con un vistoso deglutire. La sua espressione di puro piacere, come se stesse assaporando chissà quale nettare, sconvolse Paolo che rimase a bocca aperta mentre lei si allontanava, ripulendosi il viso alla meglio con un fazzoletto.

Raggiunse Laura e Sara al tavolo:

Tutto bene? ‘ chiese Laura
Direi di si! ‘ rispose Silvia con aria sorniona.
Vado a vedere come l’hai ridotto. ‘ aggiunse Sara, quindi si alzo dirigendosi verso la porta da dove lei era uscita.

Silvia raccontò a Laura com’era andata, cosa aveva pensato e provato. Descrisse minuziosamente i suoi pensieri sul suo ragazzo e l’intenzione di sfogare alla prima occasione, su di lui, quello che era riuscita a tirare fuori da dentro di se; confermando in Laura l’impressione che ormai Silvia si era avviata su di una strada senza possibilità d’inversione.

Lei volle ordinare da bere e Laura le fece compagnia, il tempo passava e Sara non tornava. Dopo circa tre quarti d’ora, Silvia, si chiese se non era il caso di andare a vedere se era tutto a posto, ma l’occhiata maliziosa di Laura le lasciò intendere che la sua probabile cognata stava tenendo con Paolo un incontro decisamente riservato.

Si misero in paziente attesa parlando del più e del meno, al ritorno di Sara uscirono dal locale senza chiederle niente. Non c’&egrave n’era bisogno, il suo viso parlava per lei.

Silvia si lasciò condurre a casa mentre con la mente fantasticava sulle possibili evoluzioni future di quella complice amicizia, sentiva che aveva ancora molto da imparare su di se e sul modo di porsi agli altri.

La guadagnata sicurezza, frutto di quelle due serate in loro compagnia, non era ancora niente paragonata a quella dimostrata da Sara poco prima. Era rimasta colpita dal suo sguardo e dalla lice dei suoi occhi quando si era alzata dal tavolo per raggiungere Paolo.

Era molto stanca, troppe le emozioni di quella giornata, si stava assopendo, presa da quei pensieri e confortata dalla consapevolezza di essere solo all’inizio, quando giunsero sotto casa sua. Si salutarono e rimandarono la continuazione del loro discorso ai prossimi incontri. Dal canto suo Silvia stava già assaporando la sorpresa che stava per fare al suo ragazzo, domani quando l’avrebbe rivisto. Chiaramente sapeva che quelle due serate e le prossime sarebbero rimaste un segreto per lui, ancora per lungo tempo.

Dopo le due notti in cui, Sara e Laura, l’avevano iniziata al piacere della scoperta del proprio corpo e delle sue possibilità, Silvia, aveva tentato, speranzosa, di sconvolgere fisicamente il suo ragazzo. Forte della nuova sicurezza acquisita lo aveva affrontato con una sfacciataggine sino ad ora sconosciuta in lei. Quando si era recata a casa sua, nel pomeriggio del giorno seguente al suo primo incontro erotico con un relativo sconosciuto, lo aveva praticamente aggredito sessualmente. Interrompendo i suoi discorsi gli era saltata addosso, spogliandosi in tutta fretta, incurante del pericolo di essere scoperti dei suoi genitori sulla via del rientro. Aveva fatto l’amore con lui aggiungendo al solito sentimento una componente animale, nuova per lei, che avrebbe dovuto fargli capire che si trovava davanti ad una donna nuova.

Lui fu abile come il solito, non per niente era il fratello di Sara, la portò al piacere con la sua calma abilità, con le solite mosse ed i soliti stimoli. Senza dare a vedere di essersi accorto del suo cambiamento e della sua evoluzione. Peggio, sembrava non aver notato la nuova pettinatura, più aggressiva e l’abito fasciante e sexy che lei aveva appena acquistato.

Silvia non diede peso alla sua delusione, pensò che, preso dagli esami, non aveva testa che per quello.

Lasciato Luca ai suoi impegni, Silvia, si ritrovò girovagare senza meta, assorta nei suoi pensieri, concentrata nel tentativo di cancellare i rimasugli del recente fallimento.

Si ricordò dell’offerta di Laura, la quale le aveva offerto la sua disponibilità, invitandola a telefonargli ogni qual volta si fosse sentita giù o dubbiosa.

Silvia n’approfittò e la chiamò in studio, raccontandogli i fatti del pomeriggio. Per parlarne meglio, Laura, la invitò a raggiungerla.

A Silvia piaceva gironzolare per lo studio di Laura, in fondo, faceva il lavoro per il quale lei stava studiando sperando di dedicarsi alla libera professione.

Quando furono a faccia a faccia, Silvia, diede libero sfogo alla sua depressione.

Vedi, Laura, questi vestiti nuovi, il nuovo trucco e la pettinatura, il fatto di aver visto l’effetto che faccio su alcuni uomini, non migliorano le mie capacità amatorie.
Per Luca non sono per niente cambiata, sono quella di sempre: carina ma deludente a letto!

Luca non ha capito niente di te, mi spiace dirlo ma &egrave così.
Se solo si fosse sforzato di guardarti meglio avrebbe, di certo, notato che non sei più la Silvia di prima. Non solo per il tuo aspetto ma per come ti sei posta a lui, per come lo hai affrontato e fatto l’amore con lui.

Probabilmente ha la testa altrove, ci siamo passati tutti, e tu stai vivendo un’esperienza simile alla sua. In questo momento non hai esami, ma sai benissimo come si vive quando sei sotto e ne hai due ravvicinati.

Non ti creare nuove paure o nuovi dubbi’stai cambiando, e si vede.

Prova a pensare se la tua delusione non derivi dal fatto che lui non ti ha dato più del solito, in risposta al tuo nuovo modo di essere. Probabilmente ti aspettavi che ti facesse provare un piacere maggiore, che fosse più abile di quanto non lo sia mai stato o che perdesse completamente la testa, eccitato dalla nuova Silvia.

Non mollare, continua a lavorare su di te.

Probabilmente hai ragione, ma da quando mi sento più sicura di me non ho, ancora, guadagnato niente.
Niente in piacere intendo.

L’altra sera, quando mi sono appartata con il vostro amico, come ho visto cosa aveva in mezzo alle gambe ho iniziato a sognare di sentirlo in mezzo alle mie. Poi ho pensato che se voi mi avevate chiesto di limitarmi a farlo godere avevate i vostri buoni motivi.

E difatti ho provato quello che avevate previsto, ma la voglia &egrave rimasta.

Mentre lo stavo succhiando sono quasi venuta, da sola. Oggi speravo che Luca mi regalasse un orgasmo mitico’invece &egrave stata una cosa del tutto normale. Stavo quasi per dirgli tutto, magari così si svegliava e qualcosa succedeva.

Ti senti delusa nelle tue aspettative, ma la colpa non &egrave tua. Vedrai che appena lui avrà la mente sgombra le cose andranno meglio.
Ma ci vorranno settimane! ‘ quasi gridò Silvia.
E tu hai voglia adesso, molta voglia.
Si!
A cosa saresti disposta, per soddisfarla?
Cosa intendi?
Se n’avessi la possibilità, adesso, ti toglieresti la voglia o preferisci aspettare che il tuo ragazzo ti dedichi le attenzioni che vuoi?
Adesso?
Rispondimi. Vuoi soddisfare la tua voglia.
Si!
Senza remore o sensi di colpa?
Da ieri sera non ne ho più!
Aspetto un mio collega, un appuntamento di lavoro. E’ da parecchio che ci prova con me e devo dire che non &egrave niente male. Credimi, ci sa fare!
Se vuoi si può combinare.

Io e lui?
Tu e lui, noi e lui ‘ come preferisci.
Noi e lui’la cosa m’intriga, non ho mai fatto cose di questo tipo’non lo so’dimmi tu.
Un giorno dovremo parlare delle tue fantasie più nascoste, di sicuro ne hai’
Tante e talmente spinte che ho paura a confessarle.
Come tutte noi, ma non devi negarti niente di quello che può darti piacere.
Comincio a credere che tu e Sara vi divertiate molto insieme.
Non hai torto. Se vuoi faremo divertire anche te’ecco &egrave arrivato, prima che gli apra la porta dimmi cosa vuoi.
Non lasciarmi sola. ‘ la pregò Silvia.

Laura si avviò alla porta e fece entrare l’uomo che stava aspettando. Come al solito lui la coprì di complimenti per la sua figura, per il vestito e proferì le solite, più o meno, velate proposte. Non sapeva che quella volta sarebbe stato accontentato.

Fu introdotto nell’ufficio di Laura dove già si trovava Silvia e gli fu presentato. La sua reazione alla vista della giovane fu esattamente quella che Laura sperava.

La analizzò studiandola nei minimi particolari e spogliandola con gli occhi. Non che c’&egrave n’&egrave fosse bisogno, il suo vestito, all’apparenza casto, aderiva al suo corpo evidenziando ogni singola curva.

Dopo una serie di convenevoli in cui fu chiarito il ruolo di amica di Silvia, Laura confidò a lui il motivo della visita di lei, utilizzando dei lunghi giri di parole e velate allusioni, in modo da non metterla in imbarazzo.

Lui capì al volo quello che Laura si aspettava e, allo stesso modo, comunicò a lei cosa lui desiderava in cambio.

Questo breve ma decisivo scambio di messaggi avvenne quasi all’insaputa di Silvia che non capì molto bene il senso dei loro discorsi. Capì invece che l’attenzione di lui si era spostata sul suo problema quando iniziò a dimostrargli comprensione e una sensibilità non comune.

Sembrava che lui avesse vissuto i suoi stessi problemi, dal punto di vista maschile, ma identici. Riuscì in breve tempo a coinvolgerla in una discussione priva di segreti o tabù. Più parlava con lui, più le veniva facile confessare i suoi pensieri e i suoi desideri, oltre al resto le piaceva quell’uomo anche dal punto di vista fisico.

Appena Laura ritenne che la loro intimità aveva raggiunto il livello giusto, finse di dover fare un giro di telefonate di lavoro; gli invitò a raggiungere la sala riunioni dove potevano parlare più comodi e tranquilli, scherzando disse loro che in quel modo non sarebbero stati disturbati dalle sue urla mentre inveiva contro chi stava dall’altro capo del telefono.

Mentre uscivano dalla stanza, Laura, si concesse un sorriso prevedendo quello che sarebbe successo di lì a poco, si accese una sigaretta e si rilassò sulla poltrona ripensando alla richiesta, nemmeno tanto velata, de suo collega. Era chiaro che desiderava avere lo stesso tipo di incontro con lei e che aveva espressamente richiesto di poterlo avere in cambio della sua disponibilità a soddisfare Silvia.

A lei non dispiaceva affatto quel tipo ma non voleva mischiare l’intimo con il lavoro, anche perché i giochi tra le nostre coppie, noi e Sara e Marco, riuscivano a soddisfarla completamente. In ogni caso non doveva perdere la possibilità di vederlo all’opera, se avesse sbirciato dalla porta loro non se ne sarebbero accorti e lei avrebbe potuto approfondire la conoscenza di lui. Ma era ancora presto.

Silvia si accomodò sul piccolo divano della sala avendo cura di assumere una posizione che la valorizzasse e, al contempo, esprimesse la sua disponibilità.

Lui rimase in piedi, come se non sapesse dove accomodarsi, poi accettò il suo invito; interessandosi esplicitamente a lei.

Silvia lo lasciò fare senza incoraggiarlo con le parole ma con il corpo. Dimostrava di gradire le sue, sempre più chiare, proposte non curandosi delle sue occhiate nella scollatura o sulle gambe.

Poco alla volta, lui, la fece eccitare solo grazie alle sue parole e la sbloccò, completamente, quando le confidò che desiderava ardentemente vedere il suo corpo libero dai vestiti.

Lei sentì una forte sensazione al ventre mentre si alzava in piedi lentamente, sapeva che ormai aveva deciso di lasciarsi andare, incurante del suo ragazzo voleva quell’uomo. In piedi di fronte a lui sbottonò, da dietro, la gonna e la lasciò cadere ai piedi, lasciandogli il tempo di godere della vista delle sue gambe velate dalle autoreggenti e del minimo tanga, in tinta, che a stento le copriva la vulva.

Prese la maglia per il bordo inferiore e la sfilò piano, lasciandola scorrere sul seno nudo, rabbrividendo di piacere per quella sensazione. Fu fermata a metà, con la maglia che le copriva il viso. Lui la pregò di rimanere così, con le braccia alzate sopra la testa e gli occhi coperti dalla maglia. Le disse che in quella posizione il suo seno risaltava in tutto il suo splendore e la curva dei fianchi ispirava dei pensieri poco casti.

