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Racconti Erotici Etero

L’angelo della notte

By 10 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

– Premessa dell’autore –

‘L’angelo della notte’ uscì per la prima volta in libreria nel lontano 1979, ma io lo scoprii soltanto all’inizio degli anni ’90, quando dei rimanenti saggi del suo autore, il sommo francesista Giovanni Macchia, avevo ormai riempito gli scaffali della mia biblioteca.

Era Marcel Proust ‘l’angelo della notte’, anima sensibilissima e inquieta che per tutta la vita inseguì la felicità nella solitudine di un appartamento nel cuore di Parigi, al quinto piano del n. 44 di rue Hamelin, lì dove videro la luce le più belle pagine della sua celebre ‘Recherche’.

Recluso tra quelle mura, e cullato dal surreale silenzio mantenuto dal sughero che ne rivestiva le pareti, Proust – simile a Noé nell’Arca – raggiunse infine la ‘salvezza’ attraverso l’opera d’arte…

I lettori perdoneranno questa mia breve premessa ad un racconto che, come si accorgeranno leggendo, in verità non fa riferimento in alcun modo al grande scrittore francese o tanto meno a quel libro, oggi pressoché introvabile, che proprio all’opera di Proust ha dedicato Giovanni Macchia. Ma la ritengo una premessa assolutamente necessaria, quasi un modo per chiedere scusa a quel mostro sacro della saggistica i cui libri sono stati il più importante nutrimento letterario della mia adolescenza e al quale, forse con scarsa riconoscenza, ma di sicuro senza malizia, ho ‘rubato’ un titolo per un racconto erotico! – un racconto che, mi preme infine sottolineare, sebbene scritto con la forza e la passione di sempre, non sarà mai così bello quanto invece lo è, secondo me, proprio il libro che porta quel titolo.

‘(‘) Come la dolce Shahrazàd, narratrice condannata alla morte, egli [Proust] ignorava se il padrone del suo destino, assai meno indulgente del sultano Shatiyar, una notte o l’altra avesse deciso che doveva ormai prepararsi a morire. Ma, come Shahrazàd, ha anche la segreta speranza di essere salvato dalla bellezza di ciò che racconta. Perché la salvezza può giungere, come non ignorava il fiero sultano che alla fine risparmiò Shahrazàd, soltanto dall’Angelo buono della poesia, che attraverso la lunga notte ci conduce nel regno della luce’.

da G. Macchia, ‘L’angelo della notte’, Rizzoli (1979)

Vigilia di ‘Ognissanti’, la casa è vuota.

Ho appena aperto gli occhi nel cuore della notte ‘ la notte ‘di Halloween’ – e mi sono accorto in un attimo che non sei più vicino a me. Ti cerco.

La stanza è immersa nel buio ed un silenzio quasi surreale avvolge ogni cosa. Poi un lievissimo rumore, appena un sussurro, mi giunge dal profondo della casa, laddove è la stanza da bagno. Mi alzo e mi dirigo curioso verso quella stanza, ma non accendo la luce, non ho intenzione di contaminare quel profumo inconfondibile che, mentre cammino, comincia lentamente ad investire i miei sensi e mi dice solamente una cosa: sei lì, e mi stai aspettando.

C’è uno strano aroma nel corridoio, lo percepisco mescolato all’odore di te: sembra guidarmi proprio verso la porta sullo sfondo. è socchiusa, la porta, ed una luce rassicurante filtra attraverso lo spiraglio e mi invita a proseguire.

Adesso mi sono avvicinato abbastanza, tanto da riconoscere, in quel sussurro che poco prima mi ha svegliato, lo scrosciare continuo dell’acqua che riempie lentamente la grande vasca. Sto per raggiungere la porta, manca soltanto un passo, quando improvvisamente l’acqua smette di scorrere e dall’interno della stanza mi giungono le tue parole.

‘Entra, stavo appunto per venirti a chiamare’.

