Skip to main content
Racconti Erotici Etero

She Devil

By 8 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

“Che cazzo di freddo!”
Zelda soffiò sulle dita gelide nel tentativo di riscaldarle. La temperatura era ben diversa da quella a cui era abituata e il suo corpo aveva bisogno di adattarsi.
“Bel cazzo di momento ho scelto per dare le dimissioni e prendermi un periodo di riflessione!”
Era buio, si guardò intorno e si accorse che si trovava nel solito vicolo buio con bidone della spazzatura rovesciato per terra e gatto che smozzicava una lisca di pesce andato a male.
Decisamente il Dipartimento aveva bisogno di rinnovarsi un po’, nulla di cui stupirsi se Zelda continuava a fallire!
Mille anni di onorata carriera e ora le consigliavano di prendersi un anno sabbatico.
Dagli occhi le sprizzarono alcune scintille rosse, segno che la sua ira stava crescendo e andava diretta contro qualcosa o qualcuno.
Chi aveva indotto in tentazione Galadriel durante il suo digiuno?
Chi aveva fatto da custode al Santo Graal meglio di un cavaliere, seducendo tutti – e proprio tutti! anche quel cesso di monaco che praticava l’astinenza dall’acqua, puah! – quelli che erano partiti alla sua ricerca?
E anche se Mefistofele non lo aveva ammesso pubblicamente, era stato solo grazie alla sua arte oratoria, o meglio orale, se Faust aveva ceduto la sua anima!
Aveva perfino ricevuto le Corna d’Oro, la più alta onorificenza mai concessa a una demonessa! Maledetto maschilismo infernale.
Nessuno era bravo come lei, e nessuno svolgeva con altrettanto piacere il proprio lavoro.
Tirò un calcio al solito ciottolo, mandandolo a sbattere contro il bidone.
“Meeeoowwww!”
Il gatto protestò contro l’interruzione del suo pasto.
“Fanculo! Possibile che tutte le volte che mangio in santa pace deve arrivare qualcuno a rompermi i coglioni?!”
Zelda lo squadrò con aria di sufficienza, ergendosi in tutto il suo metro e sessanta.
“Zitto tu, famiglio dei miei stivali! Non sai riconoscere l’Ira Funesta di una diavolessa quando la vedi? Potrei friggerti con un’occhiata!”
Il micio, un bel soriano cicciottello, balzò agilmente sul bidone ponendosi all’altezza di Zelda.
“Mi perdoni, madame! Non l’avevo riconosciuta” si affrettò a porre rimedio con tono mellifluo, prima di finire arrostito. Nella sua mente passarono per un secondo le immagini di quella volta che quasi ci aveva rimesso la pelliccia per essersi intrufolato nella cucina del ristorante “Shanghai Surprise” dietro l’angolo. Già si era visto tramutato in supplì di coniglio, magia degli orientali!
“Qual buon vento la porta qui? Una Sabba scopereccio? Riprende l’operazione Sodoma&Gomorra? Si tenta il premio Nobel per la pace? O si tratta di qualcosa di più importante? Una così bella demonessa non viene scomodata per simili cosucce”
Zelda, orgogliosa com’era (l’orgoglio era uno dei Peccati Base da cui non bisognava prescindere), non si sarebbe mai mostrata debole davanti a un umile famiglio, anzi gli untuosi modi del gatto le riscaldarono il cuore…oops! l’anima…ehm, la riscaldarono, insomma.
Era un po’ troppo tempo che Laggiù riceveva solo calci nel sedere e quei complimenti sortirono l’effetto desiderato: decise di non friggere l’impertinente felino.
Il famiglio la guardò con attenzione: la diavolessa era davvero sexy, con quel miniabito rosso semitrasparente con due lingue di fuoco che a mala pena arrivavano a coprire i capezzoli. E quella lunga codina puntuta… chissà cosa nascondeva!
Sesso. Sesso. Sesso!
Qualche isolato più in là, nella casa che aveva abbandonato per darsi alla vita da sbandato, c’era una bella micetta sempre segregata tra le quattro mura… anzi senza andare troppo per il sottile, nel vicolo vicino c’era quel gattone pacifico a cui tutti portavano sempre da mangiare. Un’inculatina gliel’avrebbe data volentieri…
Si rese conto con stupore che era la presenza della diavolessa a ispirargli quei pensieri e si congratulò con lei per il suo potere.
Nessuno avrebbe potuto resisterle!
Zelda a quel punto non resse più e si lasciò scivolare a terra, sedendosi in mezzo alla sporcizia e scoppiando in un pianto dirotto.
“Col cazzo che nessuno mi resiste!” singhiozzò, “Al giorno d’oggi ormai nessuno pecca più come una volta. Tutto è permesso, tutto è lecito. E niente è peccato!”
