Doppia gravidanza
1.
La famiglie di Mauro e di Luciana, due giovani abruzzesi sposati ed emigrati nell’hinterland milanese, abitano sulle colline del Chietino due case contigue e sono da sempre molto unite. La morte prematura e quasi simultanea della madre di lui, colpita da crisi cardiaca, e del padre di lei, vittima di un grave incidente con un trattore, ha finito per rafforzare ancor più la loro unione, tant’è che i due consuoceri, Milena e Giovanni, rispettivamente di 54 e di 58 anni, entrambi dediti alle attività agricole, fanno vita in comune, lavorano insieme i campi, hanno ristrutturato le loro abitazioni unificando le pertinenze di servizio.
Mauro è un operaio specializzato di 32 anni, lavora in un’azienda che produce elettrodomestici, Luciana, 29 anni, fa la commessa in un grande negozio di casalinghi. Tutti gli anni ad agosto tornano in Abruzzo per le ferie, passando quindici giorni al mare sulla costa adriatica ed altri quindici in campagna con i loro genitori. I figli sospettano che i due consuoceri vadano a letto insieme. Ai ragazzi la cosa non crea alcun disturbo, ma essendo i genitori fedeli alla mentalità contadina, in loro presenza non danno a vedere alcuna intimità.
Del resto in campagna le tradizioni sono tradizioni. Luciana è arrivata vergine al matrimonio, dopo la prima notte di nozze era una legge non scritta esporre le lenzuola imbrattate del sangue dell’imene. Prima di sposarsi hanno molto lavorato di lingua, la massima licenza che si sono concessi è stato un bellissimo 69. Ma per scopare veramente hanno dovuto attendere il matrimonio.
Luciana è una bella ragazza, alta circa uno e settantacinque, ha due belle cosce, snelle e ben tornite, porta una terza di seno, che sta su senza bisogno del reggiseno, veste di preferenza le gonne, ma il marito impazzisce quando la vede indossare il perizoma, il regalo che le fa più spesso. I due fanno sesso con grande soddisfazione e senza tabù, anzi cominciano a pensare al gusto proibito di qualche avventura extra, da fare insieme o anche da soli, ma tutto è rimasto allo stato della fantasia. Non hanno ancora figli, anche se pensano di mettere presto l’argomento all’ordine del giorno.
L’anno scorso hanno dovuto modificare il programma delle ferie: Cinzia, la cugina di Luciana, fidanzata da qualche anno con un rappresentante di commercio pugliese, aveva deciso di sposarsi ed aveva scelto come data di nozze il 9 agosto, quando loro sarebbero dovuti essere al mare, ed aveva organizzato lo sposalizio in una località piuttosto lontana, sul Gargano. Mauro e Luciana erano contrariati per il fatto di dover invertire le settimane di vacanza rinviando la vacanza al mare a dopo ferragosto, ed era una scocciatura arrivare sino in Puglia per la cerimonia ed il ricevimento. Ma il matrimonio è sacro e le convenzioni familiari non consentono deroghe.
Mauro e Luciana partono il 2 agosto per venire in campagna dai genitori. Dopo lunghi mesi di vita in fabbrica e nei caseggiati della periferia cittadina, si godono finalmente la serenità e l’aria buona delle colline natìe. Passano due giorni di assoluto riposo e di belle mangiate, in un clima familiare molto allegro. Ma il terzo giorno Mauro incappa in un malaugurato incidente. Preso dalla voglia infantile di arrampicarsi sopra la meravigliosa pianta di fichi che c’è dietro casa, mette in fallo un piede e – bum! – cade rovinosamente a terra dall’altezza di 3 metri. Un male boia ed un grande spavento, ma se la cava relativamente bene: gli viene diagnosticata una microfrattura alla caviglia destra e gli viene praticata una ingessatura del piede ed una fasciatura ortopedica della spalla destra lussata.
A tre giorni dal matrimonio è proprio un bel casino! Luciana ha la patente ma non guida, sua madre Milena ha pure lei la patente, ma non ha dimestichezza con le macchine, se la cava meglio a guidare un trattore. Alla fine di interminabili discussioni si decide che al matrimonio Luciana sarà accompagnata dal suocero Giovanni, mentre Milena resterà a casa ad accudire il genero infortunato. Non c’è verso di convincere Giovanni ad utilizzare la Croma del figlio, che ha l’aria condizionata; no, c’è troppa elettronica, Giovanni non ci è abituato, lui ha la sua vecchia Tipo, che però per lui è affidabilissima, in dieci anni avrà fatto sì e no trentamila km.
Caricate due valigette e due portaabiti con i vestiti per la cerimonia, Luciana e il suocero partono l’8 mattina intorno a mezzogiorno, prevedono di arrivare sul Gargano per il pomeriggio inoltrato. Lei indossa una gonna nera ed una camicetta azzurra, ai piedi un paio di pratici sandali, e non appena in autostrada si mette a sonnecchiare con la testa appoggiata al finestrino. Dopo due ore di viaggio, poco prima di Pescara, Giovanni entra in un’area di servizio e interrompe il dormiveglia della nuora, chiedendole:
– Ti va di prendere qualcosa al bar? ‘. devo fare benzina.
Mentre lui fa il pieno, lei ne approfitta per andare al bagno; uscendo dalla toilette dà una involontaria sbirciatina al bagno degli uomini, dentro c’è solo Giovanni e dallo specchio alla parete lo scorge mentre si avvicina a quegli strani pisciatoi da parete, estrae il cazzo e, che cazzo!. E’ appena un flash, ma istintivamente è portata a fare un paragone con quello del marito, che pure è ben dotato, ma quello del suocero le pare più lungo e nerboruto.