Sorrido e faccio quell’unico passo che ancora mi mancava, spalanco la porta. Ed in quel momento, per la prima volta, ti scorgo bella come forse può esserlo soltanto un angelo.

Sei in piedi davanti alla vasca, i capelli di rosso ramati raccolti sulla testa, sei scalza ed indossi soltanto una sottile camicia da notte di cotone bianco. Tieni le braccia intrecciate dietro la schiena, hai il volto chiaro spruzzato di microscopiche lentiggini e gli occhi di un castano screziato di giallo che, a guardarli bene, a quest’ora della notte mi sembrano addirittura più vispi e furbi del solito.

‘Che fai, rimani lì? Coraggio, lavami, sono pronta’.

In effetti, l’averti scoperta così, nel cuore della notte, in piedi e immobile davanti alla vasca piena alle tue spalle, ha paralizzato per un istante ogni mio movimento. Ma adesso capisco cosa vuoi che io faccia ed avvicino le mie labbra alle tue, in segno di ringraziamento, per le emozioni sempre nuove che riesci a regalarmi ogni volta.

All’improvviso incollate assieme, le nostre bocche si aprono e le nostre lingue si cercano e si intrecciano. Ti attiro a me posando le mie mani sulla tua schiena e sento irradiarsi sul mio corpo il tuo calore’ Poi gli occhi mi cadono sulla spugna immobile sul bordo della vasca ed allora ricordo in un attimo qual era il tuo desiderio’

‘Vuoi che ti lavi? Entra nella vasca, allora, coraggio. Vedrai che sarà bellissimo’.

Baci le mie mani guardandomi negli occhi, quindi sollevi una per volta le tue gambe agili e snelle ed in un attimo obbedisci.

Rimango immobile a guardarti, non so per quanto tempo. Distinguo perfettamente, sotto la tua camicia da notte di cotone bianco, ogni parte di te: l’incavo tra i seni, la loro rotondità, lo spessore dei capezzoli. Più in basso, immagino il tuo ventre piatto sul quale spicca, perfetto, il piccolo ombellico. E ancora più in basso, tra le gambe, riconosco infine l’insieme scuro dei tuoi peli pubici, oltre i quali probabilmente già pulsa il tuo sesso umido e accogliente.

L’acqua della vasca ti copre fino all’altezza delle ginocchia. Proprio in quel punto la camicia da notte, che naturalmente si è bagnata, ti s’è attaccata addosso conferendoti un’espressione ancora più sensuale di quella che possiedi già per tua natura. Ti guardo, e mi par di morire talmente è grande il desiderio che ho di possederti!

Riapro il rubinetto della vasca, miscelo con attenzione acqua calda ed acqua fredda fino ad ottenere la giusta temperatura, poi avvicino la spugna al getto che scorre e la guardo riempirsi lentamente. Ci siamo, sono pronto ad esaudire il tuo desiderio.

Una ciocca di capelli ricade sulla tua fronte coprendo leggermente il tuo viso. La scosto leggermente per guardarti negli occhi. Poi avvicino la mia mano sinistra alla tua testa per sciogliere la massa di capelli che tieni pazientemente raccolta. Stai per liberarti della camicia da notte, ma ti chiedo di non farlo.

‘No, ferma! Continua ad indossarla. Sarà più bello osservarti mentre la camicia, bagnandosi, comincerà ad aderirti addosso’.

Per un attimo rimani perplessa, ma subito capisci cosa intendo ed allora un sorriso complice risplende sul tuo volto.

Appoggio delicatamente la spugna, che tengo nella mano destra, sopra la tua testa. è gravida d’acqua e, non appena la schiaccio tra le mie dita, libera immediatamente una piccola cascata che ricade velocemente sul tuo volto e sopra il tuo corpo. Sospiri, per un attimo un brivido ti coglie, ma non puoi negare che è una sensazione di grande piacere, per te, sentire l’acqua scorrerti addosso e fermarsi, avidamente assorbita, tra le minuscole fibre della tua camicia da notte.

