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Racconti Erotici Etero

Rapporto passionale

By 8 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Era bellissima Estrin in uno dei nostri soliti appuntamenti. Uscii da casa sua con le chiavi della macchina in mano,
tolsi l’antifurto ed entrai. Aspettavo quei pochi minuti in macchina che non passavano mai, quando il rumore dei cardini della porta
mi distrassero dai miei pensieri e coinvolsero il mio sguardo verso di lei. Era come sempre bellissima, ci teneva al suo aspetto esterno.
Era vestita con una gonna bianca con una camicia di seta, sempre bianca, mentre le scarpe erano nere, lo stesso colore del foulard che Estrin aveva al collo. L’intimo questa volta non si intravedeva, ma le sue curve erano scolpite nei suoi
vestiti e ne riproducevano la forma molto fedelmente.

Entrò in macchina e mi salutò con un:-Ciao amore.-
Contracambiai.
Entrata in macchina andammo verso la casa di un mio amico, era il suo compleanno. Durante il tragitto Estrin tenne gli occhi fissi su di me, non capivo per quale motivo, io invece pensavo a come tutti sarebbero crepati di invidia nel conoscere la mia ragazza.
Arrivammo sotto casa del mio amico e parcheggiai lì vicino. Uscii prima io, aprii la porta come se fossi stato il suo lacchè, la presi per mano richiudendo la macchina ed entrammo nel portone.
Entrammo in casa del mio amico e salutai tutti come è di dovere; lo stesso fece Estrin. Andai a dare gli auguri a Carlo, il festeggiato, ed Estrin si diresse verso le bibite per bere qualcosa. Tutti la guardavano, nessuno escluso. Non era solo “una ragazza bella”, ma era “la ragazza bella”,
la Bellezza, la Dolcezza, il Carisma e la Passione fatta carne in quella creatura che avevo l’onore di avere come fidanzata. Andavo fiero di una cosa: tutti la disideravano, ma nessuno l’avrebbe mai avuta. Lei stessa affermava che nessuno si sarebbe permesso di toccarla oltre me. Nei momenti
normali di intimità ,per semplice rispetto verso di lei, sfioravo solo i suoi vestiti con la mia mano e lei interagiva spostando la mia mano sulla sua carne; se lo avesse fatto qualcun altro lei avrebbe interagito al minimo mollando uno schiaffo sulla guancia del malcapitato. Non si comportava così per il semplice motivo
che ero il suo fidanzato, ma perchè per lei io ero tutto: un fidanzato perfetto, “il suo uomo”. Scherzando mi diceva:

-Se tu morissi, porterei il lutto a vita- e si faceva la risata. Ma io mi rendevo conto che non scherzava affatto.

La festa finì e notai che Estrin era un pò stanca e un pò sbandata, forse per via delle bibite bevute con quel pò di gradazione alcolica. La accompagnai in macchina e ci diressimo verso casa dopo aver salutato tutti.
Era molto imbarazzata. La sua persona dolce e carismatica era come offuscata dalla nebbia della stanchezza. Ci diressimo verso casa sua e la accompagnai sottobraccio verso casa. Si sedette sul suo divano mentre io presi un pò d’acqua dal frigorifero e la bevvi tranquillamente osservandola,poi mi sedetti vicino lei.

-Dimmi la verità, ti ho deluso.-

-Perchè?-

-Questa sera avrei voluto fare l’amore con te. Te lo avevo promesso giorni fa. Se lo vuoi fare lo stesso, fallo.-

-Non posso, sei troppo stanca, finirei col danneggiarti. Riposa adesso. Ne hai bisogno.-

-Ti voglio bene, tesoro mio.-

-Anche io.-

Mi alzai dal divano, mi tolsi la giacca e la misi sul tavolo. Presi Estrin mettendole una mano sotto le ginocchia ed una mano sul suo busto in modo da toccarle le spalle. Lei mise le braccia attorno al mio collo e il suo viso verso il mio. In quel piccolo tepore che provava a contatto con il mio corpo tutto, riuscii a strapparle un bacio innocente sul collo.
Entrai nella camera da letto, sollevai le coperte e la poggiai nel centro. Slegai il foulard che portava sul collo, sbottonai la sua camicia e la sua gonna e gliele tolsi poggiandole sulla poltroncina affianco al suo letto. Adesso vedevo il suo completo intimo, reggiseno e slip di colore azzurro profondo, come il colore dei suoi occhi.
Aprì per poco le sue palpebre e mi guardò con aria molto stanca.

