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Racconti erotici sull'Incesto

La zia Norma

By 11 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

La zia Norma &egrave la più giovane delle sorelle di mia mamma e come lei e le altre zie &egrave molto bella, soda e sinuosa. Le tette e il popò sono internazionali.

Inutile sottolineare l’effetto che fa ai genitali e quant’&egrave la voglia di spogliarla quando le sono vicino. Le volte che usciamo insieme ci prendono per fratello e sorella o per fidanzatini e tante volte ci siamo detto reciprocamente : mi piacerebbe averti come fidanzato/a. Ha dieci anni più di me ( 18 a 28 ) ed &egrave uno schianto di donna.

Tra noi c’&egrave cameratismo, una grande amicizia e da parte mia una gran voglia di farmela

tant’&egrave che tutte le volte che si presenta l’occasione me la stringo contro facendole sentire la solidità del mio uccello.

Per la verità anche lei &egrave sempre stata al gioco e mi chiedo fino a che punto andrebbe avanti.

Fino a che punto’? Eccolo’ Il punto &egrave arrivato’.

Giovedì mattina, come tutti i giorni andavo a casa della nonna per salutare lei e la zia Norma e per sentire se avevano bisogno di qualcosa. Mi venne ad aprire la mia bella zietta, mi fece entrare abbracciandomi come sempre, mi disse che la nonna era andata a far spesa al mercato : vieni, ieri ho comperato un paio di calze ricamate, stavo per provarle. Voglio sentire il tuo parere.

Si sedette sull’orlo del divano, alzò la gonna e con disinvoltura prese a infilare una calza.

Io guardavo le sue meravigliose cosce nude, il minuscolo slippino. Le grosse labbra della figa straripavano dagli orli, sentivo il cazzo sempre più duro gonfiare i pantaloni

Ero eccitatissimo. Lei sistemò la calza, poi alzando la gamba e lisciandola : ti piace?

Cosa ne dici ?, mi chiese, guardandomi la patta gonfia.

Sei bellissima! Le carezzai la coscia con la calza, poi quella senza.

E’ bellissima tutta ricamata, ma a me piace di più la coscia nuda.

La mano passò dalla calza all’inguine, poi sullo slippino leggerissimo, sotto le dita sentivo le grosse labbra della sua gnocca fremere e la seta che si bagnava.

Lei finse di non badarci : sono d’accordo’la coscia nuda &egrave sicuramente più bella, ma per quest’inverno invece di una calza qualsiasi questa mi sembra più carina. Pensa come sono odiosi i collant’ non sei d’accordo ?

La voce cominciava a tremarle. Gli avevo infilato un dito sotto lo scippino ed ora lo muovevo tutto bagnato nella figa. Mi guardava trasognata, le labbra gonfie, rivolse lo sguardo ancora sulla patta sempre più gonfia e con voce tremante, le cosce sempre più aperte al dito esploratore, le dissi: i collant sono proprio odiosi, la tua calza &egrave bella, ma io

preferisco le tue cosce nude.

Lei fingeva di non accorgersi del dito che si muoveva in mezzo alle cosce : non puoi dire che &egrave una brutta calza’ dai guardami bene’

Si alzò, tirò su la gonna fino in vita: guarda.. sto bene’?

Fece qualche passo, tornò indietro come se sfilasse: cosa ne pensi’?

fingendo di sistemarsi la calza si piegò alla pecorina mostrando il deretano nudo, perché il perizoma era un sottile cordoncino ed il triangolino dello slippino sotto era talmente esiguo che la figa era anch’essa in bella mostra.

Ero eccitatissimo. Mi inginocchiai e cominciai a leccare in mezzo alle cosce.

Ma cosa mi fai’? sussurrò con noncuranza come se la cosa venisse fatta ad un’altra persona.

Rimani un attimo così , le dissi, mentre spostavo quel minuscolo indumento da una parte

e infilavo la lingua nella figa, poi le aprii le chiappe e le titillai il buco del culo.