Preso un caffè ed una bibita al bar della stazione di servizio, risalgono in macchina e ripartono. Luciana chiude gli occhi come per riprendere il sonnellino interrotto, ma quella sbirciatina occasionale l’ha turbata. Sarà che l’ultima scopata con Mauro risale ad una settimana, sarà l’effetto sorpresa di quella visione, ma non riesce a pensare ad altro, anzi scopre con sincera sorpresa che pensieri peccaminosi cominciano ad attraversare la sua mente. E così, quasi inconsapevolmente, accavalla le gambe scoprendo le ginocchia e qualche lembo di coscia e, lamentandosi per il gran caldo, slaccia un bottone della camicetta mettendo in bella vista le sue tette generose. Giovanni è occupato nella guida, ma non può fare a meno di allungare di tanto in tanto lo sguardo dentro quella camicetta e verso quelle gambe semiscoperte.
Il viaggio prosegue abbastanza regolarmente, nonostante il gran traffico del fine settimana. Ma l’atmosfera in macchina si fa sempre più calda e intrigante, Luciana è sempre più presa dal sottile gioco seduttivo che ha iniziato, Giovanni respira più a fatica, deglutisce, la patta dei suoi pantaloni si gonfia sempre più vistosamente, e lei la osserva di sottecchi compiaciuta.
Intanto, nella casa di campagna, Mauro si è levato dal letto piuttosto tardi e, con l’aiuto della stampella, si è portato alla finestra della stanza da letto, che è posta al primo piano e che si affaccia sulla distesa verde dei prati circostanti e sulle pertinenze della casa. Da lì ha salutato la moglie e suo padre in partenza e da lì, ora, vede sua suocera Milena uscire dalla stalla e avvicinarsi al pozzo. La donna appare un po’ stanca, sicuramente è sudata. Si guarda intorno e, ritenendo di essere al riparo da sguardi indiscreti, si toglie il prendisole, sotto è completamente nuda, prende il tubo dell’acqua e si innaffia tutta, dalla testa ai piedi.
Cazzo, che gnocca sua suocera! E quanto è arrapante mentre si lascia scorrere l’acqua tra le insenature del suo corpo giunonico e si lava le tettone, il culo, la fica pelosa! Mauro resta senza parole dinanzi a quell’inatteso spettacolo. La suocera è un’autentica scoperta. Sarà l’astinenza di una settimana ad agitare i suoi ormoni, ma Mauro avverte una erezione subitanea.
Terminata la doccia, la suocera prende un grande asciugamano che era tra i panni stesi al sole e scompare dalla sua vista. Temendo che possa da un omento all’altro salire a fargli visita, Mauro torna rapidamente a letto. Passa appena qualche minuto e Milena, reindossato il prendisole e tutta rinfrescata, si affaccia sull’uscio della stanza e gli chiede premurosa:
– Mauro, come va? ‘. Immagino quanto sia fastidioso stare a letto con questo bel tempo’.. Hai bisogno di qualcosa? ‘.
Anche se gli riesce difficile occultare l’imbarazzante erezione, Mauro la ringrazia e le dice che avrebbe bisogno di essere accompagnato in bagno. Mirella lo aiuta ad alzarsi, poi lo sorregge cingendogli le spalle. Sentire quel braccio attorno al suo corpo ed avvertire il tepore di quel seno schiacciato contro di lui, crea in Mauro una eccitazione ulteriore. Arrivato al bagno, lei lo incoraggia:
– Su, dai, un po’ di pazienza ‘. Ma io sono qua, e se hai bisogno ‘..
Mauro cerca di tirare giù la lampo, ma con la sinistra non ne è capace, ma ci prova e ci riprova per non chiederle aiuto, con quel cazzo in tiro. Lei vede il suo faticoso armeggiare con la mano sinistra, comprende la sua difficoltà, si avvicina e gli dice:
– Su, lascia fare a me ‘.. uuhhmmm ‘. vedo che hai un ‘grosso’ problema.
Ridacchia, si china un pò e, aperta la lampo, tira fuori il cazzo, lo osserva e comincia a segarlo con movimenti lenti ma continui. Lui cerca di non pensare a nulla, ma averla vista nuda è come mettere benzina sul fuoco. Lei continua l’operazione e ogni tanto lo guarda sorridendo:
– Mica ti vergogni di me?! ‘. Dai, così non puoi stare, immagino che ti faccia male ‘. Così non puoi neppure pisciare ‘. Su, dai, devi scaricare ” sfogati ‘. dai, sborra ‘
E il suo smanettare aumenta rapidamente. Nel preciso attimo in cui con un grugnito lui schizza la sua sborra nel lavandino, lei esclama soddisfatta:
– Bene, è fatta! Credo che ora starai meglio ‘.. anche se è un peccato buttare nel lavandino quel ben di dio !….
Mauro resta in silenzio, sconvolto dalla disinvoltura con cui Milena aveva preso in mano (sì, proprio in mano) la situazione e da quest’ultima battuta sul seme sprecato. Ancora col suo aiuto si siede sul water per fare i suoi bisogni. Milena esce dal bagno e si raccomanda:
– Quando hai finito chiamami!
Mentre libera l’intestino, Mauro ripensa rapidamente allo spettacolo cui ha assistito dalla finestra, a quel corpo rigoglioso messo in bella mostra, ma anche alla intraprendenza ed alla schiettezza contadina della suocera. E nella sua testa si fanno strada idee intriganti: quella donna gli va a sangue, affondare la testa in quelle tettone e farsi fagocitare il cazzo da quella sorca pelosa diventa un desiderio sempre più pressante. Non sa ancora quale iniziativa assumere, ma la sua disinvoltura dovrebbe essere un elemento di facilitazione.
