Domenico era andato in giro a raccontare che stava insieme a Barbara, cosa del tutto falsa. E per questo Lei decise di dargli una lezione memorabile, facendogli fare una figura ridicola presso gli amici del bar: a costo di rischiare personalmente!
Una sera Barbara gli telefonò e gli propose di andare di nuovo al bar, ma questa volta di sera, a giocare al biliardo: Domenico sulle prime fu perplesso, ma poi dietro le sue insistenze, e pensando alla possibilità di mostrare agli amici che stava veramente con Lei ,accettò.
Si dettero appuntamento a casa di lei un’ora dopo. Per quella sera, Barbara aveva preparato uno show del tutto speciale. In un primo momento aveva addirittura pensato di passare direttamente alla fase finale del suo piano: esaminava la possibilità di far eccitare tutti gli amiconi del bar e di mostrare loro la debolezza di Domenico. Se le avessero messo le mani addosso e lei avesse ceduto alle pressioni, Domenico sarebbe entrato in conflitto con gli amici e non avrebbe potuto impedire niente perchè in minoranza, ma così, pur punendolo, rischiava di diventare lei lo zimbello di tutto il circondario, e nella malaugurata ipotesi che le avessero usato violenza, sarebbe stato difficile per lei incastrarli, difesi come erano. No! Loro dovevano in un certo modo, sostituirsi a Domenico e sentirla come la loro ‘mascotte’, solo così avrebbe usufruito della difesa del gruppo, nel caso in cui si rischiasse di arrivare a casi estremi.
Comunque quella sera si sarebbe ingraziata ancor di più le simpatie degli amici di Domenico, facendo sorgere in loro il sospetto che lui non era capace di controllarla.
Per far questo, tenuto conto che il gioco del biliardo l’avrebbe costretta a piegare il busto in avanti, si mise un vestitino intero, con le maniche lunghe e le spalle coperte, ma con la gonna corta e scampanata in fondo, in quel modo, piegandosi in avanti, la gonna si sarebbe alzata dietro, perchè tirata in alto dal movimento delle spalle e le avrebbe scoperto le natiche perchè allargata in fondo. Sotto, le slip di pizzo rosso, si sarebbero messe in vista molto bene tra le calze autoreggenti nere, le scarpe rosse con i tacchi a spillo ed il minivestito, nero anch’esso. La scollatura di quel vestito aveva degli occhielli rivettati sul bordo dove una cordicella rossa che stringeva il vestito sul davanti univa i due lembi, conferendo al suo seno un effetto di prorompenza. Un giacchino sopra l’avrebbe riparata fino alla stanza del biliardo, dove si sarebbe divertita a sentirsi percorrere il corpo dagli sguardi bramosi e arrapati dei presenti. Non vedeva l’ora!
Domenico passò a prenderla verso le dieci e mezza, dato che di solito iniziavano a giocare dopo le undici, continuando fino alle due. Domenico avrebbe potuto passare anche prima, ma mostrò di nuovo indecisione e paura nell’affrontare Barbara da solo. ‘E’ inaudito!’ pensò Barbara, ‘Chissà se gli piaccio veramente o se piaccio più ai suoi amici, e lui si può far grande con loro mostrandomi…eppure, si sbrodola addosso soltanto guardandomi, qualcosa di me gli piacerà. Mah!’. Arrivarono al bar ancora in anticipo per giocare, per cui sedettero e bevvero qualcosa, questa volta Barbara accettò di farsi offrire un whisky, ma non accettò l’invito a togliersi il giacchino, ammettendo candidamente che sotto aveva un vestito un pò troppo aperto. Parlarono confusamente del lavoro di Barbara, e si stupirono di sapere che faceva la stilista, ‘Se fa gli abiti, perchè si è sempre vestita fino ad ieri con quei maglioni?’ Barbara sorrise:’Insomma non vi piacciono proprio i miei jeans e i maglioni. Io i vestiti li disegno soltanto, sono le altre che devono indossarli!’. Le chiesero se la sua firma era famosa, ma anche quì Barbara dovette smorzare gli entusiasmi:’Ho finito la scuola di specializzazione solo da un anno, e per ora non intravedo ancora il canale giusto’, uno di loro credendo di poterla aiutare le disse che conosceva un suo amico fotografo che faceva i servizi di moda ogni tanto, ma fu subito imbeccato dagli altri che scoppiarono a ridere:’Ma stai zitto Patacca! Il Pieraldo fotografa per le riviste spinte, in mano di chi la metteresti, cretino? Ah…ah..ah…e poi non hai capito un tubo: lei i vestiti li disegna e basta, non fa la modella’, un altro commentò guardando Domenico,’E’ meglio per te, perchè le modelle se le scopano tutti… oh! Mi scusi signorina!’ Barbara stentò un sorrisetto seccato, e tutti capirono che dovevano essere più gentili in sua presenza.
