Al telefono:
-Pronto!-
-Ciao Estrin, sono Jessica. Ti ho chiamato per dirti una cosa. Adesso dove sei?-
-Sono in macchina. Sto andando dal mio ragazzo.-
-Adesso non è più il tuo ragazzo. Mi ha appena chiamato chiedendomi se volevo uscire con lui. Gli ho chiesto di te, ma lui mi ha risposto che ormai non gli interessava più niente del vostro rapporto.-
-Non può essere, scusa Jessica ma adesso ho da fare!-
Così si chiuse il colloquio tra Jessica e Estrin. Jessica era sempre stata gelosa di Estrin e aveva creato questo gioco per far si che Estrin se ne andasse e che lei avesse piede libero con me. Estrin ne rimase molto turbata, infatti venne da me molto sconvolta e mi parlò dell’accaduto. Mi trovò vestito e pronto per uscire, ma per uscire con lei. Entrò in casa e iniziò il discorso.
-Così del nostro rapporto non ti interessa più niente!-
-Cosa?-
-Jessica mi ha detto tutto, mi ha raccontato del tuo appuntamento con lei oggi. Sei solo un verme schifoso; come hai potuto!?-
Ed uno schiaffo molto forte mi sfiorò il volto, seguito dal suo pianto.
-Estrin, non vedo e non sento Jessica da quattro o cinque giorni. Non ho pensato mai, neanche lontanamente di tradirti, mi conosci, non sarei capace di fare questo.-
-La cosa più brutta è che io non ti abbia mai fatto mancare niente, ti ho amato più della mia stessa vita e tu mi hai ripagato tradendomi, mi spiace, ma questa volta non ti credo.-
-Estrin- mentre sfioravo il suo abito nero con la scollatura che gli arrivava alle spalle.
-Non toccarmi con le tue mani schifose, adesso non ne hai il diritto neanche tu!-
Mi avvicinai a lei.
-Estrin. Non mi credi, ne hai tutto il diritto. Se vuoi terminare il rapporto, la porta è di fronte a te.-
Ed una mia lacrima cadde sulle sue spalle, mentre lei uscì dalla porta o almeno fece finta di uscire. Jessica mi chiamò per telefono ed Estrin sentì tutto.
Scoprì la confessione di Jessica ed Estrin capì il suo gioco.
-Amore mio, come ho fatto a dubitare di te. Non me lo perdonerò mai.-
-Io invece ti ho già perdonato. Al posto tuo avrei fatto lo stesso. Adesso rilassati sotto una bella doccia. Ne hai bisogno, hai il viso stressato.-
Io mi spogliai e mi misi sotto le coperte del letto. Io ero molto stanco anche forse per lo stress della giornata. Estrin recuperava con una semplice doccia, ma per me era più difficile.
Estrin uscì dalla doccia. Io già dormivo girato verso la parete. Lei indossò uno slip e un regipetto e si mise vicino a me. Mi passava le sue dita sulle spalle. Involontariamente mi girai nel sonno e mi distesi supino. Il respiro
facilitava la contrazione dei muscoli pettorali; senza accorgermene le stavo offrendo uno spettacolo involontario. Per quel che ne potevo osservare da dormiente credo che lei si sia appoggiata con un gomito sul cuscino mentre con l’altra mano mi carezzava.
Mi svegliai e vedi lei che mi stava accarezzando.
-Mi perdoni per prima?-
-Ti ho già perdonato! Te l’ho detto. Ma devi essere punita.-
-Allora puniscimi.-
Presi una corda e un limone. Con la corda legai Estrin all’inferriata del letto. Succhiai un pò del limone e leccai il clitoride di Estrin. Lei accusò un pò di bruciore che la stimolava e la eccitava.
Ne succhiai un altro pò e mi diressi verso la bocca di Estrin e la leccai. Lei, ad ogni contatto, si tirava indietro, dovuto alla reazione dell’aspro sapore del limone. Le tolsi il reggiseno e spruzzai un pò del limone su entrambi i capezzoli. Si mosse per i brividi di freddo. La slegai e la invitai a fare altrettanto.
Mi procurò delle ferite piccolissime sul ventre, poco sopra il membro e ne spruzzò sopra del limone. Una tortura dolorosa, ma il piacere mi fece acquistare il controllo sul dolore. Dopo aver finito con il limone, per crearmi sollievo, leccò il succo di limone. Andò poco più giù e mi strizzò il limone sul glande e mi succhiò fino a procurarmi il primo orgasmo del rapporto.
Volevo soddisfarla subito, senza perdere tempo, ancora sporco di limone e sperma. La presenza del limone irritava le sue pareti interne e ne amplificava la sua soglia del piacere. Intando misi il mio indice nella sua bocca, invitandola a succhiare. Abituato ad affondare con molta forza per farle raggiungere l’orgasmo, spinsi molto deciso e lei raggiunse subito la soglia del piacere, soprattutto stimolata
dal mio dito nella sua bocca e dal limone sul glande che ne amplificava i colpi.
Si abbandonò a me completamente in preda al piacere. Il ritmo delle sue contrazioni interne si faceva notare sul glande, mentre sul suo ventre le pulsazioni del sangue aumentavano.
Questa volta, a differenza delle altre, Estrin raggiunse l’orgasmo molto in fretta.
Facemmo una bella doccia insieme e parlammo a lungo su Jessica.
-Scusa amore mio. Adesso devo andare.-
-Estrin, dove vai?-
-Devo parlare con Jessica.-
Dopo un pò ritornò a casa.
-Estrin, allora?-
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Bisogna scrivere il nick dell'autore nel motore di ricerca del sito, allora esce la pagina con tutti i suoi racconti
Mi chiedevo se ti andasse di scrivere un racconto simile circa a questo, ma seguendo la storia che ho in…
Sempre più pazzesca..vorrei conoscervi..anche solo scrivervi..sono un bohemienne, cerco l’abbandono completo ai piaceri.. e voi.. Scrivimi a grossgiulio@yahoo.com