I tuoi capelli adesso appaiono più aderenti al tuo capo, il tuo viso comincia a risplendere di una luce assolutamente nuova. Ma è alla base del tuo collo che si verificano i cambiamenti più emozionanti’

Questa prima cascata d’acqua che ho lasciato ricadere su di te è stata in parte assorbita dalla camicia all’altezza del tuo seno, che d’un tratto si è materializzato ed ora sembra premere con forza al di sotto del cotone bianco’

Nell’aria carica di profumi e vapore acqueo della stanza da bagno, è un piacere per me volgere lo sguardo a quelle curve perfette che trionfano sul tuo torace!

Dal rubinetto della vasca, intanto, l’acqua continua a scorrere lentamente alla temperatura giusta, quella che ho precedentemente calibrato. Un’altra volta, lascio che la spugna assorba fino in fondo quell’acqua e ripeto il movimento precedente. Questa volta chiudi gli occhi ed il tuo volto si contrae in una piccola smorfia di piacere e di attesa: chissà che effetto il tepore dell’acqua che comincia a scorrere sul tuo corpo pressoché ancora asciutto!

Stringo nella mano la spugna, sempre adagiata tra i tuoi capelli, ma questa volta la sposto leggermente in avanti, proprio mentre tu reclini il capo all’indietro. In questo modo, la mia mano scivola sul tuo viso spostandosi dalla fronte sino al tuo collo. Altra acqua ricade su di te e nuovamente il tuo seno aderisce con prepotenza alla tua camicia da notte – direi che ora un pittore riuscirebbe a dipingerlo anche meglio che se fossi nuda!

Qualche rivolo d’acqua, sfuggito alla cattura delle tue curve superiori, ha terminato la sua corsa sopra i tuoi fianchi, e così all’altezza del pube comincia a fare capolino il ciuffo lungo e sottile che ricopre la tua intimità.

Con dolcezza, faccio in modo che tu ruoti su te stessa, in modo da avere di fronte a me la tua schiena. Quindi, riempio e svuoto la spugna su di te ancora un paio di volte, questa volta partendo però dalla tua nuca per poi raggiungere il tuo fondo schiena. Ti osservo.

L’ultima acqua versata ha avuto l’effetto di far aderire completamente la camicia da notte bianca sopra il tuo corpo, soprattutto sulle tue spalle. Adesso distinguo nettamente la lieve depressione che accoglie la spina dorsale, l’attaccatura dei tuoi glutei piccoli e tondi, l’incavo meraviglioso che li separa e al di sotto del quale vibra la carne tua caldissima.

Hai completato la rotazione, ed ora rivolgi di nuovo verso di me il tuo sguardo complice. I tuoi capelli si sono sciolti completamente sopra il tuo volto e da essi piccoli rivoli d’acqua ricadono lentamente verso il basso. Mi guardi negli occhi e mi sussurri dolcemente: ‘è bellissimo, continua. Avanti, lavami, ho tanta voglia di sentire le tue mani sopra il mio corpo’.

Le tue parole mi trasmettono una rinnovata carica. Prendo il tuo viso tra le mie mani e poggio la mia lingua sulla tua bocca, sulle tue labbra, sul tuo mento, fino a raggiungere pian piano il tuo collo e poi il tuo orecchio destro. Vi insinuo all’interno la mia lingua e poi ti sussurro: ‘è dai capelli che ho voglia di cominciare’, quindi allungo la mano e prendo lo shampoo.

La crema bianca e densa del flacone stenta non poco a venire fuori e a riempire la mano che tengo concava e pronta a raccoglierla. ‘Che strano’ ‘ penso – ‘sembra seme’, ma non possiede lo stesso calore, non emana la stessa energia del seme umano quando sgorga copioso dal profondo dell’anima! Osservi la mia mano con uno strano sorriso’ – non sarà che anche tu, forse, stia pensando qualcosa di simile?