Ascoltava quelle parole immobile lasciandosi accarezzare dal loro morbido suono, ormai era addestrata a sentire la pressione degli sguardi sulla pelle, ma quello che sentì all’improvviso non era un tocco immaginario, le mani di lui le stavano scorrendo sui fianchi, cingendoli con dolcezza. Sempre immobile sentì le mani scendere sulle gambe e seguirle dall’esterno sino ai polpacci. Le sentì risalire e sperò che prendessero la via interna, gli indicò questo desiderio aprendole poco. Percepì la sua mano che, di taglio, s’insinuava tra le ginocchia salendo piano. All’altezza delle cosce, la mano ruotò costringendola ad aprirle di più in modo da liberare la strada verso il pube.

Silvia sentì la mano salire sempre di più e provò l’irresistibile desiderio di sentirla appoggiarsi sulla vagina, spinse in avanti il pube in attesa mentre dalle labbra socchiuse usciva un sospiro leggero; però quando iniziò a sentirne il calore attraverso gli slip, lui la ritrasse e, immediatamente, le sentì stringersi sul seno.

Si sfilò del tutto la maglia lanciandola sul tavolo dinanzi al divano, dopo essersi sistemata i capelli, con una serie di movimenti automatici, focalizzo lo sguardo su di lui. Notò che aveva le pupille dilatate e gli occhi secchi, come se per non perdere un istante dello spettacolo dato dal suo corpo si fosse dimenticato di sbattere le palpebre per umidificarli. Le labbra semi aperte e gli occhi sbarrati gli davano un’espressione imbelle e Silvia dovette trattenersi dal ridere, tanto la trovava comica. Lui intuì cosa le passava per la mente e, prontamente, si ricompose.

Lei aspettò in piedi che lui terminasse di togliersi la camicia, poi lo studiò con attenzione mentre, da seduto, tentava di sfilarsi i pantaloni e quindi ruppe ogni indugio e gli tolse lei stessa le mutande.

Accarezzo il suo membro sulla via dell’erezione e si divertì a sentirlo crescere tra le mani.

Silvia indietreggiò verso il tavolo prendendolo per mano, si sedette sopra e con le gambe aperte reclinò la testa all’indietro, offrendo il collo ai suoi baci. Le mani di lui scesero dal seno ai fianchi e presero l’elastico degli slip tirandoli piano per sfilarglieli. Lei si appoggiò ai gomiti e alzo un poco il sedere per aiutarlo. Quando fu completamente nuda, velata solo dalle calze, fece per riprendere la posizione di prima, ma lui la trattenne giù con una mano sul petto, poi avvicino il viso al pube e intrufolò la lingua tra le labbra della vagina.

Silvia rantolò e aprì ulteriormente le gambe, appoggiata sui gomiti reclinava la testa all’indietro sino ad appoggiarla sul tavolo, la schiena spinta verso l’alto inarcava il suo corpo, mostrando la perfezione del suo ventre. La sua fantasia le consentiva di vedersi dall’esterno e si piaceva, sentiva di essere estremamente eccitante in quella posizione, immaginava l’effetto che aveva su di lui e si eccitava.

Lui scoprì con piacere che lei era già più che pronta, al primo tocco della sua lingua sulla vagina venne invaso dal suo sapore, percepì chiaramente il profumo dei suoi liquidi lubrificanti che riusciva a sovrastare quello del detergente intimo. Per ulteriore conferma unì un dito alla lingua e poco alla volta lo spinse dentro di lei. Scoprì in questo modo quanto era dilatata e umida, avrebbe potuto prenderla subito ma voleva farla godere ancora un po’ con la lingua.

Quella piccola ma esperta penetrazione fece sussultare Silvia, sentiva il suo dito che, arcuato, seguiva il bordo interno della sua vagina, soffermandosi nei punti che lei segnalava con il suo ansimare. Si stupiva del fatto che la mano e la lingua di lui non interferissero tra di loro, nel ristretto spazio tra le sue gambe, e di come riuscivano a sincronizzarsi per dargli un piacere sempre più forte.

Sentì il piacere crescere sempre più rapido ed intenso in lei, lasciò che il suo pube danzasse sotto quegli stimoli, riuscì solo a pensare che se lui non si fermava sarebbe venuta tra pochi istanti.

Stava per fermarlo bruscamente quando percepì le sua lingua sulla pancia che la leccava intorno all’ombelico. Si fermarono anche le sue mani e lei si rilasso, lasciando che le forti sensazioni defluissero dal suo corpo. Pensava di raddrizzarsi e di prenderglielo in bocca, in modo da contraccambiare quello che lui le aveva appena dato. I suoi massaggi e le sue carezze, però, la inchiodavano in quella posizione, erano troppo piacevoli per interromperle.

D’un tratto sentì che mancava una mano sul suo corpo e poco dopo anche l’altra, sollevò la testa per scoprirne il motivo e vide che lui stava indossando un profilattico.

Lo osservò rapita mentre, terminata l’operazione, puntava il pene verso la sua vagina. Lo sentì appoggiarsi e pensò che se la prendeva adesso, ancora in preda al piacere della stupenda leccata, le sarebbe scoppiato il cervello dal piacere.

Lui spinse dolcemente, tenendola per i fianchi, ma Silvia, ansiosa di averlo dentro, lo aiutò con i movimenti del suo pube, costringendolo a penetrarla totalmente, subito e con forza.

Tutti e due assaporarono, bloccandosi per un istante, la loro situazione. Silvia contrasse leggermente il ventre per migliorare la sua percezione, poi esaltata da essa iniziò una serie di movimenti sempre più ampi del pube.

Era la prima volta che tradiva il suo ragazzo, anzi era la prima volta che aveva un rapporto sessuale con qualcuno che non fosse lui. Sino a quel momento non aveva realizzato a pieno la situazione, solo quando lo sentì dentro di se capì quello che stava per fare. Stringendo i muscoli interni della vagina contro di lui pensò al tradimento che stava mettendo in atto e fu, per un brevissimo attimo, invasa dai sensi di colpa; ma questi come arrivarono se ne andarono, lasciando il posto ad un’incredibile eccitazione, incrementata proprio dalla consapevolezza di avere un rapporto fuori dalle comuni regole. Fu in quel momento che iniziò a muoversi, come raramente aveva fatto, sotto di lui.

Sincronizzarono le spinte di lui con le contrazioni di lei. Con la voce, Silvia, lo incitava a penetrarla con maggiore intensità, incurante del fatto che Laura poteva sentirli. Per certi versi questa possibilità le piaceva, voleva dimostrargli che era in grado di prendersi i suoi svaghi anche lontana da Luca.

Lasciò che il suo corpo rispondesse in modo istintivo alle spinte di lui e si abbandonò completamente sul piano del tavolo, allargando le braccia e lasciandosi sbattere come più piaceva a lui. La sua mente libera dal controllo del corpo poteva vagare e inseguire i suoi pensieri. Si sentì un po’ depravata ma la fantasia che la eccitava di più era quella di fare tutto quello davanti al suo ragazzo. Se chiudeva gli occhi poteva immaginarlo lì con loro, mentre la osservava.

Non era importante con chi lo stava facendo; era importante che Luca potesse vederla.

Lui era molto abile e la stimolava anche con le mani. Il corpo di Silvia, disteso sul tavolo, con le gambe aperte poneva il suo pube alla portata delle sue mani che scorrevano le labbra seguendo il bordo del pene o giocavano con il clitoride.

Completamente schiava del piacere che lui le stava dando e ulteriormente riscaldata dai suoi pensieri non sentì l’orgasmo arrivare.

Urlò nell’attimo che fu invasa dalla prima ondata, inarcò la schiena spingendo il pube contro di lui, la sensazione del suo pene che le riempiva il ventre incrementò il piacere.

Vedendola in preda ad un orgasmo così intenso, lui si sentì appagato e forte nel suo ruolo di maschio, seguì le contrazioni involontarie della vagina con le sue spinte e non fermò la stimolazione delle sue mani. Vedeva il suo viso distorto dal piacere e sentiva gli ansimi e i gridolini di piacere, si eccitò molto per come lei stava venendo e aumentò la sua concentrazione per mantenere il controllo del suo orgasmo sino alla fine di quello di Silvia. Voleva veramente farla godere come non mai, non gli era mai capitata una donna che dimostrasse in quel modo il piacere che provava. Rischiava di mancare il suo orgasmo, se si concentrava troppo di solito perdeva il treno e doveva ricominciare da capo. Non sapeva se lei, dopo, era in grado di soddisfarlo, ma non gli importava era troppo felice e appagato dalle sue reazioni

Silvia giunse alla fine molto lentamente, rilassò i muscoli e lasciò il suo corpo vibrare sotto i suoi colpi.

Quando emise l’ultimo sospiro liberatorio, appiattendosi stremata, lui si fermò, uscì da lei e rimase a guardarla mentre il suo viso si rilassava.

Laura era stata richiamata dai gemiti di piacere di Silvia, non voleva invadere la loro intimità, ma era curiosa di scoprire come se la stava cavando e di vedere lui all’opera.

La porta della sala socchiusa era un invito a sbirciare. La aprì ancora un poco, quel tanto sufficiente ad avere la piena visione dei due.

Giunse nell’attimo in cui lei si stava abbandonando al lui. Poté apprezzare le doti dell’uomo studiando le sue natiche che spingevano contro il pube di Silvia, la calcolata intensità mista ad un certo non so che di dolcezza la fecero sognare di essere al posto di Silvia. Capì ancora prima di loro che lei sarebbe venuta senza soddisfarlo, lo intuì dall’espressione del viso di lei e, successivamente, dalle rughe di concentrazione di lui.

L’assistere ad un rapporto sessuale che si stava realizzando davanti ai suoi occhi l’aveva eccitata, ora con la consapevolezza di come si sarebbe concluso un piano erotico stava prendendo forma nella sua mente.

Silvia si alzò a sedere, prese il membro di lui in mano e gli sfilò il profilattico. Stringendolo forte in mano cercò con gli occhi una sedia, saltò giù dal tavolo e la raggiunse. Lo invitò davanti a lei lasciandogli intendere che voleva farlo venire con la sua bocca.

Le intenzioni di lei erano buone ma il suo viso dimostrava la sua stanchezza così come la rilassatezza delle membra.

In quel momento Laura entrò, chiedendo per scherzo permesso e scusandosi per l’intromissione.

Lui intuì subito dall’assenza di reazioni da parte di Silvia che tra le due donne doveva esserci una complicità che andava al di là della semplice amicizia. Difatti, non solo, Silvia non mostrò nessun pudore per la sua nudità ma accetto di buon grado la proposta di Laura.

Siccome ti ha distrutto, lo lasci finire a me? ‘ chiese Laura a Silvia con un tono scherzoso
Avrei voluto succhiargli via tutto il seme, per ringraziarlo del piacere che mi ha dato, ma credo che lasciarlo a te sia un piacere maggiore per lui’fai pure. ‘ rispose lei
E a te va bene? ‘ domandò Laura a lui
Sai benissimo da quanto tempo lo voglio! ‘ fu la sua risposta
Te la senti di ricominciare subito o vuoi rilassarti un attimo?
Rilassiamoci insieme!
Io vi lascio soli, allora’- disse Silvia facendo la mossa di alzarsi.
Resta pure con noi’a me non dispiace! ‘ la bloccò al volo Laura.

Laura si andò a sedere sul divano facendo segno a lui di raggiungerla. L’uomo si avvicinò e sali con le ginocchia ai due lati delle gambe di lei, cavalcandola. In ginocchio il suo pene era alla giusta altezza del viso e lei non si fece pregare per prenderlo in bocca.

Lo ingoiò e iniziò a succhiarlo movendo la faccia avanti e indietro. Quel movimento unito a quello della lingua lo fecero godere molto in fretta. Reduce dal recente incontro con Silvia non poteva resistere a lungo alle labbra esperte di Laura e si ritrasse da lei. Seduto sulle sue ginocchia iniziò a sbottonargli la camicia, la sfilò dalle sue spalle e nel mentre le slacciò il reggiseno, liberò il seno e si chinò a baciarle i capezzoli.

Laura lo lasciò fare sino a quando sentì i capezzoli inturgidirsi sotto le sue labbra, poi gli sussurrò:

Leccami più in basso, voglio sentire la tua lingua là sotto!

Lui obbedì, scivolò giù da lei inginocchiandosi ai suoi piedi. Intrufolò le mani sotto la gonna, costatando con piacere che anche lei amava le calze autoreggenti. Prese gli slip e, con delicatezza, gli sfilò lungo le sue gambe, la aiutò a far passare i piedi attraverso e, poi li ripose accanto a lei.

