PENNSYLVANIA STATION – INTERNO NOTTE – LE LUCI INTERMITTENTI DELLA POMPA DI BENZINA ILLUMINANO LA CASA
ORE 08:00 – DAISY E’ SEDUTA SUL LETTO:
Questa sera il sole non vuole tramontare, Johnny m’ha lasciata, cazzo! Questa volta non torna. Ha preso il suo camion e via sulla Pennsylvania Avenue. M’ha giurato che non avrebbe più messo piede dentro questo tugurio. E poi per quale cazzo di motivo? Questa mattina non ho voluto scopare con lui. Ero stanca cazzo! E poi non avevo voglia, ma questo non lo mette mai in conto. E certo il suo uccello tira e io lì sempre pronta a smanettarlo. Certo lui lavora, sempre avanti e indietro con quella merda del suo camion per la Pennsylvania a caricare macchine in panne! Per i soldi che mi da, poi? Non vedo un dollaro da settimane. “Ehi piccola devi portare pazienza, quelle cazzo di macchine non si rompono più!” Solo questo sa dire. “Ehi piccolo devi portar pazienza.” Gli ripeto quando non trova birra in frigo. E lui s’incazza. “Vai a farti fottere, troia.” Non sa dire altro. Un giorno o l’altro lo lascio. E così si ritrova solo, poi voglio vedere dove parcheggia il camion e il suo uccello, e dove la trova una come me! Sempre lì a dire ok Johnny, va bene Johnny, quando la mattina si sveglia. Lui non è come gli altri, non chiede il caffè, la sigaretta, prima di tutto il sesso, si sveglia arrapato e mi monta a occhi chiusi. Ma questa mattina mi sono ribellata. “Se cerchi un cesso di buco, vallo a trovare da qualche altra parte, magari dalle tue amichette lungo la strada!” Ma Johnny non è normale, vuole loro e vuole me e non passa giorno che non mi allarga le cosce. Una, due, e anche tre volte quando torna per pranzo. “Ma è la mattina che non lo sopporto, per il resto ok, nessun problema. Non mi vergogno a dire che’, insomma mi fa piacere sentirmelo dietro all’improvviso mentre apro la scatola della minestra, ma la mattina no cazzo! Io devo carburare, non ci riesco proprio. E poi non passa indifferente col suo cazzo. Ed io lì a ripetere: “Johnny mi fai male, non sono eccitata, fai prima qualcosa'” E lui niente, come un bisonte non sente ragioni. Sono mesi che non m’inumidisce le tette, vabbè non sono il massimo, mica è colpa mia se non sono cresciute! Mica è colpa mia se non ho due cosce piene come quella battona qui davanti. “Dai Johnny sbrigati, fai in fretta, sto morendo dalla voglia di un caffè. Almeno una sigaretta cazzo!” Niente continua come se niente fosse.
PENNSYLVANIA STATION – LE LUCI DELLA POMPA DI BENZINA SI SONO SPENTE. INTERNO NOTTE:
ORE 09:00 DAISY E’ ALLA FINESTRA.
“Cazzo Johnny, ma proprio oggi dovevi andare via! Proprio questa sera che viene mio fratello Denny! E doveva proporti un affare magnifico. Caricare carcasse di cani.” Lui è un artista e ha in mente di rimetterle a nuovo, scarnificarle, lavarle, colorarle e attaccarle sui muri bianchi di qualche galleria. Insomma farci una specie di mostra contemporanea. “Non male come idea, vero Johnny? Meglio della merda in scatola! E poi per te Johnny ogni carcassa un dollaro. Ogni dollaro una birra. Ogni birra una scopata. Come fai ad essere così duro e non capire. Per un buco di fica, cazzo! Ti avevo detto solo di aspettare, il bollitore del caffè era quasi pronto. Non potevo non incazzarmi! Poi mi sarei rimessa al letto e sarei rimasta ferma e immobile come piace a te. Certo, mi dà un fastidio del cazzo sentirti così eccitato quando pensi a qualche troia, magari la commessa qui del bar che te la nega da mesi o a quella bionda platino sulla Pennsylvania che si fa sbattere addosso al guardrail. Ma poi, non so, forse per stanchezza o cos’altro mi sento bene quando ti rilassi dentro di me. Ma dura troppo poco. Un attimo dopo sei già pronto per uscire. Una birra al volo e via. “Ehi piccola, ci vediamo stasera.” quando ti ricordi prima di sbattere la porta. “Johnny un giorno o l’altro spacchi quel cazzo di vetro! E non abbiamo un dollaro per ripararlo.” Ma tu hai già acceso il motore ”.
PENNSYLVANIA STATION -. INTERNO NOTTE:
ORE 10:00 DAISY E’ DI NUOVO SUL LETTO.
