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Racconti erotici sull'Incesto

La zia Nuccia

By 11 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Quella mattina, girando per il mercato, comprai un pantalone di cotone bianco e poiché ero vicino alla casa della zia Nuccia, la andai a trovare per sentire il suo parere sull’ acquisto.

Mi aprì con addosso un leggero grembiule sbottonato sia in alto che in basso. Notai subito che non portava il reggiseno ma le tette si reggevano da sole alte, grosse e puntute. Sotto le cosce erano abbondantemente nude.

Era sempre contenta di vedermi, mi abbracciò e mi fece entrare.

I nostri rapporti erano molto amichevoli per cui fu del tutto normale passarle un braccio intorno alla vita e stringendola le dissi: sempre più bella la mia zietta. Così dicendo le diedi un bacino sulla guancia.

Lei mi strinse il naso scherzosamente : sempre più ruffiano il mio nipotino e rise.

Le dissi del pantalone e lei mi consigliò la camera da letto dove potevo provarlo davanti al grande specchio. Si scusò e le chiese se poteva togliere la maglietta per il troppo caldo.

Restò nudo fino in vita mentre lei seduta sull’orlo del letto passava in rassegna i pantaloni, poi gli disse : mi sembrano ben fatti, su provali. Nel porgergli l’indumento si scompose mostrando larghe zone di pelle nuda.

Sentì la patta che si gonfiava e non decidendosi la donna gli disse: cosa aspetti? Dai provali: E lui: qui davanti a te ?

Non vorrai dirmi che ti vergogni per cambiare i pantaloni?, così dicendo si appoggiò all’indietro scoprendo inavvertitamente per intero le cosce nude, all’interno delle quali il ragazzo si immerse senza riuscire a capire se il nero in fondo fosse uno slip o il nero dei peli.

Sentiva il movimento del pene che cresceva: vuoi vedermi? Bene guardami, pensò mentre toglieva i pantaloni.

La Nuccia avvertì il suo imbarazzo, notò la consistenza del gonfiore, pensando che sotto doveva esserci un grosso membro si sentì una forte contrazione all’interno delle cosce, un intenso calore si irradiò intorno e si sentì bagnare tutta la topina.

Gli porse i pantaloni. Lo guardava, guardava soprattutto i suo slip. Si sentiva sempre più bagnata e

Immaginando il grosso cazzo che nascondeva,pensò che sarebbe stato un peccato non approfittarne.

Ricordò come una settimana prima al ballo sulla spiaggia, approfittando dell’oscurità, l’aveva stretta sfregandole sul bacino il sesso notevolmente duro. Lei, sicura che il buio le fosse amico

gli aderì contro finché non sentì le mutande completamente bagnate.

Ora doveva costringersi a tenere strette le cosce perché era troppa la voglia di aprirle e mostrare

la figa aperta,bagnata e vogliosa. Desiderava abbassargli le mutande e prendergli il cazzo in bocca..

Mentre così pensava, carezzava il seno, stringendo i capezzoli durissimi, sentì il ragazzo imprecare.

Lo vide che combatteva con lampo dei pantaloni. Si scosse, gli si avvicinò chiedendo cosa fosse successo e lui tirando la linguetta della zip le disse che si era bloccata.

Felice dell’occasione che si presentava gli disse di farle vedere e provare. All’inizio cercò anche lei di tirare in su e in giù, ma la zip non si muoveva, non solo ma qualunque movimento faceva finiva col palpare il pene che si era completamente indurito.

Un po’ di stoffa si &egrave incastrata sotto la zip, gli disse fingendo di darsi da fare con l’unico scopo di

massaggiare il pene, se continuiamo a tirare rischiamo di provocare uno strappo. Vado in bagno a prendere una lametta da barba.

Appena in bagno si appoggiò al muro e si massaggiò la topa. Era eccitatissima, aveva voglia di chiavare e voleva farlo con quell’uccello che la zip teneva prigioniero. Riuscì a frenare l’orgasmo

che si avvicinava veloce prese la lametta e tornò in camera dove il ragazzo innervosito era ancora alle prese con la cerniera bloccata.