Laura si dimenò sul sedere tirando su la gonna e, aiutata da lui, la sollevò fino in vita, poi aprì le gambe e, impudicamente, gli offrì il pube sollevandolo verso il suo viso.

Anche lei dimostrò rumorosamente di gradire quella lingua in mezzo alle gambe, dischiuse le labbra, sino ad allora serrate in una espressione decisa e ansimò di piacere quando la lingua di lui, scorrendo tra le labbra, tentò con successo di penetrarla.

Era intenta a percepire ogni minimo stimolo della lingua quando sentì che un dito si faceva spazio dentro di lei. Inclinò il bacino e presto sentì che le dita erano diventate due. Si eccitò per quello e si lasciò andare, lasciandolo fare.

Il piacere cresceva dentro di lei, violenti impulsi la prendevano quando una fortunata combinazione della lingua e delle mani colpivano i punti giusti.

Più godeva più cresceva in lei il desiderio di qualcosa di più, iniziava a sentire il bisogno fisico di prendere il suo pene dentro di sé, con la voce roca e riscaldata dall’eccitazione riuscì a dire:

Ne hai ancora uno di quei profilattici?
Più di uno!
E allora mettilo su’ presto… ti voglio dentro! – terminò la frase con un tono talmente sensuale da sconvolgere l’uomo

Lui capì che lei non avrebbe aspettato oltre, si allontanò e prese, dalla tasca, un altro profilattico. In piedi davanti al viso di Laura, con il membro vicinissimo a lei, lo indosso con calma, studiando la sua espressione.

Come ebbe terminato scese nuovamente sulle ginocchia, pensando di prenderla in quel modo. Il corpo di Laura abbandonato sul divano con il bacino sul bordo del sedile e le gambe spalancate per lui, erano troppo invitanti per non pensare che lei lo desiderasse così. Posò lo sguardo sulle labbra della vagina leggermente aperte e umide e s’immaginò già dentro di loro ma l’idea di lei era quella di dominare il gioco, di regolare l’amplesso secondo le sue voglie e le fantasie del momento.

Lo fermò a metà discesa e gli fece cenno di sedersi sul divano. Mentre lo accompagnava con le mani, ruotò su di lui mettendosi a cavallo delle sue gambe. Prese in mano il pene controllandone la libertà di movimento della pelle sotto il lattice, sistemò il pube su di lui e lo guidò dentro di sé. Scese decisa ma sensuale, con la bocca aperta in una lunga aspirazione mentre guardava il soffitto. Ondeggiando con il bacino lo fece entrare tutto.

Toccami! ‘ supplicò.

Lui le accarezzò le natiche, indugiò nella zona anale spingendo delicatamente per sondare l’eventuale desiderio di Laura di farsi penetrare in quel luogo, poi raggiunse il clitoride passando sotto di esse. In quel modo riusciva a seguire il lungo sali scendi di Laura e i suoi movimenti di anche, facendola godere con dei forti stimoli sia interni che esterni.

Silvia, nuda sulla poltrona, seguiva la scena eccitata.

Non aveva trovato un attimo di tempo per rimettersi almeno gli slip, tanto era presa dalle imprese sessuali dei due. Era la prima volta che assisteva ad un amplesso dal vivo, che non vedesse lei come protagonista, finalmente aveva la possibilità di osservare con dovizia il corpo di un uomo e quello di una donna che facevano sesso; un magnifico sesso a giudicare dai suoni emessi dalle loro labbra e dal piacere che poteva leggere nei loro sguardi.

Si preoccupò non poco quando scopri di recepire molto più sensuale Laura di lui, guardava il sedere di lei che saltava sul corpo del ragazzo e le piaceva. Trovava molto eccitante osservare il ventre di Laura, semi nascosto dalla gonna arricciata, lo immaginava pieno di quel pene che prima aveva riempito il suo, le piaceva studiarlo come si contraeva, come si inclinava e gonfiava.

Ammirò il suo seno, non più giovane come il suo, ma ben fatto e sodo, a giudicare da come si muoveva. E ammirò anche la spavalda sicurezza con cui era riuscita a dettare le regole di quel rapporto.

Inclinando la testa riuscì a guadagnare la visione completa della vulva di Laura e del membro sul quale scorreva. Si ritrovò a studiare con attenzione l’istante della penetrazione, memorizzandone ogni centimetro. Si domandò se anche lei si apriva in quel modo intorno alla carne di un uomo quando lo accoglieva dentro di se, non riusciva a credere che Laura spingesse con tutte le sue forze per scendere completamente contro di lui in modo da farsi penetrare a fondo. Silvia ricordava bene la sensazione di “pienezza” di quel membro quando lo aveva dentro, ricordava come lo sentiva premere con forza sulle pareti della vagina e quanto le riempiva il ventre. Laura, invece, pareva non ritenerlo sufficiente, lo cercava con tutte le sue forze, si apriva a lui e lo inghiottiva tutto dentro di se, quindi contraeva il bacino per sentirlo meglio. Era in quel momento che il suo viso testimoniava il profondo piacere che provava. Un piacere puro, privo d’implicazioni sentimentali; puro sesso al di là di ogni rimorso.

La sua eccitazione non era mai scesa ed ora stava tornando a livelli tali da renderla nuovamente pronta ad una rapporto, non sapeva come resistergli e lasciò scivolare la mano giù sino al pube.

Si diede quel piacere che desiderava, guardando Laura e l’uomo scopare davanti a lei.

Nel frattempo Laura aveva raggiunto il limite del suo controllo, quel punto oltre al quale non poteva più fermarsi senza soffrire per il mancato orgasmo. Intensificò il proprio ritmo, dopo aver lanciato un’occhiata all’uomo per capire se riusciva a reggerla ancora un po’. Ne ricevette uno sguardo di supplica, di fare presto, ormai era al limite, per sottolineare questo concetto le sue mani intensificarono il loro stimolo.

Laura, conscia che sia Silvia che lei avevano spremuto, ormai, tutte le forze dell’uomo, si concentro sul suo piacere e si lasciò prendere dall’orgasmo.

Alla prima ondata incitò anche lui a lasciarsi andare, poi seguì il suo istinto e lo cavalcò con foga. Sentì lui spingere il bacino in alto, verso di lei, poi lo sentì gemere e rantolare; a quel punto percepì le pulsioni del pene dentro dentro il ventre. Lo lasciò terminare godendosi la sensazione d’essere riempita senza il rischio di ricevere realmente il seme, certo il profilattico attutiva quella sensazione e mancava il calore del liquido seminale, ma non era male. Appagata si sollevò e lo fece uscire, ormai quasi spento dalla fatica.

Aveva goduto, ma non a tal punto da distruggerla fisicamente. Dopo alcune brevi frasi di vicendevoli complimenti, mentre si rivestivano, lo salutò rimandando l’appuntamento di lavoro, sottolineando di lavoro; lasciandogli intendere che quella scopata non avrebbe avuto seguito.

Voleva parlare con Silvia, aveva notato come si masturbava mentre li guardava. Il suo intuito le diceva che era pronta a scoprire il segreto di lei e Sara, e magari entrare a far parte del gioco.

Il semplice fatto che non si fosse rivestita, mentre lei si dava da fare, era indice di una sessualità pronta a tutto’doveva indagare.

Allora, dimmi qualcosa ‘ Laura la incitò, mentre davanti allo specchio si sistemavano il trucco dopo essersi rivestite con calma ‘ come ti &egrave sembrata, ti senti soddisfatta?
Soddisfatta? ‘ il viso di Silvia esprimeva una attenzione particolare ‘ Si posso dirmi soddisfatta, molto soddisfatta. Lui &egrave molto bravo, ma tu lo sai! ‘ disse rivolgendo uno sguardo complice a Laura ‘ sono ancora perplessa da quello che mi &egrave successo, però!
Cosa intendi?
Non hai fatto niente di tanto strano da lasciarti perplessa!

Non mi riferisco a quello che ho fatto io con lui’
Ohh! Spero di non averti ferita quando mi sono proposta a lui per finire quello che avevate iniziato!
No! Assolutamente no. Non mi hai ferita, anzi’io ero distrutta, mi ha fatto godere come raramente mi era successo. Sentivo di non farcela a rendergli il favore e te ne sono grata se lo hai fatto tu’se poi hai goduto anche tu ‘ tanto meglio.
Mi riferisco a quello che ho sentito dentro di me mentre vi guardavo. Non credevo che potessi eccitarmi tanto di fronte ad una scena di sesso!

Ti piaceva di più guardare lui ‘ o me? ‘ le domandò, brutalmente, Laura.
Ma tu come’? ‘ Silvia rimase per un attimo senza parole, con la bocca atteggiata in una espressione stupita, non capiva come lei avesse intuito i suoi pensieri; poi confessò – Se osservavo te, il tuo corpo, le tue parti intime all’opera mi eccitavo in un modo incredibile ‘ non capisco!
Non ti preoccupare, &egrave normale!
In realtà i tuoi occhi vedevano me, ma la tua mente ti immaginava al mio posto, questa &egrave una possibilità!

Oppure ‘ immaginavi di prendere parte al gioco? ‘ la voce di Laura prese un timbro caldo e sensuale, che ebbe effetto sulla sincerità di Silvia.

Sono confusa ‘ non lo so perché mi sono così eccitata a guardarvi.
Ammetto che tra i miei sogni erotici quello di lasciarmi andare in una piccola orgia &egrave tra i più frequenti; ma non ho mai pensato seriamente di realizzarlo ‘ mi sentirei terribilmente imbarazzata in una situazione del genere. – le gote di Silvia si stavano imporporando lievemente mentre parlava ‘ Non credo che riuscirei a lasciarmi andare completamente se fra me e il mio uomo ci fosse un’altra donna.

O un altro uomo! ‘ sottolineò Laura.
Un altro uomo ‘ un gioco a tre, con me al centro ‘ &egrave quello che sogno più spesso, quello a cui penso, in segreto, per eccitarmi quando i preliminari del mio ragazzo non riescono a scaldarmi.
Mi immagino che ci sia un terzo lì con noi pronto a soddisfarmi e a godere con noi’

Sarebbe fantastico!

E’ fantastico! Credimi ‘

Laura lasciò l’ultima frase in sospeso, senza approfondire, lasciando a Silvia il compito di completarla con la sua fantasia. Deviò, invece, il discorso su argomenti vari, privi di implicazioni erotiche, in modo da non spingerla verso una cosa che, invece, doveva nascere da lei. Questo Laura lo sapeva bene.

Sentiva che era pronta ad ampliare la sua esperienza nel campo sessuale, ne parlò a Sara. Insieme pensarono bene di spingerla ad accettare le nostre attenzioni, mie e di Marco. Così come era successo con la mia compagna, Sara si preoccupò di fargli vincere le ultime reticenze frutto della sua educazione e del conformismo che l’aveva permeata sino a quel punto. Una sera la invitò a casa sua, da sola, per cena. Eravamo presenti anche noi.

Sara la stimolò per tutto il tempo, aiutata da Laura che riviveva con un insolito piacere la sua prima volta in tre. Prima di tutto l’aiutarono a vincere l’imbarazzo di trattare certi argomenti in presenza di due uomini, intrattenendo con noi una discussione ad alta tensione erotica. Poco alla volta introdussero l’argomento che le stava a cuore, prima in modo vago ed appena accennato, poi scesero nei dettagli.

Silvia continuava ad osservare me e Marco, potevo immaginare i pensieri che le passavano per la testa, erano evidenti sul suo volto. Si chiedeva se noi eravamo al corrente della libertà sessuale dimostrata dalle nostre compagne e se l’approvavamo o la subivamo passivamente. Dai nostri discorsi capì quale tipo di rapporto ci univa tra coppie e tra noi quattro.

Visibilmente sempre più interessata e vagamente eccitata stava realizzando che quella sera eravamo lì per lei, che bastava un suo cenno di assenso per ritrovarsi tra le attenzioni di due uomini, sotto la supervisione e l’appoggio delle due amiche.

A tratti dubbiosa, in altri euforica, Silvia stava vincendo le ultime remore. Le parole suadenti delle due donne le lasciavano immaginare quale livello di eccitazione poteva raggiungere e il piacere che avrebbe provato. La consapevolezza della sua femminilità stava crescendo, si vedeva in azione mentre dispensava piacere a due uomini e traeva da loro il suo, per nulla intimorita dalla difficoltà di gestire quel tipo di rapporto.

