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Racconti Erotici Etero

Viva l’Inghilterra 1 – L’arrivo e Blanche

By 6 Ottobre 2024No Comments

La storia che vado a raccontare è basata su fatti realmente accaduti, i luoghi ed i tempi sono reali, solo i nomi sono di fantasia.

Salve sono ancora Mauro con un’altra storia di vita vissuta.
Finita la parentesi con Luisa (vedi La cugina infermiera), una volta da solo, continuai gli studi di architettura con brillanti risultati, tanto che riuscii a laurearmi con solo sei mesi di ritardo ed un’ottima media.
Con Luisa c’incontravamo ancora, ma solo per passare del tempo assieme, non abbiamo mai più fatto sesso.
Poi lei conobbe Leonardo, un medico che lavorava con lei, cominciarono a frequentarsi e dopo alcuni mesi andarono a convivere assieme.
I nostri incontri si diradarono.
Dopo la laurea, grazie alle conoscenze di mio padre, iniziai un periodo di praticantato in uno studio di architetti ad Arezzo.
Era più di un anno che lavoravo in quello studio, quando un giorno uno dei soci mi chiamò nel suo ufficio.

-“Vieni Mauro, siediti” – m’invita L. – “È bel po’ che lavori con noi ed abbiamo avuto modo di apprezzare le tue qualità”.
-“Grazie” – riesco solo a dire stando sul chi vive.
-“Abbiamo deciso di aprire uno studio a Watford, un sobborgo di Londra, per cercare d’inserirci nel mercato inglese”.
-“Ora, abbiamo già un corrispondente sul posto, William, uno del luogo, ma abbiamo bisogno di qualcuno del nostro staff che faccia da supervisore”.
Seguivo quel discorsetto preliminare con attenzione, non capendo dove volesse arrivare.
-“Abbiamo pensato, con gli altri soci, che viste le tue qualità ed il fatto che parli discretamente l’inglese. di offrirti la possibilità di emergere, dandoti il posto di nostro rappresentate sul luogo. Ciò ti darebbe la possibilità di fare una bella esperienza e di cominciare a lavorare, sotto la nostra supervisione, su progetti tuoi. Si tratterebbe, sempre che tu accetti, di stare lì qualche mese, forse un anno. Cosa ne pensi?”.
Sono stupefatto!!!
Mi sta offrendo la possibilità di avere uno studio tutto mio, anche se sotto la loro direzione, seppur in un paese straniero!!!
Non potevo perdere quell’occasione!!!
-“Beh, sono onorato e felice della fiducia che riponete in me, la mia risposta non può che essere affermativa”.
-“Bene, sono contento che tu abbia accettato. Comincia a sistemare i lavori che stai facendo per passarli a qualcun altro e preparati a partire tra circa un mese”.

Quella sera detti la notizia in famiglia, provocando la gioia di mio padre e la disperazione di mia madre.
Nel giro di un mese sistemai tutte le incombenze che avevo in studio e preparai i bagagli per partire.
Eravamo verso la metà di ottobre, un periodo pessimo per iniziare una vita a Londra, considerato il clima di quel periodo dell’anno, ciononostante partii con la gioia nel cuore ed animato dalle migliori intenzioni.

