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Orgia

I

By 10 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Fin da bambino sapevo usare bene i miei cinque ‘sensi’ e, pertanto, anche da grande mi rimase una grande capacità nell’usarli. Infatti quando vado in un ristorante, appena entrato, riesco a capire subito se il locale corrisponde alle mie esigenze. La ‘vista’ mi dice subito se il locale &egrave ben arredato, l’ ‘udito’ se &egrave poco rumoroso, il ‘tatto’ se le tovaglie e i tovaglioli sono alla mia altezza, l’ ‘olfatto’ se il profumo &egrave tale da avere delle portate molto buone. E’ difficile, invece, utilizzare il ‘gusto’ prima di mettersi a sedere e io, che sono un po’ furbetto, ho capito come fare! Passo accanto ai tavolini imbanditi, infilo uno o più diti nei vari piatti e poi me li lecco per sentire se sono alla mia altezza.

A questo punto, caro/a amico/a, ti domanderai ‘Ma che cazzo c’entra il ristorante con il sesso ?’ Invece sei tu che ti sbagli ma lo capirai presto quando ti spiegherò quanto c’entrano tutti e cinque i ‘sensi’ nell’area sessuale.

Il ‘senso’ che usiamo di più fin da bambini &egrave la ‘vista’ e, forse, ricorderete con quale attenzione guardavate ‘ bambini o bambine ‘ le fighine o gli uccellini delle vostre amichette o dei vostri amichetti quando facevate il bagnetto tutti nudi. Appena un po’ cresciuti non avevate più l’opportunità di farlo e, allora, vi contentavate di guardarvi il vostro pisellino o la vostra fighina. Essendo un po’ cresciuti non vi bastava più il solo vederli ma doveva entrare in atto anche il vostro ‘tatto’. In quel caso non si trattava più di una semplice accarezzatina ma tutto si trasformava in una bella sega o in un bel ditalino.

L’ ‘olfatto’ e il ‘gusto’ entrano in ballo un po’ più tardi appena si ha una fidanzatina o un fidanzatino ma non si sa, o non si vuole, ancora scopare. Immaginate la gioia che prova il ragazzino ad annusare profondamente la fichina della sua amichetta mentre le fa un ditalino, e il piacere che prova la ragazzina assaggiando, per la prima volta, lo sperma che si trova in bocca mentre ha finito di fare un pompino al suo amichetto !!

Per passare all’ultimo ‘senso’, cio&egrave l’ ‘udito’, ci vuole un po’ più di tempo perché i ragazzini e le ragazzine non sanno ancora usare il loro buco del culo per fare sesso. Peccato, perché &egrave così bello sentire il forte ‘blooob’ che si sente quando un cazzo, ancora eretto, esce dal buco del culo di un altro o di un’altra !

Finita la spiegazione dei ‘sensi’ nel ‘sesso’ vi voglio raccontare cosa &egrave successo a me non molto tempo fa. Non vi dirò la funzione avuta da tutti i ‘sensi’ in questa mia avventura perché se non lo capirete da soli vuol proprio dire che siete dei coglioni !

Ecco che cosa mi &egrave successo questa estate in un piccolo e piacevole borgo sul mare Adriatico. Certo, io, con la mia esperienza dei ‘sensi’, avevo prima controllato che tutto fosse corrispondente a quello che desideravo. Mi era stata data una bella e grande camera matrimoniale al primo piano, come avevo richiesto sperando di trovare sulla spiaggia una bella fighetta da portare a letto con me. Purtroppo le migliori fighette non erano mai sole per abbordarle perché o erano controllate dai loro genitori o avevano già un fidanzatino o, ancora peggio, erano già sposate.

La prima sera tornai in camera, come si dice, ‘Con le pive nel sacco’. Non avendo ancora sonno mi misi a passeggiare da una parete all’altra della mia stanza ma, essendo uno che sa usare i suoi ‘sensi’, sfruttai il mio ‘udito’ per capire che cosa succedeva nelle due camere accanto. Ecco, più o meno, cosa sentivo da una parte e dall’altra:

Voce femminile: ‘dai, lecca fino in fondo la mia fighetta prima di infilarci il tuo bel

cazzone e infilami un dito nel buco del culo per farmi godere di più.

Voce maschile: ‘Si tesoro, ma se anche tu prendi in bocca il mio cazzo per farlo

diventare un cazzone vuol dire che stiamo facendo un bel 69 e, così,

&egrave meglio rimandare la scopata ad un altro momento !

Sentendo che tutte e due le bocche erano occupate nel bel 69, e quindi non potevano parlare, era inutile che stessi a quella parete per ascoltare. Mi diressi subito alla parete opposta per sentire cosa dicevano e cosa facevano. Non vi avevo ancora detto che anch’io ero completamente nudo e, dopo quello che avevo sentito, il mio uccello era diventato così duro che aveva bisogno della mia mano per riuscire a venire, ritornare moscio e, poi, a non farmi più male.

Ecco cosa sentii dall’altra parte della mia stanza.

Voce maschile: ‘Vedi, bambina, come &egrave ancora moscio il mio uccello e, se vuoi che

te lo infili nella tua fighetta o nel tuo buchetto del culo, bisogna che

tu lo prenda in bocca, succhiandolo come un lecca-lecca, fino a che

non ritorni ben duro.

