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Racconti Erotici EteroTradimento

Vacanza al mare

By 22 Settembre 2025No Comments

Ero al secondo anno di università e seppur avevo avuto diverse occasioni con compagne di studi e non, non avevo una relazione stabile, per cui decisi, finiti gli esami. di prendermi una vacanza in solitario.
Facendo alcuni lavoretti durante l’anno mentre studiavo, avevo messo da parte un po’ di soldi per permettermi una vacanza estiva; insieme ad un amico affittammo per 15 giorni, nel mese di luglio, un monolocale in una località marina della costa toscana.
Frequentavo giornalmente un balneare e volendo riposarmi delle fatiche invernali, passavo le giornate stravaccato al sole o facendo lunghe nuotate, non tralasciando, comunque, di ammirare le bellezze femminili che mi passavano attorno, ma quelle che attiravano maggiormente il mio interesse erano le donne tra i 30 e i 50 anni, molte delle quali sole con i bambini, in attesa dei mariti che sarebbero arrivati a fine mese per le ferie dal lavoro.
Molte di queste erano molto attraenti ed io mi deliziavo, quando erano distese al sole, ad ammirare i loro corpi coperti solo da succinti bikini.
La mattina mi alzavo abbastanza presto per recarmi in spiaggia; non ero un amante delle notti passate fino all’alba in discoteca, al contrario del mio coinquilino che era un assiduo frequentatore e dormiva fino a tardi.
Come tutte le mattine ero al bar del balneare per fare colazione.
Non c’erano tavolini ma solo due lunghi tavoli con le panche dove gli avventori si sedevano fianco a fianco o di fronte a consumare.
Quella mattina mi trovai davanti una signora tra i 30 ed i 40, con un bikini arancio, la quale mi dava l’impressione che da dietro gli occhiali da sole mi stesse fissando.
Mora, occhiali da sole firmati, corporatura snella, ma con due belle tette che davano l’impressione che, anche senza il reggiseno del bikini, si sarebbero tenute su da sole e i capezzoli dritti che puntavano contro la stoffa del costume; mentre si avvicinava al tavolo avevo notato che aveva gambe affusolate e piedini calzati in sandali bianchi col tacco.
Le diedi una lunga occhiata ma, poi, finita la mia colazione, mi alzai per andare a stendermi al sole.
La mattina dopo ero ancora seduto al bar, quando la vidi arrivare, con brioche e cappuccino, e sedersi davanti a me facendomi un sorriso.

