Mariarosa è una donna di 61 anni, casalinga, che vive in un piccolo centro del beneventano col marito Filippo, piccolo commerciante di 65 anni, e che condivide con l’unica figlia Luciana e con la sua famigliola pranzi domenicali, ricorrenze festive e vacanze. Il rapporto tra la figlia, insegnante di scuola media, ed il marito, Giuseppe, un robusto operaio di un’industria meccanica della zona, non è proprio dei migliori: lei non ne è soddisfatta, si capisce che non lo ritiene al suo livello culturale, quando lui parla gli toglie quasi sempre la parola.
Proprio alla fine dell’ultima vacanza al mare, trascorsa in una località del Cilento, nel rimettere in funzione le cose della sua casa, Mariarosa aveva riscontrato che lo scarico della cucina si era otturato. Il marito non era in grado di metterci mano; lei aveva perciò chiesto alla figlia di far passare il marito Giuseppe per risolvere il problema.
Giuseppe si presenta alla porta della suocera l’indomani verso mezzogiorno, con indosso un paio di pantaloncini e una t-shirt. Come di consueto l’abbraccia e la bacia sulle guance: un fugace contatto dei due corpi che, però, produce un piccolo brivido in Mariarosa, con un repentino inturgidimento dei suoi grossi capezzoli.
Mariarosa si sente arrossire, ma per dissimulare il suo imbarazzo sbrigativamente conduce il genero in cucina e gli mostra il guasto intervenuto al lavello. Quell’abbraccio l’ha turbata, ma lo sguardo disinvolto ed il sorrisetto un po’ malandrino del genero l’ha resa ulteriormente inquieta. Ora la visione di quel ragazzone dal fisico di rugbista (35 anni, 1.85 di altezza, almeno 80 di peso), inginocchiato per terra a torso nudo per sbloccare il lavandino, la intriga fortemente.
Sono anni che Mariarosa si è autoimposta la rimozione degli impulsi sessuali. Con il marito Filippo, sempre sessualmente svogliato, ancora più acciaccato col passare degli anni, non scopa più da quasi 10 anni. In passato lei aveva trovato un po’ di premure consolatorie nel cognato Matteo, il fratello minore di suo marito, e ne era nata una tresca alquanto passionale. Ma, come si sa, i segreti di letto sono come quelli di Pulcinella e l’assidua presenza di Matteo in casa sua era diventata in breve oggetto di chiacchiericcio nel vicinato. Un giorno avevano sfiorato lo scandalo, perché, mentre erano a letto a scopare come dannati e lui le stava pistonando per bene la figa, c’era stato nel palazzo un forte scoppio che aveva mandato in frantumi i vetri delle finestre e tutto il condominio era rimasto per le scale a commentare l’accaduto, con la conseguenza che Mariarosa si era dovuta rivestire in tutta fretta per affacciarsi anche lei, e il povero Matteo era potuto uscire di casa solo dopo tre-quattro ore, quando era tornata la calma e le comari erano rientrate nelle rispettive case.
Uno spavento che aveva convinto i due a metterci una pietra sopra.
Da allora niente più uomini, a dispetto di una natura intimamente focosa e di un corpo per nulla disprezzabile: due tette grosse, un po’ cascanti, ma ancora appetibili; due cosce carnose, arrotondate dalla cellulite, ma ancora ben modellate; un culo rotondo e sporgente, che ancora attira gli sguardi e le voglie maschili; due occhi profondi e scavati, che confessano una grande voglia repressa.
Mariarosa frequenta assiduamente la casa di Luciana e Giuseppe, la prestanza fisica del genero non le è certo passata inosservata, ma, forse per la presenza della figlia e della nipotina Mary, più che di suo marito, non ci ha mai fatto nessun pensiero. Ora, guardare il petto villoso e le spalle lucide e grondanti di sudore di Giuseppe le suggeriva pensieri perversi, che riusciva a malapena a controllare solo riflettendo sul grande scarto di età che la divideva da lui e, soprattutto, sul legame familiare: un allarme, quest’ultimo, particolarmente sensibile, dopo l’esperienza rischiosa vissuta col cognato.
In una mezz’oretta di lavoro Giuseppe riesce a disotturare lo scarico, poi si alza e, con il sudore che gli cola sul petto, si appoggia al tavolo della cucina a gambe divaricate e chiede alla suocera un bicchiere d’acqua per dissetarsi. Mariarosa si avvicina a lui, gli porge il bicchiere e con un asciugamano, respirando con un po’ di affanno, comincia ad asciugargli il petto, sotto lo sguardo di lui che sorride in maniera piuttosto ambigua. Poi, nel tentativo di asciugargli anche le spalle, finisce per strusciarglisi addosso. Avverte nuovamente il turbamento di mezz’ora prima e il venir meno della lucidità e del controllo.
E’ un attimo di sbandamento, ma quando si riprende si sente afferrata con forza per le chiappe da due mani possenti che la attirano e la schiacciano contro quel petto muscoloso e quel cazzo imbizzarrito. Una situazione alla quale non era preparata e che la disorienta ancora di più quando, leccandola avidamente sul collo, Giuseppe le sussurra all’orecchio la sua voglia irrefrenabile di possederla:
‘Mammà, m’avete fatto venire una fregola….. scusate, ma non resisto più’. i coglioni mi scoppiano!’
