Da quando abbiamo cambiato casa, appena compiuti i 18 anni, mia madre, io e Luca il suo compagno, abitiamo in una villetta a schiera, in un quartiere residenziale, in un fabbricato fatto a U, con in mezzo un prato rasato all’inglese pieno di fiori, la villetta è abitabile su tre piani, a pianterreno c’è il garage, la lavanderia, l’ingresso col salone e la cucina, al primo piano c’è due camere con 2 bagni, e in mansarda una camera con bagno dove mi sono rifugiata io, la mia camera è dotata anche di balcone.
Ma veniamo al primo fatto; di fronte alla mia villetta abita mio zio da oltre un anno mentre noi ci siamo trasferiti il mese scorso, mio zio che è il fratello di mio padre e gli somiglia come una goccia d’acqua, si è separato tre mesi fa, anzi la moglie che non era una bella donna è andata via di casa e adesso convive con un’altro, e ha lasciato mio zio solo col figlio Matteo che ha la mia età ma è un addormentato dal punto di vista sessuale, non l’ho mai visto con una ragazza, al mattino va al lavoro col padre, è titolare di una cartotecnica che da lavoro a dieci operai più il figlio che è in amministrazione, e torna alla sera alle 17,30 a casa e non esce quasi mai se non per andare a giocare nella squadra di pallavolo dell’oratorio, tanto che qualche volta l’ho invitato ad uscire con me e le mie amiche che lo prendono in giro perchè dicono che dorme sempre, ma ho pensato che è la timidezza e lo shock per la mancanza della madre, non fa il filo a nessuna di loro e anzi quando va all’oratorio è sempre insieme a dei ragazzi mai con ragazze, cominciavo a preoccuparmi che sia gay tanto che un sabato sera eravamo usciti insieme come al solito con le amiche non aveva mai aperto un discorso con loro, aveva scambiato qualche parola con me, si annoiava, arrivati a casa dopo mezzanotte con la sua macchina, girò dietro la casa per entrare in garage, apri’ la porta col telecomando ed entrammo, stava per scendere quando ho preso la situazione in mano e gli ho chiesto che cosa avesse cosa lo tormentasse, lui disse niente, senti le risposi, è impossibile c’è qualcosa che ti tortura dentro vero? è perchè tua madre è andata via, tu sei un ragazzo sensibile però stai attento perchè mi sembra che essendo circondato solo da ragazzi e qualcuno ho sentito dire che è anche gay a non cadere nella “rete” e dicendo cosi’ si voltò verso di me e mi fece una carezza sul viso dicendo grazie perchè ti preoccupi per me, non ho nessuno che mi dice queste cose e sono un pò frastornato, non potevo lasciarlo in quello stato, volevo svegliarlo dal torpore, senti gli chiesi: sei mai stato con una donna? nel senso hai mai fatto sesso vero? lui un pò imbarazzato ma sincero rispose di no che non aveva mai fatto sesso vero se non quando frequentava la scuola fino all’anno scorso una sua compagna di scuola un pò più di amica, gli aveva sparato delle seghe ma scopato mai, allora dissi che alla sua età avrebbe già dovuto provare il sesso vero, io che non avevo mai avuto un amante con meno di trent’anni, volevo prendermi cura di lui per la prima volta con un coetaneo, e gli allungai una mano tra le gambe, in un attimo mi accorsi che l’appiattimento che c’era, appena appoggiato la mano la si era trasformato in gonfiore, era imbarazzato mi guardò come per dirmi cosa fai? gli misi una mano sulla bocca e dissi non preoccuparti, ti voglio aiutare l’importante che tu reagisca e non ti chiuda in te stesso, gli slacciai i pantaloni e tirai giù la zip dei jeans, infilai la mano nelle mutande e tirai fuori un