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Orgia

Le due fate

By 11 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Ho due sorelle, che però per me sono state sempre due fate. Abitiamo in un appartamento all’ultimo piano, con vista sul mare. Con i nostri genitori abbiamo litigato, ah, quei cattivacci! E non ci vediamo più da un sacco di tempo.

Viviamo in un paese dove fa sempre caldo, anche d’inverno. E credetemi, &egrave bello andare a spasso con quelle due stangone!

La Rossa oggi ha ventun’anni. E non fatemi venire in mente come era vestita la festa del suo compleanno! Tutta scollata, con un corpetto nero addosso, la gonna stretta stretta (eravamo in estate), mostrava le splendide gambe tutte nude, con la caviglia agghindata con una catenina dorata, e le scarpe nere con i tacchi a spillo. Si era acconciata i capelli davvero bene, quegli splendidi capelli rossi che mi fanno venire i brividi, come le sue belle forme’ Portava due begli orecchini pesanti pesanti e sorrideva sempre.

Devo dire che la Rossa &egrave un gran pezzo di figa. Con quel suo metro e ottanta di altezza senza scarpe (l’ho misurata io personalmente), quelle gambe un po’ grosse, sode e lunghissime, quei seni prosperosi, quelle braccia carnose e sempre scoperte, quelle labbra rosse e sempre invitanti, quei capelli color fuoco può fare davvero morire. Certamente, quando ha i tacchi a spillo sembra un gigante.

Anche la Bionda non scherza mica. Anche lei &egrave abbastanza alta, ha il senso dello humor e le piace vestirsi bene. E’ così tenera e simpatica! Pensate che passo delle ore a coccolarmela, quando siamo soli, a carezzarle quei bei capelli che le scendono in boccoli sulle spalle, a baciarle quelle labbra piene di tenerezza.

Le piace accavallare le gambe e mostrarmele, sono così eccitanti, in quelle calze nere, a rete, così polpose e incredibilmente’

Cazzo!

Comunque, la Bionda &egrave sempre molto cordiale e allegra, nei miei riguardi. E’ così amichevole, e quando mi parla, lo fa sempre con una voce suadente suadente, buona buona’

E’ anche un po’ vanitosa: passa delle ore a farsi il bagno e a tingersi le unghie di quei suoi bei piedi che non portano più di un trentasette, malgrado la sua statura.

Forse ora vi chiederete se ci annoiamo, che cosa facciamo per ammazzare il tempo, tutti soli in quella casa, senza amici e rotture di scatole’

Caspita!

Mi ricordo che una volta ero rimasto solo in terrazzo con la Rossa. Era pomeriggio e di lassù si godeva di una splendida vista sul mare, c’era tanto silenzio, eravamo soli io e lei’

La bella cominciò a dirmi che si sentiva sola, tanto tanto sola, con i suoi ventuno anni, e che aveva bisogno di qualcuno che le desse delle emozioni, anche forti. Devo dire che quando ci si mette, la Rossa può essere anche molto volgare.

Dài, vieni qui, che stiamo un po’ insieme! ‘ mi diceva, ridendo. ‘ Non sarai mica un bacchettone! Ma io so che non lo sei, vero?

No che non lo sono, &egrave vero, sono moderno, ma’

E vieni qui, di che hai paura?

Di niente.

Ci alzammo in piedi, fu allora che mi accorsi che s’era vestita apposta per scatenarmi. Non era tanto per quel costume nero, a un pezzo, che portava, ma anche per quelle scarpine scollate, nere, con i tacchi a spillo, che la facevano così incredibilmente alta.

Era statuaria, sembrava una tedescona, la Rossa, ed era molto più alta di me, mi andava stringendo con le sue braccia che sembravano scolpite da un artista greco.

Dimmi, lo hai mai fatto? ‘ mi chiese, quasi sottovoce.

E tu?

No, neanch’io, veramente, anche se’

Credi che sia bello?

Non so, vorrei provare’

E l’altra nostra sorella?

Non tornerà a casa prima di stasera. L’ho mandata a fare una commissione che la terrà impegnata per un bel po’.

