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Racconti Erotici Etero

Viaggio di lavoro

By 14 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Non viaggio spesso per lavoro, ma qualche volta capita.

L’ultima volta sono stato a Genova per due giorni.

La sera, dopo aver lasciato l’ufficio, sono stato a cena con alcuni colleghi ed adesso sono da solo su uno dei divani della hall.

Ad un certo punto arriva un gruppo di persone, uomini e donne.

Si siedono sui divani di fronte a me.

Chiacchierano, ridono, bevono.

Credo che anche loro siano qui per un viaggio di lavoro.

Li osservo e mi cade lo sguardo su una di loro, mi colpisce subito. Non riesco a toglierle gli occhi di dosso. Capelli castano scuro lunghi, occhi verdi, sotto la camicetta di raso una seconda di seno ben fatto, gambe che non finiscono mai avvolte in calze color carne, scarpe con tacco alto con un laccio che avvolge le sottili caviglie, bella, molto bella. Scopro dai loro discorsi che si chiama Sonia.

Anche il nome mi piace.

Ride con gli altri, molto disinvolta. E’ bellissima quando ride.

La guardo in ogni suo movimento. Forse la guardo troppo. Se ne accorge.

Mi guarda, guardo altrove.

Lei riprende a parlare ed a ridere. Io riprendo a guardarla.

Mi guarda di nuovo, sostengo lo sguardo questa volta. E’ lei adesso che lo distoglie.

Andiamo avanti così per un bel po’.

E’ tardi il gruppo comincia a sciogliersi. Molti vanno a dormire.

Lei rimane con qualche amica a chiacchierare ancora.

La mia speranza &egrave che resti da sola, così da tentare un approccio.

Speranza vana.

Va via insieme alle amiche.

Resto lì altri 10 minuti poi decido di andare anch’io. Faccio per alzarmi.

Un tuffo al cuore. La vedo uscire dall’ascensore e viene verso di me.

Si ferma al divano dove pochi minuti prima era con gli amici e si mette a cercare qualcosa.

E’ il mio momento.

‘Posso aiutarla?’

Si gira e mi guarda, da vicino &egrave ancora più bella.

Mi sorride: ‘Ho perso un orecchino”

Le chiedo:’Mi fa vedere come &egrave fatto?’

Si scosta i capelli per farmi vedere l’altro. Il suo collo &egrave stupendo, mi viene voglia di darle un bacio. Forse lei se ne accorge, si scosta e cominciamo a cercare insieme sul divano.

La aiuto, guardo sotto i divani, sotto i cuscini. Nulla.

Le propongo ‘Rifacciamo il percorso che ha fatto, può darsi che lo troviamo.’

Accetta, mi sorride.

Entriamo in ascensore, saliamo al suo piano, rifacciamo il corridoio, arriviamo alla porta della sua stanza. Niente.

Mi dice ‘Beh, pazienza. E’ stato molto gentile ad aiutarmi.’

Ci guardiamo fissi negli occhi, per lunghi istanti. Mi perdo nei suoi occhi verdi.

Inaspettatamente mi dice ‘Posso offrirle qualcosa per ringraziarla del suo aiuto?’

Cacchio! Riesco a risponderle ‘Sì, grazie!’

Entriamo nella sua stanza.

Lei davanti a me, mi fa strada. Mi fa accomodare sul divano.

Passiamo al tu subito.

Mi dice: ‘Ho notato che mi guardavi, prima nella hall.’

Forse arrossisco. Non ho il tempo di ribattere.

‘Di solito mi sento a disagio ad essere osservata in quel modo, ma con te &egrave stato diverso’ Le dico ‘Di solito non guardo le donne a quel modo, ma tu sei diversa!’

Si alza e viene a sedersi vicino a me.

Sento il suo profumo, mi inebria. Mi si avvicina ancora di più.

La guardo negli occhi e contemporaneamente le accarezzo con una mano la gamba.

Attendo una sua reazione, che non tarda a venire.

Avvicina le sue labbra alle mie e mi bacia. Stupendo.

Rispondo al bacio, le nostre lingue si cercano e si trovano e si intrecciano.

La mia mano adesso e sulla sua camicetta.

Si fa strada sul reggiseno nero ricamato, accarezza la sua pelle.

Lei reclina la testa all’indietro si offre alle mie carezze. Le sbottono la camicetta.

Con la mano estraggo uno dei seni e comincio a baciarle delicatamente il capezzolo, che diventa turgido sotto la mia lingua. Lo bagno leggermente con la saliva.

Poi &egrave il turno dell’altro. Mentre gioco con la lingua sui suoi capezzoli, la mia mano riprende l’esplorazione delle sue cosce.

Lei le allarga per non creare ostacoli alla mia perlustrazione.

Arrivo al bordo di pizzo delle autoreggenti, indugio con la mano, poi riprendo il tragitto.

La sua calda pelle sotto la mia mano mi da uno strano brivido.

Arrivo al bordo degli slip. Infilo la mano e subito le mie dita si perdono tra i suoi peli.

Emette un gemito.

La mia mano adesso scende verso il basso. La sua fica già bagnata accoglie le mie dita.

Ma non affondo subito. Le dita seguono il contorno delle sue grandi labbra.

Lei si muove, vorrebbe il contatto.

Non &egrave ancora il momento.

Risalgo, mi fermo al clitoride. Con un dito lo accarezzo, lei allarga ancora di più le cosce.