cannellone grosso e duro nerboruto e scuro, aveva un gran bel cazzo e non l’aveva ancora usato per scopare, lo presi con due mani e lo scappellai, piegò la testa all’indietro per l’eccitazione feci su e giù con la pelle del prepuzio e dopo poco sborrò facendo schizzare il liquido sulla capotta dell’auto, era stato come un colpo di fucile che è rimasto in canna per tanto tempo e al momento dello sparo, il proiettile schizza via veloce, sorrideva, aveva cambiato umore, mi guardava angelicamente con gli occhi quasi commossi, mi piegai sul suo uccellone ne assaporai la cappella ancora bagnata di sperma, ne leccai quelle gocce le ingoiai e poi introdussi il suo cazzo in bocca a leccarlo e sbocchinarlo, si vedeva che era al settimo cielo, godeva da matti fino adesso era stato fermo a farsi spompinare ma prese coraggio finalmente, perchè volevo godere anch’io, e mi infilò la sua mano tra le mie cosce andando a cercare gli slip quindi li spostò e con due dita penetrò la mia vagina andando a trovare il clitoride che mi smanettò dolcemente entrando e uscendo come fosse un cazzo e poco dopo lo bagnai col mio liquido orgasmico, emisi un gemito di piacere e in quel momento anche lui mi sborrò in bocca tutto il suo seme caldo, mi riempì la bocca, era tantissimo, feci fatica ad ingoiarlo ma lo bevvi tutto, poi gli leccai il glande caldo e mi sussurrò che era felice, ti voglio bene aggiunse, avevo capito che quella parola se avesse avuto più coraggio e meno imbarazzo perchè ero sua cugina, sarebbe stata “ti amo” perchè questo c’era all’origine dei suoi musi lunghi e silenzi prolungati, era innamorato di me ma non l’aveva mai dimostrato, aveva un pensiero represso e adesso che si era sbloccato speravo che fosse più intraprendente, si avvicinò al mio viso e mi baciò sulle guance poi sul collo e quindi arrivò alle labbra dove si soffermò dapprima sfiorandole con le sue, poi apri’ la bocca e mi infilò la sua lingua intrecciandola con la mia, le sue mani sembravano tante non due perchè erano dappertutto, sulla faccia, tra le cosce, sulle tette dove mi aveva tirato su la maglietta e scoperto il seno mi stringeva i capezzoli e mi massaggiava le tette, poi si infilava ancora tra le cosce ed entrava in figa muovendole su e giù facendomi capire che mi avrebbe scopata volentieri e che era eccitato al punto giusto, il suo cazzo che ora era nella mia mano e lo trastullavo era eretto e duro come un manganello, limonammo ancora qualche istante poi mi disse che aveva voglia di fare l’amore con me, tirai giù il sedile ribaltabile dell’auto e mi distesi, si tirò giù i pantaloni e sali’ sopra di me, mi sfilò gli slip e mi penetrò dolcemente, delicatamente poi spinse di più fino a farlo entrare tutto, sembrava ancora più lungo, e grosso perchè lo sentivo sulla parete alta della vagina, intanto che montava mi riempiva di baci e carezze, mi sussurrava parole dolci mi leccava i capezzoli e le tette e continuava coi suoi movimenti avanti e indietro ora piano per poi accelerare velocemente, io sollevavo il bacino per sentirlo meglio e aiutarlo a godere di più, qualche minuto dopo sotto quei colpi veloci gemetti emisi un grido di piacere e l’orgasmo mi colse insieme alla sua sborra che usciva copiosa e calda dal suo uccello riempiendo la mia vagina, continuò ancora dopo essere venuto e poi si fermò esausto e sudato m felice, si sedette al suo posto e io mi piegai subito su di lui per raccogliere le ultime gocce di sborra calda, ebbe un sussulto aveva ancora il solletico tipico di chi ha un orgasmo mi appoggiò