A questo punto avvertii che le sue gambe si piegavano, poi si alzò e girandosi dissi in un bisbiglio che sembrava senza voce : ma cosa mi fai porcone’? Smettila prima che ci eccitiamo’

La strinsi e ripresi a leccare questa volta dal davanti, aprì le gambe e martellai e succhiai il gonfio clitoride. Emise un incomprensibile suono gutturale ed aprì ancora le gambe. Era eccitatissima, mi sembrava dicesse ‘ bello’ bello” poi ‘ ti prego’smettila’ guardati’ hai i pantaloni che stanno per scoppiare’

Mi alzai, le presi la mano e la portai sulla patta stringendola contro. Lei finse di resistere, poi strinse il cazzo durissimo che giudico a ragione di notevoli misure.

Io le avevo infilato la mano sotto la gonna e la masturbavo con due dita.

Ansimava : ti prego’ti stai eccitando’ mi colpì il ‘ ti stai eccitando ‘ mentre la sentivo tutta bagnata, io le risposi, ti piace’senti com’&egrave duro..? non hai voglia di vederlo’?

Si’ ho voglia’me lo hai fatto sentire tante volte duro’ ma ora voglio proprio vederlo..

Vieni andiamo nella mia camera e li accanto al letto mi abbracciò cercando con ansia la mia bocca. Le nostre labbra si schiusero, si incollarono dando sfogo al ballo delle lingue.

Io la stringevo carezzandola davanti e dietro.

Sempre più eccitata ‘ fammelo vedere’voglio leccarti l’uccello’

Si accosciò, sbottonò freneticamente i pantaloni e quando tirò giù le mutande il cazzo le sbatté lungo e grosso sul viso. Lo carezzò su e giù, un attimo dopo era sparito nella sulla vorace bocca. La cosa mi meravigliò un poco perché con le mie dimensioni pensavo non potesse essere ingoiato con quella disinvoltura.

Le palpavo le tette, le strizzavo i capezzoli durissimi e mi muovevo nella sua bocca come se la chiavassi. Quando sentivo avvicinarsi l’orgasmo mi fermavo un attimo : aspetta’non farmi venire’voglia prima chiavare la bella gnocca’

Dai..vienimi in bocca’

Voglio la tua figa’&egrave da tanto che la desidero’

Anch’io ho desiderato tante volte questo tuo bel cazzo’spogliamoci’!

Fummo subito nudi, abbracciati sul letto : io le mordevo i capezzoli e penetravo con le dita la fregna, lei mi menava la minghia. Con voce arrochita quasi mi urlò in faccia : sto per venire’dammi il tuo cazzone’sfondami la topa’soddisfa la mia fame’da troppo tempo aspetto il tuo grosso cazzo’.

Lo vuoi’? prendilo’&egrave tutto tuo’

Si, così’sfondami’più forte’fammi male’si’si’godo’vengo’riempimi’

Le infilai un dito nel culo : vengo anch’io’sei bellissima’sei una figona’una chiavona..

Si ‘la tua chiavona e tu il mio stallone’si’ non ti fermare’mi piace così grosso’ continua a slargarmi la figa’godo’continuo a godere’vengo ancora’non ho mai goduto tanto’ancora’ancora’mi stai bucando le budella’sfondami tutta’.

Ormai avevamo perso ogni controllo ed era inutile perdersi in convenevoli.

Girati,le dissi, voglio chiavarti il popò.

Si mise in ginocchio. Con le mani si apriva le natiche, mentre io sempre più eccitato e l’uccello in piena erezione le carezzavo il deretano poi poi spinsi con decisione l’uccello.

Sei un mostro’, mi urlò, mi rompi il culo’fai piano ti prego non vedi che ho il buco vergine..?