Al mio arrivo all’aeroporto, trovo ad attendermi William, con un cartello col mio nome.
-“Hi” –fa quando mi avvicino – “tu devi essere Mauro. Io sono William, vieni ho l’auto parcheggiata qui fuori”.
William è tra i trenta ed i quaranta, alto quanto me, moro, occhi scuri, la giacca di tweed che indossa valorizza le sue spalle larghe da sportivo.
Durante il tragitto vengo a sapere che William aveva i nonni italiani, emigrati come minatori e che nella sua famiglia si è sempre continuato a parlare un po’ d’italiano e quindi lui capisce e parla un po’ la mia lingua.
Dopo circa un’ora si ferma davanti ad un pub.
-“Per il momento” – mi spiega – “ti ho riservato una stanza qui, in attesa di trovare una sistemazione migliore, È piccolo ma pulito e fanno da mangiare in modo squisito e poi non è lontano dallo studio, ci si può arrivare a piedi. Sistemati, vengo a prenderti verso le sette, stasera sei ospite a cena da me”.
Mi accoglie una signora sulla quarantina, che è la padrona del locale.
Si presenta come Blanche e mi dice di seguirla per accompagnarmi in camera.
Mentre le vado dietro la guardo per bene.
Bionda, capelli lunghi, occhi che hanno uno strano colore viola, abbastanza alta ed il vestito crema che indossa rivela le sue forme procaci.
Ha un bel seno alto ed ora che le sono dietro posso ammirare la rotondità del suo sedere che ondeggia davanti ai miei occhi, nonché le sue belle gambe, inguainate in calze nere, che terminano in delle scarpe nere con un bel tacco largo.
Arrivati in camera, mi apre la porta e mi fa entrare.
Mi mostra la stanza, armadio, cassetti, mentre io non stacco gli occhi da lei; quando si china il vestito le fascia il culo esaltandone la forma rotonda.
Lei si accorge delle mie attenzioni ed a un certo punto mi guarda negli occhi e mi sorride.
Finite le spiegazioni mi lascia regalandomi un bel sorriso.
Penso che il mio soggiorno inglese è ben iniziato.
Alle sette in punto, William si presenta davanti all’entrata del pub.
Camminiamo chiacchierando per una decina di minuti, poi si ferma davanti ad una villetta in tipico stile inglese, con un piccolo prato sul davanti.
-“My home.” – mi dice – “Vieni, entra, che ti presento mia moglie”.
Entriamo e ci viene incontro sua moglie.
-“Questa è Lacy mia moglie; cara lui è Mauro, del quale ti ho parlato, collaboreremo al nuovo studio”.
-“Hi Mauro, piacere di conoscerti”.
-“Il piacere è tutto mio” – le rispondo guardandola dalla testa ai piedi.
Lacy è una splendida donna dai bellissimi capelli fulvi, quasi rossi, meravigliosi occhi azzurri, alta quasi quanto il marito, il corpo fasciato in un abito color fucsia che evidenzia le sue curve: seni non tanto grandi, ma ben rotondi, una vitina stretta e sotto due fianchi ad anfora, lunghe gambe, per metà scoperte visto che il vestito le arriva a mezza coscia, ai piedi un paio di sneakers rosa.
Uno splendore!!!
-“Venite,” – c’invita – “prendiamo un drink, la cena è quasi pronta”.
Ci accomodiamo in soggiorno, arredato con gusto e con un gran bovindo che da sul giardino.
Lei siede davanti a noi due, accavallando le gambe e mettendo in mostra le splendide cosce nude.
È un po’ di tempo che non faccio sesso e a quella visione sento l’uccello agitarsi nei pantaloni.
Parliamo un po’ delle nostre vite, dei progetti per il nuovo studio; Lacy è un’interlocutrice molto intelligente ed affascinante; vengo così a sapere che lei si occuperà della parte amministrativa dello studio.
Ciò significa che l’avrò a portata di sguardi molte ore al giorno; speriamo bene!!!
Dopo il drink ci mettiamo a tavola e la cena si svolge piacevolmente sullo stesso tono.
Finito di mangiare e bevuto un altro drink, prendo congedo dai due, scusandomi per la stanchezza del primo giorno.
William vorrebbe accompagnarmi, ma declino l’invito, dicendo che preferisco fare due passi a piedi.
Arrivo al pub e quando entro Blanche mi accoglie con un sorriso radioso.
Le auguro la buonanotte e salgo in camera.
Mi metto a letto e, prima di addormentarmi, ripenso agli avvenimenti della giornata.
Credo che durante questo mio soggiorno nella terra di Albione non mi annoierò.

Erano passati diversi mesi ed io ancora abitavo nella stanza del pub, non perché non trovavo niente, ma perché lì stavo bene; era vicino allo studio, il mangiare era buonissimo ed in più godevo del piacere della vista della bella Blanche, con la quale ero entrato in confidenza.
Ci eravamo più volte fermati a parlare dopo la chiusura del pub ed avevo saputo diverse cose di lei e lei di me.
Aveva 36 anni e dopo sei anni di matrimonio, senza figli, aveva divorziato perché il marito, approfittando del pub, si ubriacava tutte le sere e non la considerava, non la toccava più, ne fuori, ne dentro al letto.
Per comodità, si era ricavata un appartamentino al piano di sopra, dove sono le camere che affitta, e viveva lì.
Una domenica a pranzo, sapendo che la sera e l’indomani il pub era chiuso, le feci una proposta.