Passate le undici scesero nella saletta del biliardo che si trovava nella cantina: era una sala di grosse dimensioni, ma c’era un solo tavolo, lo spazio restante era occupato da vecchi divani e arredi della pizzeria non più in uso. Si tolsero le giacche e cominciarono a saggiare le aste con aria professionale, anche Barbara si tolse la giacca e, nonostante la sua sistemazione, la scollatura fece effetto, qualcuno emise un fischio di approvazione. Domenico non fu del tutto soddisfatto da quella esibizione:’potrebbe anche coprirsi di più’, pensava, ‘tanto ormai lo hanno visto tutti che è bella; non c’è proprio nessun bisogno di mostrarsi così…cazzo! Quel vestito è troppo stretto sul seno, se qualcuno le tira la cordicella rossa che mi sembra anche annodata male, salta fuori tutto…’. Passato lo stupore che mise tutti di buonumore tranne Domenico, iniziarono la partita. Fu deciso che Barbara fosse guidata da un giocatore a partita, a rotazione, in modo che poteva imparare lo stile e i colpi di ognuno, ‘eccetto Domenico perchè i suoi colpi li conoscerà fin troppo bene!’ Disse alludendo gioioso il Mario. Per tutta risposta si prese una gomitata da Gaetano e un invito a portare più rispetto alla signorina.
Una delle cose che rendeva loschi gli amici di Domenico, per Barbara, era quella insistenza a darle del Lei, anche se loro avevano in media venti e trenta anni di più ed avrebbero potuto essere suo padre. Ma forse era una forma di cortesia e di rispetto. Il gioco iniziò ed il primo a prendersi cura di Barbara fu Costante, un ometto alto meno di Barbara con la vocina in falsetto: classico tipo da bar. Aveva però un modo di fare molto paziente e professionale con lei: le spiegava prima che cosa doveva fare la palla, dove e come doveva rimbalzare, e poi accompagnava i suoi colpi prendendole delicatamente il braccio destro con la mano e posandole l’altra mano sulla spalla. Vinse la prima partita Totò, che ebbe l’onore di prendersi cura di Barbara nel secondo gioco. Totò era un tipo deciso, un pò brutale, voce roca, magrissimo, baffetti neri, accento meridionale. Disse innanzitutto a Barbara che stavolta doveva impegnarsi di più, perchè lui non ci stava a fare meno punti degli altri. Barbara stette al gioco e rispose ‘Sissignore!’. La presa di Totò era decisamente più aggressiva di Costante, e Barbara si sentiva appoggiare tutto il suo corpo da dietro, con la mano destra le stringeva il braccio del tiro e con l’altra non si curava troppo di evitare posti equivoci: sul primo tiro Barbara si sentì mettere la mano sinistra sulla coscia, in alto, molto vicino al pube, ma sempre da sopra la gonna; sul secondo tiro, la mano, chissà come, scivolò sotto la minigonna e lei si sentì prendere tra l’orlo delle calze e quello delle slip, sulla pelle nuda. Poi, insoddisfatto dei risultati ottenuti, cominciò a dirle che la sua posizione sbagliata dipendeva dalla posizione della gambe, e che, avendo i tacchi alti, doveva allargarle di più: dopo che Barbara si era impostata, lui si chinava per guardarla, ma era evidente che, facendo così le sbirciava sotto la minigonna che le si alzava sul di dietro; terzo colpo: mano decisamente sul culo. Barbara pensò di stare zitta per ora. Poi al colpo successivo, le si mise dietro, si chinò nuovamente per vedere meglio le sue slip rosse e l’afferrò inspiegabilmente sui fianchi con tutte e due le mani e salì, alzandole ancora di più la minigonna, Totò così si trovò davanti il suo culo che traspariva dal pizzo rosso e vi appoggiò il pene, Barbara glielo sentì duro da sotto i pantaloni, non intervenne ancora, anzi, prima di tirare gli strofinò il bacino sopra i pantaloni, eccitandolo ancora di più: sbagliò decisamente il colpo.
La partita continuò tranquilla senza che nessuno facesse osservazione, l’atmosfera era di concentrazione sul gioco, ma ormai tra lei e Totò c’era una tacita intesa che permetteva lui di toccarla dove e come voleva e imponeva a lei di subire tutto in silenzio, obbedendo agli ordini di gioco. Qualcuno se ne accorse e guardava di tanto in tanto Domenico, che, ignaro di tutto, continuava a giocare, ora, più sereno. Seguirono altri colpi, con i quali Barbara prendeva confidenza con l’asta del biliardo e sempre di più con l’asta di Totò che ormai la massaggiava in continuazione tra le mele. Il tipo non lo dava a vedere, ma si era arrapato forte; la spogliava con gli occhi e poco ci mancò che non lo facesse anche con le mani: prima che il suo turno di istruttore finisse, oltre la consueta guida della destra sul braccio del tiro, le piazzò la mano sinistra direttamente sulla passera, afferrandole le mutandine di pizzo come se dovesse strappargliele, Barbara si sentì passare le dita nervose sui peli e sulle grandi labbra della figa, rimase ancora in silenzio: tutto avveniva dietro il bordo del tavolo di gioco e sotto la sua gonna, per cui nessuno vedeva, ma lei, dopo tutte quelle palpate, cominciava anche a bagnarsi e lui ora lo poteva sentire. Le avvicinò la bocca all’orecchio e le sussurrò:’Le tue mutande rosse mi fanno impazzire, ma stanotte te lo assicuro: esci di quì senza’. Barbara trovò quel commento soffiato in un orecchio molto eccitante, e se non fosse stata in quell’ambiente, si sarebbe offerta a tutte le sue voglie, facendosi fare qualsiasi cosa. Gemette leggermente e con un filo di voce ripetè ansimante:’Ss..sissignore..aah..’.
