La cerimonia era stata veloce e con Carlo sbrigati i convenevoli eravamo scappati sulla nostra macchinina per il viaggio di nozze.
Non avevamo nessuna meta se non quella di girare per il gusto di girare, scusa per stare finalmente da soli.
Avevamo fatto poco sesso prima del matrimonio ma ora eravamo intenzionati a recuperare il tempo perduto, Infatti sull’autostrada improvvisamente mi avvidi di un certo gonfiore in mezzo alle gambe di Carlo, Allora allungai la mano e gli accarezzai dolcemente il cazzo attraverso la stoffa. Il gonfiore aumentava a vista d’occhio cosi che tirando giù la lampo dei calzoni liberai il cazzo dalle mutande che lo imprigionavano. Mi chinai su di lui e comincia a succhiarglielo mentre con le mani gli accarezzavo i coglioni.
Durante il pompino Carlo aveva rallentato e una strombazzata ci avverti che un camionista superandoci aveva visto il mio ingoio dimostrando il suo incoraggiamento a colpi di clacson. Dopo un attimo di incertezza ripresi in pieno a pompargli il cazzo, leccandogli con golosità l’asta sino alle palle che sotto le mie dita sentivo gonfiarsi di sborra. Anch’io mentre succhiavo l’uccello avvertivo stimoli sempre più forti alla fica e passandomi sopra le dita mi ritrovai tutta bagnata. Improvvisamente i gemiti di Carlo aumentarono mentre la sua cappella si faceva paonazza. Sentivo che stava sborrando e cercai di levarmi quando lui mi posò la mano sulla nuca e mi spinse verso il basso infilandomi il cazzo in fondo alla gola. Subito un getto caldo di sborra mi riempi la gola e mentre ingoiavo altri getti bollenti mi riempirono la bocca mentre Carlo preso da uno spasmo mi ficco più in fondo l’uccello. Inghiottii tutto lo sperma e devo dire che cominciò a piacermi il suo gusto tanto che un rivolo uscitomi dalle labbra, lungo l’asta del cazzo lo leccai sino in fondo ripulendolo ben bene. L’episodio se aveva soddisfatto Carlo aveva lasciato me con un fremito doloroso alla fica e non vedevo l’ora di fermarmi per farmi sfottere ben bene da quell’uccello che avevo appena finito di spompinare. Finalmente verso sera arrivammo ad un ristorante con camere e dopo aver prenotato una stanza mi preparai, con un profumato bidè, a farmi stantuffare la mia fichetta che continuava a tirarmi da matti. Carlo aveva invece fame, lo stronzo la goduta se l’era fatta, e quindi volle scendere al ristorante a mangiare. Mi lasciai coinvolgere pensando che dopo me lo sarei spompato ben bene. In sala da pranzo cominciammo a mangiare e Carlo a bere. Vicino a noi c’erano tre uomini i quali facendosi coinvolgere dalla nostra allegria in breve fecero amicizia e men che non si dica si sedettero al nostro tavolo. La conversazione procedeva allegramente con risate ed ammiccamenti vari. A me girava un po la testa mentre Carlo era sulla via della sbronza.
Improvvisamente durante una risata generale sentii una mano che si posava sulla mia coscia e carezzandomi sali verso l’interno delle coscie. I tre uomini Paolo, Gianni e Marco erano tre tipi sulla quarantina e devo dire che da come mi lumavano sembrava che volesero sbranarmi sul posto. La mano di Paolo frattanto risaliva lungo la coscia e arrivata allo slip inizio a sfregarmi la fica con un dito sopra il tessuto. Io già ero un po brilla e nell’eccitazione lascia fare per non creare imbarazzi nel ristorante.
Dopo un po’ Carlo era completamente ubriaco ed aiutata dai nuovi amici ci avviammo sorreggendolo verso la nostra camera.
Arrivati dentro depositammo Carlo sul letto della camera poi ci riunimmo in salotto. Gianni aveva portato su dal ristorante una bottiglia di spumante e quindi finimmo di brindare al mio matrimonio. Mentre bevevo Paolo aveva di nuovo allungato le mani sotto le mie sottane e alle mie poco convinte proteste infilo le dita sotto lo slippino accarezzandomi le labbra della fica e titillandomi il clitoride. Sentendola bagnata si senti in obbligo di insistere e subito dopo mi ritrovai stesa sul divano con lui che mi succhiava avidamente il clitoride dandomi poderose leccate dalla fica all’ano.