Intanto, finito di defecare, Mauro incontra nuovamente la difficoltà di adoperare la mano sinistra per ripulirsi. Lo fa alla meno peggio, ma sente il bisogno di farsi un bidet. Chiama a gran voce la suocera che in un batter d’occhio arriva e, dinanzi alla sua richiesta del bidet, gli risponde subito, senza alcun imbarazzo:
– Ah sì, ho capito ‘.. lascia fare a me ‘..
Lo aiuta a sedersi sul bidet, si inginocchia davanti a lui, gli passa una mano sotto le gambe e con grande destrezza comincia a lavargli il culo, indugia sapientemente sull’ano, infilandogli dentro un tantino l’indice, e poi, alludendo al suo cazzo che comincia ad inalberarsi di nuovo proprio a pochi centimetri dalla sua faccia, osserva sghignazzando:
– Ehi! ‘ sono passati manco dieci minuti e questo già si impenna daccapo! ‘. mia figlia ha sposato uno stallone!…. beata lei!
Stavolta Mauro trova la forza di replicare:
– Cosa vuoi, mamma?… se fa così significa che tu non le sei indifferente’
Mirella continua il bidet e si sofferma stavolta sui coglioni, il suo massaggio ha l’effetto di inturgidire ulteriormente il cazzo saettante del genero, lei lo guarda quasi con orgoglio ed esclama:
– Guarda, che splendore! ‘ gli manca solo la parola! ‘. che bel manico che hai, Mauro, complimenti!
E, così dicendo, avvicina la bocca e per un attimo lo bacia proprio sul prepuzio. Mauro ha un brivido ed emette un piccolo gemito, per un momento spera che la suocera continui quello che ha appena accennato, ma lei a quel punto si rialza e lo aiuta a girarsi e piegarsi per asciugargli il didietro.
– Ecco, così stai a posto! ‘.. vuoi che ti riaccompagni a letto? ‘ o preferisci venire in veranda, che mi fai compagnia mentre preparo il pranzo?
Mauro opta per la seconda indicazione e, appoggiata a lei, si porta in veranda e si accomoda alla tavola. Guardando all’orizzonte pensa per un attimo a sua moglie Luciana, in viaggio con suo padre sotto la canicola agostana, ma la sua mente è ora tutta assorbita dalla suocera e dalla voglia sempre più esplicita di scoparsela.
2.
E’ una calda giornata agostana, l’asfalto dell’autostrada adriatica brucia, la Tipo di Giovanni procede ad una velocità moderata, sono circa le 16 e lui propone di fare un’altra piccola sosta in un’area di servizio appena prima di Foggia, magari per bere e mangiare qualcosa.
La stazione è semideserta. Giovanni parcheggia la macchina all’ombra ed apre la portiera per uscire, ma Luciana, stiracchiandosi pigramente, gli dice:
– Madonna, che caldo! ‘. Se vuoi, vai tu al bar ‘. Io resto qui all’ombra e ti aspetto!
C’è un che di sensuale nelle sue parole e nel suo sguardo, ma Giovanni cerca di sottrarsi ad ogni tentazione, sbuffa anche lui per la calura, poi si avvia di corsa verso il bar. Dopo due-tre minuti è già di ritorno con una bottiglietta di acqua minerale per la nuora, ma quando apre la portiera la trova tutta scosciata, con la gonna sollevata sino al limitare del tanga e con la camicetta quasi interamente sbottonata, dalla quale si intravedono persino i capezzoli.
Quella visione è eccitante e imbarazzante insieme, l’uomo cerca di difendersi evitando di guardare. Lei, invece, si vede che gode a stuzzicarlo. Quando il suocero le passa la bottiglietta fredda, lei sospira e gli dice:
– Ah, grazie!… ci voleva proprio qualcosa di fresco ‘
Prende la bottiglia e se la passa voluttuosamente prima tra i seni e poi in mezzo alle cosce, emettendo sospiri e gemiti di piacere. Giovanni respira pesante, quella troia della nuora lo provoca in maniera sempre più spregiudicata, è vero che è la moglie del figlio, ma anche lui è un maschio, e ‘.. Mentre è assorto in questi pensieri, Luciana cosa fa? Si gira verso di lui e, con voce gorgogliante, gli sussurra:
– Scusami, ma è un caldo boia! ‘. se non fossimo qui, mi sarei spogliata tutta! ‘.. ma tu, papà, tu come fai a resistere? ‘ dai, su, apriti la camicia, allenta i pantaloni, non ti fare problemi ‘.
E, senza aspettare la risposta di Giovanni, gli sbottona lei stessa la camicia aprendo un ampio squarcio sul davanti, anzi, con un gesto apparentemente distratto, passa la sua mano su quel petto villoso e si lascia andare ad un commento accattivante:
– Credo che così ti sentirai meglio ‘. e poi ti assicuro che hai i pettorali ben scolpiti ‘. li puoi esporre con sicurezza ‘. ah ah ah!
Poi scende più in basso, cerca di allentargli la cintura dei pantaloni, ma scivola più giù e strofina la mano sulla impressionante protuberanza della patta. E’ un contatto fulmineo, ritrae la mano dopo pochi secondi dicendo:
– Oh scusa ‘. non riesco ad aprire la cintura ‘. penso che devi fare da te ‘. però, complimenti! ‘. che forza quel pacco!