Lasciami fare, gli disse, faccio un ultimo tentativo, se non si apre debbo scucire la zip.

Così dicendo introdusse la mano sinistra nei pantaloni per tenerli tesi in alto e con l’altra cercava di muovere la cerniera.. Questi movimenti finivano col massaggiare il pene che riprese a crescere

allungandosi verso l’alto. Lei sempre più eccitata con voce tremante gli disse: scusami, ma per cercare di sbloccare la zip non posso fare a meno di toccarti l’uccello, solo che adesso il gonfiore tende i pantaloni e diventa più difficile risolvere il problema.

Potessi almeno liberarlo, mi fa male stretto dentro, le disse, prova a tirarmelo fuori.

Lei ne approfittò e poiché la vita dei pantaloni non era chiusa, tirò la stoffa in giù, ritira la pancia, gli disse, ficcò la mano sotto, impugnò il cazzo (maestoso, pensò) e lo portò fuori per quanto possibile ( &egrave più grosso di quello di mio marito, disse a se stessa). La Nuccia era accosciata a gambe aperte con il pene all’altezza del viso. Non riesci a farlo sgonfiare un po’?, gli disse, continuando a carezzarlo.

Dovremmo fare qualcosa insieme per ammosciarlo, rispose il ragazzo, zia Nuccia perché non lo prendi nella tua boccuccia, sentito che rima? Così dicendo infilò le mani nell’ampia scollatura, le prese le tette tra le mani, strizzando i capezzoli durissimi.

Non posso farlo, gli disse gemendo per l’eccitazione, ‘sono tua zia.

Hai un seno da sballo, vorrei mordertelo, su prendilo in bocca.

Mi vergogno’ sono tua zia…ti prego smettila’mi ecciti’.

Lui le strinse la testa tra le mani e l’attirò a se. Lei come ipnotizzata lo seguì docilmente, si trovò con il cazzo che gli batteva sul viso, sul naso, le labbra, aprì la bocca e lo lasciò scivolare in gola sin dove possibile. E’ proprio un bel cazzo,pensò mentre lo succhiava, appena lo libero dai pantaloni ne avrò a disposizione più di una spanna, tanto lungo e grosso da sfondarmi, altro che mio marito.

Mentre pompava l’uccello si era portata la mano in mezzo alle cosce, sditalinandosi furiosamente.

E’ bellissimo, le disse, sei bravissima’perché non lo abbiamo fatto prima?

Le mancava il respiro, lo lasciò per un attimo poi riprese a succhiare. Sentiva le dita gocciolanti, la vagina era un fuoco.

Togli le mutande, fatti vedere, le disse.

Non ho niente sotto, gli rispose.

Dai, sbottona il grembiule, voglio vederti nuda.

Sembrava un automa, si alzò, sbottonò il vestito, lo aprì e mostrandosi nuda continuò a muovere una mano in mezzo alle cosce e l’altra sulle tette.

Lui l’attirò a se, tolse la sua mano e ficcò le sue dita in quelle labbra bavose. Poi : avvicinati e girati un pochino, le disse, voglio palparti anche il sedere. Le portò la mano sulle natiche e trovato il buco del culo vi affondò un dito. Lei guaiva, sembrava una cagna in calore, si piegò per farsi penetrare meglio e continuò a carezzare il cazzo lentamente ad occhi chiusi per fissare nell’anima il calore, la grossezza, la durezza. Il bel nipotino comprese che stava per godere e impresse velocità alle dita.

L’orgasmo la travolse quando si senti penetrare dietro dal secondo dito.

Spruzzò tanta di quella sborra che il ragazzo ebbe per un attimo l’impressione che fosse pipì.

La Nuccia si sentiva svuotata, si appoggiò al nipotino e con un soffio di voce: sei stato bravissimo, non ho mai goduto così tanto.

Lui leccava le dita bagnate: &egrave stupendo il sapore della tua gnocca, dai liberami dai pantaloni che voglio infilarti il cazzo.