-Non ho le forze nemmeno per farmi una doccia rinfrescante.-

-Non ti preoccupare, adesso riposa. Rimango qui vicino a te. Non avere paura.-

-Con te vicino non mi sentirò mai a disagio. Buonanotte amore.-

-Buonanotte angelo mio.-

E da allora si lasciò accarezzare dalle soffici mani del sonno. Avevo ancora il suo foulard in mano. Lo portai al viso e odorai il dolce e sensuale profumo di Estrin. Il profumo era “Notte bianca”, miscelato con quel poco di essenza femminile di Estrin.
Presi una sedia dal soggiorno e la portai in camera. Mi sedetti a cavallo per ammirare il corpo di Estrin. Era una donna perfetta. Il suo essere era aggraziato anche quando dormiva. I riflessi della luce esterna alla casa erano filtrati dalle tende della finestra e mi lasciavano intravedere il seno di Estrin, mentre si gonfiava in modo regolare per via del suo respiro.
Molto provocante, ma i miei principi mi imponevano di non toccarla, non in quel momento; lei stessa me lo avrebbe rimproverato; non avrei mai abusato di una ragazza contro la sua volontà.

Dopo una lunga e faticosa attesa si fece mattina ed io ero girato verso la finestra. La sua mano mi carezzò il viso ed io mi girai verso di lei.

-Buongiorno amore.-

-Buongiorno. Dormito bene!-

-Si, soprattutto con te vicino.-

-Mi hai pensato anche nel sonno?-

-No, ma il fatto che tu mi hai osservata mentre dormivo mi ha dato soddisfazione. Sono davvero così importante per te?-

-Si.-

-Mi fai sentire una regina se dici così.

Ed una lacrima attraversò il suo viso.
Gliela asciugai con la mano.

-Non voglio che tu pianga.-

-Perchè?-

-Solo le regine piangono! Non le dee! Scusa,ma adesso devo ritornare a casa, ti chiamerò nel pomeriggio.
Mi girai per prendere la giacca per andarmene, ma lei mi fermò e mi diede un bacio sulla bocca.

-Resta ancora un pò. Voglio fare l’amore con te. Adesso non sono stanca; fallo per me, per la tua ragazza.-

La sollevai mettendole le mani sotto il sedere. Lei incrociò le sue gambe intorno al mio bacino e mi baciò con la sua lingua carica di tutta la passione accumulata durante la notte.
La portai sul letto e la poggiai dolcemente per non rovinare l’attimo caldo dei suoi baci sulla mia bocca. Mentre io continuavo a baciarla sul collo lei mi sbottonava la camicia ed i pantaloni.
Me li tolse entrambi ed io comiciai a baciarle il seno non ancora denudato del suo reggipetto, non mi interessava dei suoi capezzoli, ma mi interessava solo bruciare la passione che lei aveva acceso in me.
Scesi dal suo seno fino all’addome e notavo che la sua bocca, nello svolgersi di quell’azione, si era aperta di poco, segno di un intenso piacere. Sorrideva innocentemente. Scesi ancora di più e toccai con le mie labbra il suo monte di Venere; a quel punto
aprii la bocca e succhiai senza leccare. Gemeva di piacere. Il suo volto apprezzava molto il mio rito, ne era contenta.
Risalii con la stessa dolcezza passando la lingua su tutto il suo corpo fino ad arrivare di nuovo alla sua bocca.
Lei mi disse:

-Adesso tira fuori la lingua più che puoi.-

Feci come disse lei. Si avvicinò poco di più e con le sue labbra carnose prese la mia lingua e la succhiò appassionatamente. Mi sentivo preda dell’intensa passione che lei provava per me. Non mi stancherò mai di dirlo.
La cosa continuò per poco fin quando mi disse:

-Adesso mettiti tranquillo, mettiti nelle mie mani.
Mi distesi sul letto e mi rilassai completamente. Iniziò la sua opera.
Ero con gli occhi chiusi e il mio respiro si era un pò affannato per la sorpresa. Sentii un qualcosa di umido sulle mie labbra. Era la lingua di Estrin che lei stava passando. Si staccò dalle mie labbra e raggiunse il mio mento ed il mio collo.
Inarcai involontariamente il busto, come risposta involontaria a quella magnifica sollecitazione. Continuò fino ad arrivare al mio petto; non riuscivo a rimanere fermo, ero troppo agitato ed eccitato per rimanere completamente immobile. Sentivo la lingua che mi attraversava fino ad arrivare al mio membro bagnandolo.
Gocce della sua saliva scendevano dal glande attraversando tutto il pene. Era una bellissima sensazione: La saliva che scendeva sul mio pene e la lingua che Estrin muoveva agilmente sul mio glande mi davano una sensazione strana, come se due lingue mi stessero massaggiando il membro. Portai le mie mani sulla testa di Estrin per massaggiarla, per darle il mio assenso a continuare. Stimolato mentalmente da quei pensieri, Estrin ci mise poco per farmi eiaculare.
Eiaculai in modo molto abbondante inondando la faccia di Estrin di sperma. Raccolse tutto lo sperma sulla sua faccia con le mani, che successivamente portò alla bocca per assaggiare il mio sapore da maschio.

-Scusa amore, ti ho sporcato tutto il pene, adesso te lo pulisco.

-Aspetta! Adesso voglio farti una cosa io.-

La feci distendere sul centro del letto e la invitai ad allargare le gambe. Le tolsi gli slip e strofinai il mio pene ancora carico di sperma sulla sua vulva e le strappai un gemito molto forte di piacere.
Penetrai senza problemi e sentii la sua vagina più che pronta. I suoi umori invasero il mio pene e ciò mi diede molto piacere. Mentre mi avvicinai per baciarla lei mi disse:

-Voglio sentire ciò che senti quando mi lecchi la vulva!. Avvisami di quando i miei umori ti carezzano il glande.

Per facilitare il gioco, spinsi molto forte sulla sua vagina. Le sue contrazioni interne aumentarono quasi subito e già sentivo i suoi umori che gocciolavano dalle pareti interne sul mio glande.

-Estrin, adesso sono pronto.-

Si sfilò di sua spontanea volontà da me e mi fece distendere. Le gocce dei suoi umori erano solo sul glande.
Con la sua mano me li sparse per tutto il membro e riprese il rito della lingua. Interruppi il suo atto prima dell’eiaculazione. Lei mi aveva regalato piacere, io dovevo regalarlo a lei. Le infilai di nuovo il pene nella vagina e diedi dei colpi molto forti, infatti il suo corpo reagiva di conseguenza ai miei stimoli.

Delle parole titubanti e irregolari uscivano dalla sua bocca:
-Continua, fammi sentire la tua donna.
Le contrazioni del ventre erano diventate troppo forti per non essere notate. Avevo dei piccoli colpetti sul glande che riproducevano fedelmente le sue contrazioni, mi facevano solletico e mi anticiparono l’orgasmo. In quel momento la mia respirazione divenne affannosa e involontariamente annunciai l’arrivo del mio sperma con il mio stesso respiro. Lo sperma nelle sue pareti interne provocò l’orgasmo anche di lei,
che venne sopraffatta dal piacere; di lei non rimaneva che un corpo totalmente preso nell’orgasmo, di cui gli unici segni di vita erano delle convulsioni provocate dall’orgasmo stesso e scolpite dalla sua voce calda che scandiva le famose sillabe del piacere.

Mi distesi sul letto al fianco di Estrin ed avevo gli occhi socchiusi per la sensazione di afa che c’era nella stanza.
La sua mano mi toccò i pettorali e inclinò il suo volto verso di me.

-A cosa pensi?-

-Penso a te Estrin! Un’altra tua conquista.-

-Ed un’altra volta sono stata tua.-

Restammo a parlare per un altro pò fin quando non mi feci una doccia, mi rivestii e raggiunsi la macchina. Mentre uscivo mi girai verso la finestra della camera da letto e vidi lei che mi osservava. La salutai e lei mi fece l’occhiolino.
Ero in macchina, misi la mano nella tasca della giacca per prendere una sigaretta ma trovai il foulard di Estrin.
Odorai di nuovo quel profumo di giovane ragazza quale era Estrin mentre mi dirigevo verso casa.

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