Tirò su col naso rumorosamente, mentre dei grossi lacrimoni venivano giù lungo le sue guance, mettendo a dura prova la resistenza del “Devil Make-up”.
“E qual è il risultato di tutto ciò? Che la divisione Tentazioni Carnali ha previsto duemila tagli e forse licenzieranno anche me.”
Il famiglio la osservò sconcertato, non aveva mai visto una demonessa piangere se non per indurre in tentazione qualcuno. E capì il perché: erano ancora più sensuali quando piangevano!
Le saltò in grembo, facendo le fusa: era provato che avere tra le mani un animale caldo e peloso aveva effetti rilassanti sulle persone. E a lui piaceva da morire il contatto con quel corpo morbido.
“Come ti chiami, bella diavoletta?”
“Zelda” singhiozzò lei “E fino a qualche anno fa ero la migliore! Chi credi abbia organizzato lo scandalo Lewinsky? Io! E ora rischio che mi spediscano al reparto Tentazioni Fiscali, magari in Archivio e mi faranno indossare un tailleur grigio topo”
Il micio provò orrore a quel pensiero.
“Mi stai dicendo che gli umani non scopano più?”

Zelda cominciò ad accarezzarlo nel verso del pelo.
“Per scopare scopano, ma tu ricordi i bei tempi quando la sodomia era un peccato? E i pompini? Roba diabolica! E il sadomasochismo? Qualcosa da tenere nell’ombra, da non rivelare, da praticare nei sotterranei di casa propria. I tradimenti! Quelle belle cornificazioni che sfociavano in delitti d’onore! Ahhh!
Oggi no, è tutto materiale da talk show, da manualistica, come se fosse bricolage. Il partner va tradito il venerdì sera, magari si fa pure una cosuccia a tre o a quattro. E dopo tutti insieme a mangiare in trattoria!
S’è perso il gusto del proibito, perché di proibito non c’è più niente, e di conseguenza non esiste più il peccato.”
Gli grattò la testa, proprio in mezzo alle orecchie, dove a lui piaceva così tanto.
“Diciamola tutta, ormai la perversione vera è la castità!
E una come me…è…è…”singhiozzò più forte “fuori moda!”
Il gatto, tra le carezze della satanica tentatrice e tutto quel parlare di sesso, ormai non ne poteva più.
“Posso aiutarti, Zelda! Anzi, so chi può’ aiutarti”
La demonessa lo guardò con gli occhi color giaietto sgranati.
“Tu? E come?”
“Cos’hai da perdere?” replicò il felino saggiamente, continuando a strusciarsi contro il suo seno.
“Io nulla, ma se mi deludi diventerai supplì di coniglio”

Pochi secondi più tardi, in una nuvola di fumo rossiccio con contorno di lampi accecanti e puzzo di zolfo, Zelda e il gatto fecero la loro Apparizione Trionfale sul tappeto persiano di un salotto con divani color champagne e una libreria che occupava i due terzi delle pareti.
“AAAHHHHHHH!!!!” Un urlo li fece trasalire.
“Mi ha portata lui qui!” Si giustificò Zelda porgendo il gatto alla donna nella stanza.
L’altra esitò per un momento, poi cominciò a tossire per il fumo che tardava a diradarsi.
“Cagliostro!” esclamò, cercando di prenderlo tra le braccia, ma il felino schizzò via sparendo.
“E in quale altro modo potevi chiamarti?” rise Zelda agitando la coda deliziata.
“Io mi chiamo Fiamma, Cagliostro è il gatto…” azzardò la donna guardandola più incuriosita che spaventata. “Chi o cosa sei tu?”
Zelda si pavoneggiò in una piccola piroetta, esibendo le curve perfette e i magnifici capelli rossi che le ricadevano sulle spalle e gettavano strategiche ombre sul suo volto.
“Sono una diavoletta tentatrice, cos’altro?”
E così dicendo soffiò sulle sue dita perfettamente smaltate di color Scarlatto n’666.
Fiamma fu investita da un aroma indescrivibile e penetrante che le sconvolse i sensi e le portò alla mente immagini sensuali ed eccitanti, una breve dimostrazione dei poteri della demonessa, che lasciarono la presa sulla sua mente non appena il profumo si fu sfumato.
“Se sei qui per tentarmi, mi spiace ma arrivi tardi!” Rispose la donna con voce resa languida dal Soffio di Demone. “Da piccola collezionavo ‘Cioè’ e ‘Dolly’ e, dopo una breve parentesi di libri rosa, mi sono data alla letteratura erotica e alla conseguente implementazione di quanto appreso. Sai com’è… dalla teoria alla pratica.”
Zelda si lasciò cadere sulla poltrona, sconsolata.
“Allora perché Cagliostro mi ha portata qui?”