Già me lo aveva preso in mano, sospirando, mentre io la toccavo, toccavo quelle enormi tette, quella pelle bianca, sulla quale scorrevano gocce di sudore’quelle braccia, quelle mani dalle lunghe unghie dipinte di rosso, che mi stringevano pazzamente.

Vuoi fare sesso? Eh? Vuoi fare sesso? Vuoi fare sesso?

Questo mi andava ripetendo, ed io rispondevo di sì, di sì, di sì.

Dai, scopiamo!

La spogliai, le strappai letteralmente le mutandine nere, già così fradice.

Dapprima ci mettemmo contro il muro, poi sul pavimento. La Rossa cominciò a gettare delle piccole grida fin da quando la penetrai e cominciai a stantuffarla con forza. La scuotevo tutta, lei stava sotto di me, sentivo il suo fiato, mi stringeva pazzamente.

Non le feci male, lei mi ripeteva che le eiaculassi un fiume di sborra nel grembo, perché voleva sentire dentro di sé il piacere dello sperma bollente’

Ah, ah, ah’

Era tutta nuda sotto di me. Teneva addosso solo i suoi tacchi a spillo.

Ah, che fica, che pelo che aveva!

E più aumentavo il ritmo, più la porca aumentava i suoi gemiti.

Anche con la Bionda era andata press’a poco così. Premetto però che noi due dormiamo insieme, e la Rossa invece sta in una camera separata.

Ragazzi, che sesso stanotte! ‘ dissi, svegliandomi, una mattina.

T’&egrave piaciuto, eh? ‘ fece la Bionda, accarezzandosi le gambe maliziosamente.

Ah, quelle due!

Ricordo come mi guardavano, mentre prendevamo il gelato insieme, e parlavamo di sesso.

Già, perché noi non facevamo altro che parlare di quello.

Mi piacerebbe sapere tanto dove hai messo quel dildo che mi piaceva tanto ‘ disse la Bionda alla Rossa.

Scusa, ma era tanto divertente che me lo sono voluta tenere per me. Con quella forma di cornetto, rosso, che finisce in punta, e gira, e gira, e gira’

Ma da quanto tempo &egrave che non ci masturbiamo più insieme?

Tanto, mi sembra.

Come lo sai fare tu, &egrave un sogno.

La Bionda accavallò le gambe, prese l’ombrellino di legno dalla sua coppa di gelato e lo succhiò avidamente.

Proprio in quel momento passò la cameriera e le lanciai un’occhiataccia: era una bella ragazza mezza nuda, e le mie due sorelle mi guardarono piene di gelosia.

Di’ un po’, ti piacerebbe giocare a scopone con lei, eh? ‘ mi disse la Rossa.

Sì, tanto ‘ risposi.

Ricordo con nostalgia le nostre serate sulla terrazza. Potevo passare delle ore con le mie due fate a guardare il mare, le sue onde bianche, nel chiarore che segue il tramonto. C’era un silenzio immenso’

Alle due magiche incantatrici piaceva raccontarsi le favole.

E raccontavano della Dea del Mare, venusta fanciulla dalle vesti di seta e dalle forme flessuose, nata da una conchiglia, e incatenata ad una perla.

Ogni tanto emergeva dagli abissi e faceva sentire la sua voce.

Vagava tutta sola tra gli scogli, a parlare con le sue gemme marine, ne faceva delle collane, da offrire al primo seduttore che avesse incontrato.

Ma la gemma più bella era quella che aveva in mezzo alle gambe! ‘ diceva la Bionda, ubriaca fradicia, ridendo.

E il fortunato che l’avesse trovata, sarebbe stato il suo principe ‘ continuava la Rossa.

E mi sembrava di vederla, quella Dea, avvolta in una nube turchina, con collane di smeraldo, labbra rosse, un sorriso d’avorio’

Era così invitante, nella luce lunare, mentre volava sopra le onde, i grandi seni nudi, disseminava a destra e a manca petali di fiori sconosciuti.

Poi, svaniva in un sogno.

Mi piaceva tanto portare a spasso le mie due ragazze. D’estate andavamo spesso al luna park e ci divertivamo un mondo, tra le tante luci e le musiche, le ruote panoramiche e gli otto volanti.

A loro piaceva passeggiare in quella festa colorata, tutte e due, sottobraccio con me.

