Successe tutto in fretta, una notte qualunque di quando avevo diciannove anni. Un paesino senza nome in provincia di Trento. Avevo appena riaccompagnato a casa Giulia e scendendo in prima lungo i tornanti che portavano dalla baita dei suoi al paese, presi il sentiero sterrato sulla sinistra fino allo spiazzo fra gli abeti che dominava il canalone, arido nella tarda estate.
Mi fermai, l’autoradio bassa che sputava fuori Dave Matthews, gli occhi rapiti dalle stelle nitide nel cielo sgombro.
Le mie mani rapide che già arrotolavano un filtro, sminuzzavano erba, mescolavano tabacco.
Reclinai appena il sedile e mi misi a fumare il mio personale, perso nelle stelle che svettavano luminescenti sulla volta scura e senza luna.
D’improvviso, luci nella distanza, rumore di gomma di pneumatici su sterrato e ghiaia.
La macchina arriva in fretta.
Si ferma dietro di me, perpendicolare.
Blu con l’infame striscia rossa.
La scritta in stampatello, candida, perentoria.
CARABINIERI.
Abbaglianti puntati contro di me, una voce meridionale mi dice di non muovermi. Un’altra, trentina, di avvicinarmi con le mani in alto senza gettare la sigaretta.
Io sono paralizzato.
Ho il mio sacchettino d’erba in tasca.
La mia riserva nel portaoggetti in un altro sacchettino.
Se qualcuno ha un minimo di esperienza con le sostanze illegali, saprà che questa situazione, per gli ometti in divisa, significa spaccio.
Mi alzo, il mio spinello fragrante che ancora mi brucia lentamente fra le dita. Sono Barberis e Scafazzo.
Sorridono.
-Bene, bene, eccolo qua, il Bob Marley del villaggio. Questa qui è erba.-
Io lo guardo, spalanco le braccia, gli dico ironicamente complimenti per il fiuto, lui non ride.
Non rido nemmeno io. Il Brigadiere Barberis fa cenno al Carabiniere Semplice Scafazzo di perquisirmi la macchina. Intanto Barberis prende lo spinello dalla mia mano e fa un tiro.
-Uhm, roba buona, roba buona. Svizzera?-
Scafazzo punta la torcia, corruga la fronte, fruga nella mia twingo.
Barberis fa un altro tiro e mi dice di appoggiarmi alla macchina per la perquisizione.
Se qualcuno ha un minimo di esperienza con i tutori dell’ordine, saprà che in realtà non è del tutto regolare che mi si mettano le mani in tasca.
Ma quando sei due contro uno e i due hanno manganelli e pistole, cerchi solo di non peggiorare le cose.
Allarga le gambe, mi dice Barberis. Mi tasta lungo le braccia, sotto le braccia, il costato, la schiena, mi tasta le tasche dietro dei jeans, quelle laterali. Le sue mani costeggiano il mio cazzo, i miei coglioni. Non reagisco.
E Barberis trova l’accendino, un fazzoletto.
Il mio grammetto di ganja.
-Ahah! Eccola qui la droga.-
Scafazzo gli fa eco, chinato sul mio vano portaoggetti. Riemerge con in mano i miei quasi dieci grammi di super skunk.
-Mi sa che vinco, io Brigadiè…-
Barberis si fa serio, passa lo spinello a Scafazzo che lo guarda e scuote la testa in segno di diniego.
-Forza, Scafazzo, non fare il bacchettone…-
Il più giovane, titubante, prende in mano il mozzicone del mio spinello, lo osserva curioso, fa un tiro cauto, inspira.
Espira. Sorride compiaciuto.
Barberis poi si volta verso di me, si fa ancora più serio.
-Bene, allora, vendi, eh? Traffichi?-
-No,- faccio io. -Uso personale.-
-Uso personale, ma qui ci sono due sacchetti, chiaramente uno dei due era destinato alla vendita. Vero Scafazzo?-
L’altro dice si, poco convinto.
-Sono cazzi, Bob Marley, cazzi amari…-
-Senta, brigadiere,- cerco di ammansirlo, -siamo tutti persone ragionevoli, ci conosciamo tutti. Voi fate il vostro lavoro, io non faccio del male a nessuno, cerchiamo di trovare un punto d’incontro e lasciar perdere, che ne dice?-
-E bravo Bob Marley, vedo che cominciamo a ragionare. Ok. Dove l’hai comprata?-
-Cosa?- chiedo, fingendo di cadere dalle nuvole.
-Lo sai, cosa, l’erba, chi te la da?-
-Ah, nessuno, cioè, l’ho comprata a Trento da un ragazzetto, venerdì sera, non so nemmeno come si chiamasse…-
-No, no, no, Bob Marley, risposta errata. Vero Scafazzo? Risposta errata.-
Scafazzo lo guarda, sorride, tirando gli ultimi fumi dello spinello ormai morente. Sta per ripetere anche lui, -risposta errata,- quando scoppia a ridere e a tossire, facendosi rosso in volto. Getta la canna e la spegne con lo stivale.
