Mi presento: mi chiamo Mirco, ho 25 anni, lavoro nel settore informatico ormai da qualche anno.
Sono alto 1.85, moro e con un fisico abbastanza atletico, temprato dai tanti anni di Basket semi-professionistico. Insomma, non mi definisco un adone, ma penso di essere un ragazzo che piace.
Quella che segue è una storia vera.
Sono seduto alla mia scrivania, con la mia tenuta da lavoro preferita: pantalone beje, e camicia azzurra, in quello stile al limite tra l’elegante e il casual.
Sto lavorando ininterrottamente da 8 ore a un progetto che da qualche mese mi sta facendo impazzire, e come spesso mi capita quando sono carico di lavoro ho saltato la pausa pranzo.
Quando a un certo punto sento vibrare il telefono, guardo lo schermo del mio telefono e..è Silvia!
E’ stata una delle mie migliori amiche del liceo, e come tutte le amicizie di quel tipo un bel giorno io decisi di innamorarmi di lei, farglielo capire, ma capendo altresì di non essere ricambiato.
Nonostante questo la nostra amicizia è andata avanti dopo qualche tempo senza ulteriori intoppi, e ultimamente abbiamo ripreso a sentirci e vederci ogni tanto per una bevuta o una mangiata, proprio come fanno gli amici di vecchia data.
La cosa inizialmente è andata avanti normalmente, ma poi parlando apertamente delle nostre esperienze sessuali degli ultimi tempi ho capito una cosa.
La Silvia timida, introversa, quasi pudica, e a cui il solo parlare di sesso faceva venire le guance rosse non c’era più.
Si era sostituita a una nuova Silvia, quella che non vuole storie serie, ma divertirsi.. che va a letto col suo capo, con gente che conosce da qualche giorno…e tutto questo inizialmente mi aveva turbato.
‘Pronto?’
‘Ciao Mircolino’ come mi chiama lei da quando avevamo quindici anni.
‘Ciao Silvietta, che mi racconti?’
‘Mah tutto bene, solita vita. Senti qua che ne dici di raccontarci un po’ che abbiam combinato durante le vacanze davanti a un aperitivo?’
La proposta mi aveva fatto ricordare le 8 ore di digiuno, e a dir la verità avevo anche voglia di rivederla dopo tanto tempo.
‘Andata, passo da te alle 19.30?’
‘Ok, a dopo’
Arrivo da lei e le citofono, mi risponde la sua voce
‘Sali, non son ancora pronta’
La cosa non mi stupisce, non è la prima volta che vado a prenderla si deve ancora finire di vestire.
Entro nell’atrio, prendo l’ascensore, arrivo sul pianerottolo e trovo come al solito la porta aperta.
Entro
‘Peermesso!’
‘Vieni Mirco, son in bagno! Finisco di truccarmi e arrivo!’
La raggiungo, e la trovo sulle punta dei piedi davanti allo specchio a truccarsi.
Lei è mora, riccissima, alta 1.60 circa, magrolina, un bel culettino piccolo e sodo, e una terza scarsa di seno, non un bellissimo viso, ma tutto sommato dei lineamenti delicati che non la fan sfigurare.
E’ sempre stata così da quando la conosco, e non vi nego che sia stato l’oggetto delle mie prime masturbazioni.
Parliamo del più e del meno, e mi racconta delle sue ultime avventure.
E’ stata a Ibiza con la sua collega Anna durante le vacanze estive, e mi pare di capire si sia anche alquanto divertita. In una settimana ha collezionato una scopata con un ragazzo francese di colore, ben dotato a quanto pare, mentre l’ultima sera, con quella vacca della sua amica Anna sono andate a ballare, e hanno regalato a una comitiva di 6 ragazzi spagnoli una nottata che non si dimenticheranno.
Ascolto, ascolto…e mentre l’ascolto la guardo truccarsi, pettinarsi e mettersi in tiro da dietro.
Ha su un perizomino nero e una canottierina che mette in risalto le sue forme, il tutto per non sporcare l’abitino che si sarebbe messa a breve.
Tra me e me penso e ripenso ai suoi racconti, e sorge in me un pensiero…La Silvia che conoscevo io non esiste più, ho davanti a me un’altra persona.
Allora mi faccio audace e prendo l’iniziativa.
Mi avvicino da dietro, le appoggio le mani sui fianchi, le sposto i capelli, mentre lei di colpo smette di truccarsi, e le sussurro nell’orecchio ‘l’hai data al tuo capo, a gente che non conosci, e a mezza Ibiza…ora è arrivato il mio momento’
Lei cerca inizialmente di girarsi e opporre resistenza, ma io la tengo ben ferma contro il lavandino.
Mi chiede cosa avessi intenzione di fare, ma io non le rispondo. Penso lo abbia capito da sè, quando ho portato la mano sul davanti delle sue mutandine, e ho iniziato a esplorare la sua fighetta.
E’ bagnata, al solo raccontare le sue storie sessuali, e al solo mio tocco.
E ha voglia, tanta voglia.
La sua resistenza si è trasformata in lento cedimento. Man mano che sente il suo piacere salire indietreggia anche col culo, facendolo aderire perfettamente al mio pene.
Iniziamo uno strusciamento, lento e insesorabile, fin quando non la giro, la prendo in braccio, e in un lento procedere verso la camera da letto, continuiamo a baciarci e ad avvinghiare le nostre lingue.
La ripongo sul letto e continuo a penetrarla prima con un dito, poi con due, inframezzando il tutto da sfregamenti veloci delle grandi labbra. Il suo respiro aumenta di frequenza. Aumenta. Fin quando, non me lo chiede, mi implora, gridandomelo. ‘TROMBAMI!’
Mi siedo sul letto, la faccio salire sopra di me e con un movimento deciso le infilo il mio pene fino in profondità. Lei si lascia andare a un grido liberatorio, che dubito non abbia sentito anche il vicinato talmente la potenza dello stesso.
La prendo da sotto le cosce, e mi alzo tenendola da sotto il sedere a mezz’aria, e con le sue braccia attorno al mio collo, inizio un movimento lento, ma violento, accompagnato dai movimenti dei fianchi, e dalle sue urla sempre più forti.
I suoi glutei sbattono contro di me e le sue tette fanno su è giù, tra una mia leccata e l’altra.
Andiamo avanti così ancora per diversi minuti finchè contemporaneamente, io le inondo copiosamente la vagina del mio seme e lei in preda alle convulsioni si lascia andare a grida di piacere e ad un orgasmo che la porta ad accasciarsi sul letto grondante di umori e del mio sperma.
Mi butto sul letto al suo fianco, fin quando lei dopo qualche minuto mi guarda, e accarezzandomi gli addominali e mettendo la testa sul mio petto mi dice in maniera secca.
‘Non venivo così da tempo”
‘Non ti preoccupare..sarà la prima…ma non l’ultima volta, te lo assicuro!’
Lei mi sorride, ci alziamo, laviamo, e dopo esserci vestiti usciamo di casa per il tanto decantato aperitivo.
Come promesso, è stata la prima’ ma non l’ultima volta!
Quel giorno è iniziato una storia, fatta di solo sesso’ quando abbiamo voglia di divertirci ogni tanto ci vediamo, non mettendo in secondo piano la nostra amicizia, che a nostro modo è diventata più forte.
Grazie Rebis
Bellissima storia, molto realistica
Pisellina… fantastico! Un buon mix di Femdom e umiliazione
Storia molto intrigante. Per favore, continua! :)
In tutte le volte in cui Maria ordina a Serena di spogliarsi, Serena rimane sempre anche a piedi nudi oppure…