Pensiero perverso

La pioggia sbatte sui vetri.
Le tende sono tirate, le lampade quasi tutte spente e la stanza è quasi nell’ombra.
(Certi pensieri non amano la luce)
La camera è ordinata, pulita.
E’ grande, a due letti e le tinte scure che la dominano creano un’atmosfera pesante, perversamente pesante.
La tv è spenta, solo l’orologio che batte ingordo i secondi rompe il silenzio.
Lo sguardo gira e gira, si appoggia annoiato per tutta la stanza. Si distende, si accartoccia.
Una poltrona vicino alla finestra, di quelle grandi, comode, di velluto.
( Ancora quei pensieri)
Ti accarezzo.
Il tuo corpo è nudo, il velluto e la tua pelle sembrano fondersi.
Seduto, quasi abbandonato su quella poltrona, sei eccitante.
Mi avvicino e mi chino per baciarti.
Non voglio le tue labbra, la mia lingua le sfiora appena.
Voglio i tuoi lobi e poi giù, piano, il collo.
Lo bacio, leccandolo, lo misuro a piccoli morsi.
Mi piace il sapore della tua pelle.
Il mio respiro si fa sempre più morbido.
Mi lasci fare, sembro avere il controllo.
(Gioco delle parti)
Mi piace vederti chiudere gli occhi per assaporare il piacere.
Mi piace pensare di riuscire a darti piacere.
Anche il tuo respiro adesso rallenta, le tue dita si intrecciano alle mie,
sopra la tua testa.
Ti voglio.
Il mio corpo inizia a muoversi, lentamente. Ora è lui che affonda su di te.
Le tue mani salgono alla vita e mi cingono. Ingorde, mi guidano nel gioco del ritmo.
Ti cavalco.
Il mio respiro e la tua bocca, il tuo alito caldo, la tua lingua. mi piace sentirti e non solo dentro di me.
(Eccolo!)
Il letto è ancora intatto.
Ancora.e noi due che facciamo l’amore.
(Pensiero perverso)
Non posso sottrarmi.
Mi domini.
Tu questa volta, padrone assoluto del mio corpo.
Tu, sopra di me, mi possiedi, completamente, sapientemente.
Ancora, più forte.
Fino a che l’estasi non mi pervade e il mio corpo non è scosso da un intenso
e violento piacere.
Ora puoi sciogliere i miei polsi e far scivolare la seta via dai miei occhi.