I tuoi capelli, ripetutamente bagnati con la spugna, sono ormai pieni zeppi d’acqua. Vi immergo all’interno la mia mano, ricca di shampoo, e comincio a massaggiarli lentamente distribuendo dappertutto la schiuma che, pian piano, monta sempre più abbondante. Intanto, però, ti faccio sedere sul bordo della vasca, con i piedi sempre al suo interno, e mi sposto dietro di te in modo da averti ad altezza e posizione giuste.

In questa nuova disposizione, immergo tra i tuoi capelli anche l’altra mia mano e massaggio lentamente ogni centimetro quadrato della tua testa. Osservo i movimenti delle mie braccia e delle mie mani. Sorrido: per un attimo, ho la sensazione di somigliare ad Herbert Von Karajan quando, impeccabile sul podio, dirigeva in estasi i Berliner Philharmoniker nell’esecuzione della ‘Nona’ di Beethoven!

La schiuma, densa e ricca di sostanze nutritive, è ormai distribuita uniformemente tra i tuoi capelli. Mentre massaggiavo, piccoli gemiti di piacere sono sfuggiti alla tua bocca. Ho la sensazione che il contatto delle mie mani sulla tua testa, il loro lento muoversi da una parte all’altra, da dietro le orecchie fin sotto alla nuca, abbia sciolto le tue tensioni ed abbia contribuito a rilassarti. Non posso fermarmi, lo sento. Sei il mio amore ed hai bisogno delle mie attenzioni, delle mie ‘cure’.

Tu sei ancora seduta sul bordo della vasca ed io sono in piedi alle tue spalle. Tiro i tuoi capelli all’indietro, tu reclini il capo e mi osservi col viso che trabocca d’amore e desiderio. Mi chino quanto basta e poggio la mia bocca sulla tua fronte, la bacio; poi mi sposto sulla tua bocca e mi lascio cullare dal tuo respiro dolcissimo. Qualche istante, poi di nuovo mi giunge il suono irresistibile della tua voce.

‘Ti prego, entra anche tu nella vasca, stammi vicino’.

‘Certo amore, se è quello che desideri”

In un attimo, sono insieme a te dentro la vasca. L’acqua è ancora calda, sensazioni voluttuose si irradiano lungo il mio corpo partendo dalla base dei miei piedi’

Non ho voglia di risciacquare i tuoi capelli, voglio osservarti così ancora un poco, con la schiuma che comincia a colare lentamente sulle tue spalle e sul tuo torace. Prendo la spugna, raccolgo con essa parte di quella schiuma e quindi la strizzo sopra il tuo seno. Sei bellissima! Chissà se immagini il piacere che provo vedendoti così, con la schiuma che comincia a scivolarti dappertutto mettendo in risalto le tue forme!

Adesso ti abbraccio, ti bacio, voglio sentirti su di me attraverso la tua camicia da notte ormai pregna di schiuma. Le mie mani sono nuovamente tra i tuoi capelli, li accarezzano, li strizzano e li liberano lentamente dalla schiuma’ – che spostano, però, opportunamente altrove’

Lentamente la schiuma comincia ad avvolgerci, avvolge i nostri corpi avvinghiati, li stringe in un abbraccio morbido e profumato. E mentre ti bacio guidato dalla passione, sento irresistibile la voglia di tirare verso l’alto la camicia che hai incollata addosso per insinuarvi al di sotto le mie mani mobilissime.

Ecco. Adesso le mie mani si stanno muovendo sul tuo fondoschiena meraviglioso, mi chino con la bocca sopra il tuo seno e, senza fretta, sollevo la tua camicia dal basso e raggiungo il mio scopo’

Ti sto toccando. Le mie mani sono finalmente a diretto contatto con la tua pelle. Sento la schiuma avvolgerle e farle scivolare su di te annullando ogni resistenza. Le sposto sul davanti, verso il tuo ventre, lo accarezzo utilizzando i pollici e lo percorro dal basso verso l’alto massaggiandolo delicatamente. Poi, ad un tratto, raggiungo il tuo seno, lo stringo e riprendo a baciarti.

