Marianna era furiosa con i suoi genitori. Per colpa loro l’estate che doveva essere la migliore della sua vita, sarebbe trascorsa triste e noiosa come tutte le altre.
Marianna aveva aspettato per tutta la vita quella stagione, era arrivato il momento di prendersi la sua rivincita contro la natura che l’aveva presa in giro sino a quel giorno. Doveva essere l’estate dell’amore, ma sarebbe stata l’ennesima sconfitta.
Il destino era stato bizzarro con lei, infatti nonostante l’avesse dotata, nel corso dello sviluppo, di un fisico mozzafiato, le aveva anche fornito la peggior dentatura che fosse mai apparsa in una bocca. Adesso, dopo sei lunghissimi anni di apparecchio odontoiatrico, Marianna si sentiva pronta ad avvicinarsi ad un ragazzo. Esattamente il giorno del suo 19 compleanno le era stata rimossa tutta quella ferraglia dalla bocca, ed esattamente la sera del suo 19 compleanno i suoi genitori l’avevano carica in macchina per portarla a trascorrere con loro le vacanze estive nella tremendamente isolata casa in campagna. Inutile dire in che stato d’animo si trovasse Marianna mentre l’auto sfrecciava lungo l’autostrada.
Era sempre stata una ragazza insicura, nonostante avesse sempre curato in modo perfetto il suo corpo, non si era mai sentita all’altezza delle sue amiche, le quali le raccontavano sempre quanto fosse meravigliosa la vita di coppia e quanto fosse bello fare l’amore con il proprio ragazzo.
La casa in campagna era rimasta immutata sin da quando Marianna era una bambina. La costruzione centrale, tanto prato intorno e una fila di grossi alberi posti accanto alla staccionata di confine. L’unica nota positiva era che avrebbe potuto continuare la sua corsa mattutina senza dover fare i conti con lo smog della città.
La prima mattina di ‘vacanza’, Marianna indossò la tuta, calzò le scarpe da tennis, legò i suoi capelli biondi in una treccia e dopo aver infilato nelle orecchie le cuffie collegate all’i-pod iniziò a correre.
Mentre procedeva spedita nel suo percorso la sua attenzione fu attratta da un grosso albero, il più alto di tutti, che non ricordava di avere mai visto. Dopo un momento di incertezza decise di arrampicarsi; ‘Tanto non ho nulla da fare’. Superate le prime difficoltà riuscì a raggiungere un enorme ramo e strisciando sul ventre iniziò a percorrerlo curiosa. Il ramo in questione sorpassava la staccionata e si inoltrava nella proprietà accanto. Osservando bene tra le fronde, a Marianna parve di intravedere una figura. Avanzò ancora lungo il ramo e guardò con più attenzione.
Seduto su una sdraio, stava un uomo di circa trent’anni intento a prendere il sole e a leggere un libro. Marianna sgranò per bene gli occhi e si ammutolì nella contemplazione. Lo sconosciuto aveva un fisico atletico e la pelle abbronzantissima; rappresentava in tutto e per tutto l’uomo perfetto. La ragazza poggiò il mento sui palmi delle mani e sussurrò ‘Come sei bello’, per poi trarre un profondo respiro.
Deconcentrandosi a causa dello sconosciuto, Marianna aveva preso a trascurare la sua precaria condizione di equilibrio e bastò un attimo per sentirsi rotolare nel vuoto. Senza un grido la ragazza si preparava all’impatto con il suolo, ma stranamente rimaneva sospesa a mezz’aria. Riaprendo gli occhi dopo lo spavento, girò la testo e vide di essere rimasta impigliata i pantaloni in un ramo sporgente. ‘Che fortuna’ pensò, ma proprio in quel momento sentì un terribile rumore di stoffa lacerata e dopo nemmeno un secondo precipitò sul prato.
Dopo essersi ripresa si guardò intorno: era caduta nel terreno del vicino tra la staccionata e una grossa siepe. Sembrava che il proprietario di casa non si fosse accorto di nulla in quanto non si avvertiva alcun rumore. Guardò in alto: un groviglio di stoffa pendeva da un ramo troppo alto per essere raggiunto e dal mezzo spuntavano le cuffie. Guardò con orrore in basso: dalla vita alle caviglie era nuda. Persino gli slip erano rimasti sull’albero. Marianna fu presa dallo sconforto. ‘Ma che razza di situazione! Mezza nuda nel terreno di uno sconosciuto. E adesso che faccio?’