la mano sull nuca e la mia bocca arrivò fino in fondo alla base dell’uccellone, leccai tutto lo sperma lo spompinai ancora un pò poi gli leccai i coglioni ancora duri poi ci pulimmo e vestiti ci salutammo con un bacio in bocca e lui non finiva di dirmi grazie cugina grazie, io gli diedi un bacio sulla bocca e me ne andai a casa. La settimana seguente, mia madre e Luca, partirono con gli amici della banca a fare una settimana al mare io non li segui’ perchè non avevo voglia di andare insieme a loro anche perchè non avrei potuto scopare con Luca appiccicato a mia madre in una stanza d’albergo. Erano partiti la mattina presto, di domenica, io mi sono alzata a mezzogiorno, ho rassettato un pò la casa, alle 13 ho mangiato un panino, non volevo far da mangiare, e ho indossato un mibikini nero per attirare e prendere il sole sul balcone della mia cameretta, come facevo da due settimane se c’era il sole e, appoggiato sul pavimento del balconcino un materassino gonfiabile mi sono distesa sopra spruzzandomi l’olio solare, ero già un pò abbronzata difatti le mie cosce e tutto il mio corpo meno la parte dove avevo il bikini erano bianche, avevo intenzione di prendere il sole almeno in topless oggi e magari anche nuda tanto ero al terzo piano, più in alto non c’era nessuno. Tolsi il pezzo alto del bikini e mi distesi tutta bagnata di olio solare lucida pronta a essere baciata dal sole che era caldo e potente a quell’ora, dopo poco indossai gli occhiali perchè gli occhi mi bruciavano malgrado li tenessi chiusi. Era passata mezzora, ero tutta sudata, sono rientrata in casa per bere un bicchiere d’acqua e per prendere un aciugamani per asciugare il sudore che scendeva copioso dalla fronte mi colava sulle tette nude, ero sudatissima anche tra le cosce, mi ero depilata per non avere bruciori all’inguine ma avendo lasciato un triangolino di peli che circondavano le grandi labbra, col sudore mi dava fastidio tenere gli slip pur piccoli che fossero, stavo uscendo sul balcone col bicchier dell’acqua in mano e mi scappa l’occhio all’appartamento di fronte dove abita mio zio e sul balconcino della mansarda, lo intravedo dietro i vetri della finestra seminascosto dalla tenda che guarda verso di me ma, faccio finta di non vederlo, volevo scoprire se era li per caso o per guardare me con il seno fuori a prendere il sole, mi distendo sempre con su gli occhiali sul materassino e sto attenta per vedere se è ancora li, guardo dalla ringhiera del balcone e lo vedo, si mi sta guardando e faccio finta ancora di non averlo visto, gli slip mi danno fastidio e li sfilo restando distesa, do un’occhiata di la e vedo lui dietro la finestra che allunga il collo, mi sta proprio guardando il porcone, e lo capisco vedendo una ragazza nuda di fronte a lui e sapendo che è all’asciutto da un pò di mesi, vuole vedere almeno se non ha ancora toccato dopo l’addio di sua moglie, Aldo questo è il suo nome somiglia molto a mio padre essendone il fratello minore, ha trentotto anni e mio padre adesso ne avrebbe 40. Ho gli occhi fissi ormai dall’altra parte del caseggiato, con gli occhiali non può vedere se guardo lui, chiudo un attimo gli occhi e quando li riapro guardo di la e vedo una scena patetica da fare pena ma in modo tenero, non spregiativo, c’è mio zio Aldo in piedi seminascosto dietro la tenda ma si vede benissimo, è senza pantaloni e senza mutande, ha in mano il suo cazzo e si sta masturbando dapprima piano poi sempre più velocemente, intanto che guardava le mie nudità, evidentemente si è eccitato, ma non