Giovanni si slaccia la cintura e tira giù la zip dei pantaloni, dalla patta aperta si intravedono i boxer a quadrettini, un bottoncino sul davanti è l’ultimo baluardo che impedisce al suo cazzo imbizzarrito di uscire allo scoperto. Luciana intensifica il suo sguardo in quella direzione, poggia una mano sulla gamba del suocero, poi esclama:
– Bravo papà! ‘ dai, rinfrescati un poco ‘.. così guidi con meno fatica ‘.
Giovanni annuisce e cerca di distogliere lo sguardo dalle nudità della nuora, ma Luciana continua a toccargli le gambe ed il petto, poi gli passa una mano tra i capelli, lo accarezza sul collo e sulle braccia. Chilometro dopo chilometro il clima, già caldo di suo, si fa torrido; il cazzo continua a gonfiarsi e non sta più dentro i pantaloni, il bottoncino dei boxer cede all’improvviso e – oplà! ‘ la testa scura del suo formidabile randello fa capolino fuori.
Appena se ne accorge Giovanni, che è impegnato al volante, tenta con una mano di porre riparo, ma il gesto un po’ improvvido non serve a nulla ed ha il solo effetto di complicargli la guida e provocare una piccola sbandata alla macchina. Luciana, che ha assistito sorridendo alle complicate manovre intorno alle braghe, sobbalza e dice al suocero con voce concitata:
– Papà, ma che fai? ‘.. tu pensa a guidare ‘. che a lui ci penso io ‘. vedi come sta bene così all’aria ‘.. mica lo vuoi far crepare ‘.. anzi, facciamolo uscire tutto fuori, che così si rinfresca anche lui!
Così dicendo, allunga le mani sul grembo di Giovanni, allarga al massimo l’apertura dei pantaloni, prende decisamente in mano il possente cazzo del suocero, lo tira completamente fuori dai boxer e comincia a smanettarlo lentamente:
– Vedi come soffriva il poverino! ‘. una tortura che non meritava ‘. vedi invece come gradisce di stare in nostra compagnia!
Giovanni sente salire la pressione alle tempie, si fa rosso, continua a guardare la strada, la sua capacità di reazione è ormai azzerata. Riesce a malapena a dirle con un fil di voce:
– Guarda che se continui così ”
Ma Luciana ormai non la ferma più nessuno:
– Se continuo così ‘.. cosa succede? ‘.. succede che tutto si aggiusta ‘.. tu ti rilassi ‘.. e lui si sfoga, poverino! ‘. non è così?
Giovanni sospira e mugugna, i movimenti della mano di Luciana si fanno più frenetici, piegata com’è verso di lui le sue tette penzolano ormai fuori dalla camicetta, lui continua a tenere fermo il volante per paura di distrarsi e provocare chissà quale incidente. Ancora qualche minuto, poi Giovanni sente che la sborra monta dai coglioni e spinge per fuoriuscire, allora lancia l’allarme:
– Attenta, attenta! ‘.. sto per ‘. aaahhhh ‘. sììììì ‘. vengo, vengoooo ”. aaahhhh!!!!!
Giovanni emette un rantolo che è un urlo di piacere strozzato, l’auto sbanda un po’, ma Giovanni non perde il controllo, Luciana è raggiante, è riuscita a portarlo all’eiaculazione e ha fatto appena in tempo a tirar fuori dalla borsetta un fazzoletto ricamato nel quale raccoglie l’abbondante schizzata del suocero. Giovanni si riprende, guarda la nuora e le sorride:
– Siamo dei pazzi a fare queste cose in autostrada! ‘ ma debbo riconoscere che mi sento molto meglio ‘.. grazie, tesoro!
Luciana si gode il suo successo, piega il fazzoletto pieno di sborra, lo odora, poi lo ripone nella sua borsetta, infine si sporge verso il suocero e gli stampa un bel bacio sulla guancia:
– E’ vero, è stata una pazzia! ‘ ma che bella pazzia! ‘. ma ora stai meglio, e si vede ‘. dai, accelera, che ho fretta di arrivare in albergo e di farmi una doccia fredda!
Nel frattempo, su in collina, Mirella e Mauro pranzano in veranda l’uno a fianco all’altra. Dopo quello che è accaduto in bagno, l’atmosfera è la più confidenziale che si possa immaginare. Mentre mangiano, le loro ginocchia si toccano di continuo, Mirella non si cura di coprire le tettone che tracimano dal prendisole allentato, Mauro non perde occasione per farle qualche carezza impudica in mezzo alle gambe e per assestarle qualche manata non proprio innocente sulle chiappe. E’ proprio un bel pranzetto quello che Mirella ha preparato, condito da un conversare sempre più malizioso e annaffiato da un vinello galeotto.
Verso le 14.30 Mirella aiuta Mauro a rialzarsi e lo accompagna verso il letto, lo fa stendere per bene, lo spoglia per intero e, visto che l’albero della nave è sempre issato, gli dice ridacchiando:
– Ma questo non riposa mai? ‘.. spero che almeno faccia riposare te!…
Mauro, aiutato dall’ebbrezza del vino, si fa più audace:
– E tu non ti riposi? col caldo che fa ‘..
– Sì, mi riposo anch’io un po’ ‘ torno tra un attimo.
Mirella abbassa le persiane della stanza creando una bella penombra, poi sparisce nel corridoio. In attesa che si rifaccia viva, Mauro nudo e supino sul letto si accarezza il bastone nodoso che campeggia tra le gambe, immaginando ad occhi chiusi che Mirella stia accanto a lei e gli faccia un bel bocchino. Ed è tanto preso dall’immaginazione che non si accorge subito che, nel frattempo, la suocera è venuta effettivamente a stendersi vicino a lui, che è anche lei tutta nuda e che, visto che la formidabile erezione del genero non accennava a diminuire, si è portata con la sua bocca proprio sopra quel cazzo infuriato e si è messa a leccarlo con gusto, a mordicchiare dolcemente il glande, a scendere con la lingua fino allo scroto, poi a risalire e ad ingoiarlo quasi tutto.