Guardò attraverso la siepe. L’uomo era ancora seduto nella stessa identica posizione. Doveva assolutamente trovare l’uscita verso la strada e poi correre verso casa sperando di non essere vista da nessuno. Con terrore osservò che si trovava nel retro della casa e che, non essendovi alcuna uscita o stradina l’unica alternativa era attraversare l’abitazione. Osservò con attenzione e notò nel muro vicino a lei una finestra aperta che immetteva direttamente dentro la casa. Non c’era tempo da perdere, doveva sfruttare il momento di assoluta immobilità del vicino per fuggire.
Agirò la siepe e, tremante di paura, raggiunse la finestra. Tutto era andato bene, l’uomo non si era accorto di nulla. Marianna si ritrovò all’interno di una camera da letto dall’arredamento scarno: soltanto un grande letto, un armadio davanti la base e due comodini. ‘Non è questo il momento di commentare il mobilio’ disse fra se e se la ragazza, mentre si affacciava alla porta che dava sul corridoio. Da un lato la porta che dava sul retro, dall’altro l’ingresso, era salva. ‘Si, lo so, il campanello non funziona, sto arrivando’ furono queste le parole che Marianna sentì mentre l’uomo sbucava dalla porta sul retro. La ragazza ebbe appena il tempo di ritirare la testa e senza pensare si nascose sotto il letto. Quel movimento istintivo l’aveva salvata da una figuraccia terribile, infatti, dopo qualche istante, vide dal suo rifugio l’uomo attraversare il corridoio. In quel momento tutto quello che doveva fare era mantenere i nervi saldi e aspettare che la situazione tornasse tranquilla.
‘Certo c’è un bel po’ da fare’ disse una voce femminile che pian piano si andava avvicinando, le rispose l’uomo: ‘Mi sono trasferito soltanto ieri sera, dammi tempo. E questa e la camera da letto’.
Dalla sua posizione Marianna riusciva a scorgere i due dalle ginocchia in giù, ma ugualmente si sentiva come se fosse sul punto di essere scoperta. ‘Vieni, ti faccio vedere la piscina sul retro’ propose l’uomo, ma la donna rispose: ‘Quanta fretta, perché non ci riposiamo un attimo qui?’ e prendendolo per mano si sedettero entrambi sul letto. ‘Mi sei mancato tantissimo” disse languida la ragazza. Intanto Marianna, sotto di loro, riusciva a vederli interamente sfruttando gli specchi che ricoprivano l’armadio. L’uomo risultava ancora più attraente di quanto le fosse sembrato dall’albero: aveva un volto rude con due splendidi occhi azzurri e con indosso soltanto il costume da bagno faceva una gran figura. La nuova arrivata non poteva avere più di 25 anni e si mostrava all’altezza del suo compagno: lunghi capelli castani incorniciavano un viso dolce e sensuale con due grandi occhi verdi, un fisico magro e ben proporzionato eccezion fatta per i grossi seni che il vestitino da lei indossato faceva fatica a trattenere.
‘Anche tu mi se mancata’ disse l’uomo mentre le accarezzava il viso, poi la baciò dolcemente sulle labbra. Lei gli gettò le braccia al collo e sussurrò: ‘Ti voglio”.
Marianna osservava la scena con gli occhi sgranati. Secondo logica si sarebbe dovuta rintanare nell’angolo più oscuro sotto il letto, ma la paura di essere scoperta non era un buon deterrente e la curiosità per quello che stava succedendo la teneva lì, al limitare del letto, a rubare l’intimità dei due amanti.
L’uomo tirò con forza il vestito della sua compagna verso il basso liberando i seni che si affrettò ad affettare con entrambe le mani, intanto lei sorrideva con aria vogliosa e con una mano gli accarezzava la schiena. In un attimo si adagiarono sul letto e Marianna non riuscì a scorgere più nulla. Dopo qualche secondo vide piombare sul pavimento davanti a se il costume di lui e il vestito di lei, per poi sentir dire: ‘Ora mi occupo del mio ometto’.