La demonessa avrebbe potuto conoscere la risposta se solo avesse dato un’occhiata alla camera da letto, dove si stava consumando il più focoso degli amplessi tra il furbo gattaccio e Beatrice, la micetta che lo aveva sostituito dopo la sua fuga alla scoperta del mondo.
“Non saprei,” rispose Fiamma, avvicinandosi sempre più curiosa “Qui l’unica vergine che c’è è la gatta… Oh, diavolo! Oops, pardon!”
Zelda ridacchiò
“Fa’ pure, non siamo così suscettibili come Quello Lì, noi di Laggiù”
La donna la osservò meglio e si rese conto che quello era un caso in cui si chiamava in causa la Solidarietà Femminile. Prese da un mobile bar due bicchieri, una lattina di Coca e del rhum.
“Se ti va di parlarne,” cominciò “sono sicura che non si tratta di nulla che non possa essere risolto davanti a un cubalibre e un sacchetto di patatine”
Fu così che Fiamma venne a conoscenza della storia di Zelda e dopo il secondo bicchiere si sentiva abbastanza a proprio agio in presenza della demonessa da chiederle se era vero che gli angeli fossero ben forniti, come aveva letto sul newsgroup di racconti zozzi.
“A noi è proibito tentare gli angeli,” rispose l’altra con un sorriso che trasudava malizia “Ma posso dirti in confidenza -hic!- che non sono tutto questo granché. Grosso, sì ce l’hanno grosso. Ma immagina di scopare con uno che di continuo ti chiede ‘ti faccio male, cara?’. E quell’odore di biscotti! E’ nauseante dopo un po'”
Fiamma annuì con aria d’intesa
“Immaginavo più o meno una cosa del genere, e poi non è mai stata una mia fantasia. Sto pensando di farmi lo psicanalista, invece.”
“Bene!” gli occhi di Zelda si illuminarono, “Farsi lo psicanalista, certo che è un peccatuccio niente male”
“Tu dici?” ironizzò Fiamma, “Ma se quasi tutti se la fanno con almeno una delle pazienti, è risaputo! Ci sono dei film che ne parlano, e dei libri, e anche io ci scriverò su un racconto”
Zelda s’immusonì.
“Ma possibile che il sesso non sia più un tabù?”
“Dai, non fare così” la consolò l’altra, “Sì che lo è. Guarda, ti faccio leggere le email che mi arrivano da quelli che leggono i racconti sul mio sito.”
Così dicendo prese il portatile e andò nella cartella della posta eliminata.
“Leggi, c’è questo tipo che non osa nemmeno firmarsi che mi dice che mi dovrei vergognare di scrivere di sesso, quest’altro che afferma che sono una troia malata di ipocazzite e, dulcis in fundo, uno che mi esorta ad andare dallo psicanalista. Forse vuole che realizzi la mia fantasia” Fiamma rise tentando di incoraggiare la demonessa.
Ma Zelda liquidò tutto con una scrollata di spalle che fece ondeggiare pericolosamente i suoi seni.
“Sono loro che peccano d’Ipocrisia. E fanno bene, è un bel peccato anche se comune. Forse se sarò fortunata mi spediranno in quella divisione invece che tra i Fiscalisti.”
Fiamma s’intenerì e la strinse tra le braccia, per consolarla. Fu di nuovo investita da un’ondata di pensieri supererotici e si ritrovò bagnata come non lo era mai stata.
Si costrinse a recuperare il controllo di sé.
“Dobbiamo inventarci qualcosa, Zelda.” fece lavorare la materia grigia, cercando un’idea, una qualsiasi idea che potesse aiutare la sua nuova amica, tentando di non farsi distrarre dal contatto con quel corpo. Cazzo, era sempre stata eterosessuale praticante e convinta, la demonessa era davvero potente.
“Ci sono! Eureka!”
Zelda la guardò speranzosa.
“Avete semplicemente bisogno di un po’ di Innovazione!” esclamò Fiamma, mentre i pensieri si affollavano nella sua mente, concatenandosi in nessi pindarici. “Da’ retta a me che ho studiato marketing. Dovete modificare la percezione che il cliente ha del prodotto. Dopo tutto è quello il vero problema. Bisogna fare in modo che il sesso sia considerato un peccato! E per fare questo…” le dita si mossero veloci sulla tastiera “…Non c’è nessuno strumento più potente di internet!”
“Internet?” ripeté Zelda confusa
“Sì! Devi farti un sito!”
La diavolessa assunse un’aria delusa
“Ma di siti porno ce n’è un’infinità… Tette, culi, cazzi. Basta un click e si vede tutto. Fanno anche sesso su internet. E’ roba vecchia, ormai…”
“Appunto!” Fiamma assunse un’aria di trionfo “Nulla di così banale, il tuo sarà il sito da cui partirà la Crociata della Moralità!”