Poi aiutata dai due amici mi sfilo il vestito e inizio a succhiarmi con gusto i capezzoli. Nel frattempo gli altri due non stavano con le mani in mano e Gianni inginocchiatosi fra le mie gambe mi tolse le mutandine e iniziò a leccarmi con golosità la fica. Marco il più taciturno nel frattempo si era spogliato nudo e menandosi il cazzo lo avvicinò alla mia faccia e me lo ficcò in bocca. Ormai avevo perso ogni remora, complice quel prurito pomeridiano mai soddisfatto, cosi iniziai a succhiare il cazzo di Marco inghiottendolo fino alla radice. Mentre pompavo il cazzo di Marco anche gli altri due si erano denudati e si erano avvicinati per avere la loro parte di ingoio. Paolo aveva un grosso cazzo leggermente curvo mentre Gianni aveva un cazzo da cavallo. Alla vista di quel grosso palo mi sentii svenire pensando alla mia fichetta usata poco. Ma superando le paure cominciai a spopinarli a turno ingoiando il cazzo di Paolo a metà e quello di Gianni solo il glande da tanto che era grosso. Dopo un po’ Paolo in preda ad una voglia pazzesca mi prese mi portò sul tappeto, mi stese sulla schiena e messosi fra le mie gambe con due colpi poderosi di reni mi ficcò il cazzo nella fica. Lanciai un urlo subito spento dai due cazzi degli amici che mi si inserirono nella bocca. In realtà il cazzo era entrato di poco nella fica e dopo un attimo di pausa, Paolo iniziò a pomparmi, prima piano piano e poi sempre più velocemente. Io ero al settimo cielo, quel grosso cazzo mi faceva sbrodolare la fica di goduria e nel frattempo succhiavo due cazzi pronti a sborrare. La mia fica colava sborra femminile e il cazzo di Paolo nella foga provocava un rumore di sciacquio. Godetti con mugolii vari un paio di volte e dal ritmo sempre più veloce del mio partner e dal considerevole ingrossamento del cazzo nella mia fica sentivo che stava per esplodere. In un momento di lucidità volevo dirgli di non sborrarmi dentro ma i due cazzi che stavo mungendo mi impedirono di parlare. Dopo un paio di colpi che mi squassarono la pancia sentii Paolo che sborrava copiosamente riempiendomi l’utero fino in fondo. Continuò ancora per poco e ne avrebbe fatta un’altra senza fermarsi, se Gianni non lo pregò di prendere il suo posto. Paolo mi usci dalla fica col cazzo semirigido producendo un rumore di schiocco e cedette il posto a Gianni il quale sdraiatosi mi prese e mi mise sopra di sé strusciandomi l’enorme cappella contro la fica fradicia di sborra allo scopo di lubrificare meglio il cazzo. Per evitare pericoli allargai le gambe e colando sborra dalla fica spalancata mi impalai piano piano su quel cazzo enorme. Quando fu entrato per ‘ godetti come una troia lubrificando ulteriormente l’asta bollente. Poi iniziai, aiutata dalle mani di Gianni che mi tenevano il culo, a stantuffarlo con la fica mentre Paolo prendeva il suo posto cacciandomi il cazzo sporco di sborra mia e sua in bocca.
Gianni era implacabile, pompava come un matto e il suo enorme cazzo aiutato dalla mia sborra penetrava sempre di più nella fica.
Nel frattempo Marco aveva adocchiato il mio culetto vergine e date le dimensioni piccole del suo uccello era partito alla carica. Impedita dal cazzo di Gianni non potei fare molta resistenza ed aiutato dal sapiente lavorio di dita sul mio ano e dalla saliva che mi faceva colare nell buchetto alla fine ebbe vinta la battaglia e con un grugnito di soddisfazione mi infilo il cazzo nel culo. Una scarica elettrica mi percorse tutta e iniziai a rantolare per le godute che si susseguivano una sull’altra. Anche Gianni arrapato da quella situazione, brancandomi le natiche mi sbatteva su e giù come un forsennato. Avevo la fica in fiamme tutta gonfia di piacere e di eccitazione, nel culo, passato il primo dolore cominciavo ad avvertire una sensazione strana che montava colpo su colpo. Sentivo aumentare il ritmo dell’inculata e ormai stavo godendo anche nell’ano. Poi sentii un clisteri di sborra inondarmi l’intestino mentre Marco spompato si abbatteva sulla mia schiena strapazzandomi le tette. Anche Gianni stava venendo ed un getto violentissimo mi riempì l’utero provocandomi un giramento di testa. Da sotto continuava nonostante la sborrata a stantuffarmi e sentivo la broda colarmi lungo la fica.
