Guardo fuori e scruto tutto ciò che è la vita al di fuori di casa mia, le macchine che fotografano il tempo durante brevissimi istanti del loro passaggio, istanti caratteristici come i rumori del motore che piano piano vanno perdendosi a qualche isolato dopo.
L’aria del mattino, appena sveglio, profumava di quell’odore di primavera in transito, di quel misto di aria fresca umida di rugiada appena poggiata e di quei fiori appena sbocciati bagnati da questa stessa rugiada. I bambini giocano, la classica famigliola che va a scuola…due bambini che scambiano risate gioconde tramite una misera, ma per loro importantissima, pallina di spugna blu… la mamma, che alterna momenti di felicità a momenti di nervosismo nel cercare di mantenere calmi i due bambini. I bambini giocano felici, si litigano la pallina, e i due bambini sono spinti dal desiderio di rubare la palla all’altro, per avere la fonte della loro felicità tutta per sè. La pallina scappa dalle mani del maggiore e rimbalza cruda sul pavimento della strada, e rimane lì, a muoversi con quella piccola forza di inerzia accumulata dalla caduta. Il movimento è periodico, sempre più lento, sempre meno ampio, sempre più…fermo. Nessuno la nota, solo io che avevo visto la scena, solo io che avevo vissuto i suoi movimenti. I ragazzi passano davanti ai miei occhi, senza notare nulla, come se il mondo attorno a loro fosse solo quel pò di metri quadrati che i loro occhi mostrano al loro cervello. Dove è andata a finire la vitalità di un tempo??? Quel sentimento che caratterizzava noi giovani, che ci rendeva felici durante la fine delle lezioni, che ci rendeva felici di correre dietro le “giovani donne”, che avevano occhi solo per noi. Il mio sguardo si ferma su una ragazza lontana, bellissima, bionda oro, bella come il sole. Una ragazzina adolescente che sembrava felice, aspettava qualcuno. Un ragazzo la nota, passa davanti la mia finestra e, prende la pallina, come un semplice oggetto, come un semplice sfizio per scaricare la tensione. La osserva e la mette in tasca e, cogliendo un fiore bagnato dalla rugiada si avvicina verso la ragazzina bionda e le porge il fiore, pronunciando delle parole che forse erano un semplice saluto. La ragazza si gira verso di lui e, per lo stupore, lascia cadere i libri di scuola che aveva tra le sue braccia. Il ragazzo raccoglie i libri, non abbandonando il fiore che era nelle sue mani, si rialza, fissa negli occhi la bella ragazza e le cede i libri appena raccolti da terra, poggiando il fiore sul più alto di essi. La ragazza accenna a sorridergli, tenendo gli occhi bassi per l’emozione. Il ragazzo la tiene stretta a se e la riempie di coccole, e la ragazzina si accinge a fare altrettanto. Io sorrido guardando quei due teneri ragazzi che si cercano per essere felici, che vogliono stare l’uno accanto all’altra. Si distaccano e vengono verso la stradina sotto la mia finestra, parlando di argomenti di scuola ed essendo sempre sorridenti e felici. La mia ragazza entra nella stanza e mi accarezza con molta felicità, mentre i due ragazzini scompaiono piano piano. Resto solo con LEI, con il mio tesoro…con la mia stella… facciamo l’amore, ci sentiamo legati, mentre la mia pallina di spugna blu…rimane ferma sul davanzale della mia finestra, immobile.
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…