Finalmente il turno di Totò fini e Barbara passò nelle mani del Patacca. L’atmosfera con quello lì si fece meno calda, ma più ridanciana. Il Patacca non piazzò ‘colpi bassi’ come Totò, preferiva il seno, e una voltà esclamò:’Figliola mia. Te guarda la boccia sul tavolo, io non riesco a staccare gli occhi da altre due bocce’. Ormai il gioco di Barbara era entrato in ballo, e tutti avevano potuto ammirare quello che spuntava da sotto il suo vestitino, ma senza commenti pesanti. Tutti più o meno si erano lanciati delle occhiate d’intesa sullo spettacolo di quella sera, e qualche occhiata arrivò anche a Domenico, che capì, ma non poteva far altro che essere d’accordo, in fondo gli faceva piacere. La cosa più buffa, però, la osservò Barbara, constatando tra se e se, come, seppur in misura diversa tutti avevano approfittato della situazione per toccare un pò: l’unico che restava all’asciutto era proprio Domenico. Questo fatto doveva diventare più evidente con il passare del tempo, e costituiva il primo mattone della sua umiliazione.
Verso mezzanotte e mezzo, si concedettero una piccola pausa, e si fecero portare due bottiglie di whisky, Barbara non rifiutò l’offerta di un primo bicchierino, mentre commentavano i suoi progressi nell’ultima partita, e di un secondo dopo dieci minuti, che lei si conservò per le successive partite. ‘Comunque, guardando i risultati, vedo che la signorina ha ottenuto più punti con Totò’ fece Costante. ‘Eh…’ fece Totò soddisfatto,’Io le so prendere le donne’ e dicendo così guardò Barbara negli occhi, lei li abbassò timorosa e pensò che l’aveva saputa prendere per davvero: se continuava così, avrebbe rischiato di avere un orgasmo sotto le sue mani, lì, davanti a tutti.
Ripresero il gioco con la consueta serietà, ed il successivo istruttore di Barbara fu Gaetano, un tipo gioviale, che le lanciava grandi sorrisi con aria innocente e la incoraggiava a prendere più sponde, secondo lui, infatti poteva diventare un’ottima giocatrice se avesse osato di più. La sua presa però, non era così innocente come i suoi sorrisi, e forse per l’alcool che stava arrivando a tutti, forse per la maggiore confidenza con lei, la sua presa era piuttosto appiccicosa: Gaetano non teneva mai le mani ferme in un solo punto del suo corpo, prima di tirare la strusciava come se dovesse massaggiarla, partiva dal ginocchio, saliva sulla gamba, passava l’orlo della gonna che spesso si portava dietro, andava sul davanti e ogni tanto le dita gli si infilavano sotto il laccetto rosso che stringeva la scollatura del vestito di Barbara. A forza di strofinarle la mano sinistra sul nylon delle calze nere, lei cominciò ad avvertire un certo solletico e un formicolio che le partiva dall’interno delle cosce fino al sedere; dopo qualche tiro, quel Gaetano non si curava più di dove andasse a finire la sua mano, e la minigonna che già le si alzava notevolmente quando si piegava in avanti, le salì più di una volta fin sopra l’orlo superiore delle slip, per poi ricadere morbidamente sul suo culetto rotondo e ben fatto. Il tempo passava, e cominciavano ad essere tutti un pò stanchi, le due bottiglie di whisky erano già vuote, e anche Barbara aveva bevuto più di quanto normalmente possa sopportare, le girava la testa e il fumo delle sigarette rendeva tutto più confuso. Il gioco appassionava tutti e anche lei prese gusto a competere con gli altri, almeno per arrivare con minore distacco dall’ultimo. Era sempre il turno di Gaetano, quando cominciò a girarle la testa, e ad avere le idee meno chiare; ad un certo punto, mentre non era il suo turno di tiro e probabilmente si preparava al colpo Domenico, si ritrovò circondata da Gaetano, Mario e Totò, che le spiegavano come dare effetto alla palla, si sentì mettere una mano sotto la gonna ed accarezzarle il culo, non ebbe neanche i riflessi per dire di smettere, visto che oramai quella era la regola, ma il problema era che tutti e tre volevano palpare qualcosa di lei, così alla prima mano sul culo se ne aggiunse un’altra davanti, poi una sul seno, e tutti e tre, mentre parlavano concitatamente, le stringevano chi un capezzolo, chi una natica, chi cercava di abbassarle le slip, Barbara si sentì infilare mani dappertutto e solleticare sui fianchi, continuando così l’avrebbero