Quando realizza quel che sta accadendo, Mauro allunga la mano sinistra dietro le spalle opulente della suocera che è inginocchiata verso la sua pancia, perlustra con le dita le sue chiappe burrose e cerca di infilarle un dito in culo. Il pompino della suocera lo sta mandando in visibilio, sta per scoppiare, ma la sua ridotta capacità motoria non gli permette grandi movimenti. Riesce a farla mettere sopra di lui nella posa del 69 e, siccome con la bocca davvero non è secondo a nessuno, si scatena sul suo clitoride, facendola sbrodolare oscenamente. Lei intensifica il lavoro della sua lingua, scende fino a lappare pure il buco del culo, provocandogli un brivido irresistibile quando infila dentro la sua lingua.
Quando solleva la testa per riprendere fiato, sembra una assatanata:
– Mauro, tu mi fai perdere la testa ‘. Sei un demonio, figlio mio! ‘. Ma ora lo voglio dentro!
Si solleva, si gira, si posiziona a cavallo sopra di lui, con una mano si pianta il cazzo dentro, comincia un movimento lentissimo, si sposta solo con il bacino avanti e indietro tenendo il cazzo tutto dentro, con le tettone che ballonzolano e con il pube schiacciato contro quello del genero.
Un orgasmo travolgente la scuote tutta e la fa ululare di piacere, sfinita e sudata si placa per un minuto restando in quella posizione, lui continua a palparla per tutto il corpo, le sfrega il capezzolo fra il pollice e l’indice, lei gradisce, riprende il suo piacevole movimento, questa volta anche su e giù, fino a quando, sentendo che Mauro è vicino all’orgasmo, si solleva dicendo:
– Mi tolgo, sai, sono ancora fertile ‘ anzi, questo è il periodo dell’ovulazione.
Si rifionda con la bocca sul cazzo, lo pompa da morire, e lo riporta all’apice del piacere. E’ un peccato lasciare un cazzo così in tiro, Luciana si rimette a cavallo e stavolta guida il membro vibrante del genero nel suo buco posteriore. Il cazzo di Mauro entra agevolmente, si vede che quel culo è ben allenato, e lui lo perfora sino in fondo. La porca lo cavalca su e giù e stringe ritmicamente le chiappe per procurargli una stimolazione ulteriore. Dopo cinque minuti lo sfintere di Mirella è inondato da quattro-cinque abbondanti fiotti di sperma.
Stremato ma appagato Mauro si gira e, mentre lei va in bagno, lui riflette sul fatto che per la prima ha tradito sua moglie, anche se averlo fatto con sua madre non gli dà nessun senso di colpa. La suocera torna dal bagno e si rimette a letto, ma gli dice subito:
– Mauro, ora riposiamoci davvero ‘. sono davvero stanca.
Cadono entrambi in un sonno profondo; quando Mauro si sveglia, verso le 17, non la trova al suo fianco. Si è già alzata e si sente che lava i panni vicino al pozzo. Mauro si solleva a fatica dal letto e si porta alla finestra, quando lo vede lei lo saluta allegramente dal basso:
– Ben alzato! Finalmente! E’ vero che sei infortunato, ma vedo che questa vacanza te la godi alla grande!… perché non scendi giù? ‘. aspetta un attimo che vengo ad aiutarti ‘.
Appoggiandosi a lei riesce a scendere le scale e ad accomodarsi su un dondolo posizionato dinanzi al pratino antistante la casa, proprio a fianco della porta d’ingresso. Il pomeriggio si consuma così, con lei che sfaccenda dinanzi alla casa e lui che, dondolandosi, la osserva in tutti i suoi movimenti. Per tener su il suo interesse, Mirella non disdegna di fare un po’ la civetta, di piegarsi a novanta gradi proprio dinanzi a lui, mettendo in bella mostra ora le tettone ondeggianti, ora le chiappe invitanti, e facendogli di continuo l’occhiolino.
Mauro non pensa ad altro se non alla splendida scopata del pomeriggio e a quella che già pregusta per la serata. Ma anche Mirella è molto presa dall’esperienza intrigante che sta vivendo da qualche ora, le attenzioni del genero le hanno ricaricato a mille le pulsioni femminili. Nell’uno e nell’altra il pensiero dei due familiari in viaggio è come cancellato. E’ lo squillo del telefono che glieli riporta alla mente.
E’ Luciana che chiama per rassicurare la madre e il marito sul viaggio:
– Mamma, noi siamo arrivati e ci siamo sistemati. Voi tutto bene? E Mauro come sta?
– Noi qui tutto bene’.. Solite cose’. Mauro sta bene, ora è sul dondolo davanti alla casa. Ti saluta’. E Giovanni come sta? Si è stancato a guidare?…..
– Beh, un po’ sì, con questo caldo’. Ma sta bene’. è in forma, te lo garantisco.
– Bene, divertitevi. Dà un bacio a Cinzia per conto mio.
– Sarà fatto. A domani’.. Ti raccomando Mauro.
– Stai tranquilla, è in buone mani, si sta riprendendo bene’..
Ripone la cornetta e ridacchia Mirella, girando la domanda a Mauro:
– Che dici, Mauro? Ho detto bene?