‘Non è possibile’ pensò Marianna ‘Ma in che situazione mi sono messa? Voglio andare a casa”, intanto le doghe del letto di piegavano leggermente seguendo il ritmo dei gemiti che venivano dai due amanti.
I minuti passavano e i gemiti non erano mai cessati. Marianna cercava di immaginare la scena che si svolgeva sopra di lei sentendosi contemporaneamente attratta e impaurita dal sesso.
‘Non ce la faccio più’ sentì dire all’uomo, subito dopo vide due piedi femminili poggiarsi per terra davanti la base del letto. ‘Allora vieni qui che ci penso io” disse la ragazza che nel frattempo si era inginocchiata e poggiava i glutei sui talloni. Marianna in quel modo vedeva chiaramente l’inguine depilato della sconosciuta e le sarebbe bastato allungare la mano per toccarlo.
Intanto erano spuntati anche i piedi di lui, il quale si era chiaramente seduto sul bordo del letto esattamente davanti alla compagna. ‘Non ce la faccio più’ ripeté, ‘Vengo!’.
A ciò che seguì, Marianna non era per nulla preparata. Davanti a lei iniziarono a piovere numerose gocce di un liquido bianco e denso che andavano a formare dei disegni astratti sulle cosce della ragazza e sul pavimento.
Nei minuti successivi vi fu il più assoluto silenzio. Marianna era pervasa da sensazioni fortissime che non sapeva spiegarsi, emozioni mai provate. Le voci sopra di lei si fecero confuse e non si curò più dei movimenti della coppia.
Dannata distrazione. Non era una situazione nella quale poter scivolare nei propri pensieri e le conseguenze, infatti, furono drammatiche.
‘Ma che diavolo” le sembrò di sentir dire, poi una faccia di donna fece capolino sotto il letto. In un istante Marianna fu afferra per un braccio, trascinata allo scoperto e infine fatta mettere in piedi.
Furono momenti tremendamente surreali. Marianna stava in piedi con una mano a coprire l’inguine e l’altra a nascondere il viso. L’uomo era seduto sul bordo del letto con occhi e bocca spalancati per lo stupore. L’altra ragazza rimaneva in piedi vicino l’armadio con le mani sui fianchi e gli occhi chiusi. La prima a parlare fu proprio quest’ultima: ‘Maledetto porco’ sussurrò piano, poi iniziò ad urlare: ‘Quando non ci sono ti fai questa troietta! Sei soltanto un porco! Io non ti basto?’. L’uomo tentò una timida reazione: ‘Io non so chi sia. Non è quello che sembra!’. Effettivamente non era quello che sembrava, ma ormai questa frase equivale ad una piena confessione. La donna era sempre più furente: ‘Ti facevi me, mentre sapevi che sotto il letto c’era la tua ragazzina. Per questo tutta quell’energia! L’idea ti eccitava’.
Marianna osò per la prima volta aprire gli occhi e sbirciare tra le dita. Vide la ragazza camminare nervosamente avanti e indietro mentre imprecava contro il fidanzato. Era ancora completamente nuda e aveva i seni e le cosce sporchi dello sperma di lui. Improvvisamente la vide avventarsi contro di lei, dopo averle afferrato il braccio le fu urlato: ‘Da quanto va avanti questa storia? Ti piace farti scopare dal mio ragazzo?’, poi fu spinta sul letto e si ritrovò seduta di fianco all’uomo il quale la guardava ancora con aria sbalordita. D’un tratto la ragazza afferrò il vestito da terra e se ne andò.