La sfrontatezza del genero la lascia senza fiato, ma incapace di ogni reazione. In un baleno si ritrova semidistesa sul tavolo della cucina, a gambe larghe, con il prendisole sbottonato e con un cazzo asinino che comincia a spingere la sua grossa cappella, violacea per l’eccitazione, direttamente contro il suo stretto orifizio anale. Concettualizza a fatica e, comunque, i suoi pensieri sono più lenti degli accadimenti. Giuseppe l’ha presa dai fianchi e, sollevandole appena un poco il bacino, già ha introdotto per metà il suo bestione dritto nel suo culo. Non è che fosse vergine dal posteriore, ma ormai il canale era in disuso da anni e si era ristretto.
‘Dio, ma che fai? ‘.. con la bestia che ti ritrovi mi sfondi tutta!’
Giuseppe ha la furia di un mulo, Mariarosa comincia ad urlare dal dolore, si sente come squartata da quell’attrezzo smisurato che avanza e si ferma solo quando sbatte sul fondo dello sfintere.
Mariarosa geme ed urla:
‘Aaaahhhiiiiiaaaa ‘.. ti scongiuro, tiralo fuori!!! ‘. Aaahhhiiiii ‘.. mi stai spaccando tuttaaa!!!’
Ma la sua sofferenza accresce l’eccitazione del giovane che affonda con maggiore virulenza i suoi colpi. Dolore e piacere si mescolano, Mariarosa orgasma un paio di volte in maniera violenta, ma anche Giuseppe arriva all’acme e, dopo essersi inarcato dentro di lei fino ai coglioni, libera uno schizzo fortissimo di sborra che le riempie le viscere:
‘Aaahhhhh ” che bellezzaaaa!!! ‘.. scusate, mammà, ma il vostro culo è un paradiso!!!’
Per qualche istante restano così a godersi il rilassamento dei corpi, Mariarosa respira a pieni polmoni, Giuseppe si riposa un attimo ad occhi chiusi, poi si staccano e si ricompongono, senza scambiarsi una parola. Ora sono entrambi sudatissimi, Mariarosa si gira verso il genero e gli propone:
‘Dai, Peppe, facciamoci una bella doccia, che ci rinfreschiamo un poco’.’
Sotto la doccia la passione li travolge, le lingue si intrecciano scambiandosi saliva in abbondanza; stavolta lui la stringe a sé, la solleva tanto da far ritrovare il suo cazzo nerboruto all’altezza dell’imbocco della figona ancora sbrodolante e la pompa con grande energia, mentre lei, aggrappata alle sue possenti spalle, avvolge le sue gambe intorno alle natiche di lui:
‘Mmmmm ‘.. sììì, daiiii ” aaahhhh ‘.. che bello spadone che hai Peppe! ‘.. Che stantuffo, ooohhhh!!!’
In breve arrivano nuovamente a sborrare, stavolta all’unisono, e a gridare insieme l’esplosione dei loro sensi. Lasciano scorrere l’acqua lungo i loro corpi e continuano a scambiarsi carezze indecenti. Hanno scoperto una sintonia di fondo, ad entrambi piace il sesso senza freni e senza tabù.
‘Mammà, voi sì che siete una femmina come piacciono a me!!!’
‘E perché, mia figlia non ti piace?’
‘No, Luciana non è così passionale ‘.. a letto ha fretta di concludere e, in casa, quando mi avvicino per pomiciare, mi sfugge’.’
Mariarosa aggrotta le sopracciglia e gli chiede:
‘Uuhhmm’ ma mica ti sfoghi con altre?’
‘No, mammà, non l’ho mai tradita Luciana ‘ anche se, vi confesso, più volte ho avuto la tentazione di farlo ‘. Sapete, con tutte le fighe che si incontrano in giro ‘..’
Mariarosa, guardandolo dritto negli occhi:
‘Peppe, non scherziamo ‘.. se Luciana non ti soddisfa abbastanza, non c’è bisogno di cercare fuori dell’orto di casa”
Giuseppe sorride e la bacia con ardore.
‘Intesi?’, conclude la donna.
‘Intesi!’, risponde ridendo il genero, ”. e Luciana?’
‘Luciana’.’, ribatte decisa Mariarosa, ” non ti preoccupare, faremo in modo di non insospettirla’.’
‘E vostro marito?’, aggiunge Giuseppe.
A quel punto Mariarosa sghignazza:
‘Uh, quello poi ‘.. se lo viene a sapere può darsi che ti ringrazia ‘.’
Si rivestono, lei lo invita a restare a pranzo; lui spiega che non può, ha preso un permesso di due ore in fabbrica, ma l’assicura che tornerà prestissimo, magari domani stesso. Ma, prima di andarsene, l’arpiona nuovamente con le sua manacce prendendola dalle chiappe e con la lingua le succhia l’anima dalla bocca.
Quando resta sola Mariarosa si sente un’altra donna, o, meglio, sente di essere tornata donna a pieno titolo e si sorprende a non avvertire alcun rimorso per aver scopato selvaggiamente con il marito della figlia. Anche perché dal colloquio con Giuseppe ha tratto una formidabile autogiustificazione: Luciana non ha mai trattato il marito con particolare considerazione, forse perché è un semplice operaio e lei avrebbe avuto altre ambizioni sociali.
Ma, pensa Mariarosa, uno stallone così non può essere lasciato al libero pascolo e, se la figlia è frustrata e distratta, ci pensa la mamma a tenerlo occupato e ad impedire che vada a cercar l’erba in altri pascoli. In fondo il suo è solo un sacrificio per salvare l’unità familiare.
—
roki_rae@hotmail.it
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…