– Con una suocera così, chi non sarebbe in buone mani? Dici che mi sto riprendendo bene? Se guardo a lui, credo che non sia mai stato meglio di ora’..
Effettivamente, anche per la continua azione di eccitazione provocata da Mirella, il suo cazzo si è inalberato nuovamente e lui se lo accarezza compiaciuto. Mirella getta uno sguardo su quella vistosa protuberanza ed esclama:
– Dio santo! Ma stai sempre in tiro!
– Non so, sarà l’aria di casa ‘..
– O, forse vorresti dire, la padrona di casa ‘.
– Ecco, l’hai detto! ‘. Mamma, non so cos’hai, ma tu mi metti addosso una voglia frenetica di scoparti!
– Abbi un po’ di pazienza, figlio mio. Fammi sbrigare le faccende di casa. Poi, più tardi, dopo cena ”
Mauro è effettivamente impaziente, ma le fasciature ortopediche non gli consentono di saltarle addosso. Per il momento deve accontentarsi di guardare le forme generose che la suocera agita in continuazione nel lavare, stendere i panni, pulire lo spiazzo all’ingresso della casa, preparare la cena.
Alle 20 in punto, all’ora del telegiornale, i due sono a tavola, mangiano di gusto e, soprattutto, tracannano allegramente quel vinello malandrino che tanto li ha inebriati al pranzo. Appena finito di cenare, Mauro prega subito Mirella di accompagnarlo di sopra a letto. La donna lo guarda con l’amorevole compassione con cui una mamma guarda il proprio bambino, poi lo aiuta a sollevarsi, a salire le scale e finalmente a mettersi a letto. Poi aggiunge con un sorriso sulle labbra:
– Pazienta ancora qualche minuto, arrivo subito!
Riscende nuovamente le scale, sparecchia la tavola, chiude le finestre, sbarra la porta di casa e smorza le luci. Risale e, spogliandosi in un baleno, si tuffa nel letto accanto al genero.
La finestra della camera è aperta, la notte è fresca, Mauro è fremente, il suo cazzo si erge imperioso, le mani di Mirella percorrono sapientemente il suo corpo procurandogli brividi indescrivibili; poi lei comincia a baciarlo con lascivia, ma la pressione del cazzo si fa insostenibile e lui la spinge a cavalcarlo di nuovo. Mirella si impala su quel randello tirato al massimo, il suo su e giù si fa sempre più furibondo, la fica comincia a colare liquidi, Mauro con una serie ininterrotta di colpi di reni glielo sbatte con forza sulle ovaie, la passione li travolge e, quando un getto potente di sborra le allaga la fica, Mirella si scuote urlando:
– Nooo!!! ‘. Esci subito!!! ‘. Così mi metti incinta!!!!
Troppo tardi. E’ andata. C’è un attimo di silenzio e di smarrimento. Ma Mirella si riprende prontamente e, con grande sicurezza, esclama:
– E’ una pazzia!… te l’avevo detto di stare attento’. mah, ormai è fatta ” ma non fa nulla ‘. tanto un figlio lo volevamo’.
Mauro, che già si chiedeva un po’ smarrito se e come dirlo alla moglie, coglie al volo l’ultima affermazione della suocera per chiederle:
– Lo volevate? Chi? Tu e mio padre?
– Certo. Anche se non ne abbiamo mai parlato, credo che voi sappiate che praticamente viviamo insieme. Giovanni è diventata la colonna della mia vita. E abbiamo più volte pensato ad un figlio nostro.
– L’avevamo capito’.. E dimmi, com’è a letto mio padre?
– Ah, un vero montone, instancabile e vizioso’.. E tu dimmi, mia figlia ti soddisfa?
– Sì, tanto. E’ calda ed anche porca. Ora so da chi ha preso’.
I due si scambiano un po’ di confidenze intime, ma la stanchezza ha la meglio sulla loro curiosità un po’ morbosa. Dalla finestra aperta la luna illumina due corpi nudi e intrecciati
3.
Alla stessa ora Luciana e Giovanni sono alla fine della cena prematrimoniale organizzata per i parenti degli sposi. Sono arrivati a destinazione poco prima delle 19. Le stanze loro assegnate sono al quarto piano dell’albergo degli ospiti e sono contigue. Hanno preso possesso delle stanze, si sono fatti una bella doccia, poi, rinfrescati e messi a nuovo, si ritrovano al ristorante dell’albergo.
La cena è di una noia mortale, le solite moine tra parenti, ma nulla di più. Alle 22 si sciolgono le righe e ciascuno si ritira in camera. Luciana e Giovanni aprono le rispettive porte, ma lei lo prende per un braccio, lo guarda negli occhi e gli dice:
– Mica vorrai farmi dormire da sola?…. non sono abituata ‘ stai per un po’ nella stanza, per non dare nell’occhio, ma appena non si sentono più movimenti, vieni ‘..
Una volta in camera, Giovanni si stende sul letto e guarda fisso la volta, in preda agli scrupoli. Quella Luciana è, sì, una troia che gli ha annebbiato il cervello, ma è pur sempre la moglie di suo figlio, ed è la figlia della sua donna. Sarebbe potuta essere sua figlia. Continua a rimuginare questi pensieri quando sente un tocchettìo sul muro che divide le due stanze.
E’ lei, la troia della nuora, ed è impaziente. Giovanni si leva dal letto, chiude la sua stanza, la porta della camera attigua è accostata, la stanza è nella penombra, ma sul letto rischiarato dalla luna Luciana lo attende tutta nuda, con le cosce spalancate, e con uno sguardo ottenebrato dalla voglia.