‘Che casino” commentò l’uomo dopo un lungo silenzio, durante il quale aveva passeggiato nervosamente davanti al letto. Poi chiese: ‘Per piacere potresti dirmi chi sei?’. Marianna ritrovò un po’ di coraggio e rispose: ‘Mi chiamo Marianna e sto passando le vacanze nella casa di fianco. Sono terribilmente mortificata per quello che è successo, ma ci sono state una serie di coincidenze veramente incredibili che”. ‘Già è un inizio’ disse lui, ma subito aggiunse: ‘Che fai mi guardi?’. La ragazza trasalì per l’imbarazzo, infatti si era involontariamente ritrovata a fissare il sesso nudo dell’uomo, attratta ancor di più dall’erezione che stava lentamente e stranamente tornando. ‘No no, io non stavo” cercò di replicare, ma senza riuscire a formulare un pensiero preciso, la sua attenzione era, infatti, interamente rivolta verso l’intimità dell’uomo e non riusciva a smettere di fissarlo.
‘Ti piace guardare?’ disse lui mentre l’erezione era ormai completa, ma lei non diceva una parola, così proseguì: ‘Se vuoi puoi anche toccarlo. Non lo diremo a nessuno’
In quel momento tornò in mente a Marianna quella mattina di diversi anni prima, quando un suo compagno di classe aveva portato in aula quella strana rivista mai vista prima e in lei era nato il desiderio di provare qualcosa di simile.
Mentre la ragazza rimaneva frastornata da quel turbine di emozioni, l’uomo si era avvicinato a lei sempre più sperando che la sua proposta venisse accettata. Ma Marianna rimaneva immobile a fissare il membro teso che si faceva sempre più vicino senza trovare il coraggio di opporsi o di lasciarsi coinvolgere.
L’uomo si avvicinò ancora sino a sfiorare con il suo sesso le labbra della ragazza. Si fece più audace e prese a strofinarlo con sempre più decisione sul viso dell’intrusa, la quale, quasi involontariamente, chiuse gli occhi e aprì leggermente le labbra. Il padrone di casa accettò subito l’invito e spinse delicatamente il suo membro dentro la bocca che gli veniva offerta.
Marianna provava sensazioni nuove e fantastiche. Quell’intrusione inaspettata le stava facendo provare per la prima volta il gusto del sesso. Immobile assaporava il lento movimento del membro, prima sulle labbra, poi strofinava sulla lingua e infine la punta la raggiungeva quasi in gola. L’uomo le teneva la testa tra le mani e muoveva il bacino sempre più velocemente con il suo sesso che correva rapidissimo sulle labbra imbrattate di saliva. Marianna ripensava alle confessioni delle sue amiche sulla prima volta in quella situazione e capiva che per lei non era un trauma come lo era stato per loro, anzi desiderava che l’uomo non uscisse più dalla sua bocca. Improvvisamente l’uomo fermò il suo movimento con il membro che rimaneva per metà dentro e per metà fuori, Marianna aprì gli occhi e notò che sul voltò di lui si era disegnata una strana espressione a metà tra la sofferenza ed il piacere. In un attimo nella sua bocca iniziò ad arrivare ad ondate un liquido denso e caldo che schizzo dopo schizzo la riempì completamente. Soltanto a quel punto l’uomo estrasse il suo sesso sfinito e di gettò privo di forze sul letto. Marianna rimase immobile ancora un po’ con la bocca traboccante di quel liquido bollente mentre vi muoveva la lingua nel mezzo, poi mandò giù tutto. Era quello il sapore di un uomo e le era piaciuto da impazzire.
‘Adesso è meglio che vada’ disse la ragazza, ma non ottenne alcuna risposta dall’uomo che probabilmente si era addormentato. Sgattaiolò fuori e di corsa raggiunse la sua abitazione coprendosi l’inguine nudo con le mani.
Quando fu al sicuro nel bagno di casa sua, guardandosi allo specchio sussurrò: ‘Meraviglioso”
Mamma mia ruben, mamma mia... Ti prego, scrivimi a gioiliad1985[at]gmail.com , mi piacerebbe condividere con te le mie esperienze…
ciao ruben, mi puoi scrivere a gioiliad1985[at]gmail.com ? mi piacerebbe condividere con te le mie esperienze...
Davvero incredibilmente eccitante, avrei qualche domanda da farvi..se vi andasse mi trovate a questa email grossgiulio@yahoo.com
certoo, contattami qui Asiadu01er@gmail.com
le tue storie mi eccitano tantissimo ma avrei una curiosità che vorrei chiederti in privato: è possibile scriverti via mail?