Era il nostro anniversario, quattro anni di fidanzamento. Lei decise di non andare fuori a festeggiare; le sviolinate a lei non piacevano,
come del resto neanche a me. Rivivendo le passioni del nostro primo rapporto sessuale e le nostre emozioni di quando vivevamo da ragazzi
fidanzati normalmente, non facevamo altro che pensarci a vicenda.
Accendemmo la televisione per vedere qualche programma interessante e beccai un documentario sulle varie tecnologie elettroniche. Nulla di preoccupante, tanto sapevo che Estrin non avrebbe retto
e si sarebbe inventata qualcosa di nuovo.
Spensi la televisione quasi subito e guardai Estrin nella sua tenuta da casa: camicia nera e corpetto di pizzo nero, come la prima volta che la vidi.
Desideravo molto bere per via del tramendo caldo e dissi ad Estrin:
-Amore, mi prepari un succo di frutta, ho sete.-
Si girò verso di me e mi guardò con aria stupefatta.
-Che ti è successo Estrin, perchè mi guardi così?-
Portandomi il succo di frutta mi disse:
-Ti ricordi della nostra prima volta?-
-Si, come potrei non ricordarmela.-
-Ti feci entrare e ti offrii un succo di frutta. Ecco perchè ti guardavo così.-
Mi lasciò finire il succo di frutta e si sedette vicino me.
-Che tu mi abbia sognato e che tu abbia fatto compere nel mio negozio non ti da il diritto di venirmi a scocciare a casa. Ti pare?-
E si tolse la camicia inginocchiandosi davanti a me e mostrandomi fieramente il suo petto strepitoso.
-Se tu mi avessi fatto entrare solo per dei chiarimenti credo che avresti avuto il ritegno di metterti addosso qualcosa di più di un semplice corpetto.-
-Infatti, ti ho fatto entrare per spiegarti perchè il cetriolo fa bene all’organo genitale femminile.-
Io intanto mi tolsi la mia camicia e i pantaloni e la sovrastai, lei mi mise le mani sui fianchi.
-Adesso però non hai gocce di succo di frutta da pulire sul mio mento. Come la mettiamo?-
Tolse la mano dal mio fianco e la portò sul mio volto, e strofinò il suo pollice sulle mie labbra e lo portò alla bocca. Lo leccò e mi disse:
-Hai ancora il sapore del succo di frutta sulle tue labbra. Questo mi basta.-
-I tuoi pensieri mi allettano molto.-
Sorrise, portò la sua bocca vicino alla mia e mi succhiò le labbra mentre la sua mano si poggiava sulla mia testa e con l’altra si reggeva sul divano. Ci rigirammo mentre lei finì di succhiare e si staccò per un attimo a prendere fiato.
Mi ribaciò ancora con molta passione tenendomi aperta la bocca con la sua ed infilando la sua lingua all’interno. La esplorava come se cercasse qualcosa, infatti cercava di assaporare il succo di frutta che avevo appena bevuto.
Mi misi a cavallo Estrin e la invitai a stringere le sue gambe attorno alla mia vita. La sollevai e andammo in camera da letto.
Durante il tragitto mi baciava e mi solleticava all’altezza dei reni. Mi sedetti sul letto e ci distendemmo, in quel momento Estrin allargò le gambe. Mentre lei mi baciava slegai il corpetto che indossava, infatti le sue nudita andavano accentuandosi fino a diventare totali, si mise davanti a me, con le braccia poggiate sul cuscino, voleva che intervenissi attivamente
nel rapporto sessuale. Lavorando di fantasia presi il suo braccio e lo leccai fino ad arrivare al suo bracciale, che le avevo regalato giorni addietro.
Era un bracciale normale ma aveva come ciondolo una testa di leone. Presi in bocca quel ciondolo per qualche secondo, ma poi ritornai sulle braccia di lei, fino ad arrivare sul suo seno nudo e lei, sempre con la sua mano sulla mia testa, si accingeva ad accompagnare i miei movimenti fino a buttare la testa dietro per il piacere. Ero sempre sotto di lei; le misi una mano sotto i glutei e la sollevai
per facilitare il mio compito. Le stavo leccando il seno e a lei piaceva. Leccavo e succhiavo nel punto di incontro delle due mammelle, estendendo la lingua alternativamente prima su una poi sull’altra. Lei si alzò e scese di poco.
Mi baciava sul collo ed io avevo il pene che strusciava sopra il suo seno. Mi slacciò la cintura dei pantaloni e mi apri la lampo, sfilandomi i pantaloni. Con le labbra afferrò l’elastico dello slip e me li sfilò. Mi sgusciò il pene con la bocca e lo mide in mezzo al suo seno e continuò a baciarmi sul collo. Avevo il glande che toccava sul seno e ciò mi procurava piacere. Infatti, eiaculai, ma non ero felice.