Tra un po’ ti piacerà’masturbati la gnocca così non pensi al tuo buchino vergine’

Ormai il cazzo si muoveva avanti e indietro per tutta la sua lunghezza. Girò il volto verso di me, gli occhi socchiusi, le narici divaricate, la bocca ansimante. Gemeva. Le si leggeva in faccia l’intensità del godimento : &egrave bellissimo’non mi fa più male’si’così spingi’

inculami’&egrave più bello di quanto pensavo’dai, riempimi il culo di sperma’voglio venire mentre mi inondi’mi sembra di sentirmelo muovere anche nella figa’mi piace’dai che

godo’oraaaaaaaaaaaaa’

Si, vengo anch’io’ti riempio il culo’prendilo’.

Ci accasciammo sfiniti, ma lei non voleva perdersi niente, si girò velocemente e leccò le ultime gocce strizzandomi l’uccello. Solo allora si stese al mio fianco.

Dopo pochi minuti diede un’occhiata all’orologio e mi sussurrò: se dobbiamo fare ancora qualcosa dobbiamo sbrigarci.

Così dicendo prese a carezzare l’uccello che si eresse subito in tutta la sua lunghezza.

Zietta sei meravigliosa’ mi concederai ancora la tua faraonica gnocca e il tuo bel culo..?

Si’ il culo si ‘la figa di norma’

Poiché Norma era il suo nome ci scherzai su : se la figa &egrave di Norma il culo di chi &egrave..?

Ora sono la tua Norma per cui la figa sarà tua e il culo anche’mio bel porcone ti piace anche scherzarci’ , così dicendo se lo spinse in bocca. Lo succhiava, lo morsicava, quando capì che ero sul puntò di venire, si mise a cavallo impalandosi sulla mia asta ruggente. Ebbe subito un orgasmo: dai, inondami’&egrave da un’ora che stiamo chiavando’

Non smetteva di muoversi sull’uccello. Le sue tette ballavano seguendo il suo ritmo.

E’ bellissimo’mi piace troppo il tuo cazzone’lungo e grosso’quante scopate perse’perché non mi hai infilato prima le tue mani in mezzo alle cosce’.?

E’ da tanto che ho voglia di farlo’avevo paura che ti offendevi’non sapevo come l’avresti preso’

Lei scherzando : lo avrei preso come lo prendo adesso’grosso e duro’diritto nella figa e anche nel culo’visto che ami il mio sederino’stò per venire’dai’dai..

Io mi ero trattenuto ma ora cominciava ad essere tardi anche per me : mettiti sotto che ti sfondo. Cambiammo subito posizione, mi poggiai le gambe sulle spalle e affondai furiosamente nella gnocca bollente. Ai primi colpi urlò poi ansimando: si’così’sfondami’godo’ora’vengoooooooooooo. La riempii di caldo sperma.

Grazie zia, sei uno sballo. Pensavo potesse essere bello’ero sicuro che il mio bastone ti sarebbe piaciuto’ma non ti pensavo così scatenata’così troia’

Neanch’ io pensavo di potermi scatenare tanto’&egrave merito del tuo uccellane’ sei un mito…

Mi hai fatto sentire proprio un troia’una gran puttana’ spero però che mi apprezzerai più come puttana che come buona zietta.

Mi ripulì il cazzo con la lingua poi raccogliendo i suoi vestiti : su, vestiti, mi disse, &egrave tardi…

Io vado a sciacquare i miei buchi slabbrati.

Dopo pochi minuti tornò riassettò il letto e venendomi vicino mi sussurrò : appena in tempo la nonnina &egrave in fondo alla via con la signora della villetta vicina.

Su toccami un’ultima volta la micina. La carezzai, la penetrai con le dita che poi leccammo insieme.

Quando mi farai fare ancora la tua puttana’?

Presto, molto presto. Ora vado a prendere le borse della spesa che pesano nelle mani della nonna.

Sei un ruffiano..! mi urlò sorridendo mentre scendevo le scale.

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