Barberis sorride.
-Senti, Bob Marley, mi sembra che non vuoi collaborare, allora dobbiamo andare in centrale e fare il verbale, far partire il procedimento penale…-
La parola penale mi fa surriscaldare il cervello e le orecchie. Devo trovare un compromesso. Cambio registro.
-Ok, Brigadiere, sono io quello che ha fatto qualcosa di male, che ha la sostanza illegale. Ma sul serio, non so il nome del tipo che mi ha dato l’erba, non conosco spacciatori in paese, ma sono pronto a fare qualsiasi cosa. Qualsiasi cosa.-
Il Brigadiere sorride sotto i baffi, si mordicchia un labbro. Prima che possa dire qualcosa, Scafazzo, la voce su di giri e un po’ roca, dice -Brigadiè, ci faccia girare un altro spinello, a questo.-
Barberis lo guarda, poi guarda me.
-Non è una cattiva idea, rolla, rolla, Bob Marley- dice, -ma non è abbastanza.-
In fretta, infarcisco un altro spinello di ganja fragrante, lo giro con gesti precisi, lo chiudo a bandiera facendo scorrere la lingua lungo la strisciolina di colla.
-Ci sai fare con la lingua,- se ne esce Barberis.
Io non raccolgo, gli porgo lo spinello. Lui senza dire niente lo prende, se lo mette in bocca, lo accende. Poi le sue mani scendono sulla cintura, si cala i pantaloni, i boxer neri. Prima che io riesca a pensare a che dire, mi guarda negli occhi. Serio.
-Adesso succhiami il cazzo, Bob Marley.-
Io lo guardo incredulo, e mentre penso a cosa dire lui m’incalza. -O vuoi un accusa di spaccio e resistenza a pubblico ufficiale e tentata corruzione di pubblico ufficiale con sostanze stupefacenti?-
Lo guardo dritto negli occhi.
Ha il controllo della situazione.
Il potere di farmi fare quel che vuole.
Quello che lui non sa è che succhiare un cazzo è una delle mie fantasie, ma che mai sarei arrivato ad organizzarmi per farlo. Mi inginocchio davanti a lui, il suo cazzo mezzo floscio gli pende a sinistra sulle palle gonfie. Gli soppeso i coglioni, poi prendo in bocca il cazzo, lentamente, per prendere le misure. Odore e sapore acri di urina residua non ben scrollata via. Lo sento crescermi in bocca, con la mano lo impugno alla base e lo scappello, sento Barberis ansimare mentre fuma la mia ganja.
Il suo membro cresce, si raddrizza, gonfia.
Mi invade la bocca. La mano del brigadiere mi prende per i capelli, comincia a dettare il ritmo. Io alzo lo sguardo e lo vedo che mi guarda con gli occhi socchiusi, fumando.
Di fianco a noi, Scafazzo si è tirato giù i pantaloni e si fa una sega. Allora stacco la mano dai coglioni di Barberis e, di mia iniziativa, prendo in mano il cazzo di Scafazzo e comincio a carezzarlo e masturbarlo.
Su e giù. Il cazzo di Scafazzo è più piccolo, ma le sue palle sono più grosse e pelose.
-Guardi, Brigadiere, guardi che frocio, come ci piace succhiare il cazzo, a questo…-
Io sono in trance, come in un transfer mi eccito all’idea di me in ginocchio a succhiar cazzi come le cheerleader dei porno. Gemo mentre Barberis comincia ad affondare col bacino, scopandomi in bocca. Mi stacco un attimo per contemplargli il cazzo pieno della mia saliva.
E’ grosso, lungo, nodoso. Come quelli dei film porno eccezion fatta per le palle, leggermente pelose.
Glielo prendo in mano e comincio a succhiare quello di Scafazzo, guardandolo negli occhi con un misto di odio e gratitudine. Anche il suo odora di urina, e anche di sperma.
Forse si è masturbato prima di cominciare il turno.
Poi Barberis mi dice di fermarmi.
Mi fanno spogliare e mi fanno entrare nella loro auto.
Mi mettono a pecorina lungo il sedile posteriore.
Alle mie spalle, Barberis mi spalma qualcosa sul culo.
E’ freddo, spesso. Dall’odore sembra gel per capelli.
Barberis tira fuori il suo manganello, nero, lungo, pesante, freddo.
Me lo appoggia sul buco mentre dall’altro lato della machcina fa capolino Scafazzo che me lo mette in bocca.
Dietro, con un paio di colpi decisi, il manganello spesso di Barberis mi entra in culo a strappi dolorosi.