-“È tanto che sono qui e che tu cucini per me. Che ne pensi se stasera, o anche domani, t’invito a cena io?”
Lei mi guarda un po’ stupita, poi sorride.
-“Ok, facciamo per domani sera, ma non ti mettere in testa strane idee”.
-“Mai” – rispondo ridendo e facendo ridere anche lei.
La domenica sera sono in attesa che lei scenda, nella sala del pub.
Quando la sento scendere le scale mi volto e rimango basito.
Indossa un tubino nero che fascia le sue forme procaci come un guanto, le arriva a mezza coscia lasciando scoperte le magnifiche gambe inguainate in calze fumé, ai piedi un paio di sabot nere con tacco da 12.
È proprio uno schianto!!!
-“Beh, sei rimasto senza parole? Non vado bene?” – mi domanda.
-“No,,, No…” – quasi balbetto – “Sei bellissima!!!”
-“Oh grazie.” – dice dirigendosi verso un armadio della sala per prendere una mantella di lana – “Andiamo?”
Usciamo e ci dirigiamo verso la mia auto.
Ho convinto lo studio madre a finanziarmi l’acquisto di un auto, anche se usata, motivandola col fatto che mi avrebbe dato più libertà di movimento per gestire meglio gli affari,
Le apro lo sportello e lei sale regalandomi una splendida visione delle sue lunghe gambe, fin quasi all’attaccatura delle cosce; scopro così che indossa delle calze e posso vedere il gancetto del reggicalze.
-“Dove mi porti?” – mi domanda.
-“Veramente speravo che potessi suggerire tu un posto, purché non sia un pub; io non conosco quasi niente”.
-“Allora andiamo al Wild Goose, è in campagna, ci vuole una mezzora, ma è un posto molto bello e cucinano la cacciagione in modo fantastico. Ti piace la cacciagione?”
-“Non particolarmente, ma penso avranno anche altre cose da mangiare”.
-“Oh sì, certamente”.
Quando arriviamo mi guardo attorno e devo ammettere che lei aveva ragione; siamo nella brughiera, il ristorante è un antico casotto di caccia fatto di blocchi di pietra e vicino scorre un ruscello che diffonde un dolce mormorio.
Entriamo e ci fanno accomodare in un tavolo d’angolo, molto discreto.
Dopo un attento esame del menù lei prende una pernice ripiena al forno, mentre io vado su una trota ai ferri, che, a detta del maitre, proviene direttamente dal ruscello a fianco, con contorno di verdure lesse.
Ordino una bottiglia di vino, cosa non comune in Inghilterra, e per onorare la sua pernice scelgo un bordeaux, anche se io mangio pesce.
Il cibo è squisito, Blanche mangia di gusto, annaffiando il pasto con diversi bicchieri di vino e alla fine siamo allegri e soddisfatti.
Il viaggio di ritorno si svolge allegramente, chiacchierando e ridendo entrambi.
Giunti al pub entriamo ed io mi dirigo verso le scale.
-“Ti va un ultimo bicchiere prima di andare a dormire?” – mi chiede bloccandomi.
-“Se vuoi” – rispondo, anche se credo che lei abbia già bevuto abbastanza; ma non conosco la sua resistenza all’alcool.
Mi siedo su uno sgabello, mentre lei gira dietro al bancone.
Mi versa due dita di Bushmills e per lei un gin con fetta di limone, esce dal bancone e si siede sullo uno sgabello davanti a me.
-“Cheers.” – mi fa alzando il bicchiere – E grazie per la bellissima serata”.
-“Cheers.” – rispondo – “Il piacere è stato mio, sono stato benissimo con te”.
Si è seduta sullo sgabello con le gambe leggermente dischiuse, offrendomi lo spettacolo delle sue magnifiche cosce, in mezzo alle quale intravedo un triangolino nero.
-“Ti piacciono?”
-“Cosa?”
-“Le mie gambe”.
-“Sono stupende!!!” – rispondo sorpreso dalla domanda.
Lei mi sorride e le discosta un pochino di più.
Finiamo i drinks e ci accingiamo ad andare di sopra, io cercando di nascondere l’erezione che ho nei pantaloni.