La donna raccolse la lametta prese la patta dal lato non impigliato nella zip e la scucì, abbassò i

pantaloni, li sfilò e finalmente vide il cazzo in tutta la sua maestosa prepotente erezione.

Lo carezzava dolcemente per valutarne le dimensioni: 22 ‘ 23 cm. , si disse, grosso come mai visto.

Prese un grande respiro e se lo fece scivolare fin nella gola.

Pompava sul membro durissimo e si masturbava mentre il ragazzo piegato in avanti le titillava il sedere. Urlò quando ebbe il secondo orgasmo, ancora lungo, squassante.

Strinse il cazzo nella mano tenendolo fermo, non venire, gli disse, voglio che mi riempi la figa.

Si alzò, si strinsero, si baciarono e lui eccitatissimo le disse: zietta sei uno sballo, sei mitica’sei una gran troia’voglio leccarti la figa e poi spaccarti davanti e dietro

Il ragazzo si abbassò, ma lei lo trattenne, si portò sul letto e con le cosce oscenamente aperte :

dai spaccami la figa, sfondamela, fammi pentire per avere liberato il tuo cazzone.

Lui si sistemò in mezzo, affondò la bocca e prese a leccare e succhiare il grosso clitoride, sembrava un piccolo cazzo, lei tremava, vibrava ad ogni movimento di lingua, si sentiva aprire, la vagina sbavava, capiva che in quel momento poteva accogliere un cazzo di qualunque misura.

Dopo un attimo sentì che oltre alla lingua si muoveva il pollice nella figa e il medio nel culo.

Godeva, adesso era leccata, chiavata e inculata.

Urlò, si dimenò come colpita da scariche elettriche e la sua figa spruzzò come fosse un cazzo in eiaculazione : bellissimo’bellissimo’sei meraviglioso’dai fottimi’infila il tuo manganello’

Lui salì, solleticando tutto il corpo con la punta della lingua, si soffermò sui capezzoli turgidi, mordeva e succhiava, lei aveva preso possesso del cazzo e lo guidava sicura nella figa.

I loro bacini si scontrarono e il cazzo sembrò sparato dentro la vagina.

Il colpo la fece restare a bocca aperta, senza respiro. Lui roteò l’uccello all’interno per scandagliarne ogni angolo, poi prese ad andare su e giù con forza, ora veloce ora piano.

Lei aveva ripreso fiato ed ora invasa da ondate di calore che la mandavano al settimo cielo, incrociò le caviglie dietro la sua schiena e lo assecondò nei movimenti soprattutto spingendo il bacino quando lui affondava il cazzo.

Lo sentiva sbattere in fondo all’utero , affondava nelle budella, si sentiva tutta piena.

Godeva. Aveva un orgasmo dietro l’altro, lo stringeva, lo graffiava sulla schiena : si’ si’così’nessuno mi ha chiavato così’nessuno mi ha fatto godere così tanto’&egrave bellissimo’

hai un cazzo eccezionale’lo voglio’giurami che mi chiaverai ancora ‘godo’non riesco più a contare le volte che mi hai fatto venire’

Ed il bel nipotino la inondò. Sentì la figa che si riempiva di caldo sperma ed ebbe ancora un orgasmo.

Zietta, sei una gran troia’una chjavona infuocata’non pensavo ti saresti scatenata in questo modo sei una gran puttana’verrò a chiavarti tutti i giorni’leccalo, non farlo ammosciare che voglio romperti il culo.

Si, ti voglio tutti i giorni e tutti i giorni sarò la tua puttana infuocata ed ora inculami’rompi il mio vergine culetto.

Prese in bocca l’uccello ancora in forma e lo succhiò, gustando il doppio sapore di cazzo e di figa . Mentre si girava gli disse: &egrave la prima volta che lo prendo nel culo’almeno all’inizio fallo con delicatezza, fatta la strada potrai galoppare veloce.

Si, sarò delicato, porgimi il tuo bel culo. Così, sei stupenda, sembra un fiore mattutino.