avrei pensato mai che si eccitasse a tal punto da farsi una sega li in piedi davanti a me col rischio che mi accorgessi ma, era forse talmente all’asciutto che voleva provare a godere anche da solo, continuava a menarsi l’uccello con foga e le diedi la soddisfazione io che ero provocante di natura, almeno di vedermi tutta nuda anche se tra le sbarre della ringhiera, mi alzai in piedi e feci finta di guardare verso il sole poi mi asciugai con l’asciugamano e lo passai tra le cosce per asciugare il sudore sulla figa, ero li in mostra davanti a lui che finalmente vidi piegar la testa in segno di piacere certamente stava per venire e voleva sborrare al più presto al culmine dell’eccitazione, con l’uccello in mano che portava avanti e indietro diede un’ultima occhiata di qua io mi girai per fargli vedere anche il culo, mi piegai alla pecorina facendo finta di raccogliere il bicchiere per terra, in modo da aprire le chiappe e far vedere bene il buco poi girai la testa sempre piegata e lo vidi in tutta la sua figura che sborrava su un fazzoletto di carta, restò li ancora un attimo poi si ritrasse e non lo vidi più dietro la tenda. Era un peccato aver buttato cosi’ quel liquido spermatico, l’avrei bevuto volentieri. Dovevo far qualcosa, il giorno prima non avevo potuto fare la solita scopata con Luca perchè mia madre per prepararsi alla partenza non era andata alla riunione del sabato e poichè ero sola in casa e con tanta voglia di prendere un cazzo, suo figlio non sarebbe tornato prima delle 19, era andato alla solita partita con l’oratorio, presi il telefono e lo chiamai, rispose dopo tre squilli forse era ancora in bagno a lavarsi poi disse un pronto squillante, sicuro risposi ciao sono Sabrina, sei solo in casa? -Si rispose, ed io: senti posso venire a trovarti giusto per farti un pò di compagnia? – Certo disse volentieri vieni pure che ti offro qualcosa di fresco da bere. Suonai alla porta e mi apri’, era visibilmente sorpreso perchè mi ero presentata alla sua porta con un accappatoio che aprii appena entrata richiudendo la porta alle mie spalle, facendogli vedere il mio minibikini nero, che indossavo sul mio balcone al sole, ma che succede farfugliò, cosa… come mai? perchè? dai zio anzi ti posso chiamare Aldo? si sicuro disse, ma come mai sei vestita cosi? Guarda che io ho visto tutta la scena prima, non sono scandalizzata e non ti preoccupare sono contenta che hai goduto per me mi fa piacere essere apprezzata e dicendogli questo le sue guance si tappezzarono di rosso poi balbettò: ma no cosa dici ero li in piedi che guardavo il prato di sotto e i fiori che hanno bisogno di esser bagnati, anzi stasera vado giù a dargli un pò d’acqua, Aldo risposi ti dico che non è un problema, ti capisco, non hai una donna che ti soddisfi da quando lei se ne è andata è normale che non potendo fare altrimenti ti fai le seghe devi pur svuotare i coglioni, ma sono qui per aiutarti, mi spiace per prima, averlo saputo sarei venuta qui e ti avrei smanettato io cosi’ godevi di più, ma Sabrina no dai lo so che tu sei brava però… non è il caso dai… intanto vedevo che tra le gambe aumentava il gonfiore, gli era venuto il cazzo duro, era imbarazzato si vedeva, l’avevo visto spararsi una sega per sua nipote pensando di non essere visto e ora era li con tanta voglia di scoparmi ma non osava, si va bene ammetto ma mi vergogno disse, ma dai Aldo lo sai che io ho la sindrome del buon samaritano no? E cosa significa rispose, no niente dissi io non stare li a pensare, lasciai cadere l’accappatoio ai