spogliata: ebbe un attimo di lucidità per sottrarsi a quella morsa di libidine, poi chiese di farla respirare un pò. I tre però facevano capanello attorno a lei, e Totò le disse che il vincitore del torneo ha sempre potuto scegliere il suo premio, sia che si trattasse di una bevuta o di qualcos’altro: questa volta, lui, che stava vincendo, voleva portarsi a casa le sue mutandine rosse. Barbara non se lo aspettava, balbettò qualcosa cercando una scusa, ma quelli tornarono alla carica tutti insieme, le alzarono la gonna e le afferrarono l’elastico delle slip, glielo tirarono uno a destra e uno a sinistra, mentre il terzo cercava di convincerla:’ Via signorina, non c’è niente di male, siamo tra amici, poi è la nuova arrivata e un piccolo prezzo dovrà pur pagarlo…’ Barbara avrebbe anche voluto lasciarsi andare, e farsi fare tutto quello che volevano, ma doveva tenere fede ai suoi propositi, continuò a balbettare:’Ma non vedete che sono stanca… cioè, vorrei finire… la… la serata in tranquillità…se mi toccate così, poi… poi vi eccitate…non vorrei…’ -‘Non si preoccupi, siamo tra gente fidata, di quì non esce niente, Lei è sempre scusata’. La toccavano oramai senza ritegno alcuno, fregandosene di Domenico che stava giocando: ‘Si tolga le mutande e poi finiamo di giocare, via…’ Le abbassarono l’elastico fino a metà coscia, lei se le ritirò su, ma un’altro le alzò la gonna incastrandogliela sul petto, che essendo più largo, non permise alla sottana di riscendere naturalmente, restò praticamente in mutande circondata dai tre amiconi, era una scenetta veramente eccitante, lei serrava le gambe per non farsi togliere le slip, Mario le disse che se non se le faceva togliere gliele avrebbero potute strappare, Barbara si guardò giù, vide le sue belle gambe che traballavano, l’orlo delle calze che era sceso a metà coscia, dove neanche la minigonna, anche se fosse stata tirata giù, sarebbe mai arrivata, tanto era corta, vide le sue slip di pizzo quasi trasparenti tirate da ogni parte: a vedersi così si eccitò ancora di più, era preda dei loro giochi; pensò:’Dio… se mi lascio andare, mi faccio fare di tutto’, si stava già bagnando dentro la passerina, e Mario se ne accorse. Fu molto scorretto. approfittando di un suo traballamento, mentre le si appoggiava sulle spalle, le fece scivolare una mano dentro le mutandine da dietro, passò il buco del culo, e appena lei allargò un pò le gambe per sorreggersi in piedi, andò con le dita fino alla apertura della figa, la senti bagnata e le infilò dentro un dito, Barbara si sentì perduta, allargò ancora di più le gambe, arcuò la schienasporgendo il culo indietro per farsi penetrare meglio e si fece sfuggire dei gemiti di piacere, che eccitarono come bestie i tre maiali. Mario si rese conto che non poteva continuare, e lasciò la presa, tirò fuori due dita completamente bagnate e le assaggiò:’Odore meraviglioso’ disse ridendo.
Barbara finalmente potè serrare le gambe, ma si rese conto che le avevano fatto scendere le slip appena sotto il bordo delle calze, così, quando richiuse le gambe restando in piedi, le mutandine le scivolarono fino alle scarpe; allora, per non cadere inciampando nelle sue slip, Barbara alzò i piedi e prontamente Totò afferrò il trofeo ambito della serata. Per qualche istante Barbara rimase in piedi, con le ginocchia unite e il culo ritirato indietro che pareva più rotondo e prominente del solito, la gonna ancora tirata sù fin sotto le ascelle: in quel modo, con le calze nere a metà coscia, dette di se una immagine indimenticabile, bella ed arrapante, perfetta e irresistibile: la fichetta appena coperta di peluria nera, sotto l’addome piatto e contratto, le gambe più belle che avessero mai visto. Se non si fossero accordati sul fatto di proteggerla come una del loro clan, sicuramente l’avrebbero messa sul tavolo da biliardo e scopata a turno: non sarebbe stato difficile neanche farle avere l’orgasmo che si meritava. Barbara dovette riunire tutta la sua forza di volontà per essere pronta a tirarsi giù il vestito prima che i tre si allontanassero e la mostrassero anche agli altri. Il tutto era avvenuto in pochi minuti, in un angolo della stanza poco illuminato, lontano dal tavolo di gioco, mentre gli altri tre continuavano a giocare tranquilli.