-Estrin, basta. Non ho più voglia.-
-Dai, che cosa ti tormenta?-
-Ho eiaculato per così poco, mi da fastidio. Sei la mia ragazza, non sei mica una che ho pagato per farmi godere.-
-Non ti preoccupare, reagisci così alle mie stimolazioni perchè sei realmente innamorato di me. Me lo hai appena dimostrato che non mi tratti come una prostituta.-
-Lo pensi davvero?-
-Certo. Altrimenti perchè voglio farmi toccare solo da te? Gli altri non mi rispetterebbero e mi tratterebbero solo come un loro oggetto di desiderio.-
E avvicinandosi verso di me mi mise le mani attorno al collo. Le baciai le mani
Distesi ancora una volta poggiai il mio corpo sul suo sporcandomi il petto con il mio stesso sperma. Lei si abbasso un attimo, mi pulisse il petto e ritorno su, nell’abbraccio dei miei baci. Affondai il pene nella sua vagina, ma sensa spingere, solo per farle sentire la mia presenza.
Alternavo le sue labbra al mio collo e le facevo provare piacere, ma dovevo fare sul serio. Questa volta la sollevai e spinsi il mio membro fino nelle sue profondità. Ad ogni affondo strappai gemiti di piacere. Quando notai che le sue contrazioni interne aumentarono troppo sfilai il membro per una stimolazione orale, dove Estrin era maestra.
Succhiò molto forte, per dimostrarmi che quanto detto prima era vero, e mi irrigidii per aiutarla e per accentuare la sensibilità del glande. Ma lei non volle portarmi all’orgasmo, voleva solo aumentare la mia eccitazione. Sul membro e sulla mia fronte si notavano le vene accentuate e scolpite ed il sudore ormai mi aveva quasi investito. Estrin tolse la
sua bocca dal pene e mi invitò a leccarla. Era totalmente stesa, con le gambe divaricate e con il volto in posizione di risposo. Quando incominciai a leccarla sobbalzò dal letto e miscelava il suo piacere a quel brivido di freddo che provava mentre io la leccavo. Raccolsi un pò dei suoi umori e andai a baciarla. Quando aprì la bocca per il suo bacio, iniettai un pò di quel succo nella sua bocca e il resto lo ingoiai. Impreparata a questo
ne fece cadere alcune gocce sul suo mento, che raccolsi io con la lingua e che lei succhiò da quest’ultima.
con la bocca aveva una maestria spontanea, anche perchè la sua bocca aveva la forma che ogni fantasia maschile aveva impressa nella mente. Ormai la sua vagina era pronta di nuovo per la penetrazione. Appoggiai il pene sul suo monte di Venere e affondai violentemente, cercando di strofinare il mio membro vicino le pareti, per stimolare il suo orgasmo. Adesso era il momento. Partirono le contrazioni ed il suo maggiore stimolo era il mio massaggio sul suo ventre, che praticavo con le mani.
Si agitava sul letto, in preda ad attacchi nervosi scaturiti dal suo piacere e, dopo una delle mie affondate, allargai violentemente il clitoride con la base del mio pene. La sensazione si sparse per le pareti della vagina e ne provocarono l’orgasmo e la produzione degli ormoni. Io eiaculai all’interno della sua vagina, regalandole quella soddisfazione di cui ne va fiera una donna: La capacità di far godere un maschio.
Il suo solito rito prevedeva che lei si abbandonasse al piacere per tutto il tempo, ma questa volta face un’eccezione: voleva baciarmi con il suo orgasmo in atto. Gli riusci bene, ma a volte mi buttava della sua saliva nella mia bocca, segno forse delle sue contrazioni interne.
-Estrin, come sempre ti sei fatta onore, ricordando la prima volta credevo che non avresti reso al massimo. Invece sei stata originale come sempre.-
-Non devi solo ringraziare me, ma prenditi anche tu il merito. Faccio solo quello che l’istinto mi dice di fare. –
-Estrin voglio che tu sappia una cosa! Purtroppo sei colpevole di una cosa sola, una colpa che non va perdonata perchè non ce n’è bisogno.-
-Davvero, quale?-
-Mi hai rubato la mente, il cuore, l’anima, il mio intero essere. Il minimo che io possa fare è non farti mancare nulla.-
-Le tue parole mi fanno sentire una dea. Fammi una promessa. Non mi abbandonare mai. Ho bisogno di te, per sempre.-
-Mia bellissima dea, sarò il tuo angelo per sempre.-
Mi vestii dopo la doccia ed andai a casa.
eccolo https://raccontimilu.com/orgia/prima-volta-al-club-prive/
fai una ricerca con lo stesso titolo e trovi il cap.1. Fammi sapere. Ciao. Lunatica
Bisogna scrivere il nick dell'autore nel motore di ricerca del sito, allora esce la pagina con tutti i suoi racconti
Mi chiedevo se ti andasse di scrivere un racconto simile circa a questo, ma seguendo la storia che ho in…
Sempre più pazzesca..vorrei conoscervi..anche solo scrivervi..sono un bohemienne, cerco l’abbandono completo ai piaceri.. e voi.. Scrivimi a grossgiulio@yahoo.com