Da alcune frasi di Laura e Sara, nonché dalle espressioni di Silvia, Marco ed io capimmo quale doveva essere il nostro ruolo quella sera: avremmo dovuto lasciare a Silvia il compito di dirigere il gioco, in modo da consentirgli di continuare a provare quella sicurezza che stava crescendo in lei. Non era il momento per lei di offrire la sua femminilità, esaltandosi dello sconvolgimento ormonale che questa semplice mossa poteva creare in noi, ma doveva poter sfogare la femminilità repressa, quel lato animale che sino ad ora aveva tarpato e quindi dominare il gioco.

Quando fu pronta, riscaldata dalla fantasia ed eccitata dalle nostre parole, Sara la ci invitò a sistemarci più comodamente sul divano della sala.

Lasciammo sedere Silvia, pudicamente, su di una sedia di fronte al divano. Era tesa mentre l’attimo del suo coinvolgimento si avvicinava, non sapeva come iniziare, i suoi occhi rimbalzavano sui nostri, indecisa.

Sara ruppe il ghiaccio chiedendogli, se la presenza di lei e di Laura la infastidisse. Vista la complicità che era nata tra loro la sua risposta non poteva che essere negativa, anzi la loro presenza l’aiutava e le infondeva sicurezza. Appurato questo, Sara, si avvicinò a suo marito e gli si sedette a fianco, piegandosi verso di lui allungo una mano afferrando, con decisione ma opportuna delicatezza, i suoi genitali. Massaggiandoli a piene mani avvicinò le labbra alle sue, baciandolo e strusciando il seno contro di lui. I suoi movimenti sortirono l’effetto secondario, ma non disprezzabile, di far salire la sua gonna esponendo sensualmente le gambe.

Laura mi indicò con un cenno Silvia, sola sulla sedia. Mi alzai per avvicinarmi a lei, subito le s’illuminarono gli occhi. La invitai ad alzarsi offrendogli la mano e la guidai sul divano, vicino a Sara, che per fargli spazio montò a cavallo delle cosce di suo marito.

Mi ricordai improvvisamente del piano delle serata, allora la lasciai in piedi e fui io a sedermi. Lei mi guardò indecisa, poi lentamente, con qualche titubanza, iniziò a spogliarsi. Prima la giacca, poi la camicia e i pantaloni. Rimasi sinceramente ammirato dalla biancheria che esaltava il suo giovane corpo, con lo sguardo la pregai di rimanere ancora per qualche attimo così, in modo da poterla ammirare e per consentire anche a Marco, ancora alle prese con i baci di sua moglie, di godere di quella vista.

Lei soddisfò la mia muta richiesta e solo quando sentì lo sguardo di tutti noi su di lei terminò di spogliarsi, tolse anche le calze; forse per dichiarare l’intenzione voler sentire con tutta la sua pelle quello che le sarebbe successo.

Nuda davanti al divano si inginocchiò tra le mie gambe, armeggiò con la patta dei pantaloni ed estrasse il mio membro. Lo afferrò con entrambe le mani lanciando uno sguardo a Laura, ottenuta la sua approvazione me lo ingoiò senza esitare ulteriormente.

Capivo da cosa mi stava facendo che la sua attenzione era completamente rivolta a me, ed era molto abile. Per fortuna Marco fu lasciato libero di muoversi da Sara, vista la situazione venne prontamente in mio aiuto. Si spogliò in fretta, quindi si avvicinò alla schiena di Silvia. Seguì la sua colonna vertebrale con la lingua inducendogli dei leggeri brividi di piacere, immediatamente il forte stimolo della sua bocca diminuì; la sua mente stava spostando l’attenzione sul corpo.

Si lasciava accarezzare senza guardare dietro di se, lasciava che le piacevoli sensazioni di quelle mani si impossessassero di lei. Piano, senza fretta, iniziò a spostare indietro il sedere, sollevandolo al contempo.

Marco non si perse l’occasione di insinuarle una mano tra le cosce, salì sino alla vagina, stretto tra la sua pelle poi la invitò ad aprire le gambe. Raggiunta la meta le esplorò con le dita.

L’incontro della mano di Marco con il suo clitoride, fu segnalato da uno spasmo che le salì dal ventre sino alla gola. L’intensa sensualità con cui mosse la lingua sul mio membro, quasi mi fece esplodere.

Silvia alzò ancora di più il sedere e divaricò le gambe, offrendo a Marco la piena disponibilità del suo sesso. Lui le infilò prima uno poi due dita dentro, movendole leggermente arcuate contro la parete interna esplorandola con cura. Lei staccò le labbra da me, i guardò con gli occhi lucidi e un’espressione di grande piacere sul viso, sentivo il suo respiro sulla pelle del glande, resa sensibilissima dal piacere che mi aveva dato. Mentre lui la faceva godere lei si limitò a regalarmi delicate e sensualissime leccate.

La ringraziai mentalmente per quell’attimo di pausa che mi concedeva e per il magnifico spettacolo del suo viso gaudente, con quella lingua che impazzava su di me.

Marco, concentrato su Silvia, sentì improvvisamente due mani sul pene. Erano quelle di Sara che, nonostante la scomoda posizione, tentavano di fargli indossare un profilattico. Non era facile e fu necessario l’intervento di Laura, una lo teneva fermo scappellandolo e l’altra gli srotolava sopra la protezione.

La comicità della scena fu accentuata dall’espressione stupita di Marco, stavo per lasciarmi andare a ridere, mi trattenne solo il pensiero che Silvia, all’oscuro di cosa accedeva alle sue spalle, si sarebbe sentita offesa.

Lei aveva il mio membro per metà in gola quando Marco le puntò il pene tra le labbra della vagina. Si bloccò in quella posizione mentre le mani dietro di lei la predisponevano alla penetrazione. Potei vedere il colpo di reni di Marco e il corpo di Silvia che si arcuava mentre lui entrava, poi più niente.

Il mugolio di piacere di lei indusse una profonda vibrazione che partendo dal mio membro si estese a tutta la zona genitale. Sotto l’effetto dei colpi di Marco la sua bocca diventava sempre più abile e decisa, la muoveva su di me allo stesso modo in cui desiderava essere sbattuta da dietro.

Marco violò le sue natiche con una mano, appoggiando delicatamente un dito sull’ano. Movendolo intorno al buco lentamente sino a sentirlo dilatare poco alla volta. L’effetto di quei massaggi era più che evidente: Silvia si stava eccitando sempre di più, si muoveva su di me con foga ma disordinatamente, mentre il suo ventre si contraeva e rilassava al ritmo delle spinte di Marco.

Cercava penetrazioni profonde andando incontro a lui quando spingeva e il seno segnalava le spinte più violente ondeggiando furiosamente.

Un lungo ansimo di piacere e l’ingoio completo del mio membro segnarono l’istante in cui lui le spinse delicatamente un dito nell’ano.

Potevo intuire i pensieri di Marco: si stava chiedendo se quel buco che tanto desiderava e che reagiva così prontamente ai suoi stimoli, fosse già stato violato; e in tal caso se lei avesse desiderato il suo ingresso da quella via del piacere.

I rantoli di piacere di Silvia e il suo modo di muoversi gli fecero capire quanto fosse prossima all’orgasmo, non voleva interrompere quei momenti con un tentativo che, forse, poteva rompere quella magia. Stimolò l’ano con maggiore decisione e tentò di raggiungere il clitoride da sotto.

Non so se vi riuscì completamente, sta di fatto che Silvia si abbandonò totalmente alle sue sensazioni. Brandì il mio membro e staccò le labbra da lui, mi guardò intensamente mentre la sua espressione mutava, sfigurandogli il viso. Chiuse gli occhi dischiudendo piano le labbra, la stretta della mano si rafforzò insieme alla contrazione di tutti i suoi muscoli. Rimase immobile per un tempo che sembrava interminabile, poi urlò, rilassò tutto il corpo e prese ad ansimare, rumorosamente, in preda all’orgasmo.

Quando riprese un minimo di controllo ritornò a succhiarmi, saliva e scendeva sul mio pene al ritmo dei colpi di Marco, il quale continuava a mantenere vivido il piacere nel ventre di Silvia.

Il languore con cui mi stimolava e la velocità della sua lingua mi fecero esplodere dentro la sua bocca, spinsi in alto il bacino e la lasciai succhiare sino a quando il piacere si trasformo in un leggero senso di fastidio, allora mi ritrassi da lei.

Marco quando vide la sua bocca libera si assicurò che lei fosse sazia dei suoi colpi, appurato ciò estrasse il suo pene dalla vagina di Silvia, lo liberò dal profilattico e lo offrì ai suoi baci.

Lei si sedette in terra, appoggiando la schiena alla seduta del divano poi ingoiò anche il membro di Marco. Bastarono pochi ed, ormai, esperti colpi di lingua, che insieme alle sue morbide labbra lo fecero venire.

Evidentemente era sazia di sperma, brandì il pene di lui e tenendolo vicinissimo al viso lo lascio eiaculare sulle labbra e sulla lingua che rapida colpiva il glande.

Quando Marco di alzò in piedi per crollare seduto sul divano, lei rimase lì in mezzo a noi, sempre seduta in terra. Il suo si alzava piano seguendo il ritmo del suo respiro che andava regolandosi. La maschera di seme intorno alle labbra, mano a mano che diveniva più liquida le colava in gocce filose sulle mammelle; ma lei non sene occupava. Il suo sguardo pareva perso nel vuoto, a tratti chiudeva gli occhi e sospirava.

Laura e Sara che avevano assistito a tutto il rapporto la presero per mano e la accompagnarono sotto la doccia. Io e Marco utilizzammo a turno l’altro bagno per rivestirci, poi tornammo in sala in attesa di loro notizie.

Silvia si ripresentò con un’aria nuovamente sveglia e sbarazzina, aveva ripreso le forze. Parlammo a lungo, tutti e cinque, di quello che era successo. La aiutammo a vincere quel vago senso di colpa post-coito che sempre accompagna un’avventura molto erotica ma anche molto trasgressiva.

Superata questa fase le parlammo di una cosa nuova, un argomento che Sara e Laura non avevano ancora affrontato con lei: l’equilibro.

L’equilibrio nel valutare certi giochi erotici e nel concedersi ad essi con la dovuta cautela, osservando molto bene prima il o i compagni di gioco, imparando a conoscerli per potersi fidare di essi. Ma soprattutto le parlammo dell’equilibrio nella coppia. Gli esprimemmo il nostro punto di vista, che tutto poteva essere lecito se era accettato di buon grado da tutti e due, meglio se desiderato da tutti e due. In ogni caso doveva cercare di mantenere equilibrato il rapporto piacere/trasgressione e cercare di dare al suo compagno la possibilità di godere quanto lei e di realizzare i suoi sogni quando gli realizzava lei.

Quello che fu detto quella sera, con fiumi di parole che in questa sede ho concentrato, lasciò Silvia piena di pensieri in continua evoluzione nella sua testa. La comprendevamo benissimo, tutti noi avevamo avuto dubbi e riserve prima di concederci di aprire le nostre coppie; e molti ne avevamo ancora.

Silvia ci saluto a tarda ora, la accompagnammo a casa io e Laura. Il tragitto non fu degno di nota, ma notammo che poco alla volta sul suo viso l’espressione dubbiosa lasciava il posto ad una sicura e decisa.

Certamente Silvia avrebbe esteso i suoi giochi al suo fidanzato, se lui gli avrebbe accettati sarebbe riuscito a tenerla con se, altrimenti ‘.!

Silvia era ormai conscia del suo essere femminile, le ultime esperienze l’avevano portata ad avere la piena sicurezza di se in campo sessuale, e questo grazie all’intervento di Sara e Laura.

Restava solo da vedere se effettivamente era in grado di camminare da sola.

Seduta sulla poltroncina della sua camera ripensava agli avvenimenti degli ultimi giorni e al cambiamento che avevano generato in lei. Un caldo torpore all’addome accompagnava i suoi languidi ricordi e, se scendeva nei dettagli, sentiva crescere l’eccitazione. Le due amiche le avevano fatto un regalo veramente grande, non solo era diventata più sicura di se ma aveva imparato a dominare le sue sensazioni a scapito di quelle degli uomini che si trovava davanti.

Mise in pratica molti dei suggerimenti che aveva ricevuto da Laura e Sara, scoprì con suo grande stupore che la sicurezza colpiva l’immaginazione degli uomini più della sua minigonna. Degli uomini, appunto, aveva anche imparato quella sottile differenza tra uomo e ragazzo e tra uomo e maschio.