Barbara si riavvicinò a Domenico e gli chiese di tornare a casa, ma quello le disse che mancava ancora l’ultimo incontro, solo mezz’ora. Erano già le due della notte.
Barbara pazientò ancora, ed effettuò gli ultimi tiri che le erano rimasti con Gaetano, il quale le dimostrò di essere veramente poco rispettoso delle sue difficoltà: aveva partecipato con gli altri due al suo denudamento, e sapendo che non poteva chinarsi troppo in avanti per non mostrare il culo a tutti, le mise una mano sul basso ventre e con l’altra la spinse alle spalle facendola piegare e causando l’inevitabile scopertura del culetto completamente nudo. Se ne accorse il Patacca che andò a chiedergli che fine avevano fatto le mutande di Barbara, Gaetano rispose laconico che se le era prese Totò perchè aveva vinto.
Arrivarono all’ultimo turno e Mario prese in consegna Barbara, lei non ne poteva più, ma ormai dovevano finire. il gioco filò via veloce e Mario dimostrò maggiore benevolenza di Gaetano, non la pressava ed evitava di metterle le mani addosso. Verso la fine del gioco, però le si avvicinò di nuovo Gaetano che le disse amorevolmente: ‘Allora signorina, per me è stata una sera indimenticabile, spero anche per lei’ rideva come se fosse ubriaco,’Ora io vorrei vedere tutto quello che c’è da vedere, ma la prego di non offendersi, non succederà più, è stato per noi soltanto un piccolo gioco, e una dimostrazione di stima per lei, si consideri nostra protetta, se avrà dei problemi, noi la aiuteremo…è stato un pò come la prova del fuoco’ mentre parlava così, le prese con due dita il lacciolo rosso che le stringeva il vestito sul petto e glielo tirò, non pensava che fosse così facile e forse non voleva causarle anche questa umiliazione, ma il nodo che era un semplice fiocco, si sciolse e il suo seno uscì fuori come lava incandescente da un vulcano, mettendo in mostra i due capezzoli ritti e inturgiditi dai tanti pizzicotti che si era presa. Questo avvenne davanti a tutti e la scena si pose come coronamento di una serata che non riusciva a concludersi nel modo giusto. Barbara esclamò ‘oh..noo..!’ e si sentì venire meno, si buttò tra le braccia di Mario scivolando giù. Non stava svenendo, si era soltanto lasciata andare contro di lui per coprirsi. Mario la prese e la mise a sedere sul divano, trascinandola lungo la stanza, quando fu seduto accanto a lei, si voltò verso gli altri, tranquillizzandoli: ‘Non è niente, non è niente, è solo un pò stanca, sono le due e mezzo, e poi ha bevuto. Non ti preoccupare Domenico, finisci la partita, poi la porti a casa. Tranquilli. Giocate, giocate. le faccio bere un pò d’acqua e si riprenderà’. Gaetano, che si sentiva colpevole tranquillizzò anche lui e disse sbrigativo:’ Dai, finiamo alla svelta, che ce ne andiamo a letto, dai!’. Effettivamente ripresero a giocare come se niente fosse, tra commenti del genere:’Eh… le donne non possono reggere a lungo partite come queste, è normale che poi crolli’.
Intanto Mario si prendeva cura di Barbara sorreggendole la testa e facendole bere acqua, la incoraggiava ‘Via non è niente, è solamente stanchezza, via, sù che ora si va a casa’. Barbara si sentiva veramente confusa, avrebbe veramente voluto svenire, torbida com’era. ‘E’ che… mi siete stati tutti addosso…non respiravo…’ . Faceva tenerezza, sembrava una gattina bastonata, con quella espressione implorante. Mario aveva davanti a se una ragazza confusa , ma con due tette incomparabili, e con due gambe irresistibili, mentre la rincuorava non potè fare a meno di assaggiarla per l’ultima volta. Chissà se l’avrebbe più potuto fare dopo quella sera! Barbara chiudeva gli occhi e si sentiva la testa andare via, Mario si voltò lentamente verso gli altri, e quando fu sicuro di non essere visto le fece penetrare una mano tra le gambe che Barbara non aveva più la forza di serrare, arrivò alla passera e dopo avergliela stropicciata un pò, gliela aprì con due dita, poi entrò dentro, bagnandosi due dita e risalì cercando il clitoride: era calda e ancora bagnata in profondità, facendo così, l’aiutava a bagnarla anche fuori, lei non reagiva, forse non si rendeva neanche conto, tante erano le mani che quella sera l’avevano palpata. Mario le stava lavorando la fichetta sapientemente, stavolta facendo sul serio e andandoci giù pesante: la sentiva bagnarsi sempre di più, le allargava di tanto in tanto le grandi labbra e le entrava dentro con due dita, poi usciva premendo contro la parete del clitoride e glielo titillava dall’esterno, stringendoglielo e facendolo diventare più gonfio, ‘Che bel clitoridino che hai’ pensava soddisfatto: la vedeva indifesa e disposta a farsi fare di tutto, con l’altra mano le toccava i capezzoli che uscivano prepotentemente dalla scollatura slacciata facendoglieli diventare duri ed eretti, si sentiva un ladro, ma deciso a masturbarla, e a giudicare dalla reazione di Barbara non sembrava lontano dalla riuscita, lei riaprì lentamente gli occhi mugolando qualcosa:’Ooohh… cosa mi fai ora?..Noo…noo..aahh…no, ti prego..se ne accorgono tutti…oohh..mmmhh…’. In quel momento Costante si voltò e si accorse di qualcosa, andò verso i due sul divano e dopo una veloce occhiata a Mario gli fece il gesto di portarla nella stanzetta accanto, Mario capì al volo e annunciò laconicamente agli altri che accompagnavano Barbara su nel bar per farle bere qualcosa, Domenico assentì senza preoccuparsi, tanto era preso dal gioco.