Mi abbattei sopra il suo torace peloso e mi disarcionai dal suo cazzo nonostante un suo mugolio di dispiacere. Paolo, nel frattempo,
fattosi succhiare ben bene il cazzo e ritornato bello turgido mi prese da dietro e iniziò a palparmi le tette e la fica per risvegliarmi l’ardore. Visto che gradivo i palpeggiamenti mi mise sdraiata alla pecorina col culo ben in aria e messosi in groppa iniziò a strofinarmi la punta dell’uccello contro l’ano. Mi infilò due dita nella fica e facendomi un ditalino li ritirò sporchi di sborra che provvide a spalmare sullo sfintere. Cosi lubrificato iniziò a spingere infilando il cazzo poco per volta nell’ano. Sentii un male feroce che man mano che procedeva si affievolia lasciando spazio ad un senso di piacere sempre più intenso. Con un ultimo colpo inseri tutto il cazzo nel culo e dopo un attimo di attesa iniziò a stantuffarmi nel culo. Ormai avevo perso la testa e iniziai un’altra serie di sborrate. Gianni nel frattempo col suo cazzone cercava di alleviarmi il dolore dell’ano dandomelo da ciucciare. Non so quanto durò ma alla fine cacciando una scorreggia , Paolo godette riempiendomi il culo di sborra. Ma gli amici non erano ancora soddisfatti e Gianni col cazzo ancora duro prese il posto di Paolo. Gemetti dal terrore al pensiero del suo cazzo nel culo, ma questi non volendo farmi male mi strusciò ripetutamente la cappella sull’ano per lubrificarlo con la sborra poi prendendomi le natiche con le mani mi infilò i pollici nella fica allargandomela e a colpi poderosi infilò la mazza dentro l’utero. Non avevo mai preso un cazzo cosi grosso e la posizione favoriva l’ingresso sino al collo dell’utero. Strinsi violentmente i muscoli indolenziti della fica attorno all’asta del cazzo per facilitargli la goduta e cosi iniziò una chiavata memorabile. Sentivo il cazzo che mi arava le pareti interne della fica provocando un ulteriore secrezione di umori uterini che andavano per fortuna a lubrificare quel cazzo mostruoso. Ogni colpo lo sentivo in gola riempiendomi la pancia con il suo volume. Finalmente sentendolo ansimare sempre più forte capii che stava venendo. Infatti godette abbondantemente riempiendomi per l’ennesima volta la fica di sborra.
Con tutto lo sperma che mi avevano pompato dentro il giorno dopo avrei speso un capitale in “pillole”. Nella stanza c’era un puzzo di sesso ed escrementi (questi usciti dal mio culo) e finalmente stanchi e spossati i tre amiconi si sdraiarono sul divano invitandomi a leccare ben bene i loro cazzi. Non mi feci ripetere l’ordine e li pulii ben bene anche i due che mi avevano inculato alla grande.
Quel porco di Marco che aveva sborrato una sola volta , sotto i colpi di lingua si era ringalluzzito, cosi con lui continuai il pompino sino a quando godette con un urlo riempiendomi di sborra la bocca e la gola. Bevvi una quantità considerevole di sperma, non pensavo che quel cazzo normale secernesse cosi tanta broda.
Alla fine ci salutammo e dopo averli accompagnati alla porta (prima che qualcuno volesse fottermi ancora) mi trascinai dolorante in bagno dove seduta sul vater pisciai, cagai sborra per un quarto d’ora. Dopo una doccia mi infilai dolorante a letto vicino al mio caro sposo. La luce del giorno mi sveglio e il mio primo pensiero fu che nonostante i dolori vari alla fica e al culo avrei dovuto soddisfare le voglie dello sposino. Invece trovai la faccia di Carlo stravolta da un mal di testa pazzesco che si scusava per la brutta notte di nozze.
Non ti preoccupare, gli risposi, ce lo ricorderemo sempre questa notte di nozze.
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…