Se tornava indietro con la mente all’inizio di tutta quella storia non poteva che provare un’immensa gratitudine verso Luca che l’aveva spinta a seguire i consigli di sua sorella Sara. Verso di lui, però, provava un vago senso d’astio dovuto al fatto che dopo essersi lamentato tanto della sua resa a letto ora non vedeva le differenze, i mutamenti che erano avvenuti in lei.

Non c’erano scusanti per lui, aveva lanciato la sfida e ora si tirava indietro: nei due rapidi incontri che avevano avuto nella sua camera, lui si era comportato come il solito, del tutto indifferente al suo nuovo modo di porsi di fronte al sesso.

O non vedeva o non voleva vedere!

Nel primo caso era cieco e stupido, del tutto incapace di apprezzare la femmina che aveva tra le mani a sua completa disposizione.

Nel secondo probabilmente si era pentito d’averla spinta a cambiare.

Escluse la prima delle ipotesi, lo conosceva da tempo e sapeva che non era stupido, altrimenti non si sarebbe innamorata di lui; quindi credette alla seconda commettendo l’errore di non considerarne una terza ‘

Infatti, Luca non smentiva i geni che aveva dentro, gli stessi di Sara! Il suo piano era di stimolare Silvia a prendere delle iniziative sempre più decise, spudorate ed estremamente eccitanti. Il suo era un gioco celebrale molto sottile, la teneva in un costante stato di allerta nei suoi confronti, la appagava a letto ma si dimostrava distratto, era sempre dolce e premuroso verso di lei per non dargli adito a dubbi sulla sua fedeltà ma pareva disinteressato alle sue grazie.

Luca vedeva benissimo i nuovi atteggiamenti di Silvia, n’era contento ma non completamente soddisfatto; voleva molto di più da lei.

Forse stava giocando con il fuoco, ma il fatto di essere riuscito a mantenerla legata a se nonostante quello che aveva provato in compagnia di sua sorella gli dava fiducia nel futuro del loro rapporto.

Silvia era sempre seduta sulla poltrona della sua camera, nell’attesa di Luca che doveva passare a prenderla per uscire. Cercava di inventarsi un modo per stimolare i suoi istinti.

Guardò l’ora, non mancava molto al suo arrivo, lui era sempre puntuale.

La porta era aperta e Luca sapeva che in quel caso poteva entrare direttamente in casa senza tante cerimonie.

Silvia spostò lo sguardo sulla mensola posta sopra la scrivania, le curve della bottiglia di vetro da 25cc di una nota bibita che aveva tenuto per farne un portacandele focalizzarono la sua attenzione.

La sua mente realizzò all’istante un modo migliore per utilizzarla.

Unire l’utile al dilettevole, questo aveva imparato dalle due amiche.

Si alzò, prese la bottiglia e l’appoggiò in terra vicino alla poltrona, prima di sedersi nuovamente sbottonò i jeans e li sfilò lanciandoli sul letto, quindi si tolse anche gli slip.

Sentiva una calda pressione al basso ventre mentre da seduta appoggiava le gambe sui braccioli divaricandole. Si leccò l’indice della mano destra prima di farlo scivolare sulle grandi labbra. La sua mano esperta le procurò subito una scossa di piacere, navigò nella sua femminilità alla ricerca dei punti che più la stimolavano.

Sapeva che Luca una volta entrato in casa l’avrebbe scoperta a masturbarsi ed era quello che voleva, la poltrona angolata in modo da guardare fuori della finestra non le consentiva di vedere chi c’era alla porta. Recitava per lui senza disdegnare di trarre il giusto piacere da questo.

Quando si spinse il dito dentro valutò con mente lucida la lubrificazione e la dilatazione che aveva raggiunto, giudicandola opportuna prese la bottiglia. La avvicinò alla bocca avvolgendogli le labbra intorno al collo, lubrificandola ed eccitandosi al pensiero di quello che sarebbe seguito.

Continuando a giocare con il clitoride strofinò il vetro sulle labbra e sulle guance, poi facendola scorrere sulla maglietta in mezzo al seno raggiunse il suo monte di venere e provò un brivido al contatto del vetro sulla pelle. Sentiva un forte calore salire dal pube, dilatò le labbra con due dita e avvicinò il collo della bottiglia all’ingresso della vagina. Delicatamente la spinse dentro il suo corpo, per pochi centimetri sino al punto in cui le dimensioni diventavano troppo importanti per lei.

Non le pareva vero ma stava godendo, quella masturbazione nata ad uso e consumo del suo ragazzo stava dando dei risultati insperati. Ora non le importava più se lui c’era o no ad assistere allo spettacolo, voleva solo trarre il massimo piacere da quella bottiglia.

Iniziò a muoverla fuori e dentro di sé accompagnando la mano con gli opportuni movimenti del pube. Purtroppo la bottiglia aveva un collo troppo corto per soddisfarla, tentò di spingerla di più ma il punto dove si allargava era troppo per lei.

Mentre la una mano insisteva sul clitoride il suo desiderio di qualcosa di profondo nel ventre crebbe a dismisura. Sollevò il bacino facendo leva sulle gambe ed ottenuta la giusta angolazione spinse con più forza la bottiglia vincendo le ultime resistenze. Ansimò e quasi urlò per la sorpresa. L’essere riuscita a prendere dentro una cosa di quelle dimensioni la eccitava più tutto il resto. Spinse ancora un poco per adattare meglio la vagina, poi continuò a muoverla dentro e fuori.

Il piacere saliva veloce verso la vetta dell’orgasmo. Lo sentì nascere nel basso ventre, come una sensazione di calore che si allargava a tutto il corpo, quando raggiunse il cervello esplose facendola urlare. Continuò a muovere la bottiglia e a stimolarsi con l’altra mano sino a quando l’ultima ondata di piacere risucchiò anche le sue forze. Estrasse il simulacro fallico e si lasciò cadere sulla poltrona.

Portò la bottiglia all’altezza degli occhi ringraziandola mentalmente per il piacere che era riuscita a donargli mentre con l’altra mano massaggiava la vulva stremata.

Si stava godendo il torpore che sempre seguiva i suoi orgasmi quando percepì il rumore della porta di casa che veniva chiusa con attenzione, seguito da lì a poco dal suono del campanello.

Bene, pensò, Luca aveva certamente assistito alla scena, un’occhiata all’orologio confermò la sua ipotesi.

S’infilò gli slip e andò ad aprire la porta, non fece nulla per nascondere il rossore delle gote e l’odore di sesso che emanava dalla sua vagina ancora fradicia di piacere.

Luca entrò guardandola con una luce particolare negli occhi, ma non disse nulla al riguardo. Come se niente fosse le parlò dei programmi pomeridiani mentre lei terminava di vestirsi.

Silvia studiò attentamente il suo ragazzo, un vago imbarazzo s’intuiva da come si rivolgeva a lei ma, in tutto il pomeriggio, non fece mai un accenno al sesso; cosa molto strana per lui!

Forse non era stata sufficiente l’esibizione di poco prima. Lei sperava che scoprendola intenta a masturbarsi decidesse di sostituirsi alla bottiglia, offrendogli un caldo pezzo di carne al posto del freddo vetro; ma a quanto pare aveva preferito gustarsi lo spettacolo che gli aveva offerto.

Il pomeriggio terminò senza che fosse riuscita a risolvere niente. Salutandosi sulla porta di casa Luca le comunicò i suoi impegni di studio per le prossime due serate, nulla di nuovo per Silvia che non fece commenti. Un casto bacio sulle labbra suggello il saluto.

In realtà lui non aveva impegni, aveva già sostenuto quell’esame particolarmente pesante senza dirlo a lei, ma cercava di lasciarla libera di agire come meglio credeva. Questo era il consiglio che gli aveva dato sua sorella. Lui non era del tutto d’accordo con lei, temeva che, avendone la possibilità e lo stimolo, Silvia avrebbe trovato facilmente un altro uomo per rimpiazzarlo. Però la trasformazione che lei stava subendo era sufficiente a ripagarlo dei rischi, senza considerare il suo morboso desiderio di vederla all’opera mentre si dava da fare con un altro ragazzo. Sentiva nascere una forte eccitazione ogni volta che Silvia attirava l’attenzione di un altro uomo. Quelle rare volte che l’aveva vista ballare con un amico, aderente a lui mentre muoveva sensualmente le gambe, provava il malsano desiderio che lei si spingesse a baciarlo, che lui facesse scivolare una mano sul suo sedere o che lei tentasse di sedurlo. Le regalava volentieri abiti molto sexy per il piacere di andare in giro con lei conciata in quel modo, spiava gli uomini che incrociavano e si beava delle loro occhiate spudorate.

Quando aveva saputo che grazie a sua sorella, lei aveva avuto degli incontri erotici con altri uomini aveva rimpianto di non essere lì presente per godersela mentre si concedeva ad un altro. Desiderava vedere il suo corpo violato da un altro uomo, voleva vederla come faceva l’amore da un altro punto di vista: dall’esterno.

Sapeva che lei non sarebbe rimasta da sola a casa in quei due giorni, conosceva i luoghi che aveva imparato a frequentare grazie a Sara ed era pronto a seguirla per spiarla in azione.

All’inizio pensava a questi suoi desideri come ad una forma di perversione, come ad una malattia mentale destinata a mettere in crisi questo e gli eventuali futuri rapporti. Parlandone con sua sorella aveva scoperto di essere tutto sommato normale, la sua fantasia era comune a parecchi uomini; c’era chi l’accettava e imparava a godere di essa grazie alla complicità di una donna intelligente e predisposta e chi la viveva molto male a causa della gelosia.

E’ vero che il concetto di perversione di Sara era molto vago, sapeva quello che faceva con suo marito e i giochi in cui coinvolgeva i suoi amici e le sue amiche. Non dimenticava il fatto che era stata proprio lei ad iniziarlo ai piaceri del sesso. Forse non era l’interlocutrice ideale a cui affidare le proprie confessioni e i dubbi che lo assalivano.

Ora, in ogni caso, si era spinto troppo avanti per tornare indietro, per questo doveva andare avanti ad ogni costo. Tutto sommato la cosa non era spiacevole.

Luca non dovette mettere in atto comici pedinamenti, sua sorella risolse il caso per lui. Gli telefonò il giorno seguente per avvisarlo che lei e Silvia si sarebbero recate la sera stessa in una piccola discoteca, molto intima e notoriamente frequentata da persone che cercavano compagnia.

Lui entrò nel locale molto in anticipo rispetto a loro, cercò un angolino tranquillo e strategico da dove poteva dominare con la vista la pista da ballo.

Attese a lungo, il tempo non passava mai, tormentato dal dubbio che avessero cambiato all’improvviso programma. Era più dispiaciuto del fatto di non poter studiare il comportamento di Silvia quando era libera e in caccia che del fatto che, magari, lei lo stava facendo in quello stesso momento da un’altra parte.

Si tranquillizzò quando le vide entrare.

Silvia e sua sorella cercarono un tavolo libero, ordinarono da bere e poco dopo raggiunsero la pista da ballo. Non ci volle molto perché qualcuno notasse la sua ragazza. Grazie alla sua altezza non passava certo inosservata.

Fu circondata presto da almeno tre ragazzi che le ballavano intorno tentando di scambiare qualche parola con lei.

Silvia si muoveva in un modo molto sensuale, il vestito corto e molto aderente che lui stesso le aveva regalato fasciava il suo corpo come una seconda pelle. Si notava da quella distanza che non indossava il reggiseno, i capezzoli disegnavano due punti evidenti sul tessuto mentre il seno dimostrava di reggere senza apparente fatica le sollecitazioni derivate dai suoi movimenti. Luca dubitò persino della presenza degli slip, per quanto sforzasse la vista non riusciva a coglierne il segno sotto il vestito.

Si stava eccitando, sentiva il pene premere contro i pantaloni, quando all’improvviso una mano si appoggiò sui suoi genitali palpandone la consistenza.

Hei! Fratellino ‘ vedo che non riposa mai la tua belva! ‘ lo schernì Sara.
Che cosa ci fai qui?
Potrebbe notarci!

Stai tranquillo &egrave troppo impegnata con quelli. ‘ disse indicando i tre ragazzi che circondavano Silvia.
Sarà ma &egrave meglio che non ti fai vedere vicino a me.
Guarda che dai più nell’occhio se te ne stai solo, soletto. ‘ termino la sorella in modo categorico.

Sara s’appoggiò alla spalla del fratello e dedicò la sua attenzione a Silvia. La quale continuava a ballare apparentemente disinteressata alle attenzioni dei tre ragazzi, tant’&egrave che Luca iniziava a pensare che lei fosse lì solo per ballare.