miei piedi, tolsi i sandali e presi posto sul divano della sala, mi portò da bere una bibita fresca che consumai tutta d’un fiato poi feci segno col dito di avvicinarsi a me gli tirai giù i pantaloni della tuta che indossava e notai l’assenza di mutande allorchè chiesi ma non porti mai gli slip di solito o solo oggi? Comunque mi appari’ uno spettacoloso uccello duro e lungo come, forse, un’altra volta a un altro uomo avevo visto, non ricordo chi fosse, avevo 18 anni ma avevo avuto tanti uomini per mia fortuna, come è bello prendere il cazzo dappertutto, si inginocchiò lo tirai a me, con una mano dietro la nuca lo spinsi tra le mie tette belle sode dai capezzoli eretti sporgenti, le hai gia viste vero? domandai, – Si ma non cosi’ da vicino rispose togliendomi il pezzo di bikini che le copriva e devo dire che sono uno spettacolo davvero complimenti, nessuna ragazza alla tua età le ha cosi’ grosse e asciutte, intanto le aveva prese tra le mani e le ciucciava, leccava i capezzoli duri e grossi, – ma lo sai che se ci fosse qui tuo padre mi ammazzerebbe? Si ma non c’è più e quindi nessuno ti ammazzerà se mi succhi un pò le tette, con le mani appoggiate ai lati del seno affondò la faccia tra le meravigliose tette e si sfregava contro, poi una mano si staccò e scivolò verso gli slip, entrando di lato a toccare la mia passera calda e umida, io gli avevo preso in mano il cazzo e lo trastullavo gli stavo sparando una sega con le mie mani penso che avrebbe goduto di più che da solo, era arrivata l’ora di fare di più, mi piegai in avanti e presi il suo uccello in bocca, non entrò tutto non era possibile, era troppo lungo e duro, lo misi di fianco sul alto della bocca ma era metà fuori, ci scambiammo il posto, lui si sedette e io mi inginocchiai, cosi’ lo sentivo quasi tutto in bocca, andavo avanti e indietro su per quell’asta di acciaio temperato come un pistone dentro un cilindro, mise una mano sulla nuca e accompagnò il mio movimento godendo da brividi, l’altra mano andò a cercare gli slip che fece scivolare sulle mie ginocchia a terra poi penetrò con due dita nella mia vagina sgrillettandomi e gemendo poi ne infilò una terza iniziò a sussurrava frasi come: si dai prendilo tutto, oh quanto tempo che non godevo, mai cosi però, sei proprio una pompinara nata, hai una figa da paura, delle tette stupende, ancora dai fammi venire sbocchinami per bene, dai ti voglio voglio scoparti e in quel mentre mi usci’ il liquido vaginale sborrandolo sulle sue mani che portò subito in bocca per succhiare il mio liquido, poi subito dopo sentii in bocca il sapore acre della sborra maschile, era venuto e mi aveva inondato di sperma, non riuscivo a tenerlo in bocca tanto era quel liquido e grosso quel cazzo, raccolsi il resto che fuoriusciva con una mano poi dopo aver ingoiato quello che avevo in bocca mi leccai la mano e rimisi in bocca il cazzo per leccare lo sperma rimasto sul glande, alzai lo sguardo e vidi i suoi occhi strafelici, erano bagnati di gioia, commossi e mi sorrise poi disse: sono un uomo fortunato non penso neanche a quella zoccola della mia ex moglie che non riusciva neanche ad accontentarmi, poi non era capace di fare i pompini e tu sei veramente brava, dissi grazie e lui rispose: sono io che ringrazio te, poi gli feci la domanda che magari si aspettava: senti Aldo ma lo sai che hai un cazzo spropositato? non riuscivo a tenerlo tutto in bocca hai visto? eh lo so mi disse, eppure quella se ne è andata lo stesso, si vede che cercava qualcos’altro, non mi ha mai detto il perchè.