– Cosa aspettavi? ‘. mica ti eri addormentato? ‘.. io qui sono già tanto eccitata’. guarda!….
Così dicendo si passa la mano sulla fica nera, titilla il clitoride, affonda due dita dentro le labbra vaginali e le tira fuori irrorate di liquido denso e se lo porta alla bocca:
– Uuuhhhmmm ‘.. già sbrodolo tutta ‘.. non lo vuoi assaggiare anche tu questo miele?!
La scena è irresistibile. Giovanni vince ogni titubanza, si strappa i vestiti di dosso e si scaraventa come un toro infuriato su quella preda.
La ghermisce con forza, le allarga le gambe, si piazza in mezzo, infilo in quella fica fremente il suo bestione e comincia a pomparla con grande energia:
– Ora basta con i tuoi giochetti, troia! ‘.. ora ti faccio vedere io chi è tuo suocero e ti faccio conoscere il suo cazzone ‘.
Luciana è impressionata dalla foga un po’ brutale di Giovanni e dalla robustezza di quell’arnese che a malapena entra nella sua fica. Quando lui raggiunge il fondo avverte una fortissima scossa che la fa tremare tutta, lui continua a pistonarla con un ritmo continuo, con colpi che sbattono la cappella direttamente sul collo dell’utero, in un misto di piacere e dolore che la fa andare via di testa.
Ora è Giovanni a condurre il gioco. La rigira senza troppe premure, la mette con il viso sul cuscino, le solleva il bacino e comincia a scoparla da dietro. Il suo piccone è devastante, è tanto lungo e penetrante che lei sente come se le arrivasse in gola. Luciana perde ogni cognizione di tempo e luogo, è travolta dal piacere, orgasma almeno tre volte, poi urla di goduria quanto si sente inondata da una sborrata di una intensità tale che sembra di un cavallo.
Sfiniti, si distendono affiancati. Giovanni è taciturno ma molto soddisfatto della bellissima chiavata. Luciana è ancora un po’ intontita; all’improvviso avverte un piccolo senso di colpa pensando a suo marito infortunato a casa, che a quell’ora starà dormendo da solo, mentre lei fa la vacca con suo padre. Ma è appena un lampo evanescente. In quel momento non realizza che si trovava nel periodo di massima fertilità e che quella meravigliosa ondata di piena, abbattutasi nel suo grembo, avrebbe potuto ingravidarla.
Si addormentiamo abbracciati. Ma, alle prime luci dell’alba, lei viene svegliata dalle carezze insinuanti di Giovanni, dalle sue mani che le palpano le cosce e le mammelle, sente anche il cazzone di lui che si insinua tra le chiappe e preme sul buco del culo. Si gira verso di lui:
– Ehi, non ti è passata la voglia? ‘ stanotte mi hai sventrata!!!
Lui sorride e, senza rispondere, la fa salire sopra di lui e le pianta dentro il cazzo già inalberato. Impalata su quel pennone, Luciana comincia a muoversi avanti e indietro, sente nuovamente quel cazzone battere il fondo della sua fica, geme intensamente e chiude gli occhi, pensa che il suocero è ben più dotato del marito, che pure ha un arnese non disprezzabile. Intanto Giovanni la pompa energicamente e con le mani le strizza le tette e le tormenta i capezzoli. Luciana si scioglie completamente e si lascia andare al primo orgasmo mattutino. Poi guarda Giovanni negli occhi:
– Ho il sospetto che ieri sera mi hai messo incinta?
Lui aggrotta le ciglia, incredulo. Sospira, poi aggiunge:
– Se c’è questo pericolo, lo tlgo subito ‘. magari te lo metto dietro ‘ hai un culo favoloso ‘.
– Sei matto?! ‘. con quel bestione me lo spacchi ‘. poi devi portarmi all’ospedale ‘..
– Guarda ‘. facciamo piano ‘.. ci mettiamo un po’ di crema ‘.
– No, non se ne parla! ‘.. resta dove sei ‘.. tanto credo che la frittata l’abbiamo già fatta!
– Davvero? ‘. non mi sembri disperata ‘.
– Sai, ho pensato che un figlio già pensavamo di farlo ”
Luciana sorride maliziosamente. Giovanni fa scendere da cavallo, lo mette di lato, le alza una gamba e la impala da dietro cominciando un’altra cavalcata. E’ un mulo, la trivella da dietro e, in breve, le scarica nella fica un altro bel getto di semenza. Restano così avvinghiati, con il cazzo che gocciola tra le natiche di lei, si riaddormentano.
Alle 7.30 suona la sveglia. Lui si rialza di corsa, si riveste alla meglio e torna alla chetichella nella sua stanza. Luciana si leva più pigramente dal letto, sente la testa ancora confusa, si accarezza istintivamente la pancia, pensa già di essere incinta, e se non è stata la sborrata della sera a riempirla, lo è stato sicuramente quella mattutina.
Ma non c’è tempo per lasciarsi andare a tanti pensieri. Incombono i preparativi, la doccia, il trucco, la prova del vestito, e poi la colazione e tutto il resto. Sarà una giornata impegnativa, la cerimonia, le foto di gruppo, il ricevimento.
Anche Mauro si sveglia verso le 8, Mirella si è alzata alle 6 e già è all’opera sull’aia. Visto che lui si attarda ancora a letto, la suocera risale le scale e le porta la colazione a letto, lo aiuta ad andare al bagno, lo assiste nuovamente nei suoi bisogni e l’occasione è propizia per l’ennesimo pompino, il suo yogurt mattutino, come lo chiama scherzosamente lei. Quindi lo aiuta a trasferirsi sotto il portico, ma resta stranamente silenziosa. Mauro se ne accorge e le chiede:
‘ Credi davvero che ti ho messo incinta?