La presero per le ascelle e la trascinarono nella stanzetta accanto: un bugigattolo di pochi metri, dove c’erano poche sedie. Barbara confusa chiese dove la stavano portando, ma Mario la rassicurò paternamente, ‘Fidati’ le disse. Mentre camminavano, Costante le fece scivolare la mano sotto la gonna e cercò il buchetto davanti, allungò un dito e glielo fece penetrare dentro strisciandole sulla clitoride, Barbara gemette di piacere, cercò di respingerlo allargando le gambe, ma Mario la spintonava tenendole ferme le braccia, e Costante potè infilarle anche l’altro dito nel culo, cominciando a muoverli ritmicamente. Arrivati nello stanzino, Mario con un movimento deciso tirò Barbara per le ascelle e le prese violentemente il capo stofinandoglielo sui pantaloni, con pochi movimenti decisi se lo tirò fuori e lo infilò tra le labbra di Barbara, che non potè più fare resistenza. Intanto Costante tenendola da dietro, le alzò la minigonna e le allargò la fichetta con due dita, poi se lo tirò fuori già duro: la penetrò con facilità. senza trovare alcuna resistenza. Ormai Barbara era presa su due fronti e non potè far altro che farsi scopare da uno e fare un pompino dall’altro, era già eccitata e bagnata, ed accettò con piacere sempre più forte quella doppia presa: sentiva i due arrapati come maiali e con i suoi movimenti li eccitava sempre più, si sentiva una puttana e lo diede a vedere lavorando con maestria il cazzo che le scorreva sulla lingua bavosa, gemeva come una troia e cominciò a godere sentendosi sfondare la fica vogliosa di orgasmo. Il trio continuò per dieci minuti circa, poi Costante ebbe la premura di chederle se poteva venire dentro, Barbara gemette un ‘Sii.. daiii…ohhh.mmmhh.. daiiii…’. A quel segnale, anche Mario le sborrò in bocca, e mentre lei si ingoiava tutto lo sperma che usciva, venne muovendosi come un’ossessa. Costante le inondò la fica di sperma caldo e appiccicoso sussurrandole : Dai vieni bella troietta…vieni… godi… ti piace, eh? aaahhh!’.
Fu un assalto carico di libidine quello che si svolse all’insaputa di tutti gli altri. Poi calmatisi, si rimisero a posto e rientrarono nella sala da biliardo, come se niente fosse. Mario la stese di nuovo sul divano e le andò a cercare di nuovo la fichetta calda e bagnata, mentre l’altro, si avviò verso il gruppo. Si rivolse a Domenico e gli disse:’ Ohe! Domenico! Svegliati e vai a vedere cosa sta facendo il Mario con la tua ragazza, se continua così non so come va a finire!’. Domenico si voltò, guardò verso il divano dove stavano seduti Mario e Barbara, si avvicinò a loro lentamente, intimorito ma curioso, andò dietro Mario e vide la sua mano che scompariva sotto la gonna di Barbara, che ormai era priva di forze e sedeva stravaccata sul divano con le gambe aperte. Domenicò cercò di capire cosa le stesse facendo, ma non si allarmò, mantenne la calma cercando di convincersi che non stava accadendo niente, ‘Barbara ha sempre le slip addosso’ pensò,’Ora la prendo delicatamente e la porto a casa’. La prese per le braccia e la tirò in piedi, le mise un braccio sotto le ascelle e la invitò a mettersi la giacca. Mario, lasciò la presa seccato, ma rispettoso dell’amico cornificato, e restò seduto sul divano a testa bassa, era andata bene: se Domenico avesse avuto più carattere poteva anche scoppiare una rissa tra i due. Meglio così. Barbara si rivestì e salutò a fatica. La sera era finita.