Ad un certo punto sembrò che lei avesse deciso di approfondire la conoscenza di uno dei tre. Gli appoggiò le mani sulle spalle, intrecciandole dietro al collo. Fissandolo negli occhi si mise a ballare per lui attirando il suo sguardo sulle parti del proprio corpo che desiderava mettere in mostra. Era molto sensuale e si muoveva lenta con le gambe quasi aperte intorno a quelle del ragazzo.

Luca credeva che fosse quello che lei aveva deciso di portarsi a letto, perché era chiaro oramai che, Silvia, quella sera voleva soddisfare i suoi istinti, lo si capiva chiaramente da come ballava.

Lei, però, cambiò idea, lasciò il ragazzo e tornò a ballare in mezzo ai tre di prima, ascoltava sorridendo maliziosa le frasi che le venivano sussurrate all’orecchio, ballando si strofinava contro l’uno o l’altro. Continuò in quel modo sino a quando delle parole particolarmente convincenti attirarono la sua attenzione su un altro di coloro che la circondarono.

Come prima avvinghiò il collo del tipo e ballò per lui. Luca la vide rompere il ritmo e fremere quando lui le appoggiò le mani in vita. Da quel momento Silvia iniziò a muoversi molto più sensuale di prima in un modo in cui lui non l’aveva mai vista fare. Ondeggiava il bacino come se si stesse muovendo sopra un uomo steso e con il suo membro ben affondato nel ventre.

Dalla sua postazione Luca riusciva a percepire la sensazione che il corpo della sua ragazza trasmetteva alle mani che le cingevano la vita. Immaginava la crescente eccitazione del ragazzo che la vedeva muoversi in quel modo così provocante.

Convinto della sua disponibilità il ragazzo avvicinò Silvia a sé e tentò di baciarla. Lei non solo lo lasciò fare ma rispose al suo bacio con passione, incollando il suo corpo a quello del ragazzo e avvinghiandolo anche con una gamba. Quella mossa lasciò salire la gonna già corta del vestito, scoprendogli una natica.

I due ormai esclusi dal gioco guardarono con rimpianto il sedere di Silvia e con invidia il prescelto poi andarono a cercare un’altra preda sulla pista.

Silvia seguì il ragazzo al suo tavolo dove parlarono ancora un poco bevendo alcuni bicchieri. Quando si ritenne riscaldata a sufficienza dall’alcool si alzò in piedi e invitò lui a fare altrettanto, quindi si avviarono verso l’uscita del locale.

Luca li seguì con Sara alle costole. Li vide avvicinarsi alla macchina di Silvia ed entrare.

Sara aveva posteggiato la sua proprio di fronte a loro, sfruttando un attimo di distrazione dei due la aprì facendo salire precipitosamente il fratello con lei. Comodamente seduti all’interno e mimetizzati dall’ombra del lampione riuscivano a gustarsi in prima fila quello che avveniva tra Silvia e il suo occasionale amico.

Dopo un breve scambio di carezze Silvia passò dal posto di guida al sedile del passeggero, salendo a cavallo del giovane.

Luca la vide tirare su il vestito in modo da scoprirsi sino in vita, l’aveva fatto parecchie volte con lui e sapeva bene quali erano i suoi movimenti. Poi la vide armeggiare con le mani in basso sino a quando sollevandosi un poco si portò leggermente più avanti.

Si poteva immaginare quello che stava facendo, una volta liberato il membro del ragazzo lo stava guidando verso l’obbiettivo. Come lo ebbe dentro, la vide scendere lenta, sistemarsi i lunghi capelli e quindi muoversi sopra di lui.

Silvia stava scopando a pochi metri da lui con uno sconosciuto trovato in discoteca! Luca non riusciva a crederci, sentiva il suo pene esplodere dall’eccitazione mentre spiava la sua ragazza che ondeggiava in modo inequivocabile nella sua macchina.

Lei si muoveva sempre più veloce e lunga sino a quando reclinò completamente la testa rallentando poco alla volta per poi fermarsi.

Era venuta, capì Luca. Quindi la vide tornare al posto di guida e sistemarsi il vestito, accendersi una sigaretta e scambiare qualche parola con lui.

Si domandò se, come e dove era venuto lui. Non aveva visto lei chinarsi per finirlo con la bocca e nemmeno prenderlo con una mano. Possibile che lo abbia fatto venire dentro?

Luca non riusciva a crederlo. Il pensiero di tutto quello sperma dentro il corpo di Silvia lo scaldò al punto che credeva di venire sul colpo.

Non dovette preoccuparsi a lungo della sua dolorosa erezione in quanto Sara, imitando Silvia gli era salita a cavallo. Luca guardò preoccupato la sorella, erano anni che non avevano più rapporti tra loro e non si aspettava che lei lo desiderasse ancora.

Senza farsi domande sbottonò i suoi pantaloni calandoli come poteva, lasciò a lei il piacere di cercare il suo pene. Sara sollevò la gonna come poco prima aveva fatto Silvia, scostò il suo tanga di lato e guidò il fratello dentro la sua vagina.

Luca era stato iniziato da lei e il ritrovare quella vagina conosciuta con il suo modo unico di muoversi gli diede un piacere unico.

Sara dal canto suo aveva sempre trovato molto eccitante il pene di suo fratello, con tutte le implicazioni che il rapporto incestuoso implicava lei si eccitava a dismisura.

Trasgredire la eccitava ma con suo fratello era il massimo!

Iniziò a muoversi con l’abilità che solo una donna esperta conosce. Cercò subito il piacere, sapeva che lui non avrebbe retto a lungo e le fu grata quando lui raggiunse il clitoride con una mano.

Sara sentiva il membro dentro di lei crescere in dimensioni, contraendo i muscoli interni iniziò a godere. La possibilità che Silvia a pochi metri la cogliesse mentre si faceva suo fratello e il suo ragazzo la fecero venire. Un orgasmo breve ma violento, seguito dal desiderio di muoversi come una pazza sopra di lui. Ad un certo punto lo sentì contrarre i muscoli delle gambe e spingere più in alto il bacino. Immediatamente percepì il primo getto caldo dentro di lei, allora scese completamente prendendo suo fratello sino a sentirlo premere sul collo dell’utero. Ascoltò le sue pulsazioni e il conseguente getto caldo mentre guardava con tenerezza il suo viso contratto in una smorfia di piacere.

Quando lo sentì rilassarsi si sollevò da lui lasciandolo uscire. Luca guardò con stupore misto a gratitudine sua sorella, non era mai venuto dentro al ventre di una donna. Mille domande si fecero strada nella sua mente ma le scacciò sicuro che la scelta di Sara di accogliere il suo seme non poteva avere conseguenze.

Non era finita però, Silvia uscì dalla macchina per accompagnare nel locale il suo occasionale amante, lungo il percorso incontrò il primo giovane a cui aveva rivolto la sua attenzione. Era chiaro che l’aveva seguita; come attratta da una calamita abbandono l’altro e si avvicinò a lui.

Luca e Sara non l’avevano notato, ma sicuramente anche lui aveva assistito alla performance di Silvia in auto e ora voleva la sua parte. La disponibilità della ragazza era fuori discussione. Il modo in cui gli parlava e le posture provocanti che assumeva lasciavano pochi dubbi su questo.

Il ragazzo che aveva già ottenuto i suoi favori entrò nel locale senza preoccuparsi del fatto che lei non lo seguisse più, l’altro invece abbracciò Silvia per baciarla appassionatamente stringendola a se.

Dopo il lungo bacio accompagnato da carezze e palpeggiamenti sempre più espliciti, lei, prendendolo per mano, lo condusse verso un angolo riparato del posteggio. Luca li seguì nel piccolo giardino che si trovava a lato, vide la sua ragazza raggiungere una panchina, valutarne la tranquillità poi girarsi verso il giovane. Dopo averlo ricoperto di baci si sedette di fronte a lui e iniziò a sbottonargli i pantaloni.

Dalla sua posizione, dietro un rigoglioso cespuglio, Luca poteva vederla muovere la faccia avanti e indietro verso il bacino del ragazzo. Quando lui reclinò la testa all’indietro rantolando di piacere ebbe la conferma di quello che Silvia gli stava facendo. Conosceva bene il modo in cui lei aspirava forte il membro quando lo teneva in bocca e sapeva quanto erano piacevoli le sue morbide labbra sulla cappella. Tornò a provare quella strana sensazione d’eccitazione mista ad una leggera gelosia acuita dalla consapevolezza di averla spinta lui in quella situazione.

Silvia, soddisfatta dalla consistenza del pene che teneva tra le labbra, lo abbandonò a se stesso, si alzò e sfilò la giacca al giovane. Adagiò l’indumento sulla panchina poi vi s’inginocchiò sopra volgendo le terga al ragazzo. Sollevò nuovamente la gonna provocando un aumento della pressione arteriosa nel giovane e una forte pressione allo stomaco del suo ragazzo..

Non indossava biancheria intima, come Luca già supponeva. Il bianco del suo sedere segnato dal pudico costume con cui prendeva il sole era come un faro nella notte, un richiamo irresistibile per il giovane che la stava osservando da vicino. Non aspettò il suo invito, con una mano si fece spazio tra le sue gambe mentre lei le apriva; Luca vedeva la mano sinistra che divaricava le labbra della vagina di Silvia, mentre la destra impugnava il membro durissimo guidandolo con ferma decisione. Quando fu sicuro di essere nella giusta direzione spinse.

La percezione del tempo di Luca si dilatò, gli sembrava che i due si muovessero al rallentatore. Vide il ragazzo spingere in avanti il bacino con forza, vide il suo membro che entrava nel corpo di Silvia senza esitazioni, vide la sua ragazza sobbalzare in avanti mentre reclinava la testa indietro spalancando la bocca in una profondo ansimo di piacere. Il vestito aderente al corpo gli consentiva di vedere il dettaglio del ventre che si gonfiava per accogliere meglio il pene.

Lui la sbatteva con forza, quasi con violenza tanto da spingerla sempre di più verso lo schienale della panchina.

Il tempo sembrava non passare mai per Luca mentre gli spiava.

Quando il giovane rallentò il suo ritmo ci pensò lei a mantenerlo, muovendosi avanti e indietro contro di lui. All’improvviso il giovane fece per ritrarsi da lei, in modo da estrarre il pene, ma Silvia indietreggio ancora di più trattenendolo dentro. Capito cosa voleva e stupito da quel desiderio il ragazzo le afferrò i fianchi tirandola a sé mentre iniziava a venire.

Silvia eccitata dal luogo in cui si era lasciata prendere e stimolata dal caldo succo che sentiva allargarsi al suo interno venne per la seconda volta in quella serata. Un orgasmo breve e non molto intenso ma pienamente appagante proprio perché insperato.

Mentre lui terminava di pompargli nel ventre gli ultimi fiotti di sperma lei guardò in alto contraendo tutti i muscoli del corpo. Il ragazzo intuito il suo stato le regalò ancora qualche leggero colpo per incrementare le sue sensazioni.

Luca sbarrò gli occhi, guardava con stupore la sua ragazza che per la seconda volta in quella serata si lasciava riempire volontariamente dal suo amante occasionale. Lei non si era mai concessa così totalmente a lui, nonostante prendesse le opportune precauzioni. Aveva sempre affermato di non sentirsi completamente sicura dei metodi anticoncezionali che adottava. Ora, invece, era proprio lei a cercare la sensazione unica che solo l’essere riempita sapeva dare.

La femminilità portata all’estremo, incurante dei pericoli e delle conseguenze. Così la vedeva Luca!

Con passo malfermo raggiunse sua sorella che lo attendeva in macchina, non curandosi più di quello che faceva Silvia; salì e guardò Sara con gli occhi lucidi.

Allora ti sembra abbastanza femmina, adesso? ‘ gli chiese lei.
Lo ha preso dentro ‘ anzi li ha presi dentro tutti e due! ‘ disse lui ancora sconvolto dal fatto che lei avesse lasciato venirgli dentro i due.
Ti stupisci?
Sei tu che l’hai voluta così!

Si, &egrave vero ‘ ma non mi aspettavo questo.
Ma hai visto come se li &egrave fatti?

Ne ho visto uno. L’altro posso immaginarlo!
Non l’hai vista in azione con due uomini, quello si che ti avrebbe sconvolto!

Con due? ‘ riuscì solo a balbettare Luca.
E’ stata fantastica e ‘ si &egrave divertita molto. ‘ incalzò Sara.
Con due! ‘ Disse ancora con voce piatta lui.
Non ti sconvolgere più di tanto. Se ci pensi bene &egrave quello che volevi da lei quando l’hai mandata da me!
Volevi una ragazza più disinibita, più femmina, più desiderabile ‘ e questo stai ottenendo!