Sento il cazzo gonfio sotto i boxer. Lei se ne accorge e comincia ad accarezzarmelo da sopra i pantaloni.

Il contatto me lo fa irrigidire ancora maggiormente.

Mi sbottona la camicia e comincia a baciare tra i peli del mio torace.

Poi scende, mi slaccia prima la cintura, poi i bottoni della patta. Mi abbassa i pantaloni e comincia a baciare il mio cazzo da sopra i boxer.

Mi arrapo da morire.

Vuole vendicarsi del fatto che la mia mano tormenta la sua fica senza affondare nelle sue profondità. Ci riesce.

Allora con un dito scendo sotto il clitoride ed affondo nei suoi umori. Nessuna resistenza nel penetrarla, anzi il dito scivola facilmente all’interno.

Sento che apprezza la cosa.

Ora abbassa il mio boxer e lascia uscire il cazzo ormai duro.

Ne sente l’odore poi lo bacia delicatamente, comincia a leccarlo.

Dalla base alla punta. Poi lo infila in bocca, lo succhia, mi lecca il glande.

La mia eccitazione sale alle stelle. Non solo &egrave brava, ma le piace anche.

La mia mano nel frattempo le esplora ormai tutta la fica.

Sotto il palmo della mia mano sento il suo cespuglio.

Ci fermiamo un momento, solo il tempo di toglierci i vestiti di dosso.

Lei rimane solo con il perizoma nero, le calze color carne e le scarpe che le slanciano le belle gambe.

La guardo. Bellissima!

Io sono nudo, ancora seduto sul divano.

Si inginocchia di fronte a me e ricomincia il suo lavoro.

La sua bocca avvolge nuovamente il mio cazzo. Riprende a succhiarlo.

Una mano sulle palle l’altra tra le sue cosce.

Mentre mi succhia il cazzo si masturba, questo mi eccita ancora di più.

La sua lingua non tralascia nemmeno un centimetro del mio cazzo, ed ad ogni passaggio una scia di saliva segnala il suo passaggio.

Adesso si alza e si siede sul cazzo, dandomi le spalle. Se lo sistema con una mano all’ingresso della sua fica.

Con un movimento lento fa scivolare il pisello nella sua fica, mi godo il tutto.

Dopo averlo infilato tutto, comincia a muoversi. Un movimento sussultorio che mi eccita da morire. Nel contempo con una mano si tocca la fica, poi le mie palle. Me le stringe.

Si adagia su di un fianco, io senza uscire dalla sua fica, le assecondo il movimento.

Ora sono disteso dietro di lei con il cazzo ben piantato nella sua bagnatissima fica.

Con una mano le stringo uno dei seni.

Lei eccitatissima si contorce dal piacere, la sento gemere, un fremito ed il suo primo orgasmo le fa perdere il controllo.

Le sue dita bagnate dei suoi umori si avvicinano alla mia bocca. Le succhio avido.

Ci spostiamo sul letto.

La faccio distendere e comincio a leccarle la fica.

Prima il clitoride turgido, poi lentamente passo alle grandi labbra.

La fica piena degli umori del suo orgasmo.

La mia lingua affonda nella sua carne.

Ricomincia a dimenarsi.

Le sue mani sulla mia testa, mi indicano la strada da seguire.

Con un dito esploro il suo culo, dopo averlo bagnato nella fica fradicia.

Le piace. Allora lo infilo dentro, prima uno poi due.

La lingua nella fica, le dita nel buchetto del suo culo. Le piace.

Si gira e si mette in ginocchio. Un chiaro invito, che non mi lascio sfuggire.

Avvicino il mio cazzo al suo secondo buco.

Metto un po’ di saliva sulla punta del mio pisello.

Lei &egrave bagnata ovunque, non c’&egrave bisogno di lubrificarla.

Il cazzo si fa strada nel piccolo orifizio, sento il calore della sua carne.

Lei per un momento sta ferma, aspetta la penetrazione, che arriva, anche se lentamente.

Il cazzo entra un poco alla volta e lei comincia a muoversi, spinge il bacino verso di me.

Vorrei controllare la situazione, ma &egrave lei che conduce il gioco.

Spinge, il cazzo si infila sempre più dentro.

Lei geme. Non capisco se per il piacere o per il dolore.

Ormai il cazzo &egrave tutto dentro, comincio a muovermi anch’io. La stantuffo piano, poi un po’ più forte.

Anche Sonia si muove, adesso siamo sincronizzati. Una sua mano tocca le mie palle, che sbattono sulla fica.

Non credo di riuscire a tenere questo ritmo.

Sonia si tocca la fica, poi le palle. Il cazzo ben piantato nel suo culo.

Gode, sento le sue contrazioni sul cazzo. Per me &egrave il massimo. Il mio orgasmo esplode improvviso.

Uno, due, tre fiotti di sperma caldo nel culo.

La mia sborra le riempie il culo.

Lo sento colare all’esterno, scende sulla fica. Sonia lo raccoglie con le mani, se lo passa ancora caldo sulla fica.

Siamo sfiniti. Ci addormentiamo.

Prima dell’alba torno nella mia stanza. Mi riaddormento.

Il giorno dopo la cerco alla reception.

Mi dicono che &egrave già andata via e che ha lasciato una busta per me.

La apro’ dentro un orecchino!

E’ tutto quello che mi rimane di lei.

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