Incontravamo gli amici, e scherzavamo. Ma a me gli amici piacevano poco, perché potevano soffiarmi quelle due.

E quando andavamo a ballare, erano così affiatate’ una volta le ho beccate che si masturbavano reciprocamente, davanti a tutti, nell’oscurità caotica della discoteca.

Dicevano che avrebbero dovuto ammansirmi e insegnarmi tutte le gioie della vita. Presto sarebbe stato carnevale e si sarebbero travestite da fate’ con la bacchetta magica! E mi avrebbero fatto una sorpresa.

Certo, una volta la Bionda me l’aveva fatta una sorpresa, quando si era fatta scopare come una bestia mezza nuda sul pavimento, urlando come una cagnetta. Le tenevo le gambe in su con tutte e due le mani, mentre col pisellone di due metri non mi stancavo di trapanarla e farla disperare. Era durato due ore, e alla fine era spuntata fuori anche la Rossa, che era tutta bagnata, perché aveva visto tutto e’cavolo che sborrata!

Dunque, riprendiamo il nostro discorso.

Era carnevale, e le due si erano davvero travestite da fate. La Bionda, in particolare, da Fata Turchina, con la bacchetta magica in mano e una scollatura che metteva in risalto tutte le sue curve. La Rossa, invece, da Fata Morgana, ed era mezza nuda dietro il lungo mantello e il vestitino attillato attillato.

Eravamo appena tornati dalla festa in maschera, si era scherzato, ballato e soprattutto bevuto.

Erano tutte e due ubriache, e a casa trovammo un pacco regalo gigante, con i nastrini, tutto dorato e luccicante.

Era per me!

Cosa mai poteva essere?

Aprilo! ‘ dissero in coro le due fate.

Caspita, quanto &egrave grande!

Cominciai furiosamente a scartabellare e a cercare di aprire quel grosso pacco, che era davvero enorme. Nel frattempo, le due fattucchiere intonavano fatalmente le loro formule magiche.

Ed ecco che vidi sbucare da quella carta da regali rossa scarlatta, stellata, una donna, e che donna! Anzi, a dire il vero sembrava un folletto, enorme, perché aveva i capelli tinti di verde.

Questa &egrave la grande saggia ‘ dicevano in coro le fate ‘ che c’&egrave in tutte le fiabe e mostra il cammino al nostro eroe’ E’ lei che ti insegnerà tutte le gioie del sesso!

Davvero?

Non ti preoccupare, &egrave un piacere da parte nostra farti dono dei suoi consigli’ E’ un’incantatrice, che ci &egrave costata tante perle preziose’

Una puttana?

Non proprio’ E’ un esperta, che ti insegnerà come usare la tua spada, nostro eroe!

La mia spada?!

Sì, hai capito bene.

Avevo capito bene. E la puttana, travestita da folletto, cominciò a mettermi il preservativo con la bocca, quella bocca enorme, da fellatio.

Le due fate, che tenevano la bacchetta magica in mano, presero a masturbarsi allegramente, e reciprocamente, ridendo e scherzando.

Tira fuori la tua spada, prode guerriero! ‘ urlarono, tutte eccitate.

E la tirai fuori. La puttana intanto, oh, quella graziosa puttana dai capelli dipinti di verde, si era strappata le mutande in un sol colpo.

Per il culo, per il culo!

Questo gridavano in coro le due fate.

E’ colpevole! Ci ha traditi tutti! Nessuna pietà per la colpevole! Per il culo!

La feci urlare. Caspita, la puttanella aveva cercato davvero di scappare, era rea di alto tradimento!

Ogni tanto, tiravo fuori il cazzo completamente e la penetravo di nuovo in un colpo solo, e sembrava che le facessi davvero male.

La Rossa e la Bionda intanto si masturbavano pazzamente.

Ma volevano unirsi, volevano unirsi a noi, così la Bionda prese una bottiglia col collo lungo, e ordinò severamente al folletto ribelle di riparare al mal fatto inculando con quella la sua amica fata.

La Rossa, intanto, si faceva leccare dolcemente la fica dalla sorella.

Era come scoparle tutte e tre insieme’ Tutte e tre, in un colpo solo!

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