Lo leccò, spinse la lingua nel buchino e lo sentì dilatarsi.

Sei pronta, il tuo culetto mi aspetta ansioso. Le poggiò il cazzo e spinse con decisa delicatezza, vide il glande entrare senza grossi ostacoli nello stretto ano.

Lei si sistemò meglio, inarcò la schiena per agevolarlo nella penetrazione, si portò la mano in mezzo alle cosce e cominciò a masturbarsi.

Lo sentiva sempre più dentro nel culo e si sorprese a dire: dai spingi’inculami’non così forte’mi fai male’mi rompi il popò’aiuto’mi rompi’ mi stai facendo il culo a brandelli.

Più lei si agitava e più il grosso uccello affondava nel culo, ormai si muoveva avanti e indietro

Fin dentro la pancia mentre lei aveva preso il suo ritmo e si muoveva in sincronia.

Lui si piegò in avanti e stringendo le tette le sussurrò: Allora, ti piace il cazzo nel culo..? debbo incularti ancora..?

Boccheggiava, era stravolta, sentiva l’orgasmo arrivare squassante e perso ogni ritegno gli urlò: si’mi piace’&egrave bellissimo’&egrave meraviglioso’non pensavo fosse così bello’dai inculami’spingi’vienimi dentro’riempimi il culo di sperma’dai’ora’vengo’fammi

un clistere di sperma’.si’&egrave bollente’spruzzami dentro’così’non tirarlo fuori’lasciamelo

nel culo.

Quando sentì che perdeva consistenza si girò, lo prese in bocca e cominciò a ciucciarlo : &egrave un gran bel cazzo’ lo voglio ancora duro’

La Nuccia leccava e succhiava dopo un po’ lo senti muovere, si gonfiava e mentre s’induriva il ragazzo le disse: sei proprio una gran puttana’una mangiacazzo ‘giurami che il culo lo darai solo a me’

si’si’il mio culo &egrave solo tuo, ma adesso chiavami ancora, ho voglia di chiavare’la mia figa reclama un’altra razione di sperma’dai fottimi ancora.

Il nipotino le aprì le gambe e le spinse il cazzo quasi con rabbia. Le fece male, restò per un attimo a bocca aperta, poi: ‘sei un mostro’hai un cazzo enorme’&egrave la prima volta che ne prendo uno così lungo e grosso’&egrave bellissimo’mi fai sentire proprio una puttana’mi piace troppo’

Si, sei una puttana’una chiavona’ti ho rotto la figa e il culo’raccontalo alle tue amiche’

No, non lo dirò a nessuno’il tuo cazo sarà solo mio’tutto per meeee’per meeeee’

Sei una troia’.sei una rotta in culo’

si”.sono la tua troia’la tua puttana’per te sarò sempre pronta ad aprire le cosce e le chiappe’vorrei tenerlo dentro tutto il giorno’

Sei una puttana’una grandissima puttana’continui a venire come una cagna in calore’

Ormai non si capiva più cosa diceva uno e cosa diceva l’altra. Lo abbracciò, strinse i muscoli della vagina per sentirlo di più e quasi gridando gli disse :

non resisto più’dai,vienimi dentro’sto per venire ancora…vieni’

si, vengo’ti riempio di sperma’

si, bruciami la figa..si’siiiiiiiiiiii’!

Si accasciarono esausti. Dopo un dieci minuti lui si alzò, fece la doccia e quando tornò in camera lei era ancora con le cosce aperte e da entrambi i buchi colavano gocce di sperma.

Il ragazzo le diede un leggero bacino poi le sussurrò: grazie zia, sei stata meravigliosa, la mia meravigliosa puttana.

Lei lo carezzò sul viso: si, la tua grandissima puttana, lasciami i pantaloni che li sistemo, domani saranno pronti e anch’io sarò pronta per essere ‘sistemata’ .

Si girò sul fianco e mentre usciva guardando il favoloso deretano le disse :

grazie zia’hai proprio un bel culo.

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