Domenico portò via Barbara e i cinque amici rimasero ancora per un pò nella saletta, in silenzio, chi fumando l’ennesima sigaretta, chi svuotando quello che c’era rimasto nei bicchieri. C’era un certo imbarazzo, ora che erano andati via Domenico e Barbara, nessuna aveva voglia di parlare, e tutti, più o meno si sentirono un pò in colpa. Ruppe il silenzio Totò:’ Eh! Insomma ragazzi… è stata una bella seratina, no?’, Costante lo guardò ed espresse quello che pensava, un pò rancoroso:’Si…però, qualcuno stasera si è un pò approfittato della ragazza’. Mario che raccolse quel rimprovero come diretto a lui, replicò:’No, Costà…è stato solo un gioco, e Domenico l’ha capito; in fondo non le abbiamo fatto proprio niente, si è solo allungato qualche mano morta, ma è del tutto normale’, anche Gaetano era di quel parere e disse anche qualcosa di più:’ Ragazzi, statemi a sentire. Una ragazza come quella, in mezzo a sei uomini, in una sala da biliardo, fino alle tre di notte…insomma, se non avessimo il grande rispetto e la stima che abbiamo verso Domenico e la sua ragazza, che sono due bravi ragazzi,ma con la B maiuscola; ecco: lei non sarebbe uscita da quì inviolata. Cazzo! Siamo uomini… e avete visto come era vestita?’. -‘Ma dai,’ fece il Patacca,’Si era vestita così per fare piacere a Domenico e forse, un pò anche a noi. In fondo siamo stati noi a dirle di vestirsi più da signorina. E lei, candida come una bambina, lo ha fatto…poi, è chiaro che è una donna…’ Mario riprese:’ Certo, ma non pensiate che sia vergine!’ -‘ Ma che cazzo dici Mario! Come vuoi che sia vergine una ragazza di venti o ventidue anni, non so, bella come quella!’. Totò sorrise togliendosi la sigaretta di bocca:’Il Mario ha voluto verificare di mano propria…eh…eh.’ Fece una pausa, poi riprese serio e deciso:’Sicuramente qualche altra storia con dei ragazzi lei l’ha avuta. Ma io, che la vedo quì in città fin da quando era ragazzina, non ricordo di averla scorta mai insieme a qualcuno. Addirittura ho pensato, qualche volta, che potesse essere lesbica: mai una gonna, sempre riservata, poco sorridente, passava via a testa bassa come se si vergognasse di qualcosa. E invece…Signori: ve lo dico io, da vecchio puttaniere. Altro che lesbica! Quella è una donna calda…come gliela toccavamo, lei si bagnava, e non ha mai fatto resistenza. E’ un bene anche per Domenico che noi, amici più maturi, abbiamo potuto verificare che è una ragazza giusta’. – ‘ Va bene Totò, ma guarda che, se lei non ha mai fatto resistenza, è per educazione, e per non creare un clima di ostilità, non perchè ci sarebbe stata’ – ‘No,no,no! Non voglio dire che sia una porcona, assolutamente no. Non lo è. Qualsiasi donna che riceva le ‘mano morte’ diciamo così, che le abbiamo fatto stasera, non avrebbe resistito, poi c’è il fatto dell’educazione, è vero. E’ stata un pò costretta a subire, perchè non voleva creare inconvenienti. E questo la rende ai miei occhi ancora più meritevole. Però, attenzione a cosa vi dico: Domenico, una come quella lì, non la tiene.’
Seguì un breve silenzio imbarazzato, quindi Gaetano tornò sull’argomento:’ Si, mi dispiace dirlo, ma Domenico, deve ancora imparare ad essere più guardingo. Se stasera non fossimo stati noi, ma altra gente qualsiasi: gliela avrebbero anche trombata sotto gli occhi.’ Costante ammise:’ Una ragazza come quella, va guardata a vista, è impegnativa’. Tutti si trovarono d’accordo con quella conclusione, e i dubbi sulle capacità di Domenico cominciarono a farsi lentamente strada con evidenza.
Mentre uscivano, Costante volle ancora aggiungere qualcosa sull’accaduto, qualcosa che non gli andava giù:’Ragazzi…prima di lasciarvi vorrei dirvi un’altra cosa. E’ una cosa che, lo dico sinceramente, non mi trova d’accordo con quanto avete fatto. Non voglio fare polemiche, ma vorrei chiarire che io non sono d’accordo.’ Lo guardarono sorpresi,’Cosa?’ chiese Mario, che si sentiva più in colpa degli altri. Prima che Costante potesse riprendere a parlare, Totò tirò fuori dalla tasca dei pantaloni le piccole slip rosse di Barbara,’Parli di questo, vero?’ Rimasero in silenzio, ipocritamente imbarazzati. ‘Si’ fece Costante ‘parlo di quello.Finchè si mette qualche mano sul culo, va bene, ma voi l’avete spogliata, povera ragazza. L’ho visto come l’avete presa, sembrava che la voleste violentare. Questo è stato uno scherzo troppo pesante’. Totò si difese:’Ma no! Le ho spiegato che era un gioco e che le sue mutandine erano il trofeo delle partite di stasera. Comunque se me le chiede, gliele restituisco, e poi, ve lo assicuro, non lo dirò a nessuno’ – ‘Certo che lo spettacolo di lei che si piegava sul tavolo mostrando quel capolavoro di culo, resta indimenticabile..Ah…Ah…Ah!’ commentò Mario. Costante dissentì, augurandosi che la ragazza l’avesse presa bene e che quel trattamento non avesse mai più a subirlo. Ebbe rassicurazioni in questo, e si lasciarono andando ognuno per la propria strada: il più felice restava Totò che stringeva nella tasca dei pantaloni il suo eccitante trofeo.
