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Racconti erotici sull'Incesto

Cognata Triste

By 14 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Avevo sempre avuto un debole per mia cognata Simona, una donna non appariscente, ma che nei miei confronti esercitava una attrazione enorme, fin da quando ero fidanzato con la sorella, e lei era una giovane mammina in attesa del secondo figlio. Fisicamente messa bene, con un corpo asciutto, cosce lunghe, seno piccolo, da essere contenuto in una coppa di champagne, come dicono i francesi. Spesso era stata la protagonista involontaria delle mie fantasie erotiche, ma per non turbare la sua e la mia pace familiare, mi ero sempre astenuto dal rivelarle i miei desideri, fino a quando..

Un giorno il marito, dopo averla abbondantemente cornificata per tanti anni tra tradimenti e scappatelle varie, decise che finalmente aveva trovato la donna della sua vita, e la pianto’ in asso.

La povera Simona era distrutta, il mondo le stava crollando addosso. Inutile aggiungere che anche sotto l’aspetto professionale le cose stavano per andare a rotoli; lei restava ancorata all’amore per i figli e solo questo le dava la forza di continuare a vivere, sebbene i figli non fossero piu’ adolescenti da un bel pezzo, e che anzi avessero preso la loro vita.

Mia moglie, pur sempre sua sorella, comincio’ a starle piu’ vicino, chiedendomi di fare altrettanto. Io cominciai allora a fare nei suoi confronti opera di persuasione, cercando di convincerla che in fin dei conti, quel suo marito non la meritava.

Guardati attorno, il mondo e’ pieno di uomini, e sicuramente in giro c’e’ qualcuno che sapra’ apprezzarti.

Non prendermi in giro, chi vuoi che si interessi ad una vecchia ciabatta come me?

Tu credi di essere una vecchia ciabatta. Non sei per niente vecchia, e sei aatraente. Devi solo valorizzarti.

Ma chi vuoi che si possa interessare di me?

Piu’ di quanti tu non possa immaginare.

Questo era il tenore delle nostre conversazioni, ed io cercavo di farla riprendere in tutti i sensi.

Una sera la introdussi alla conoscenza di internet, e feci per lei l’iscrizione ad una chat che frequentavo abitualmente. Lei fu dapprima titubante, poi, resasi conto delle possibilita’ offerte dalla rete, divenne un’ abituale frequentarice della chat dove io avevo nel frattempo cambiato nick.

Poche sere dopo la incrocia in chat e, senza svelarmi, le chiesi se voleva chattare con me. Indirizzai quasi subito il discorso sulla famiglia, e lei mi disse che era reduce da una triste esperienza perche’ il marito l’aveva lasciata, e che sperava tanto di poter superare il momento triste. Anche tramite la chat le dissi che avrebbe dovuto cominciare a guardarsi attorno, perche’ il mondo e’ pieno di uomini, e di sicuro tra loro qualcuno che l’avrebbe apprezzata c’era, molto piu’ vicino di quanto lei potesse pensare. Avrebbe dovuto solo guardarsi intorno, mettendosi bene in mostra.

Parli come mio cognato.

Vedi che allora c’e’ qualcuno che cerca di consigliarti bene. Segui i suoi consigli, credo proprio che questo tuo cognate sia uno che ti vuole bene.

Anche io glie ne voglio, ma ho bisogno di tempo per riprendermi.

Sciocchezze, piu’ tempo passa, piu’ tempo perdi.

Il giorno dopo, per telefono, mi disse che in chat aveva conosciuto un signore, non sapeva di quale citta’, che la invitava a fare quello che io le consigliavo con frequenza quasi giornaliera.

Vedi che ho ragione io?

Ma ancora non ce la faccio!

Devi sforzarti, altrimenti non ci riuscirai mai. E’ solo questione di lasciarsi andare, e vedrai che le cose andranno al loro posto da sole.

Tu la fai facile, ma io sono una donna, non posso andare per strada a chiedere a tutti gli uomini se sono disposti a stare con me.

Non ne hai bisogno, vedrai che saranno loro a correrti dietro, ed tra poco riempirai il tuo vuoto interno.

Inutile dire che dentro di me speravo di essere io quello che avrebbe riempito, anche se temporaneamente, il.vuoto dentro di lei, visto che ormai non avrei compromesso la sua pace familiare. Del resto, non so quanto tra il serio ed il faceto, la stessa mia moglie, notoriamente gelosissima, durante una precedente ‘evasione’ del marito, commentando il fatto che avevo dormito una notte a casa sua, disse che in fin dei conti la cosa sarebbe rimasta in famiglia, se proprio fosse accaduto qualcosa tra me e lei.

Quella sera, in chat, mi venne a cercare.

Lo sai, mio cognato dice che non devo perdere la fiducia, proprio come te. Mica vi conoscete?

Non credo proprio, io non sono mai stato nella tua citta’, anche se, per conoscerti, potrei venirci anche subito.

Piano, tu corri troppo!