-“Buongiorno.” – le dico cercando di attaccare discorso – “Vedo che anche lei è mattiniera”.
-“Buongiorno. Sì porto mio figlio tutte le mattine al baby club, così lui si diverte ed io posso avere un po’ di tranquillità” – risponde sorridendo.
-“Bene, io mi chiamo Manuel e sono anch’io in cerca di tranquillità dopo le fatiche invernali”.
-“Io sono Francesca.” – si presenta allungando la mano – “Sono qui in vacanza, con mio figlio, in attesa che mio marito abbia le ferie e venga da noi”.
Mentre finivamo la colazione, continuiamo a parlare del più e del meno.
Vengo così a sapere che lei abita a Poggibonsi, ha 34 anni, è insegnante alle scuole elementari ed il marito è titolare di un’azienda che fa allestimenti di camper.
-“Visto che sei da sola, ti fa piacere se ci sistemiamo sotto lo stesso ombrellone, così possiamo continuare a parlare?” – le propongo.
-“Perché no? Qui non conosco nessuno” – accetta.
Verso le mezzogiorno lei si congeda, perché deve andare a riprendere suo figlio, con la promessa di rivederci il giorno dopo.
Dopo due giorni siamo entrati in confidenza tant’è che stamattina mi chiede di spalmarle la crema solare sulla schiena.
Si mette seduta sulla sdraio ed io, dietro di lei, comincio a spalmare la crema solare.
Nel massaggio sposto il laccetto del reggiseno per poter ungere tutta la pelle.
-“Slaccialo se ti da fastidio” – dice lei.
Tiro il laccetto mentre lei tiene su le coppe con le braccia conserte.
-“Hai una schiena bellissima” – le dico mentre massaggio la crema.
-“Uuhh è un bellissimo complimento detto da un bel ragazzo come te” – risponde ridendo.
Quando arrivo in basso azzardo a scendere fino all’orlo dello slip che sposto leggermente e lei non protesta.
Questo mi da coraggio e risalgo a massaggiare i fianchi sotto le braccia sfiorando la parte dei seni lasciata libera dal reggiseno slacciato.
-“Adesso non esagerare” – mi redarguisce lei girando la testa e sorridendo riallaccia il reggiseno.
-“Visto che ho le mani unte,” – dico io – “se ti giri te la metto anche sulle braccia.
Non risponde, ma si gira porgendomi le braccia.
Spalmo la crema sulle braccia e, poi, risalgo anche alle spalle e alla base del collo.
Dietro gli occhiali non vedo i suoi occhi ma il suo seno si alza e si abbassa in respiri sempre più rapidi.
-“Uuummm, che bello.” – sospira – Mi farei massaggiare tutto il giorno”.
-“Se vuoi sono al tuo servizio” – le dico malizioso.
-“Sono che certa che lo faresti con piacere” – mi fa sollevando gli occhiali e guardandomi dritta negli occhi.
-“Devo andare, ho un appuntamento” – dice poi guardando l’orologio ed alzandosi.
-“Ma ho appena finito di metterti la crema!!!” – esclamo.
-“Non ha importanza.” – dice svelta e si allontana – “Ci vediamo domani”.
Ma l’indomani non viene ed io mi chiedo se, forse, ho osato troppo.
La rivedo il giorno dopo.
Facciamo colazione assieme e, poi, ci dirigiamo all’ombrellone.
Lei si siede sulla sdraio davanti a me e mi guarda a lungo.
-“Senti Manuel,” – attacca – “tu sei un bel ragazzo, gentile ed educato e devo dire che mi piaci, anzi, mi piaci molto, ma io sono una donna sposata, con un figlio e non ho mai tradito mio marito. Per cui non ti fare delle illusioni”.
-“Ma io non intendo assolutamente avere secondi fini.” – rispondo d’impeto – “Tu sei una bella donna ma il mio interesse nei tuoi confronti è di pura amicizia”.
-“Bene, chiarito questo, “amico”, se ti chiedo di mettermi la crema solare, limitati alla schiena e non andare in altre parti del corpo non richieste” – finisce con un sorriso.
-“Promesso” – dico alzando due dita e scoppiamo a ridere tutti e due.

Trascorsero così altri giorni, c’incontravamo al mattino, passavamo la mattina assieme, fino a quando lei doveva andare a riprendere suo figlio e da parte mia non ci furono più avances verso di lei.
Ed arrivò quel giovedì.
Suo marito sarebbe arrivato il giorno dopo e le mie vacanze erano finite, sarei ripartito il lunedì successivo.

