La stanza è preparata con cura, la stessa cura che lui stasera avrà per me, ne sono certa.
L’appartamento è caldo, elegante, adoro il suo gusto. La luce soffusa rende gli oggetti più morbidi.
Un cartoncino è ripiegato al centro del tavolo:
Accendi le candele e togliti i vestiti.
La scrittura e il profumo sono inconfondibili ed io obbedisco all’invito.
Lascio scivolare la gonna e la camicia accanto alle scarpe nere.
Non ci sono pareti, non ci sono porte e la stanza mi osserva da ogni angolo.
Gli slip e il reggiseno cadono vicino alla vasca da bagno.
Mi guardo allo specchio, non sono truccata e forse avrei dovuto.
Faccio scendere l’acqua e il vapore inizia a disegnarsi sul vetro.
Accarezzo il mio seno e lo guardo, pieno, morbido, rotondo.
M’infilo nella vasca, il calore dell’acqua risveglia il mio sesso e ogni
centimetro della mia pelle.
Mi distendo e respiro il profumo della schiuma.
Chiudo gli occhi, reclinando la nuca e per qualche minuto non penso a nulla, non a quello che sarà stasera, al piacere e nemmeno alle carezze.
Respiro e mi accarezzo fra le gambe. Vorrei stare così per ore, senza
pensare, immersa nell’acqua e nei profumi.
Mi spoglio di nuovo e mi avvolgo nell’accappatoio, grande, morbido, bianco.
I piedi nudi lasciano segni leggeri sul pavimento e scompaiono affondando nel tappeto.
Mi avvicino al camino e lo osservo, lo accarezzo. La pietra è fredda e
ruvida, voglio il fuoco.
Mi perdo nei colori della sua fiamma, nel profumo del legno che brucia e nel giro senza senso dei miei pensieri.
Un brivido improvviso e un respiro soffocato.
Apro gli occhi e solo ora mi accorgo di essermi addormentata.
Le tue dita impercettibili hanno scostato l’accappatoio, hanno sfiorato il mio seno e le tue labbra, lì, hanno mangiato il mio sonno.
Non ti ho sentito. Nessuna chiave, nessun passo, solo il tuo bacio leggero.
Mi sollevo appena sulla poltrona, non so da quanto mi guardi e non so a cosa pensi.
Hai acceso gli incensi e il loro profumo m’investe, per un attimo, violento.
Non parli, ma hai preparato tutto e con cura.
Chiudo gli occhi e per qualche secondo la tua mano, sul mio ventre, ascolta il mio respiro.
Sento l’incenso invadermi il cervello, mentre il calore del tuo palmo si
fonde con quello della mia pelle.
Sciogli il nodo dell’accappatoio e lo fai ricadere.
Sento il tuo sguardo correre su di me, mentre il mio imbarazzo corre verso l’eccitazione.
Sfiori il mio seno, i capezzoli, i miei fianchi.
Voglio un bacio. Vorrei sentire la tua bocca preparare la mia e poi la tua lingua in un gioco eccitante, ma il tuo piacere sembra essere nella mia attesa, nel mio desiderio. Sono le tue dita che si disegnano sulla mia bocca e ne seguono il contorno con una leggera pressione, mentre tu mi guardi negli occhi.
La tua mano dietro la nuca, affonda nei capelli e mi solleva leggermente.
Aspetto i tuoi gesti alla scoperta del piacere, è questo che vuoi.
Afferri un bicchiere, il calice rotondo, perfetto e lentamente lo avvicini.
Le mie labbra si aprono, calde e curiose. Le gocce di vino mi bagnano e m’ inebriano del loro gusto a piccoli sorsi, quelli che tu mi offri.
Piego le ginocchia e sento il piacere, caldo, fra le gambe.
Nell’eccitazione l’esaltazione del gusto.
Un sussurro, solo, a stordirmi, tanto giunge inaspettato.
Mi riempi la bocca.
Leccala.
Morbida e matura, vorrei morderla.
La succhio, e piano, la faccio scivolare in bocca, appoggiando appena la lingua, mentre le tue dita attente seguono i miei movimenti.
Sono eccitata ed eccitato è il mio respiro.
Finalmente mi baci. Un solo bacio a sfamare la mia voglia.
Chiudo gli occhi, ma vorrei guardarti.
Sento ancora il tuo sapore e il piccolo frutto scivola sul mio seno,
disegnando cerchi leggeri intorno ai capezzoli. Le dita si fermano e ti
avvicini. Sento il tuo calore sulla mia pelle, ma le tue labbra mi sfiorano solo e si riempiono di polpa succosa.
Mi baci per consolarmi, lasciandomi in bocca il sapore di fragola.
Sono bagnata. Eccitata.
Lo sente il mio respiro e lo sente il mio corpo che si contrae leggermente.
Mi hai stregato e lo senti anche tu.
Mi tocchi e una scarica violenta sembra aprirmi il cervello.
E’ il piacere che arriva attraverso le tue mani.
Non resisto. Istintivamente mi apro di più, allargando le gambe.
Affondi il dito. Un momento e ritrovo il controllo.
Lo affondi a colpi decisi e continui così, fino all’orgasmo, improvviso,
incontrollato, violento.
Mi distendo, ancora stordita, mentre tu mi guardi.
Allora le tue dita scivolano. Fuori e poi dentro di nuovo, in bocca.
Le lecco piano, fino in fondo e inconfondibile catturo il sapore del mio
piacere.
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…