Io ero in piedi, alle sue spalle, avevo scostato la porta della sua camera con il vassoio in bilico.Non chiesi permesso, la porta era semiaperta , pensavo mi avesse sentito, invece era li seduto alla scrivania davanti al computer acceso che si masturbava. Non mi aveva visto né sentito entrare, immediatamente pensai come uscire dalla camera, d’altra parte ero entrata solo pochi passi, ma quell’immagine mi aveva imbarazzata tanto che il vassoio cominciava a tremare.Fortunatamente la musica che si diffondeva per la camera aveva attutito il rumore provocato dai miei passi sulla mouquette ed io, a piedi nudi, ero una presenza impalpabile, cosi’ riuscii ad uscire dalla stanza e prendere le scale che andavano in cucina. Trenta secondi dopo ero ancora li, stavolta senza vassoio, dietro la porta socchiusa che mi godevo lo spettacolo.Lo so non era consono per me, ragazza alla pari, quasi vent’enne, siciliana in vacanza studio in inghilterra, accolta, due settimane prima, dalla famiglia presso la quale mi ero stabilita per il mio corso di lingua. Era una mancanza di rispetto, ma era più forte di me. Guardavo Jonathan, il più piccolo dei figli dei signori Bread, che si massaggiava il pistolino davanti ad uno schermo che trasmetteva immagini di ragazze che si baciavano fra di loro. Jonathan aveva diciotto anni forse anche meno; non era quello che si dice un bel ragazzino.
Piccolo, brufoloso, rosso di capelli e pieno di lentiggini, un grosso paio di occhiali sporgenti sul naso.Continuava a menarselo in maniera così infantile che mi fece tenerezza, m’insinuai nell’apertura della porta per vedere meglio.Con due dita, il pollice e l’indice, se lo prendeva e andava ritmicamente su e giù , smetteva solo per cliccare il mouse per cambiare immagine.
Andò avanti per circa dieci minuti, quando il ritmo improvvisamente aumentò ed in pochi secondi uno schizzo denso pesante filaccioso andò a imbrattare lo schermo luminoso del computer.La mano diventò sempre più lenta, quasi un massaggio dolce, fino a fermarsi. Si passò il palmo della mano sulla cappella umida ed arrossata come per togliere le ultime gocce, la stessa mano, la strofinò sui jeans perfettamente indossati ma con la lampo aperta.Con un fazzoletto di carta ripulì lo schermo assicurandosi che non vi rimanesse traccia del suo sperma, accartocciò il fazzolettino pregno del contenuto e senza particolare difficoltà lo getto, senza guardare, alla sua destra imbroccando l’apertura del cestino in vimini che portai io, in segno di ringraziamento per la loro ospitalità.Pensai che almeno a qualcosa serviva.La cosa che più m’incuriosì fu che all’interno del cestino in vimini vi erano almeno altri dieci fazzolettini bianchi accartocciati che giacevano sul fondo.
Il pomeriggio successivo, sicura che la scena si sarebbe ripetuta, cambiai leggermente il mio abbigliamento, un mini slip gambe e piedi nudi ed una larga canotta che scendeva fino ai fianchi quasi nascondendo le mutandine.Preparai il solito vassoio con aranciata e sandwich e lo portai nella cameretta di Jonathan. Mi piaceva l’idea di stuzzicare un ragazzino infoiato e dedito alla masturbazione selvaggia.
Arrivata alla porta, notai che stranamente era chiusa. Ero con le mani occupate non potevo bussare, e cosi, aprii con il gomito e mi richiusi la porta alle mie spalle.Il vassoio questa volta mi scivolò dalle mani, e dalla sedia balzò Jonathan con un sussulto. I pantaloni calati al ginocchio il cazzo ancora acerbo ma ben nerboruto e ritto, ma la vera sorpresa fu scoprire che sotto la scrivania si nascondeva Pete, il suo compagno di scuola, che rosso dall’imbarazzo non voleva uscire. Mi girai, quasi irritata, e mi misi carponi a raccogliere i cocci sulla moquette ormai imbevuta di aranciata.
Quella posizione fece l’effetto che mi aspettavo. I due ragazzini con gli occhi su di me, in piedi uno di fronte all’altro si stavano masturbando.Mi girai mi misi seduta per terra e li guardai, i loro occhi erano pieni di energia le loro mani si toccavano reciprocamente. Pete prendeva il cazzo di Jonathan e lo menava su e giù .Io rimasi allibita, ma non della scena, ma della mia reazione; mi misi seduta sul pavimento allargai le gambe scostai gli slip , e cominciai a farmi un ditalino, uno di quelli che ti fai quando sei innamorata e devi scaricare la tua eccitazione, lento dentro la figa che si stava oscenamente riempiendo di succo biancastro, si diffondeva l’odore della mia eccitazione, loro lo sentivano, m’infilavo il dito lo ritraevo tutto fino a farlo uscire e con lui fili di umore denso e odoroso misuravano la distanza fra la punta del medio e l’apertura della mia fica.
Con un cenno della mano li feci avvicinare, porsi loro la mia bocca, ma non mi sfiorarono.Lo volevo, volevo assaporare i loro giovani cazzi, ma loro si allontanavano.Sentivo il loro odore, mi ricordava il porto di Siracusa, era forte ma non nauseante.Si fecero un po’ di coraggio arrivarono quasi alle mie labbra, la lingua era pronta per accarezzarli. Loro in piedi mi guardavano e si masturbavano, aspettavo i loro cazzi nella mia bocca, si mossero verso le mie labbra, ognuno riprese in mano il proprio cazzo, e senza che potessi assaporare la loro pelle mi scaricarono contemporaneamente una pioggia di sborra, liquida poco pastosa quasi leggera.
Li feci sfogare, continuavano a sgocciolare fino a che finito l’orgasmo Jonathan sorridendo prese un fazzolettino e ne porse uno a Pete e a me.Feci lui cenno di fermarsi, mi alzai col viso e i capelli impiastricciati di sborra li feci appoggiare contro la scrivania, m’inginocchiai e cominciai a pulire i loro cazzi ancora umidicci e odoranti.Me li passavo e ripassavo con la lingua prima uno, poi l’altro Inghiottii quello che rimaneva del loro sperma.Li vidi in estasi. Ci volle un minuto che i loro cazzi ripresero forza s’irrigidirono nuovamente, e comincia a spompinarli.Ma con la stessa velocità con la quale s’indurirono, così mi riempirono la bocca di sborra.
Continua daiii eccitantissimo
Bello ma non ho gradito il passaggio dalla terza alla prima persona così senza un senso logico. Linda.
Ti ho messo un adoro perché il racconto è eccitante. Raramente commento ma qui mi è d'obbligo. Mi piace anche…
Spero non finisca così questa bella serie di racconti, attendo il Cap. 5
Non riesco più a trovare il racconto su Luna Lovegood, me lo puoi linkare?