-Dai, non fare il prezioso, si vede che ti piace, frocetto…guarda come glielo succhi, guarda.-
E in effetti, se mi immagino da dietro, messo a novanta con un manganello nel culo, la mia mano e la mia bocca intente a sompinare il carabiniere semplice Scafazzo, non posso biasimarlo. Barberis passa lo spinello a Scafazzo ed entra anche lui in macchina.
Fa un po’ avanti e indietro col manganello.
Poi me lo toglie, io sento l’aria che fuoriesce dal mio buco slargato.
-Guarda che culo spannato che hai, piccola troia. Adesso ti inculo a sangue, ti inculo, drogato frocio comunista.-
Potrebbe dirmi qualsiasi cosa, io ormai non ci faccio caso.
Sento l’eccitazione nell’aria, questi due ometti che stanno uscendo di senno per me, per possedermi come un oggetto sessuale.
E la cosa mi piace da matti.
Non vedo l’ora di sentirli e vederli godere, sperando che mantengano la loro parola e mi lascino andare una volta finito.
Sento Barberis strappare il pacchettino di un condom, sento il rumore della plastica srotolata sul cazzo, mentre Scafazzo ormai mi tiene per le orecchie e mi sussurra sconcezze assortite con il suo accento meridionale, il suo cazzo tozzo che mi scopa la bocca.
E a quel punto Barberis mi entra in culo.
Deciso, perentorio, comincia subito a pompare a fondo.
Sono colpi lenti, ma potenti e profondi, che mi fanno subito sussultare di dolore e piacere.
Mi ritrovo lì, scopato da due carabinieri come una delle troie nigeriane che di certo hanno subito la stessa sorte.
Con la sola differenza che io non aspettavo altro che un occasione come questa.
Mentre Barberis, tenendomi saldamente per i fianchi e sculacciandomi forte mi incula con furore, Scafazzo ormai ha i miei dread in pugno e muove la mia testa sul suo cazzo manco fossi una vagina di gomma. Lo sento aumentare i battiti, il suo cazzo si gonfia. Le vene, i tessuti spugnosi.
Flussi di sangue e sperma verso la punta gonfia e golosa del suo glande che mi affonda in gola.
Lo sento venire, e mi scopa la bocca con tanta foia che ho un conato di vomito, così che quasi tutta la sborra mi imbratta la faccia.
Sento il liquido caldo sulle guance, scivolarmi lungo la faccia.
Ce n’è ancora che esce dal suo cazzo, allora lo riprendo in bocca e la succhio tutta, ingoio sentendomi una puttana.
Lui si contorce, trema di piacere troppo prolungato, si ritrae.
In tutto questo, il mio corpo sussulta ritmicamente sotto i colpi di maglio di un insospettabile Barberis, che ad ogni affondo mi sconquassa le viscere. Mi dice di girarmi sulla schiena, mi mette le gambe sulle sue spalle e lo vedo sorridere soddisfatto alla vista della sborra sulla mia faccia.
-Guardati, piccolo frocetto, tutto ricoperto di sborra…ne vuoi ancora, eh? Rispondi.-
-Si,- mugolo io, fra un gemito e l’altro.
Ormai sono totalmente in suo potere, godo nell’essere posseduto contro il mio volere, mi sento un prezioso oggetto del desiderio.
-Si, ti piace, ne vuoi altra…vuoi che ti sborro in faccia, eh? Dimmelo…-
-Si, si, sborrami in faccia, ti prego…- le parole escono automatiche, non filtrare dalla mia coscienza.
Il ritmo dei colpi di Barberis si alza, poi si impenna.
Mi esce dal culo provocandomi un piacere sottile, brividi lungo la schiena.
A quel punto si sfila il condom e mi piazza il cazzo davanti alla faccia.
Io comincio a menarglielo con sapienza, la giusta pressione, il ritmo ideale. Lui si tiene al sedile davanti e mi scopa la mano facendo avanti e indietro col bacino.
Poi me lo punta in faccia e il suo volto comincia a contorcersi, è il momento. La sua scarica abbondante mi si riversa in viso come un’eruzione vulcanica erotica. Uno, due, tre schizzi spessi, sugosi. Il terzo mi si infila direttamente in bocca. Lo sperma di Scafazzo, già più liquido, mi sta colando fino al mento.
I due mi lasciano sul sedile posteriore a riprendere fiato. Si risistemano i pantaloni, poi Barberis viene da me e mi dice di bere tutto. Scafazzo incalza, mi incita anche lui a bere tutto il loro sperma. E ancora stordito dalle loro violente attenzioni, mi passo la mano destra sulla faccia raccogliendo tutti gli schizzi del loro sperma filamentoso. Poi mi infilo in bocca indice, medio e anulare, risucchio tutto dentro, ingoio. Ha un gusto amaro, mandorlato. I due applaudono, visibilmente ben sballati dalla mia erba. Barberis mi tira addosso i miei vestiti.
-Rivestiti, Bob Marley. Giraci un altro spinello che la notte è lunga.-
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…