“Porca troia Johnny, ora se fatto proprio tardi.” Comincio a pensare che questo cazzo di sole vuole solo prolungare l’attesa. Ho quasi finito il secondo pacchetto di sigarette, merda! Abbi pietà di me! Ma non eri tu che mi ripetevi che senza il mio culo non potevi passare la notte! In effetti avevi ragione è ancora bello. Non è quello di un’attrice, non porta mutande di seta, ma non posso lamentarmi! Cazzo Johnny dove sei?” Che faccio adesso! Senza di te, devo andarmene da questo cazzo di posto. Potrei tornare nella roulotte dove abitavo con Mike. Mica me l’aveva detto che si faceva di coca! E poi niente, l’hanno beccato con qualche grammo in tasca e se lo sono bevuto, quel pollo! E poi ha parlato e qualcuno l’ha fatto fuori, pace all’anima sua. Mia madre? Chissà in quale buco del mondo s’è persa! Non la sento da mesi. L’ultima volta mi ha chiamata da Las Vegas, stava sposando un mandriano del Texas, era preoccupata di non aver un vestito adatto. Non m’ha chiesto né dove cazzo ero finita e né tanto meno se avevo bisogno di soldi. A pensarci bene non ho mai assistito ad un suo matrimonio. Sono sicura che piange sperando che sia la volta buona. Farà sicuramente scongiuri tanto a che servono? Al contrario di me, è bella mia madre nonostante tutto il gin che ha buttato giù in trentacinque? Forse trentotto anni, ma comunque portati benissimo. Peccato per quello stronzo di mio padre! Per quanto sono stati insieme hanno trovato pure il tempo di far nascere questo fiore, questa cazzo di margherita senza petali. Mia madre veniva già da quattro aborti, ma dico io! Uno in più cosa le avrebbe cambiato? Ed invece niente. Potrei tornare a fare la cameriera al Pick-up, dove ho conosciuto Johnny. Pieno di camionisti, ma almeno quel porco del padrone era cortese! Per venti dollari a settimana ci poteva pure stare una toccatina di straforo. Peccato per quelle mani unte!
“Johnny dove sei, ora mi sto incazzando! E’ possibile che hai trovato già un altro buco di camera e di donna per la notte? Lo so non puoi stare senza donna e le tue tasche non potrebbero reggere al ritmo delle tue voglie. Dai Johnny, qui hai un buco e gratis! Non mi viene da cinque mesi e tu non te ne sei accorto. Potrei anche dirti che non sei il padre, tanto per te, come per quello stronzo di mio padre, non fa alcuna differenza. Mi sento sola e come mia madre l’ho fatto solo per compagnia senza rendermi conto che tra pochi mesi sarò ancora più sola. Johnny per favore! Gira quel cazzo di camion, ok, ok domattina rinuncio al caffè e alla sigaretta! Dai Johnny”””’.”
PENSILVANIA STATION -. ESTERNO NOTTE:
ORE 11:00 JOHNNY BUSSA ALLA PORTA:
“Dai Daisy apri questa cazzo di porta, guarda che spacco il vetro e non abbiamo un dollaro per ripararla. Cosa cazzo stai facendo! Perdio Daisy, fa anche freddo qui fuori. Non ce l’avevo con te! Mi si è rotto il camion. Non ti preoccupare, non sono andato a troie! Cazzo ho una voglia! Dai apri se no la spacco davvero questa cazzo di porta!
PENNSYLVANIA STATION -. INTERNO NOTTE:
ORE 11:05 JOHNNY ENTRA IN CASA, DAISY E’ DISTESA SUL LETTO:
“Cazzo Daisy, ma che hai fatto! Ma come hai potuto! No perdio no!
PENNSYLVANIA STATION -. INTERNO NOTTE:
ORE 11:07 JOHNNY LEGGE LA LETTERA:
“Johnny cazzo, se leggi questa lettera significa che sei tornato. Che sfiga ma non potevi tornare prima?
Ma adesso non ci sei. Dai, ti supplico gira quel cazzo di camion, togli quell’uccello da quel cazzo di buco e torna da me! Ormai non ce la faccio più ad aspettarti. Ma quale roulotte, quale madre, quale fratello? Avevo solo te Johnny e tu te ne sei andato! Dovevo farti un regalo, ma lo porto con me. Mi spiace Johnny, ma tu non mi hai dato neanche un cazzo di momento per dirtelo.
I fari sfrecciano e nessuno si ferma! Sto perdendo le forze, Johnny! E poi neanche una sigaretta! Cazzo, Johnny!
Sempre bello leggere i tuoi racconti, spero di non aspettare tanto per il prossimo capitolo
Storia interessante e piacevole lettura. Spero continui con il 10 capitolo
Racconti intriganti e piacevoli nella lettura complimenti. Aspetto da tempo e spero arrivi il terzo capitolo con finale
Grazie Rebis
Bellissima storia, molto realistica