Intanto Domenico riaccompagnò Barbara a casa: lui era soddisfatto della serata, anche perchè si era perso il meglio di tutto quello che era successo, Barbara era imbronciata e voleva dire qualcosa a Dom, prima di scendere. L’auto si fermò davanti a casa sua, e i due rimasero qualche minuto in silenzio. Poi Domenico le chiese se si era divertita, stanchezza a parte. Barbara lo guardò con aria sorpresa:’Ma non ti sei accorto di nulla, vero?’ -‘Di cosa, Barby?’ chiese allarmato Domenico.-‘Ma non hai visto che mi hanno messo le mani addosso per tutta la sera? Siamo stati là sotto per quattro ore e non hai visto niente?’. Domenico minimizzò cercando di consolarla,’Va bene, ma è normale, scusa! Qualche pacca sulle mele può capitare, giocando a biliardo! Via, non te la prendere!’ E per rincuorarla, le allungò timidamente una mano sulle cosce, dandole delle piccole pacche amichevoli. Barbara si arrabbiò:’ Ma…Merda! Ti sembra una pacca sulle mele questo?’ Si alzò la gonna, allargò le gambe e le mostrò la passera sotto il vestito, senza più slip. Domenicò trasalì, quella visione improvvisa lo fece eccitare, anche perchè era ancora mezzo ubriaco; non si rese conto subito di che cosa voleva dire Barbara con quel gesto, poi continuando a guardarle la fichetta completamente scoperta, realizzò che mancava qualcosa:’ Ma…sei senza mutandine!’ -‘Noo! Ce le avevo quando sono arrivata. I tuoi cari amici me le han tolte con le loro mani per tenersele come premio del torneo di biliardo. Merda!’. Domenicò andò in stato confusionale, cercò di ricostruire come e quando potesse essere accaduto, poi si ricordò che aveva sorpreso Mario con la mano sotto la sua gonna,’Allora…il Mario…quando ti toccava sul divano…’ Barbara, nonostante fosse stanca e bevuta, continuava a divertirsi, e, assumendo un’aria languida e provocatoria che la rese ancora più affascinante, gli spiegò meglio:’ Quello stronzo del Mario, non stava solo toccandomi. Mi stava masturbando. E lo stava facendo anche bene! ‘ A quelle parole Domenico non potè impedire di avere la sua prima erezione della notte: Barbara continuava a stargli di fianco con la gambe allargate e la gonna tirata sù fino all’ombelico, e con quella espressione strafottente di rimprovero continuava a spiegargli quello che aveva perso:’Mi hanno tolto le slip in tre, facendomi allargare le gambe ed infilandomi due dita dentro, poi dopo avermi slacciato la scollatura del vestito mi hanno fatta eccitare stringendomi i capezzoli…’ Domenico era stravolto, balbettò una importante richiesta di informazione:’Ma …ma…ti hanno fat..fatto ve…venire?’ Barbara, che iniziava a provare un piacere immenso a fare eccitare gli uomini repressi, giocò su questa domanda di Domenico: strinse lentamente le cosce, lasciandosi tutta la gonna su, si portò lentamente una mano sulla passera, e fingendo di masturbarsi le disse, tra un mugolio e l’altro:’Che dici?…aahh…ti piacerebbe se ti dicessi…aammhh…di si? Il fatto è che quando hanno detto di portarmi a bere, in realtà mi hanno portata di peso in uno stanzino dove mi hanno leccata dappertutto facendomi eccitare da matti… io non potevo fare resistenza, e loro ne hanno approfittato per scoparmi a turno… davanti e di dietro… ecco!’. Domenico non resse, aveva sempre una mano sulla coscia di Barbara, ma invece di andarla a mettere in un altro posto se la portò di scatto sui pantaloni e dette il solito urletto, stringendosi sull’uccello. Barbara era soddisfatta del risultato raggiunto, si tirò giù la gonna, e prima di aprire lo sportello dalla macchina, le disse in tono imperativo:’Guarda di farti restituire le mie slip. Non ti cercherò più finchè non me le riporti’ uscì dalla macchina e si precipitò in casa.
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…