Francesca stamani è stranamente silenziosa.
-“Devo andare al bagno,“ – mi dice ad un certo punto – “ma non so dov’è. Tu lo sai?” – chiede.
-“Certo, è in fondo alle cabine” – rispondo.
-“Mi accompagni?”
-“Se vuoi” – le dico, anche se sono un po’ stupito dalla sua richiesta.
L’accompagno fino alla porta dei bagni, tra le file di cabine.
-“Ecco i bagni sono lì” – le dico indicandole la porta.
Lei apre la porta e prima di entrare mi fa segno con il dito di avvicinarmi.
-“Entra con me” – mi dice sbalordendomi.
Quando siamo dentro mi getta le braccia al collo e mi bacia.
Sento la sua lingua che preme contro le mie labbra, le apro e l’accolgo; la sua lingua fresca mi esplora con dolcezza infinita e con una punta di malizia sempre più intrigante.
Quel lungo bacio intenso mi piace così come il sapore della sua bocca e della sua saliva. Quando si stacca ne vorrei ancora.
-“Sai ho riflettuto molto in questi giorni e ho deciso di togliermi questo sfizio” – sussurra a fior di labbra staccandosi – “Chiudi la porta”.
Dopo aver chiuso, lei s’inginocchia davanti a me e afferrato il bordo del costume me lo abbassa alle ginocchia, lasciando libero il mio membro già quasi in erezione.
-“Mamma mia come sei grosso!!!” – esclama guardandolo.
Lo prende in mano, lo soppesa e dopo averlo scappellato inizia a leccarne la punta, poi, scende lungo l’asta e, poi, apre le labbra e se lo fa scivolare dentro.
Sono esterrefatto da questo suo comportamento da troia, improvviso ed inatteso.
Devo dire che ci sa fare, le sue leccate ed aspirate, mi danno sensazioni fortissime ed in poco tempo il mio cazzo diventa duro e riempie la sua bocca.
Quando crede che sia il momento, si alza. si toglie lo slip del costume e si gira dandomi le spalle.
-“Dai vieni.” – mi dice alzando una gamba ed appoggiandola sul water ed allargando le natiche con una mano mi mostra la figa
Vorrei prepararla con la lingua prima di penetrarla; mi abbasso dietro ma lei mi blocca.
–“Vieni” – mi dice sollevandomi la testa – “Facciamo alla svelta, non vorrei che arrivasse qualcuno a disturbarci”. Fai piano, non sono abituata ad un calibro come il tuo, quello di mio marito è quasi la metà”.
La signora vuole essere scopata subito ed io l’accontenterò!!!
Mi metto un bel po’ di saliva sulla mano e la passo sulla sua figa e sul glande,
Appoggio la punta dell’uccello alle sue labbra e spingo, spingo delicatamente, non voglio farle male, ma, superate le labbra, le pareti vaginali sono morbide e cedevoli, così riesco ad infilarne dentro un bel pezzo.
-“Aaahhh…” – geme – “Come sei grosso… Fai piano”.
Ma nonostante il suo lamento, è lei a spingere indietro fino a che il mio pube tocca le sue natiche.
-“Ooohh mio dio.” – geme ancora – “Non mi sono mai sentita così piena”.
Le prendo i fianchi ed inizio a scoparla, prima lentamente, poi aumentando gli affondi al ritmo dei suoi gemiti.
-“Ooohhh sììì… Cosììì… Daiii… Ooohhh come è bellooo…”.
L’odore di sesso e dei nostri corpi sudati ed eccitati riempie l’angusto spazio del bagno.
La sua figa è stretta, ciononostante mi accoglie bene e le sue carni mi massaggiano il cazzo in modo così intenso che non credo resisterò molto.
Ma è lei che mi precede.
-“Ooohhh… Daiii… Sto venendo… Godooo…” – urla ed io sono costretto a metterle una mano sulla bocca per impedire che qualcuno possa sentire.
-“Mmmhhh… Mmmhh…” – continua a mugugnare mentre si lascia prendere dall’orgasmo.
Le contrazioni del suo orgasmo portano anche me al limite ed estraggo il cazzo per sborrare.
-“Nooo…” – urla togliendomi la mano dalla bocca – “Vienimi dentro, voglio sentirti venire”.
Al suo desiderio rinfilo l’uccello nella figa, un paio di affondi e le riverso una copiosa sborrata nell’utero.
-“Sììì… Cosììì… Com’è caldo, bollenteee…”
Finiamo di godere assieme, lei appoggiata al muro col respiro affannoso, io attaccato alla sua schiena.
Quando estraggo il membro un rivolo di sperma le cola dalla vagina aperta finendo sul pavimento.
Si gira verso di me, mi prende il viso tra le mani e mi bacia con passione, infilandomi la lingua in bocca.
-“Penso di non aver mai goduto in questo modo” – sussurra quando si stacca – “È stato bellissimo”.
Non riesco a replicare niente, ma le carezzo dolcemente le spalle.
-“Esci prima tu.” – mi dice sedendosi sul bidet – “Io mi lavo e poi ti raggiungo”.
Mi tiro su i pantaloncini del costume così come sono, mi laverò poi, apro la porta ed esco.
Dopo un po’ che sono sotto l’ombrellone lei mi raggiunge.
Mi sorride con il viso raggiante.
-“Grazie, valeva veramente la pena di fare questa scappatella” – dice sedendosi accanto a me.
-“Domani viene mio marito.” – continua – “Ti prego fai come se non ci conoscessimo, solo buongiorno e buonasera, come dei normali frequentatori del balneare”.
-“Non preoccuparti,” – la rassicuro – “Non ho nessuna intenzione di rovinare il tuo matrimonio”.
-“Grazie Manuel, sei proprio un bravo ragazzo. Chissà, forse, ci potremo rivedere l’anno prossimo”.
-“Forse” – rispondo.

Non tornai mai più in quel balneare.

Cari lettori, m’interessano i vostri pareri, commenti e suggerimenti, scrivetemi pure a manuelferrero751@gmail.com

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