Giunta alle scale, si appoggia alla ringhiera e si china in avanti.
Il vestito risale fin ai glutei, mostrando il suo splendido culo, in mezzo alle natiche s’intravede un cordoncino nero che sparisce nell’incavo delle cosce.
Lei ha il viso girato e mi guarda sorridendo.
-“Vieni “ – mi dice faccendoni segno con il dito.
Mi avvicino e lei comincia a salire le scale ondeggiando il sedere, con me dietro, ipnotizzato da quel movimento.
Arrivati di sopra, mi prende la mano e mi porta verso il suo appartamento.
Apre la porta, accende la luce ed entriamo in un saloncino con angolo cucina.
Ma lei mi tira verso un’altra porta, la apre e siamo nella sua camera da letto.
Lì mi lascia sulla porta e si avvicina al letto.
Si gira, apre la chiusura del tubino e lo lascia scivolare a terra, rimanendo in lingerie nera, con tanto di reggicalze.
I seni compressi dal reggiseno sembrano due palloni sul punto di esplodere, il pube ricoperto dal perizoma nero è un triangolo perfetto.
Blanche prende i due lembi del reggiseno e li tira ai lati lasciando liberi i globi.
Porta le mani dietro e sgancia l’indumento, poi le porta ai fianchi ed aggancia le dita sui laccetti del perizoma facendolo scendere lungo le gambe fino alle caviglie; con un calcio lo lancia lontano rimanendo nuda, con le calze ed il reggicalze, sui tacchi alti e le mani appoggiate sui fianchi.
Senza una parola mi fa cenno col dito di avvicinarmi e quando sono a tiro afferra i baveri della giacca e me la sfila, le sue dita armeggiano coi bottoni della camicia ed anche quella parte.
Si siede sul letto ed attacca i pantaloni; in poco sono nudo con i pantaloni e le mutande alle caviglie; allora mi sfilo le scarpe e completo l’opera togliendo gli indumenti e rimanendo nudo davanti a lei, il cazzo dritto che punta al suo volto.
Non perde tempo ed in un lampo lo imbocca e, guardandomi negli occhi, lo fa scomparire in gola.
Il calore della sua bocca ed i movimenti della sua lingua mi portano in breve tempo vicino all’orgasmo.
Lei, esperta, se ne accorge e si sfila il fallo dalle labbra, si stende sul letto, si toglie le scarpe, sgancia il reggicalze e, con movimenti sensuali, toglie anche quelle, poi appoggia i piedi nudi sul mio petto; ne alza uno all’altezza delle mie labbra e mi fa capire cosa vuole.
I suoi piedini, con le unghie laccate di viola, sono vicini alle mie labbra.
Abbasso il viso e li bacio, poi prendo in bocca un alluce e lo succhio mimando un pompino.
-“Ooohhh yeah…” – sussurra – “Così mi piaceee…” – sussurra abbandonandosi all’indietro.
Passo da un piede all’altro, leccando anche gli spazi tra le dita; i suoi piedi conservano l’odore del cuoio delle scarpe, ma è un odore inebriante che mi eccita ancora di più.
Dopo qualche minuto di quel trattamento, le sue gambe cominciano a tremare; mi allontana e si mette in ginocchio sul letto.
-“Vieni.” – mi dice con voce roca.
Mi metto in ginocchio sul letto davanti a lei e ci abbracciamo.
-“Siediti.” – mi ordina.
Mi siedo sul letto e lei si allunga all’indietro ed apre il cassetto del tavolino da notte.
Prende una bustina azzurra, la apre con i denti e ne estrae un preservativo.
Si china sul mio membro e con destrezza lo incappuccia, poi passa le gambe attorno ai miei fianchi e si siede sulle mie cosce.
In questa posizione ho i suoi seni davanti al viso, mi tuffo su quel ben di dio e comincio a leccarli e a succhiarne i capezzoli, mentre lei inizia a muovere i fianchi strusciando la figa sulla mia cappella.
A quel gioco non resisto molto, con uno colpo di reni la stendo sul letto, sotto di me e cerco l’entrata della sua figa, mentre le bacio il collo e le lecco le orecchie.