Lei sorride con un po’ di commozione:
– Sai, con Giovanni dicevo che, se ancora non era arrivato un figlio in famiglia, era colpa tua che non ingravidavi mia figlia. Ma ora credo di dovermi ricredere ‘.
Il resto della giornata è la copia fedele di quella del giorno prima. Ma la pacchia sta per finire, in tarda serata Luciana e Giovanni dovrebbero essere di ritorno. Perciò dopo pranzo hanno la fregola di tornare a letto a letto, sono entrambi infoiati, lei si mette subito a cavallo di lui e, quando lui spinge a fondo il suo cazzo e le innaffia nuovamente le pareti della fica, lei urla di piacere e resta immobile sopra di me, con le cosce strette intorno al cazzo; poi si piega in avanti, lo bacia e gli dice, come uscendo da un’angoscia:
– Ma chi se ne frega di chi mi ha riempito la fica!… e poi, è sangue dello stesso sangue! ‘. l’importante è che lo faccio questo figlio!
Verso le 17 squilla il telefono, è Luciana che stavolta parla con Mauro. Sono stanchi, il matrimonio fra il caldo e tutto il resto si è rivelato una vera mazzata. Avverte che partono subito, anche se la festa non è ancora finita, e che pensano di arrivare per mezzanotte. Lei è particolarmente dolce, chiede se sua madre è stata una brava infermiera, Mauro di rimando le chiedo:
– E mio padre? è stato un bravo autista?
Lei ride:
– Sì, mi ha portato in capo al mondo ‘
In macchina, mentre Giovanni guida, lei lo guarda con occhi un po’ trasognati e gli accarezza la gamba:
– Giovanni, ti sento ancora dentro di me ‘. Ho la fica tutta slargata ‘. Che montone che sei! ‘..
Giovanni si gira appena a guardarla, le sorride e dice:
– Guarda che sei stata tu a provocarmi! ‘. Ho resistito finchè ho potuto ‘.
– Sì, ma poi mi hai quasi violentata ‘. e poi ‘.. e poi mi hai lasciato dentro il tuo lievito ‘.. sono sicura che farò un bambino bello e forte come te ‘
– Ma, se sei davvero incinta, come lo dirai a Mauro?
– A Mauro non gli dico proprio niente ‘. tanto è del suo stesso seme ‘..
Giovanni sorride commosso, le passa una mano sulle ginocchia e la fa scivolare fino alla fica, poi se la riporta al naso e la odora con grande trasporto.
Il viaggio è lungo, le ombre della sera lo rendono anche più faticoso, almeno per lui che guida. Ma, alle 11.45, sono finalmente a casa. Mirella li aspetta sull’uscio, Mauro è affacciato alla finestra della camera da letto. Ma Giovanni e Luciana sono stanchissimi, la curiosità di Mirella deve attendere, il racconto del viaggio e del matrimonio è rinviato all’indomani.
E’ stupefacente la disinvoltura con la quale i quattro riescono a dissimulare le due giornate di fuoco appena trascorse. Tutto torna nella norma, salvo qualche occasionale e furtiva toccatina che gli uni e le altre riescono a scambiarsi di nascosto. Il resto del mese di agosto trascorre in grande tranquillità, l’infortunio di Mauro ha fatto saltare le vacanze al mare, ma per fortuna egli recupera buona parte delle sue abilità motorie più rapidamente del previsto; lui e la moglie possono tornare su a Milano per la riapertura delle fabbriche e dei grandi magazzini.
Giovanni e Mauro non sono rimasti sconvolti dall’annuncio della gravidanza delle rispettive donne, anche perché esse sono state molto abili a sceneggiare le circostanze fatali. Dopo nove mesi Mirella e Luciana partoriscono entrambe, la madre ha avuto un maschietto, la figlia una femminuccia.
Ma, subito dopo il felice evento, è scoppiata la crisi economica più grave degli ultimi anni, Mauro è stato messo in cassa integrazione, allo store di Luciana la maternità non è contemplata e lei è stata licenziata. Allora i due hanno pensato bene di tornare per un po’ a casa dei genitori, per far crescere la bambina in un posto più salubre della città, per ridurre le spese e magari trovare qualche nuova occasione di lavoro. Si sono sistemati nella casa di Giovanni, dato che lui convive con Mirella.
Sono passati tre mesi ed è di nuovo agosto, la sera stanno tutti al fresco davanti casa, hanno messo a dormire i due pargoletti, e parlano del più e del meno. Mauro dice che a settembre farà un colloquio presso una nuova azienda non lontana da lì, Giovanni dice che non deve preoccuparsi troppo perchè in campagna c’è sempre da fare qualcosa, Luciana e la madre parlano dei loro bambini. Chiede la figlia:
– Che ne diresti mamma se facciamo un altro figlio?
Risponde la madre:
– Nooo’ Io no, per me è già stata dura questa gravidanza’ ma tu sì, sei giovane e i figli li devi fare ora’. guarda, se ti fai mettere incinta, ci penso io a tenere a bada questi due diavoletti durante la gravidanza ‘.
Luciana ride, la sua era una battuta, ma ora si accorge di pensarci seriamente. Perché no? Guarda il marito che è seduto vicino al padre qualche metro più in là, pensa che stavolta tocca a lui ingravidarla. Ma vuole assolutamente un maschietto e non sa se il suocero, col suo cazzo nodoso di cui le viene di tanto in tanto nostalgia, può garantire meglio il risultato’.
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…