Sarà, ma non pensavo sarebbe cambiata così in fretta!
Non &egrave cambiata ha solo tirato fuori quello che aveva dentro:
E ora cosa posso fare con lei? ‘ domandò a sua sorella.
Dalle la possibilità di giocare, aiutala a tirare fuori tutto quello che ha dentro e impara a godertela per come hai visto che &egrave.
Silvia &egrave una ragazza da non perdere, la devi appagare ma non sfruttare, la devi lasciare libera ma non troppo. Trova il modo di legarla a te dimostrandogli che solo da te potrà ottenere tutto quello che desidera ‘ anche le trasgressioni, e Silviai ripagato ampiamente da lei.

Bella morale ma ‘ &egrave andata più in la di quello che mi aspettavo! ‘ si giustificò lui.
E parli proprio tu che ti sei appena scopato tua sorella?
Veramente sei stata tu a fare tutto! -Terminò Luca con un sorriso ricambiato da Sara.

Il loro discorso fu interrotto dall’arrivo di Silvia, la quale salì sulla sua macchina senza notarli. Avviò il motore uscì dal posteggio dirigendosi verso casa. I due fratelli la seguirono ancora per un tratto di strada più per scortarla, vista l’ora tarda, che per spiare le sue azioni.

Mentre guidava, Silvia, riviveva con la mente le stupende sensazioni della serata. Arrivò sotto casa aiutata dall’istinto tanto la sua razionalità era stata compromessa dal piacere provato. Una volta salita s’infilò sotto la doccia. Il vantaggio di essere da sola, i suoi erano via per un lungo fine settimana, era quello di poter sfruttare a fondo tutta l’acqua calda senza che nessuno si lamentasse.

Lasciò che il calore lavasse via il senso di spossatezza dovuto ai due orgasmi ravvicinati. Lavò con cura le sue parti intime, sentiva ancora un succo lattiginoso colarle tra le cosce quando dirigeva il getto verso l’alto dopo aver divaricato le grandi labbra.

Si asciugò e s’infilò nel letto nuda. Sotto le coperte, la sua mano involontariamente si ritrovò a massaggiare il ventre per lenire il dolore dovuto ai muscoli doloranti. Realizzò il motivo di quel dolore: si era mossa sopra il primo con un ardore mai avuto perché mai stimolato. Ripensava alla violenza con cui il secondo l’aveva presa, sentiva ancora l’impatto dei suoi testicoli sulle natiche; peccato che avesse la vagina ancora tanto dilatata dal precedente rapporto, sarebbe stato fantastico sentire meglio quel pene che le veniva spinto dentro con quella forza. Ripensò al povero ragazzo, convinto d’averle procurato un orgasmo grazie alle sue dimensioni e al feroce ritmo con il quale l’aveva sbattuta; in realtà lei sentiva poco o niente, era ancora troppo eccitata da prima. Era venuta più per l’eccitazione che per altro.

Era stata una bella serata, ma perché li aveva voluti dentro sino alla fine?

Non riusciva a spiegarselo, aveva fatto quella scelta istintivamente, confortata dalle precauzioni che prendeva, ma seguendo essenzialmente il suo istinto ‘ cosa voleva dimostrare?

Silvia era convinta che alla base dell’istinto, del suo istinto, ci fosse in ogni caso una base razionale; quindi si chiedeva qual era il reale motivo.

Forse era il desiderio di sentirsi completamente donna o quello di sfruttare sino in fondo il piacere che quei due potevano dargli. Da una parte c’era il piacere di sconvolgere i due ragazzi con il completo dono di se stessa con tutto il suo corpo a loro, dall’altra c’era il piacere tratto dal rapporto veramente completo.

Non sapeva! Inseguendo quei pensieri s’addormentò, un sonno profondo e ristoratore, prolungato nella pigra mattinata del Sabato.

Luca si presentò da lei nel primo pomeriggio, notò che lei non portava segni evidenti sul viso dovuti alla notte di fuoco che aveva appena trascorso, la sua pelle appariva fresca e riposata come il solito. Anche lui dissimulava bene i pensieri che invadevano la sua mente.

Si comportarono come al solito come se niente fosse, parlarono dei argomenti vari e dei progetti per la Domenica.

Versò metà pomeriggio pensarono d’uscire. Silvia sentiva l’esigenza di una doccia, lasciò Luca ad attenderla nella sua stanza e si spogliò mentre raggiungeva il bagno, spiata dagli occhi del suo ragazzo.

Tornò nella sua camera dopo pochi minuti per scegliere la biancheria da indossare. Per nulla imbarazzata dalla sua nudità volse le spalle a Luca, mentre affinavano i programmi della serata, chinandosi sul cassetto dell’armadio.

Luca si trovò spianato davanti al muso il tonico sedere di Silvia, con l’eccitazione che gli cresceva dentro s’alzò e la raggiunse. Appoggiò le sue mani sulla schiena, scorrendola in tutta la lunghezza e massaggiandole la spina dorsale con il pollice. Lei non protestò, non disse che era tardi se volevano uscire per trovare ancora qualche negozio aperto in centro, non si lamentò del fatto che aveva ancora parte dei capelli bagnati; ma alzò un po’ il sedere, come una gattona che si gode le meritate coccole.

Luca non aveva fretta e continuò a massaggiarla in quel modo sino a quando se la ritrovò con il sedere appoggiato alla sua zona genitale. L’erezione che gli premeva nel mezzo delle gambe era molto evidente e Silvia non mancò di sottolinearla con un grugnito d’approvazione, quando sentì il suo membro premere su una natica.

Per meglio evidenziare quanto fosse felice dell’evidente apprezzamento di Luca, lei iniziò a strofinare i glutei su di lui con ampi movimenti rotatori.

Luca abbandonò la sua schiena per scivolare con le mani sul ventre e sul seno. La palpò, l’accarezzo e quando le strizzò piano un capezzolo lei, con voce rotta dall’eccitazione, gli chiese:

Cosa vuoi?
Giocare con te! ‘ rispose lui con un tono di voce troppo deciso per l’occasione.
E ‘ a quale gioco vuoi giocare?
Vedrai!
Sono tua! ‘ la voce di lei tradiva la forte emozione di cui era preda.

Luca le passò una mano in mezzo alle mammelle allargandola sopra di loro, con l’altra mano premeva forte sul ventre mentre la costringeva a raddrizzare la schiena. La tirò verso di sé, aderente a sé, scorrendo il suo corpo con le mani, avvicinandosi sempre di più al pube senza mai sfiorarlo però.

Silvia teneva gli occhi chiusi per assaporare meglio la stupenda sensazione che solo le mani del suo ragazzo le sapevano trasmettere. In quegli ultimi giorni di mani addosso ne aveva avute parecchie ma nessuna come quelle di Luca. Il calore che emanavano si diffondeva in tutto il corpo, più premevano su di lei più le sentiva dolci, sapeva che niente di male non le sarebbe mai arrivato da quelle mani. Si abbandonò a loro!

Luca percepì la totale remissione di Silvia, il suo corpo parlava per lei. La sua pelle si adattava alla perfezione sulla forma della mano, nonostante la tonicità giovanile il suo corpo sembrava avvolgergli le mani. Sapeva quanto le piacesse venire accarezzata da lui e continuò sino a quando non sentì il tipico suono di un antifurto d’auto inserito in strada.

La fece adagiare distesa sul letto, si sedette al suo fianco e continuò a giocare con la pelle della sua ragazza.

Dove tieni le sciarpe, quelle di seta in particolare. ‘ le domandò dolcemente.
Perché me lo chiedi?
Ti vorrei bendare! ‘ confessò lui.
Nel cassetto in fondo all’armadio ‘ sbrigati! ‘ impaziente, Silvia iniziava a pregustarsi il seguito.

Lui trovò quello che cercava, scelse una sciarpa di seta nera, giudicando appropriato l’accostamento di quel colore con il suoi capelli e la pelle abbronzata.

Nuovamente seduto sul letto le alzò dolcemente la testa per legarle bene la benda. Quando fu certo che lei non poteva più vedere quello che le accadeva intorno si alzò.

Ora mi spoglio! ‘ le disse ‘ Tu aspettami così ‘ non ti preoccupare se non ti tocco subito, voglio guardarti mentre mi aspetti vogliosa.

Il tono e il significato delle sue ultime parole procurarono in Silvia un repentino aumento della sua eccitazione. Buona ed obbediente restò in attesa.

Luca aveva in mente un piano preciso. Desiderava un gioco più spinto di quello che le aveva lasciato immaginare.

Giù in strada c’era, in attesa, un amico di sua sorella. Un ragazzo che lei gli aveva consigliato per realizzare quello che aveva in mente.

Silenzioso e veloce raggiunse la porta d’ingresso, l’aprì con cautela e con altrettanta attenzione la richiuse quando l’altro fu entrato. Dopo uno sguardo d’intesa lo guidò verso la camera di Silvia, indicò la ragazza e studiò sua espressione mentre lo faceva. Notò con piacere che i suoi occhi si dilatarono alla vista di quel corpo stupendo che fremeva in attesa sul letto.

Senza tanti con convenevoli Luca iniziò a spogliarsi imitato dall’altro, guardò la sua ragazza e vide che il rumore provocato dai suoi indumenti che cadevano in terra l’aveva attivata.

Silvia raccolse un poco le gambe divaricandole al contempo, socchiudeva le labbra estremamente invitante mentre con una mano si massaggiava il ventre.

Luca sostituì quella mano con le sue, l’accarezzo nuovamente con grande passione. Sfiorava il pube ma al primo contatto con i suoi peli si ritraeva, esasperandola. Lei lo invogliava sollevando ritmicamente il bacino e respirando in modo da spingere il seno più in alto che poteva.

Il contatto sui suoi capezzoli delle morbide setole di quella penna, trovata durante una passeggiata nel bosco tempo prima, la fece rabbrividire di piacere. Quella reazione positiva convinse Luca a insistere con quello stimolo. Disegnando strane ed improbabili figure scese attraverso il suo corpo sino alla delicata peluria del pube. Le gambe spalancate consentivano alle labbra della vagina di esporsi. Il delicato solletico della penna passata su di esse blocco il respiro a Silvia, concentrata per non perdere nessuna sfumatura delle stupende sensazioni che stava provando.

Lui giocò a lungo con il suo corpo, stimolandolo in vari modi, passando su di esso tutta una serie di oggetti a cui aveva preventivamente pensato. Lanciò un’occhiata all’altro uomo e notò che presentava una stupenda erezione, fortemente eccitato da quello che lui stava facendo a Silvia.

Luca ebbe un attimo di smarrimento al pensiero che quel pene, tra poco, si sarebbe impossessato della sua ragazza. Quello smarrimento gli provocò un forte calo di pressione nel suo membro, lo sentì afflosciarsi senza riuscisse a fare niente per recuperarlo. Voltò nuovamente lo sguardo verso l’altro che intuito il suo problema lo rassicurò con un’occhiata densa di significati.

In quei occhi complici vi lesse messaggi del tipo: ” non ti preoccupare, &egrave normale le prime volte” oppure ” vedrai che tra un attimo sarà più duro di prima” ed anche ” se vuoi vado avanti io, quando vedrai cosa sto facendo alla tua donna lo sentirai nuovamente esplodere tanto ti verrà duro”.

Sara aveva ragione, come al solito, quando gli aveva consigliato di rivolgersi a lui. In quello sconosciuto aveva subito trovato un complice, non un rivale. Uno che teneva al piacere di Silvia almeno quanto ci teneva lui. Uno che non lo metteva in difficoltà ma che lo aiutava a superare quelle inevitabili fasi di smarrimento che si provano la prima volta che si dive la propria donna con un altro.

Luca optò per la terza possibilità. Lentamente si allontanò da Silvia, lasciandola in attesa; con un cenno indicò all’altro di farsi sotto.

Lui si avvicinò in silenzio. Molto abilmente infilò la sua testa in mezzo alle gambe di lei senza toccarla con le mani. Evidentemente temeva che potesse riconoscere il diverso tocco; sapeva che non era ancora giunto il momento di lasciarle capire in quanti erano a fare l’amore con lei.

Iniziò a leccarla, facendosi spazio grazie alla lingua e alle labbra.

Silvia gemette forte al primo incontro tra la sua vagina con la lingua dell’uomo. Mentre lui insisteva con quella tecnica lei rantolava sempre più ispirata.

Luca la vide portare le mani al seno e stringerlo forte, incavando il ventre per spingere più in alto il pube. Il suo respiro divenne irregolare, interrotto ad ogni scossa d’intenso piacere che l’abile lingua dell’uomo sapeva provocargli.