Zelda spalancò la bocca.
“Moralità? Finirò in Purgatorio! E io sto così bene all’Inferno, c’è tanta gente interessante…”
“Non sarà difficile, visto lo scopo, ottenere un dominio .va!” continuò Fiamma, che non aveva neanche sentito le proteste dell’altra, presa com’era dalla sua idea. “Il Vaticano, amica mia! Sferreremo l’attacco all’immoralità proprio partendo da lì. E sicuramente qualche giornale ultra moralista ci darà man forte.”
La diavolessa agitò la coda, percependo la portata del piano, mentre piacevoli ricordi secolari di orgette sadomaso in Vaticano le tornavano in mente.
“Chiederemo per prima cosa che siano oscurati tutti i siti porno ed erotici e faremo smettere anche quelle ammiccanti pubblicità televisive di elettrostimolatori”
“Ma cosa succederà al tuo sito, poi?” Chiese Zelda, quasi peccando di altruismo.
Fiamma rise:
“Niente, semplicemente aumenteranno gli accessi! Se la gente considererà peccato anche leggere i racconti zozzi online, sarà una pacchia!” il suo tono si fece malizioso “Dovrete trovare un altro posto per materializzarvi sulla terra, i vicoli bui saranno finalmente utilizzati per scopate clandestine poco ortodosse!”
Fu così che Zelda, dopo aver salutato la sua nuova amica, tornò al calduccio degli Inferi per conferire con Mefistofele in persona. Riuscì ad ottenere un abboccamento col Grande Capo e, mentre lo succhiava con diabolica abilità sulla poltrona presidenziale, gli espose il suo piano e non solo riuscì a conservare il posto nella divisione Tentazioni Carnali, ma ottenne anche un ufficio tutto suo grazie al numero “ingoio&colatina di sperma dall’angolo della bocca”.
Il resto della storia la conoscete, il Paese fu scosso dalle fondamenta dall’operato della Crociata della Moralità che, iniziato da un minuscolo sito internet.va, intestato a Zelda De’ Angelis, ben presto si diffuse a macchia d’olio passando per tutte le sale d’aspetto degli studi medici che ostentavano le loro brave copie di ‘Famiglia Cattolica’.
Scopare senza concepire era peccato. I pompini? Peccato! La sodomia? Peccatissimo! Gli stilisti furono costretti a modificare le loro collezioni autunno-inverno, allungando di dieci centimetri tutte le minigonne e abolendo spacchi e scollature vertiginose.
Iniziò una nuova era: il Rinascimento Morale. I siti porno guadagnarono miliardi, arrivando a quotarsi in borsa grazie a un complicato sistema di partecipazioni societarie.
E il sito di Fiamma? Scandalizzò tutto il web con il racconto sexy sulle vere origini della Crociata della Moralità, pubblicando perfino delle foto sfocate di una diavolessa dai capelli rossi in pose discinte, che avrebbe fatto sbavare chiunque se solo fosse stata vera. Ma, naturalmente, l’autrice confermò che si trattava solo di un personaggio di fantasia.
Intanto in un salottino di una tranquilla casa del centro, una nidiata di micetti si rotolava in una cesta giocando con un gomitolo, sotto lo sguardo amorevole di Cagliostro e Beatrice.
A pochi metri da loro, Fiamma e Zelda fecero l’ennesimo brindisi alla perfetta riuscita del loro piano.
“A noi due! Pericoli pubblici numero uno!” gridò Zelda, stesa sul morbido tappeto persiano.
“A noi due! E al sesso!” ridacchiò Fiamma, che già sentiva l’effetto del cubalibre, ricetta infernale.
Stette un momento in silenzio, pensierosa, poi si volse verso l’amica.
“Sai che c’è una cosa davvero immorale? Non mi viene in mente peccato più grande, e solo tu potresti aiutarmi a compierlo.”
Zelda la guardò con occhi ridenti, pronta ad entrare in azione: la Divisione Peccati Carnali le aveva conferito nuovi poteri di seduzione e tentazione, ma lei era sempre pronta ad usufruire della fantasia dell’amica per migliorare il servizio.
Quando si dice Customer Care!
“Qual è questo peccato?”
Fiamma le posò una mano sul seno, leggera.
“Immagina… uno scrittore, o una scrittrice, che seduce la protagonista dei propri racconti, la sua creatura. Ti viene in mente qualcosa di più immorale?”
Zelda rifletté, poi rispose, seria:
“Tu ne sai una più del diavolo…”
Risero entrambe, baciandosi. E mentre il sipario calava, si diffuse nell’aria Eau Du Demon, il profumo della seduzione, anche se non ce n’era bisogno.

Leave a Reply