Il cazzo trova la strada da solo e quando sento che è in posizione do una spinta e sprofondo in lei.
-“Aaahhhggg…” – geme soddisfatta – “Sì cosììì… Bello durooo…”
Inizio a scoparla con foga e con tutta la voglia che mi porto dentro da tempo.
-“Ooohhh yeaaahh.” – urla – “Fottimi Mauro… Fottimi cosììì… Forteeee…”
Colpo su colpo non le do tregua, la fotto con tutto me stesso, fino a quando lei reclina la testa all’indietro, spalanca la bocca come se cercasse aria e grida:
-“ Yeaaahh… I’m… I’m comiiiing…”
Mi pianto profondamente dentro la sua figa e le lascio godere completamente l’orgasmo e godendomi le contrazioni della sua figa, senza muovermi.
-“Oh my god,” – mormora quando si riprende – “come ho goduto. Era tanto che non godevo così”.
Io, intanto, sono ancora dentro di lei, duro come un bastone.
-“Ma… Ma tu non hai goduto?” – fa, accorgendosi del mio stato.
-“Eh no” – le rispondo sorridendo.
-“Vieni che ti faccio godere con la lingua” – e fa per togliersi da sotto.
-“Aspetta,” – la blocco – “facciamo in un altro modo”.
La prendo per i fianchi e la faccio girare mettendola a pecorina.
Ora posso godere della vista del suo culo maestoso.
Mi posiziono dietro e le do una lunga leccata, partendo dalla clitoride fino su, al buchetto fremente: al passaggio della figa posso gustare i succhi prodotti dal suo recente orgasmo.
-“ Ooohhh yeaaahh… Oh my god… Yeaahh…” – la sento dire.
Dopo averla slinguata per bene mi sollevo in ginocchio dietro, la prendo per in fianchi e con un sol colpo la penetro fino in fondo.
La sento irrigidirsi per un attimo, ma non dice niente, poi si rilassa, mentre io inizio a scoparla.
-“Dai Mauro…” – mi incita – “Dai… fammi godere ancora… Come ti sento… Bello durooo”.
Al suo incitamento le do sotto di brutto, affondando le dita nella carne delle chiappe e scopandola quasi con violenza.
Le natiche divaricate tremano ad ogni affondo del mio cazzo nella figa, in mezzo l’ano grinzoso fa bella mostra di se, attirandomi irresistibilmente.
Allora mi metto l’indice in bocca e l’insalivo per bene, l’appoggio al buchino e con una leggera spinta ne faccio entrare una metà.
Sento il muscolo contrarsi attorno al dito, ma è un attimo, poi si rilassa lasciandomi entrare del tutto.
-“Ooohhh my god… È bellissimooo… Continuaaa…” – urla.
Continuando a scoparla la masturbo col dito nel culo ed in poco tempo la sento contrarsi ed agitarsi.
-“Yeeaahh cosìiii… sto venendo ancoraaa…” – grida iniziando a tremare.
Al suo grido ed alle contrazioni della figa, non resisto più, le assesto ancora un paio di colpi profondi e poi estraggo il cazzo, mi strappo via il preservativo e le riverso un’abbondante sborrata sulla schiena e sul culo.
Finito di godere mi stendo stremato accanto a lei.
Lei si gira, mi prende il viso tra le mani e mi bacia sulle labbra.
-“Grazie Mauro, mi hai fatto godere come non mi accadeva da molto tempo.” – mi dice guardandomi ed io mi sento gonfio d’orgoglio.
-“Ora, però, vai, sono stanca e domani devo lavorare, voglio dormire”.
La guardo sorpreso, ma non dico niente; mi alzo raccolgo i miei vestiti ed esco dirigendomi alla mia camera.
-“Queste donne inglesi,” – rifletto durante il tragitto – “prima si fanno scopare, ti dicono che hanno un sacco goduto e, poi, senza un minimo di tenerezza, ti scaricano come se avessero usato un vibratore”.
Arrivato in camera, mi metto a letto così come sono e mi addormento quasi subito.

I commenti e i suggerimenti sono ben accetti, scrivetemi pure a miziomoro@gmail.com

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