Ancora un po’ e sarebbe venuta in quel modo.

Luca sentì il vigore tornare in lui. Si eccitava enormemente se osservava il dettaglio della vagina di Silvia sottoposta a quella piacevole tortura, gli piaceva vedere la sua donna godere e gli piaceva ancora di più se a farla godere era un altro.

L’ultimo pensiero lo fulminò. Si costrinse ad allontanarlo, ma non vi riuscì:

Cosa vuol dire che mi piace vederla godere quando a farla godere &egrave un altro? ‘ pensò ‘Vuol dire che mi piace uscire insieme ad una troia! ‘ Luca sentiva il suo membro diventare sempre più duro ‘ Guarda come gode, come le piace farsela leccare; ma io so che tra poco vorrà qualcosa di duro dentro il ventre e so anche che vorrà farsi riempire dal suo succo quando lo avrà spremuto ben bene.

I suoi pensieri stavano prendendo un indirizzo che normalmente avrebbe rifiutato all’istante. Ora, invece, forse a causa della situazione insolita per lui, li stava coltivando traendo un grande piacere da loro. Guardo ancora il corpo della sua ragazza scosso nel profondo dal piacere, ascoltò i suoi gemiti e ammirò i capezzoli eretti che svettavano sul suo seno.

Lasciò sempre più libero il suo cervello d’inseguire i pensieri che voleva, senza porre limiti di decenza o di rispetto verso la donna che sicuramente amava.

Ti piace, vero, quello che ti sta facendo là sotto?
Scommetto che hai già capito che siamo in due qui per te, che hai due cazzi da svuotare dentro di te ‘ o sopra di te.

Già, per concludere degnamente una scopata come questa vorrai farti ricoprire di sperma in modo da poterti mostrare a me, orgogliosa di quello che sei stata capace di ottenere!

E allora prenditi anche questo!

Senza più alcun controllo, Luca si avvicinò al viso di Silvia. Appoggiò il pene sulla sua bocca e attese.

Silvia stava godendo, nei rari momenti di lucidità pensava di fermare la lingua di Luca, temeva di non farcela più a trattenere l’orgasmo.

Quando sentì appoggiarsi sulle sue labbra un qualcosa di caldo, duro ma morbido dall’odore inequivocabile si sentì persa. Non capiva più niente, come era possibile che lui la leccasse da quella angolazione e che al contempo riuscisse ad appoggiarle il pene sulla sua bocca.

Si sentì gelare quando la verità incominciò ad affacciarsi alla sua mente.

Quel porco del suo ragazzo l’aveva bendata per farsela con un altro. Ecco perché era trascorso tanto tempo da quando l’aveva bendata a quando aveva sentito le sue mani addosso.

Quell’adorabile porco aveva deciso di farla godere come una matta.

Un grande sorriso si disegnò sul suo viso mentre realizzava questo. Evidentemente Luca aveva parlato con sua sorella ed era stato messo al corrente della sua evoluzione sessuale.

Lei sentiva di amarlo.

Come poteva non amare un ragazzo che capiva così a fondo la sua sessualità?

Un ragazzo che l’amava a tal punto da lasciarla libera di sfogare i suoi istinti sessuali e che, per donargli il massimo piacere, accettava di dividerla con un altro.

Restava solo da capire dov’era lui; se era quello sotto che le stava leccando e mordicchiando la vagina o se era quello che le offriva il membro da succhiare. In fondo non aveva importanza. Lei avrebbe preferito che fosse lui a penetrarla, perché ora voleva essere penetrata, ma per quella volta era meglio lasciare ai due uomini la decisione.

Aprì la bocca per prendere il pene che sentiva così vicino a lei.

Il sorriso di Silvia fu completamente travisato da Luca. In esso non vide l’amore verso di lui ma, piuttosto, la malizia della sua donna che aveva capito quello che stava per accadere.

Arrapato da quell’idea spinse dentro le sue labbra come lei le aprì a chiunque si trovasse lì.

Silvia aspirò quel pene caldissimo e sugoso tanto era lubrificato, lo succhiò forte per poi stimolarlo con la lingua.

L’altro era talmente concentrato nella sua opera che non vide Luca avvicinarsi a lei, capì che c’era qualcosa di diverso solo quando percepì dal corpo della ragazza la novità. Alzò gli occhi e la vide impegnata a succhiare il membro del suo ragazzo. Gli alzò ancora di più e capì dall’espressione di lui che non avrebbe retto a lungo succhiato in quel modo.

Strano, solitamente era il compagno della donna a volerla penetrare in quel gioco.

In ogni caso se aveva deciso in quel modo lui si sarebbe adattato volentieri. Staccò le labbra da quella vagina umidissima e calda, che rispondeva così bene ai suo stimoli e iniziò a pregustarsi il suo interno.

Abituato a quelle situazioni trovò subito la posizione migliore per penetrarla senza interferire con quello che stava facendo la sua bocca. Ben posizionato guido il pene verso la vagina di Silvia, l’appoggio e quindi spinse. Affondò dentro di lei lentamente in modo da lasciarle il tempo di capire cosa le stava capitando, si fermò solo quando i suoi testicoli incontrarono il pube di lei.

Luca aveva gli occhi chiusi e si gustava a fondo la bocca della sua ragazza quando sentì sulla cappella le vibrazioni di un profondo rantolo di piacere. Aprì gli occhi giusto in tempo per vederla completamente penetrata dall’altro. Sentì la sua bocca abbandonargli il pene quando lei inarcò la schiena per spingere il pube ancora più contro il bacino dell’uomo, pareva che non le bastasse quello che aveva già dentro e che ne volesse di più.

Silvia si lasciò sbattere per un po’ prima di cercare nuovamente il pene di Luca, ora aveva capito che non aveva lui dentro. Chiunque fosse non spingeva come il suo ragazzo, però ci sapeva fare!

Luca rimase come paralizzato dallo spettacolo che avveniva sotto i suoi occhi. Con il pene in mano osservava Silvia che si abbandonava con tutto il corpo alla fantasia di chi aveva in mezzo alle gambe.

Già le gambe! Lei le aveva prima aperte poi spalancate a lui, senza riserve e senza porre immaginari limiti. Prendeva quel pene accompagnandolo con dei leggeri movimenti del pube, variando la sua inclinazione rispetto a lui a seconda se stesse entrando o uscendo da lei.

Immobile, incapace di ogni reazione, studiava il ventre della sua ragazza che si gonfiava, contraeva, sobbalzava e incavava al ritmo delle spinte del ragazzo. Guardo bene il dettaglio della vagina che accompagnava con le labbra il membro che si muoveva dentro di lei.

Spostò lo sguardo verso il seno per lasciarsi colpire dalla sua mobilità. Ondeggiava sul busto di Silvia, avanti e indietro pur mantenendo la sua tipica tonicità. Quel particolare gli diede l’esatta misura di quanto intensamente il ragazzo la stesse sbattendo.

Portò i suoi occhi sul viso di lei; sentì una forte fitta allo stomaco quando valuto dalle sue smorfie la quantità e la qualità del piacere le scorreva nel corpo. Le labbra gonfiate dall’eccitazione lo richiamarono alla realtà.

Riportò il suo pene verso la bocca di lei e la lasciò fare.

Lei era distratta, la sua mente era concentrata sulla zona pubica, ma Luca iniziò a godere lo stesso. Più dello stimolo era potente l’eccitazione. Il film porno della sua ragazza vissuto in diretta era una cosa così stimolante da non riuscire più a controllarsi.

Mentre teneva il pene di Luca scappellato sulle labbra leccandolo piano, Silvia sentì all’improvviso un getto caldo sulla guancia seguito dal sapore dello sperma del suo ragazzo. Senza controllo continuò a leccarlo sino a quando non lo perse, sentì allora un caldo liquido colargli su tutto il viso; Luca le stava riempendo la faccia.

Ulteriormente eccitata da questa novità, Silvia si lasciò invadere dal forte calore che sentiva nascere dalla sua zona genitale.

Il piacere esplose nell’orgasmo.

Urlò con quanto fiato le rimaneva nei polmoni, la sua bocca spalancata ricevette ancora un fiotto di sperma, ma lei non se ne accorse.

Inarcò il corpo facendo leva sulla testa e sulle natiche, assumendo un’angolazione tale d’aumentarle la percezione del pene che la sfondava. Restò così sino a quando sentì mancare le forze; a quel punto crollò sul materasso rilassandosi mentre ancora l’altro si muoveva dentro di lei.

Il ragazzo visto l’epilogo di quella storia si lasciò andare anche lui. Come percepì arrivare il suo orgasmo estrasse prontamente il pene dal ventre di Silvia e si posizionò in modo da spruzzarla fino sul seno.

Per la seconda volta in quel pomeriggio Silvia sentì un liquido caldo che le veniva sparso addosso, pienamente consapevole, adesso, riuscì a godersi in pieno quella sensazione.

I rantoli di piacere emessi dai sue uomini erano terminati, intorno a lei c’era il silenzio. Avvicinò una mano alla benda per toglierla ma fu prontamente bloccata dal suo ragazzo.

Lei intuì che qualcuno, probabilmente Luca stesso, non aveva piacere che lei vedesse in faccia l’altro protagonista di quell’incontro.

Si sistemò comoda abbandonandosi al piacevole torpore che stava invadendo il suo corpo. Sentiva lo sperma di cui era ricoperta scivolare sulla sua pelle, era una sensazione spiacevole ma eccitante allo stesso tempo. Attese in quel modo che i due terminassero le loro cose, che Luca accompagnasse fuori l’altro ragazzo e che, quindi, tornasse da lei.

Si era quasi assopita nell’attesa quando sentì una mano appoggiarsi delicata sulla sua coscia. Si ridestò e finalmente si tolse la benda. Ebbe finalmente la possibilità di vedere la faccia sfigurata dall’eccitazione ancora forte del suo ragazzo.

Luca non parlava, si limitava a fissarla con una luce strana negli occhi. Lei gli indirizzò una tenera occhiata di ringraziamento senza ottenere risposta. Stupita e preoccupata lei non riusciva ad immaginare cosa stesse passando per la sua testa.

Ne ebbe chiaro sentore quando lui l’afferrò per i piedi trascinandola di traverso nel letto. La mise praticamente seduta sul bordo con le gambe giù dal letto. S’inginocchiò davanti a lei e, senza proferire parola, la costrinse ad aprire le gambe.

Luca era ancora nudo come lei; appoggiata sui gomiti Silvia riuscì a vedere la forte erezione di Luca. A quel punto capì le sue intenzioni. Benché spossata e fisicamente distrutta si lasciò cadere sulla schiena aprendo ancora di più le gambe a lui.

Lo sentì entrare con violenza, nonostante fosse ancora molto eccitata e dilatata dallo stupendo pene che aveva appena preso, lo percepì chiaramente dentro di sé. Non sarebbe riuscita a venire nuovamente, non ora dopo il forte piacere che aveva appena provato, quindi lo lasciò fare senza partecipare più di tanto dal punto di vista fisico. Mentalmente apprezzava e molto quell’interessamento che lui le stava dimostrando.

Luca si muoveva veloce, chiaramente cercava unicamente il suo piacere. Silvia decise comunque di gratificarlo emettendo dei mugolii di piacere e fingendo con le espressioni del viso di gradire quello che le stava facendo.

Lei si stava chiedendo per quale motivo il suo ragazzo aveva nuovamente desiderato il suo corpo, dopo tutto quello che era appena successo, quando lo sentì spingere più a fondo e contrarre i muscoli. Mentre lui veniva dentro il ventre Silvia capì cosa era stato a spingerlo nuovamente dentro di lei.

Il desiderio di ristabilire il suo territorio dopo l’intrusione di uno straniero, la volontà di riprendere pienamente possesso del corpo della sua ragazza.

Venendo dentro di lei, Luca, intendeva porre il suo marchio sopra quello lasciato dal ragazzo di prima e da quelli dell’altra sera.

Oramai Silvia si era manifestata in tutte le sue nuove perversioni a Luca e lei aveva conosciuto le sue. Quando lui le confessò di averla spinta scientemente a cercare qualcuno, da cui trarre il piacere che lui le negava, e di averla spiata in quell’occasione lei sentì d’amarlo e di appartenergli anche quando lo tradiva, poiché era lui a spingerla a farlo in quanto sapeva che a lei piaceva farlo. Una situazione complessa, apparentemente terribilmente annodata, ma chiara in realtà.

Luca l’aveva spinta a tirare fuori quello che da sempre aveva dentro, lasciandola libera di realizzare i suoi sogni ed i suoi desideri perché l’amava senza riserve.

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