Voce femminile: ‘Si, io te lo faccio volentieri quel lavoretto ma tu dovresti titillare

con un dito il mio clitoride in maniera che la mia fighetta sia pronta

e ben inumidita per ricevere il tuo cazzo che, nel frattempo, avrò

reso ben duro. Per il mio buchetto del culetto mi può bastare anche

un solo ditino

Non potevo continuare ad ascoltare quello che dicevano e facevano i miei vicini perché, se avessi continuato, mi sarei fatto una decina di seghe. Mi gettai sul letto e misi la testa sotto il cuscino per non sentire neanche il bisbiglio che trapelava dai muri che mi avrebbe costretto a tirarmi ancora tante seghe.

La mattina dopo mi alzai, avendo ancora in testa quello che avevo udito la sera prima,

feci la doccia e andai a fare la colazione al ristorante dell’albergo. Ero seduto da solo al mio tavolino ma, essendo un esperto dell’uso dell’ ‘udito’, riconobbi subito, nel tavolo vicino, le voci che avevo sentito la sera prima dalla mia camera. Lentamente mi girai per vedere di chi erano quelle voci. Erano due belle coppiette piuttosto giovani e molto attraenti. Mi presentai spiegando che ero loro vicino di camera e che sarei stato felice di invitarli a prendere un aperitivo, prima di pranzo, in camera mia. Gradirono la mia offerta e mi confermarono che sarebbero venuti verso mezzogiorno dopo essere stati a fare il bagno in mare.

Arrivarono puntualmente scusandosi di essere ancora in costume da bagno perché non avevano fatto a tempo di cambiarsi. Lo spettacolo che offrirono alla mia ‘vista’ era tale che sentivo rizzarsi il mio uccello sotto i pantaloncini corti. Le ragazze avevano sotto la vestaglietta aperta dei minuscoli perizoma che mettevano in evidenza il loro ‘monte di venere’ e trasparenti reggiseno che evidenziavano i loro rosei capezzoli. I ragazzi a torso nudo avevano dei calzoncini così stretti che la forma del pene e delle palle era evidentissima.

Li pregai di sentirsi come a casa loro e, scherzando, dissi: ‘se volete stare anche tutti nudi lo potete fare’. Mi risposero ridendo ‘lo possiamo anche fare se Lei si leva i suoi calzoncini rimanendo tutto nudo’.

‘Va bene ragazzi. Per prima cosa eliminate il ‘Lei’ e datemi del ‘tu’ e poi ci voltiamo tutti con la faccia al muro e ci spogliamo. Io conterò lentamente e al ‘tre’ ci volteremo tutti nudi’

Quando dissi ‘tre’ e mi voltai vidi, di fronte a me, quattro meravigliosi corpi giovanili che immediatamente mi fecero rizzare l’uccello. Evidentemente, essendo io un vecchietto non così bello, non feci a loro la stessa impressione che avevo provato io. Mi misi a quattro zampe per terra e corsi, come un cane, a leccare le profumate fichine delle ragazze e a ciucciare e smanacciare gli uccellini, ancora mosci, dei ragazzi. Questo piacque molto anche a loro che quasi si leticavano per farsi leccare le fichine e farsi spompinare gli uccellini.

N.B. Spero che voi lettori avrete capito che per fare quello che stavo facendo era stato necessario che io usassi tutti i mie ‘sensi’. Cio&egrave: ‘olfatto’, ‘gusto’, ‘tatto’ oltre alla ‘vista’ che avevo usato prima. Purtroppo, non avevo ancora potuto usare l’ ‘udito’ ma lo userò più avanti quando vi racconterò le chiavate e l’inculate col botto come vi avevo prima spiegato.

Anche loro, ragazze e ragazzi, sembravano curiosi di vedere come un vecchietto reagiva quando gli si toccava o leccava l’uccello e il buco del culo. Mi sdraiarono per terra, mi alzarono le gambe e le divaricarono. Poi uno dei ragazzi si mise in ginocchio davanti al mio culo e ‘zacchete !!’ mi infilò il suo cazzo, bello duro, fino in fondo al mio buco del culo. Stavo per gridare per il dolore che sentivo ma non lo potetti fare perché una delle ragazze si era messa a sedere sulla mia faccia appoggiando la sua fighetta sulla mia bocca in maniera che io gliela potessi leccare. L’altra ragazza, invece, s’era presa in bocca il mio uccello e se lo stava spompinado. Ciò mi andava bene perché il piacere che mi dava annullava il dolore che avevo nel mio buco del culo.

L’altro ragazzo era molto indeciso su cosa fare. Le sue opzione erano, a quel punto, le seguenti: !’ farsi fare un pompino dalla ragazza che stava con la sua fighetta sulla mia bocca – 2′ infilare il suo cazzo nella fighetta o nel culetto della ragazza che mi stava facendo un pompino ‘ 3’ infilare il suo cazzo nel buco del culo del ragazzo che mi stava inculando andando in su e giù come un pazzo nel mio buco del culo.

Non ho mai saputo veramente quale opzione scelse ma, quando il mio raffinato ‘udito’ si mise a contare i vari ‘bloob’ che facevano i cazzi, ancora grossi, che uscivano, dopo essere venuti, dai buchi del culo e dalle fighette, mi resi conto che anche lui era andato a finire in qualche buchetto !

Così finì quella bella giornata e, se ne avrò voglia, vi racconterò nella ‘seconda puntata’ cosa successe in quella notte e nei giorni seguenti.

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