è eccitante sentire quella rotondità plastica e gonfia sfuggirmi dalle mani a causa della molta schiuma. Nuovamente, abbandono la tua bocca, avvicino il mio volto al tuo seno e lo libero dalla pressione dei tre bottoni che chiudono in alto la tua camicia da notte. In un attimo, lo tiro fuori. Nonostante il profumo della schiuma, un odore inconfondibile investe le mie narici: l’odore di te travolta dagli ormoni. L’odore di te che trasudi passione.

Mordo il tuo seno, non posso farne a meno. Mordo i tuoi capezzoli gonfi e rossi fermandomi un attimo prima di ciò che chiameresti ‘dolore’. Immergo il mio volto nell’incavo che separa le tue due splendide rotondità e ti attiro a me, con le mie mani sempre al di sotto della tua camicia da notte. Poi mi sposto alle tue spalle e con la mano del mio braccio destro, con il quale ti tengo incollata al mio corpo, strizzo energicamente il tuo sesso ricoperto di schiuma, fino a strapparti un gemito più forte degli altri’

A questo punto, mi accorgo che anche i miei indumenti sono completamente inzuppati d’acqua e di schiuma. Per via del caldo, mi ero messo a letto con i soli boxer ed il pantalone corto del pigiama, li ho tenuti addosso anche all’interno della vasca, ma è già da un pò che comincio a sentirli comprensibilmente ‘stretti’. è normale: il contatto con il tuo corpo, ed il tepore dell’acqua, hanno prodotto in me una violenta erezione.

La tua schiena è ancora incollata al mio torace e le mie mani sono sempre in moto al di sotto della tua camicia da notte. All’improvviso – forse proprio perché percepisci alle tue spalle la mia forte eccitazione? – cominci a strusciarti su di me agitando freneticamente bacino e sedere. Quindi ti giri, sollevi una gamba e guardandomi negli occhi cerchi di avvinghiarti a me. Dalle tue parole capisco cosa ha intenzione di fare.

‘Ahhh, vieni, avvicinati, voglio sentire il tuo sesso, voglio sentirlo addosso alla mia pelle”

Sei tu, adesso, che mi attiri a te per la nuca e mi baci con foga infinita. Allo stesso tempo, strofinando su di me il tuo pube, riesci a liberarmi parzialmente del pigiama. Il mio sesso spinge ora con forza sull’elastico dei boxer, trattengo il dolore, tu te ne accorgi’ In un attimo sposti le tue mani verso il basso e fai scivolare i maledetti pigiama e boxer ai miei piedi, nell’acqua!

Mi rendi libero.

Ho appena un attimo per gustare quella libertà e percepire la durezza del mio sesso che punta deciso verso l’alto, ché subito mi distraggono i tuoi movimenti: tiri verso l’alto la camicia da notte, mi spingi a sedere sul fondo della vasca e mi sali addosso. Ecco: il mio sesso è di nuovo prigioniero, ma questa volta ‘sei tu’ la sua prigione.

La passione ci travolge immediatamente. Tu cominci a muoverti su e giù ed io ti afferro per le natiche sincronizzando i tuoi movimenti ai miei. Quindi ti sposto leggermente all’indietro, in modo che il mio sesso penetri al tuo interno stimolando la parete più esterna della tua intimità, quella parte sotto il tuo pelo che col tempo ho imparato a riconoscere come la più sensibile.

Vedo le tue pupille dilatarsi per l’eccitazione, la tua bocca schiudersi e la tua lingua venire fuori alla ricerca di non so che cosa’ – forse delle mie dita? Tenendoti stretta a me per il bacino con il mio braccio destro, poggio la mia mano sinistra sul tuo volto e subito mi accorgo che non mi sbagliavo. In un attimo, infatti, afferri la mia mano e cominci a succhiarmi le dita senza alcuna inibizione.