Nel frattempo, da vicino, avevo cominciato quasi a tormentarla, mettendo in risalto il fatto che per poter ritornare a vivere doveva innanzi tutto mostrare a se stessa ed agli altri di volersi veramente bene. Nuovo look, quindi, via gli occhiali da eterna secchiona che passa la vita solo sui libri, visita periodica e frequente dal parrucchiere, non piu’ abiti da monaca. In questo ero supportato dai figli, ormai adulti, che non erano dispiaciuti nel vedere la mamma piu’ giovanile ed attraente.

Ogni occasione per me era buona per spronarla, e lei sembrava facesse di tutto per cadere in depressione.

Ero nel frattempo diventato il suo consigliere nella doppia veste di cognate ed amico di chat, per cui la sera venivo a sapere cosa avevo fatto e ditto di giorno, e di giorno, per telefono in genere, mi raccontava cosa avevamo dettto la sera precedente via internet.

Una sera, che ero a casa sua, lei entro’ in internet ed io logicamente non c’ero. Ci resto’ male, e dopo pochi minuti di connessione spense il computer, e cominciammo a parlare. Casualmente, il discorso cadde sul sesso.

Possibile che tu da tanto tempo non abbia dato sfogo alle tue voglie represse?

No, dentro di me aspetto ancora che torni!

Svegliati, bimba, possibile che tu non voglia capire? Anche ammesso che torni, lui in questo momento se la sta spassando con la nuova amichetta, e tu sei qui con me a piangerti addosso. Possibile che la tua femminilita’ non urli il desiderio?

Certo che urla, ma non l’ho mai fatto con altri, e mi sentirei enormemente a disagio con chiunque.

Vedi, il sesso e’ importante nella nostra vita come il dormire, il mangiare o il prendere le medicine. Tu considera la cosa come se dovessi prendere la medicina per il sesso.

Si, ma io in una farmacia del genere non ci vado!

Perche’ mai? Non devi essere tu a cercarlo, devi solo trovare il farmacista adatto, che magari venga a domicilio, e vedrai che poi tutto si aggiustera’. Vedrai le cose sotto un aspetto diverso, e comincerai ad amare la vita.

Al momento il discorso fini li, ma io sapevo che sarei stato ben felice di darle io la medicina, visto che con mia moglie la routine mi permetteva questo ed altro.

Dopo alcune settimane di questa mia opera di persuasione, che si andava a sovrapporre a quella della psicologa che, poverina, non era a conoscenza del mio interessamento, e si autocompiaceva dei progressi di Simona, una sera eravamo a casa sua, sul divano, e lei aveva allungato, come faceva spesso, le gambe, fino a sfiorare le mie. Ad un certo momento mi disse di aver avuto notizie, da un amico, dell’ex marito e della nuova amante, non piu’ bella di lei, non piu’ giovane di lei, e con un carattere a dir poco acido. Concluse dicendo:

Chissa’ cosa ci ha trovato, in quella la’.

Forse lei gli ha dato qualcosa che tu non gli hai mai concesso.

Ci ho provato, ma non mi piace farlo! – fu la sua risposta.

Io al momento non risposi. Poiche’ eravamo sul divano, cominciai, come per caso, a carezzarle i piedi come per fare un massaggio. Al principio lei si mostro’ sorpresa

Che stai facendo?

Niente, da come hai le caviglie gonfie, credo proprio che tu abbia bisogno di un buon massaggio.

E’ vero, oggi e’ stata una giornataccia. So che sei bravo a fare massaggi, quindi fai pure se la cosa non ti disturba.

Disturbarmi? Sara’ un piacere immenso, lascia fare a me, vedrai che alla fine sarai piu’ che soddisfatta.

Guarda che se non mi soddisfi, non ti pago, disse ridendo.

Dapprima cominciai dal collo del piede, per poi passare molto lentamente sotto la pianta, e terminare infine, dopo circa un’ora, con le dita, che trattai lungamente ad una ad una, alternando le carezze agli alluci, come una masturbazione, agli spazi infradito per poi tornare sotto la pi’ata con massaggi circolari sotto i talloni, per poi tornare alle single dita e riprendere il movimento. Piu’ profonde erano le carezze, e piu’ forte era il suo respiro. Ad un tratto le chiesi cosa le sembrasse delle mie mani.

Sei stato meraviglioso, grazie. Fai cosi anche con mia sorella?

Certo, a lei piace molto, prima..

Prima? Prima di cosa?

Non credere che finisca qui, le dissi.

Che succede dopo? -la sua voce cercava di nascondere l’eccitazione.

Dopo ricomincio passando la crema, ma, non avendola qui con me, posso ovviare in altro modo, se ti va.

Certo che mi va, mica uoi lasciare le cose a meta’!

Non sia mai ditto.

Dallo sguardo non proprio fraterno capii che avrei potuto andare oltre. Era quello che aspettavo, del resto.