Detto ciò ci sedemmo sul divano, e dopo qualche altra curiosità che volevo sapere sul troione di sua moglie si complimentò ancora con me che non avevo mai lasciato il suo cazzo, lo tenevo in mano come un trofeo e lui aveva una mano sulle mie cosce quasi a stringerle per paura che mi alzassi, mi accarezzò il viso poi mi attirò a se e mi baciò le mie labbra carnose mi infilò la sua lingua in bocca cercando avidamente la mia, limonammo per pochi minuti poi tornò all’attacco, con le sue dita entrò prepotentemente tra le mie cosce a cercare il buco che tanto anelava, io le allargai per farlo penetrare più in fondo poi mi disse se potevamo spostarci per stare più comodi di sopra in camera sua, salii prima io sulle scale lasciando che mi guardasse da dietro il mio fisico flessuoso di 18enne, il mio culo si muoveva sinuoso e salivo a gambe larghe cosi’ da fargli vedere il buco aperto, arrivai in camera e mi distesi sul letto, si denudò anche lui e si affiancò girato verso di me, appoggiò le sue mani sulle mie tette poi mi strinse i capezzoli con le dita, io gli presi in mano il suo uccellone duro e gonfio, si notavano le vene gonfie di sangue e gli dissi scherzando che era pronto ad una nuova “battaglia” sorridendo rispose di si poi mi baciò in bocca e mi leccò le labbra, continuò a baciarmi sul collo, sul viso, m imorsicò i lobi delle orecchie e sali’ sopra di me, io allargai le cosce e mi lasciai penetrare dolcemente, quando ebbe fatto entrare la cappella, si fermò e mi guardò negli occhi, io guardai lui e vidi una luce di felicità, non avrebbe mai dimenticato quella giornata, spinse l’uccello alla penetrazione completa, lo sentii sbattere contro la parete della vagina talmente era lungo, muovendosi avanti e indietro ne rimaneva fuori un pezzo, ma io gli intimai di spingere pure fino in fondo che sentivo solo piacere non dolore, mi piaceva sentire il suo uccello che mi sbatteva contro, era cosi’ grosso e lungo che ci stava appena all’interno anche se la figa è elastica, mi riempiva il buco senza lasciare nessuna fessura, mi si avvicinò al viso e mi baciò sulla bocca, le mie labbra accolsero la sua lingua in un vortice di passione e di movimenti all’unisono e con i colpi che aumentavano la velocità mia con il bacino che si alzava e abbassava e sua con lo stantuffamento continuo, gememmo insieme gridando senza volerlo la stessa cosa, si si vengo vengo, sborro sborro, e l’orgasmo ci colse insieme in una valanga di passione e godimento sborrando continuammo per alcuni secondi i movimenti poi ci rilassammo e lui rimase sopra di me col cazzo dentro ancora un pò, lo volevo in bocca, lo volevo, lo feci uscire, lo presi in mano e lo portai alla bocca girandomi dall’altra parte in modo che lui appoggiava le labbra sulla mia figa e io infilavo il cazzo in bocca, mi leccò tutto l’umido che circondava la figa poi penetrò con la lingua e venni nuovamente sulla sua lingua, io leccai le sue ultime gocce rimaste, lo spompinai ancora qualche minuto e sborrò ancora anche lui, poi ci stendemmo esausti. Dieci minuti dopo facemmo la doccia e io lo salutai, mi ringraziò ancora, mi fece promettere che non avrebbe saputo niente nessuno, ma naturalmente risposi, mi baciò un’ultima volta con la lingua e me ne andai raccomandandolo se si sentisse solo di chiamarmi e lui sorrise con gli occhi commossi. Mi girai indietro per guardarlo ancora e vidi in lui la figura di mio padre che, se fosse ancora vivo, l’avrei scopato volentieri e lui sarebbe stato felice di avermi.
Commenti a gladius44@libero.it
Complimenti per la facile lettura e presa diretta
ciao cara,ho letto attentamente il tuo racconto ad alto contenuto erotico, e debbo dirti, per quanto possa sembrare raro, che…
Davvero incredibilmente eccitante, avrei qualche domanda da farvi..se vi andasse mi trovate a questa email grossgiulio@yahoo.com
certoo, contattami qui Asiadu01er@gmail.com
le tue storie mi eccitano tantissimo ma avrei una curiosità che vorrei chiederti in privato: è possibile scriverti via mail?