Sento perfettamente il contatto del mio sesso con la profondità della tua carne, i tuoi muscoli avvolgerlo ed esercitare attorno ad esso la solita deliziosa pressione’ Sento la tua bocca impegnata a succhiare avidamente le dita della mia mano ed il tuo essere sciogliersi mentre ti dico di allargarti, di prendere dentro fino alle palle il mio sesso turgido e caldo e di godere per me che sono il tuo uomo’ Sento il tuo corpo contorcersi sopra al mio, come se quelle parole accendessero in te una smania irrefrenabile’ Sento la tua carne agitarsi spasmodicamente nell’aria carica di vapor acqueo e, più in basso, sento l’acqua della vasca cominciare a schizzare pazzamente tutt’intorno’ Sento forte il tuo sillabare, i tuoi mugolii, i tuoi gemiti, le tue urla e sento, infine ‘il tuo splendido orgasmo!

Poi non sento più nulla.

Riapro gli occhi, e all’improvviso mi ritrovo seduto sul fondo della vasca, con le gambe immerse nell’acqua schiumosa al suo interno. L’ambiente intorno a me è saturo di vapor d’acqua ed il rubinetto gocciola lentamente. Lo chiudo e cerco di riordinare le idee, mentre il buio alla finestra mi dice che la notte ‘ quella ‘di Halloween’ – non è ancora passata.

”Dunque non ci sei? Ho un’altra volta immaginato ogni cosa? E da quanto tempo sto qui dentro? Sì’ questa volta non ci sei, sono da solo all’interno della vasca”

L’acqua in cui sono rimasto immerso per tutto questo tempo ha perduto parte del suo calore iniziale: adesso è a mala pena tiepida e comincia quasi a darmi fastidio. Al di sotto della schiuma, ancora abbondante, scorgo la sagoma del mio sesso: continua a presentare una notevole erezione. So che il merito è soltanto tuo, anche se nella vasca questa volta non ci sei stata realmente ma solo attraverso i miei pensieri.

Potrei ancora procurarmi un orgasmo, è vero, tanto forte è il desiderio che porto di te dentro al mio corpo, ma so bene che un orgasmo in solitudine non riuscirebbe mai a portarmi la pace e a scaldare fino in fondo la mia anima. No! Non mi procurerò alcun orgasmo questa notte, non da solo!

Esco dalla vasca e mi rifugio tra le pieghe avvolgenti dell’accappatoio. Mi asciugo e mi rimetto nuovi boxer ed un nuovo pigiama addosso. In un attimo, sono di nuovo a letto.

Rimango immobile ad ascoltare il silenzio della notte.

Non ho voglia di pensare, ora, non voglio affatto chiedermi come sia potuto accadere’ – forse, chissà, lo farò domani.

Adesso ho solo voglia di riaddormentarmi’ – e di cancellarti in fretta dai miei pensieri, ‘maledetto angelo’, che spesso ricompari e finisci col rendere un ‘inferno’ queste mie notti buie ed insonni.

– Anteprima nuovo racconto –

Il prossimo racconto di Shining – la cui data e modalità di pubblicazione sono ancora incerte – sarà un racconto scritto insieme alla sensualissima autrice Micia

Abbiamo deciso di sperimentare questa forma di racconto poiché, leggendo io i suoi racconti e lei i miei, ci siamo accorti in più occasioni di possedere una prosa simile per immagini e sensazioni’.

La trama del racconto ruota attorno ad uno degli enigmi più affascinanti della storia: il Sacro Graal. Ma la ricerca del prezioso Calice/Cofanetto, che rimanda tra l’altro ai Templari e ai misteri delle cattedrali gotiche, fa solamente da sfondo ad un gioco ‘molto speciale’ nel quale si cimenteranno, nel corso delle pagine, i due protagonisti del racconto’

Non perdetelo!

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