Detto fatto, cominciai a baciarle e poi leccarle i piedi, rifacendo, con la lingua, quanto aveva appena finito di fare con le mani, indugiando sugli alluci leccandoli lungamente e succhiandoli alternativamente. Poi cominciai a salire su per le gambe, arrivando fino alle ginocchia, per poi concludere su, fino alle mutande. Erano diventate fradicie dei suoi umori. Gliele tolsi:

Per non bagnare il divano, dissi.

Mi inginocchiai ai suoi piedi e cominciai a leccarle la fichetta, dapprima pizzicando con le labbra , leccando e succhiando le grandi labbra, per poi arrivare al clitoride, ormai duro e voglioso. Come cominciai a leccarlo dapprima e poi a stringerlo tra le mie labbra, Simona fu percorsa come da una scarica elettrica, e si abbandono’ ad un lunghissimo orgasmo, prima ancora che la toccassi con un dito.

Erano anni che non godevo con questa intensita’ – mi disse. Luigi non mi aveva mai fatto questo, e’ stato bellissimo!

Hai una passera dolcissima. Non mi stancherei mai di leccartela. Il tuo clitoride poi e’ a dir poco meraviglioso: lo preferisco a quello di tua sorella. Non credere che abbia sempre amato leccare passere. Vedi, la prima volta che l’ho fatto con tua sorella, ho provato un certo disgusto, ma poi, vedendo quanto le piaceva, per farle provare tale godimento, mi sono sforzato, ed alla lunga ho cominciato a provarci gusto. L’unica cosa che mi da un poco fastidio e’ il sentirmi in bocca i peli, ma con una buona depilazione non esiste problema. Vuoi farmi capire che in tanti anni Luigi non ti ha mai leccato?

Mai!

Che stupido. Non sa cosa ha perso. Sapessi quanto e’ dolce il sapore di una fichetta in calore. Se ti va, la prossima volta te la depilo, come fanno le turche.

Devi proprio aspettare la prossima volta? Se ti va bene l’occorrente per la barba, ho tutto.

Va piu’ che bene.

Pochi minuti, e la sua passerina non aveva piu’ un pelo, sembrava il culetto di un neonato. La risciacquai per bene, e dopo averla asciugata, per assicurarmi che non fosse rimasto niente del sapone da barba, ricominciai a leccarla, infilando la lingua nello spacco, e titillandole il grilletto, che era diventato duro, e quasi implorava di essere stretto tra le mie labbra, cosa che feci immediatamente, Succhiando il grilletto, le infilai un dito dentro, e mentre succhiavo e leccavo, il ditto comincio’ un lento via vai che duro’ poco, Lei infatti si irrigidi’ tutta e comincio’ a godere di nuovo, stavolta ancora’ piu’ violentemente di prima.

Dopo averle infilato di nuovo la lingua nella fichetta grondante per raccoglierne gli umori la baciai, ed intrecciando le nostre lingue glie ne passai parte in bocca. Lei mostro’ di gradirne il sapore, e mi fece promettere che gliene avrei dato ancora..

A questo punto, lei fini di spogliarsi, mettendo in mostra un seno da favola, con i capezzoli gia’ turgidi che desideravano solo essere succhiati, poi mi sbottono’ i pantaloni e tiro’ fuori dagli slip il mio membro gia’ duro.

Tua moglie mi aveva ditto che l’hai grosso, ma non credevo fino a questo punto.

Credi davvero che sia grosso?

Rispetto a Luigi di sicuro! Se con la sola lingua mi hai fatto toccare il paradiso, con lui dentro faro’ faville.

Comincio’ ad abbassarsi piano piano perche’ era tanto tempo che la sua passerina non ospitava niente altro che le dita.

Lasciai che fosse lei a condurre il gioco, limitandomi a baciare e succhiare i capezzoli che erano diventati di marmot, e che danzavano davanti ai miei occhi ed alle mie labbra. Neanche un minuto, e venne colta da un orgasmo interminabile. Il contatto con le pareti setose del suo essere donna mi eccitavano tantissimo, ma capii che dovevo pensare solo a lei. Terminato l’orgasmo, si sdraio’ sul divano e mi volle ancora dentro di se perche’ io ancora non ero venuto. Le montai sopra e ricominciai a leccarle le tette ancora gonfie di desiderio, e contemporeneamente ripresi a stantuffarla, dapprima lentamente, poi sempre piu’ veloce. Lei rispondeva colpo su colpo, e dopo pochi minuti venne di nuovo. Il mio cazzo sembrava quasi annegare, tale era la quantita’ di liquidi emessa. Poi, senza piu’ muoversi, ma solamente con le contrazioni della sua vagina comincio’ a farmi montare un mare di sborra.

Attenta, sto per venire, non vorrei che restassi incinta.

Vai tranquillo, sono nel periodo sicuro. Desidero tanto essere inondata dal tuo seme, sapessi quanto l’ho desiderato.

A queste parole, non resistetti piu’, e cominciai ad inondarla con un getto enorme del mio seme, che si mischio’ ai suoi umori, imbrattando il divano. Non avevo mai sborrato tanto in vita mia, sembrava che non dovessi finire mai…

Ero riuscito a scioglierla.

..continua

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