Tu sei lì, distesa sul letto. Posso vedere solo le tue spalle, i capelli neri e sciolti che carezzano la linea della schiena, le braccia piegate ed abbandonate. Alzo il lenzuolo e lo scosto. Il tuo culo e le tue cosce.
La tua pelle ha il colore dell’ombra, con un tenero odore di femmina.
Percorro la tua gamba reclinata con le dita. E’ morbidissima. Mi abbasso e mi avvicino alle pieghe delle tue natiche, lì dove vanno a nascondersi, lì dove l’odore diventa più forte. Lo aspiro. Accarezzo il culo. Ti muovi, alzi leggermente la gamba e ti scopri ancora di più, ora posso vedere l’inizio delle tue labbra, un solco di fica invitante e morbido, pieno. Ma più di ogni cosa il tuo buco di culo, un nocciolo rotondo e in rilievo.
Gli do un piccolo bacio. Tu fremi. Lo lecco. Tu sospiri. Lo bacio e lo lecco, e con le mani ti apro le natiche, bacio e lecco.
“Che fai?!” ti sento mormorare con un soffio di voce.
“Ti inculo” rispondo io.
Non parli. Il tuo silenzio vibra.
Vorresti voltarti ma te lo impedisco, stringo forte con le mani i tuoi fianchi, le dita vorrebbero essere un marchio sulla tua pelle.
Aspiro con la bocca il tuo buco di culo. Lo sento morbido. Lascio colare sul solco la saliva, poi lo colpisco con la lingua, di punta, la faccio ruotare, lenta, poi dei colpetti veloci. Aspetto di sentire il tuo respiro, le tue reazioni. Voglio capire cosa vuoi. Delle lappate lente e profonde, o un balletto di punte di spillo, a farti soffrire. Mi sembra che ti piace tutto.
Il tuo respiro diventa più grosso, con le mani ti aggrappi alle lenzuola.
“Dove lo vuoi il cazzo, dove lo vuoi?” ti chiedo. E mi accorgo che la voce esce rotta per la mia stessa emozione.
Non rispondi subito, aspetti che la lingua ti colpisca ancora.
“Dentro. Dammelo dentro” rispondi con la voce pressante.
Ti allargo ancora le natiche. Ti voglio guardare così per un attimo. Il forellino è appena aperto, esposto, umido. Palpita.
“Sei calda di culo” ti dico.
“Sì…” ti esce come un sospiro.
Impugno il cazzo alla base. Lo sento gonfio, le palle dure e grosse. La cappella è una prugna di carne, rossa. Lo so, anche se non la vedo. Risalgo un poco lungo la tua schiena, te lo appoggio fra le chiappe.
“Ahh” ti esce un breve suono, come se non lo aspettavi. So che ti piace sentirlo. Mi hai detto che ti è piaciuta subito la mia cappella gonfia. Hai detto che ti piace il mio cazzo.
“Dove lo vuoi?” chiedo ancora.
“Ti prego… Ti prego… Fottimi” dici tu.
Sposti il culo indietro, me lo cerchi. Ma non ti do il tempo. Sarò io a farlo. Non tu.
Ti do un colpo secco, di reni e di coglioni. Ti infilzo. Ti entro. Ti strappo.
“Ahhhhh” ti esce un suono lungo ma strozzato, come se non lo aspettavi.
Metà cappella è dentro, ti allarga il buco, sento l’anello che mi stringe la punta del cazzo. Ti faccio fare un respiro profondo, non aspetto la fine, e ti do un’altra botta, ancora più decisa, di nervi, più forte. E’ una botta di cazzo che ti entra nella pelle, nella carne, nel tuo morbido buco di culo.
“Ahhhhhh” ti esce come un respiro, come se l’aria compressa nel tuo culo ti uscisse dalle labbra dischiuse. Ti sento calda, sento che lo stringi.
“Sì”, dici, “Sì… Sì…” ripeti.
“Dio Maura, come sei calda di culo” ti dico.
“Sì” ti esce come un lamento.
Le botte sono lunghe, delle onde. Lo ritiro quasi fino a farlo uscire, e poi lo tuffo ancora dentro. Ogni volta arriva più in profondità, sento la pelle del tuo intestino che si strofina come un guanto sulla mia asta, sul mio pezzo di cazzo. Ti arrivo dentro fino ai coglioni, sento che lo risucchi,
penso che anche i coglioni potrebbero entrare, sento che li vorresti tutti dentro.
“Sei la mia troia. Sei la mia troia. Sei la mia troia” ti dico all’orecchio, piano.
Sembra quasi che non mi senti. “Sì, sì, sì” dici. Ma non capisco se dici a
me o al mio cazzo. Ormai siamo la stessa cosa, io e il mio cazzo.
Ti fotto. Ti inculo. Ti sbatto. Cazzo se ti sto sbattendo! Cazzo! Urli, ogni colpo che ti do è un urlo, un gemito.
“Troia!” stavolta te lo grido che sei una troia, che sei la mia troia.
Scivolo in te, senza fermarmi, fino in fondo. Ti arrivo al centro delle budella, dove sembra
concentrarsi un pugno di piacere, e ogni botta che ti arriva quel grumo freme, si scuote, si incrina.
Ti prendo per il collo, ti faccio guardare la mia faccia, voglio vederti mentre sono dentro di te.
Hai gli occhi socchiusi, verdi di luce, liquidi, persi. La bocca ti si apre, si spalanca. Sono gemiti di culo, urla che ti salgono dal culo.
Vedo le tue mammelle fremere, tremare ad ogni botta di cazzo. Quella carne morbida e immensa, meravigliosa, i capezzoli duri e scuri. Sembra quasi che stai vibrando con tutto il corpo. E’ questo che mi travolge. Non voglio aspettare, non posso.
Mi pianto tutto dentro di te. Fino in fondo. Lo senti. Lo capisci.
“Sìììì… sìììììì” dici forte, in un lungo lamento.
Mi scarico dentro di te, al centro del tuo palpito. Ti sborro nell’anima. Litri di sborra ti entrano dentro. Sento ogni contrazione, ogni fiotto, ogni colata.
Godo come un pazzo, nel pieno del tuo culo…
sono graditi commenti delle lettrici: suskind_70@yahoo.it
Quanto vorrei che il live action di disney fosse più simile a questo racconto! Scherzi a parte: divertente, interessante, bel…
grazie amore
Non credo di aver avuto il paicere, ma grazie intanto della lettura.
Leggendo i tuoi racconti continua a venirmi in mente Potter Fesso dei Gem Boi
grammaticalmente pessimo........