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Racconti Erotici Etero

Scadenze lavorative

By 30 Settembre 2010Dicembre 16th, 2019No Comments

30 settembre ‘ è l’ultimo giorno per le tue scadenze vero?

Questo è il motivo per cui ora sei seduto alla tua bella scrivania, i capelli leggermente sconvolti perché quando sei concentrato hai il magnifico vizio di passarci le dita dentro, le maniche della camicia arrotolate e il colletto aperto. Non puoi permettere che ti sfugga niente, sono gli ultimi importantissimi controlli ‘ io invece sono assorta nei pensieri mentre ti guardo dall’altra stanza.

Anche se fossi lì con te non potrei distrarti ‘

Non potrei uscire dalla doccia solo con un asciugamano, le pantofoline e i capelli bagnati che mi scendono sulle spalle.

Non potrei chiederti di mettermi un momentino la crema sulla schiena ‘ sai, ho la pelle così delicata ‘ ma tu non potresti ungertene le mani perché hai da lavorare ‘

Non potrei appoggiare un piedino sulla tua sedia per mettermi la crema sul polpaccio e lentamente risalire lungo la coscia, anche perché ogni tanto le mani salendo potrebbero mostrarti un po’ del mio sesso ‘ roseo ‘ bagnato… ti potrebbe distrarre e non và bene

Non potrei sedermi sulla poltrona di fronte a te per mettermi la crema sulle braccia e sul petto, anche perché dopo un po’ dovrei aprire l’asciugamano per poterla stendere sui seni, e sai, essendo un po’ infreddolita i miei capezzoli duri potrebbero farti perdere per un istante la concentrazione ‘

Non dovrei alzarmi nuda per spalmare meglio la crema sul ventre, sul pube depilato, girarmi per passare le mani sulle natiche ‘

Non dovrei appoggiare un ginocchio su quella stessa poltrona, le braccia tese con le mani appoggiate sui braccioli, una posizione che mi consente di tenere la schiena dritta e il sedere all’infuori ‘ eppure è esattamente quello che sto facendo

‘ti prego ‘ basterà una goccia di crema….prometto che poi non interromperò più il tuo lavoro’ non dovrei dirtelo, i doppi sensi li capisci troppo bene, e non puoi spostare l’attenzione dalle tue carte.

E tu ‘

Non puoi accontentarmi, venirmi vicino, passare le dita nel mio fiore già schiuso strappandomi un gemito.

Non dovresti pensare nemmeno di redarguirmi dicendo ‘ti metto solo la crema, poi mi fai lavorare’

Assolutamente, non puoi farmi cadere un po’ di crema sulla schiena sapendo che per il freddo contatto un brivido la percorrerà tutta

Non premerai le tue grandi mani calde su di essa per farmi un piccolo massaggio piuttosto che una passata veloce delle tue dita solo per stenderla malamente

‘ purtroppo non ne hai il tempo ‘

Dovresti evitare accuratamente di appoggiare il tuo pube alle mie natiche, non puoi proprio farmi capire che sto avendo effetto o sai che non ti lascerò lavorare

Non puoi permetterti di farmi sentire il rumore metallico della fibbia della tua cintura che si apre, sai che è un suono che mi eccita troppo, e tu non puoi peggiorare la situazione

Eppure ti sei appena sfilato i boxer facendo rimbalzare il tuo glande fra le mie natiche e lo strusci sulle mie cosce per farmene saggiare la durezza. Sai quanto ti voglio, sono troppo bagnata e inavvertitamente mi scivoli dentro sentendoti incredibilmente caldo e accolto ‘ e a questo punto nemmeno il tuo padreterno sarebbe in grado di farti tornare alla tua scrivania per quelle stupide scadenze, figuriamoci il tuo capo.
Ma per esserne sicura stringo i muscoli della vagina ogni volta che il tuo bacino si allontana dal mio ‘ cercando di trattenerti dentro di me ‘ eliminando ogni possibilità che tu smetta ‘ le tue mani mi danno il ritmo tenendomi saldamente nella vita, sai che questi movimenti mi faranno godere in pochissimo tempo e non vuoi darmi modo di prolungare troppo la mia azione di disturbo ‘ non mi lasci tregua un istante, finché il mio orgasmo esplode e i miei umori colano sui tuoi testicoli.

So cosa mi aspetta ora, so che ti ho provocato e non la passerò liscia. Mi sussurri calmo ‘devi essere punita ora, non puoi interrompermi ogni volta, eppure dovresti aver imparato a non disubbidirmi’ ‘ quella che tu chiami punizione, solo per eccitarmi, solo per darmi quel brivido di sottomissione che mi fa impazzire ancora di più.
Mi accarezzi il buchetto per accertarti che sia ben lubrificato ‘ lento, sfili il tuo splendido uccello dalla mia passerina ‘ lento, lo appoggi dietro ‘ lento, forzi l’apertura ‘ lento ma senza fermarti, inesorabile, lo fai scivolare tutto dentro di me ‘ lento, perché non mi perda nemmeno un millimetro della strana sensazione di essere aperta dalla tua carne calda.
Stringo i pugni e cerco di rilassarmi per renderti più facile e piacevole la penetrazione. Fai avanti e indietro un paio di volte solo per assicurarti che scivoli bene, poi cominci a scoparmi sul serio. Infili una mano nei miei capelli, poco sopra la nuca, sai che quella è la parte che mi fa meno male e tu potrai tirare senza preoccuparti troppo. Non è più lento… è potente, forte, duro. Il modo in cui mi cavalchi mi fa impazzire. Anche per le sensazioni fisiche che mi dai, ma ancora di più per quelle scariche di adrenalina al cervello, quando il tuo amore per me si manifesta in questo rozzo bisogno di possedermi, di farmi tua, di violare la mia carne per entrare nella mia mente. Sono solo i bassi istinti umani, quell’atavica voglia, che si accompagna alla dolcezza più soave degli altri momenti, e li completa.
Sempre più forte, il ritmico sbattere dei tuoi testicoli sul mio sesso è animalesco ed eccitante, il clitoride così stimolato impazzisce. Sposti l’altra mano sul mio capezzolo e lo torturi, non il seno, sai che non mi piace che lo tiri verso il basso, mentre qualunque cosa tu faccia ai miei capezzoli mi fa delirare.
I miei gemiti e i tuoi rantoli si mischiano, il tuo orgasmo mi invade le viscere provocando il mio.
Rimaniamo così finché non si placano gli spasmi di entrambi ‘
Mi mordi la spalla strappandomi un urletto, più di sorpresa che di dolore, e stringendo i denti mi dici ‘non vale se ti piace quando ti punisco’ ‘lo so, ma se sei tu a farmelo mi piace tutto ‘ e poi non sono l’unica che ha fatto qualcosa che non doveva- ci stacchiamo, ti guardo negli occhi- Avevi delle priorità, se quei documenti non saranno pronti per domani sarò costretta a farti un richiamo ufficiale, altro che punizione. Torna a lavoro’

Sorrido.

Sorridi anche tu mentre mi rispondi.

‘Si, capo’.

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