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Racconti erotici sull'Incesto

l’insonnia di mamma

By 8 Gennaio 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

Mia madre soffriva d’insonnia, così iniziò a prendere sonniferi sempre più pesanti ed essendo sola aveva paura dei ladri, così mi fece restare per un po’ da lei.
La prima sera mi chiese di dormire con lei, senza imbarazzo, con i suoi 65 anni si spogliò nuda e si mise a letto, l’effetto del sonnifero fù immediato, russava e nonostante i miei lamenti, nn si svegliava. Nn riuscivo ad addormentarmi e così accesi la luce e la osservai: ingrassata, invecchiata, ma per me, sempre bellissima e arrapate. Forse ogni per ogni figlio sarà così, forse no, sono innamorato di mia madre’ da sempre! Mamma nuda accanto a me, con quella fica pelosa, le grosse mammelle calate, e quei piedi grandi, volgari ed arrapati! Fin da bambino avevo adorato i piedi di mia madre, spesso la spiavo mentre dormiva e rivedendola così, mi tornarono alla mente le fantasie dell’adolescenza. Avrò sognato cento volte di incularla, di sborrarle tra le mammele, in bocca, di leccarle i piedi e pisciarci sopra’ Pensando mi ritrovai col cazzo dritto e visto che dormiva profondamente pensai di farmi una sega guardandola. Appena cominciai a menarmi l’uccello mamma nel sonno si voltò, mostrando il suo grosso culo e le piante dei suoi meravigliosi piedoni. Quel culo mi fece tornare in mente dei ricordi bellissimi, da ragazzino spiai mia madre mentre un mio cugino più grande la inculava su di un prato in campagna. Quante seghe! Conoscevo molte cose di mia madre, sapevo che adorava prenderlo nel culo, che era una pompinara favolosa, che tutti in paese sapevano che era una grande troia e che si bagnava quando la insultavano.
Mentre pensavo a queste cose mi sparavo una sega stupenda, all’improvviso mi fermai e portai una mano sul culo di mia madre, con molta cautela, quando vidi che nn si svegliava lo palpai stringendo le chiappane tra le mani. Dopo averle infilato tre dita in quel vecchio culo rotto, mi alzai e mi inginocchiai ai piedi del letto, iniziai ad annusarle i piedi, il cazzo mi esplodeva, baciai le piante poi iniziai a leccarle con amore e devozione. Il sapore dei piedi di mia madre mi faceva uscire di testa!
Ogni tanto si muoveva, mugolava nel sonno, ma con tutti quei sonniferi non correvo nessun rischio.
Leccavo i talloni, poi infilavo la lingua tra le dita, succhiai il grosso alluce, un vero pompino!
Mi tirai su in piedi, appoggiai il cazzo sui piedoni materni e cominciai a fare pressione, lei muoveva le dita che mi solleticavano i coglioni, mentre la cappella la schiacciavo sul tallone, all’improvviso si voltò di nuovo e si riposizionò supina. Che troia! Pensai, e piano piano ricominciai, ripresi a leccarle i piedi, poi spalmai di nuovo il cazzo sulle piante, stavolta era un po’ agitata, ma la cosa era positiva, con il movimento spingeva il tallone sulle palle gonfie di sperma, mentre il movimento delle dita mi scappellava stringendomi, godevo come mai avevo goduto prima! Neanche la più bella scopata era paragonabile al piacere che mi davano i piedi di mia madre, un desiderio che avevo nella testa da trent’anni almeno ed era divenuto realtà.
Con una mano spingevo il piede destro di mamma sul cazzo e con l’altra mano mi portai alla bocca l’altro piede, annusavo, leccavo e godevo come un cagnolino, pronunciavo parole con un filo di voce: mamma quanto sei bona! Mamma sei la più bella, la più troia, hai dei piedi bellissimi! Mi fai godere! Sei la mia troia! Mamma sei un grande culo rotto! Ti amo! Ti amo’! Svenivo per il piacere, le sborrai sul piede e mi lasciai cadere in ginocchio. Feci una corsa in bagno per prendere spugna ed asciugamano per pulire, mentre le asciugavo il piede mi venne un colpo: mamma aveva gli occhi aperti! Mi fissava ed io ero paralizzato’ ‘Ma’ ma nn dormivi?’ E lei sorridendo:
No! Ho dimenticato di prendere le gocce’ ‘ Poi spalancò le braccia e mi disse: ‘Dai vieni quà porcellone!’ Passai da uno stato di terrore al settimo cielo, mi buttai sul letto e l’abbracciai, baciandola come un matto, lei rideva divertita mentre il mio cazzo era di nuovo dritto. La lingua di mamma in bocca mi faceva venire dal piacere, sentii la sua mano afferrarmi il cazzo, mi scivolò da dosso e scesa con la testa sulle palle, iniziò a leccare, leccava come una cagna. Non ce la facevo più, la presi per i capelli e la portai di forza sul cazzo, mamma tirò fuori la lingua e cominciò a leccare: ‘Succhiamelo mamma! Fammi un pompino, lo so che ti piace! Sei ancora una pompinara vogliosa! Ciucciamelo troia!’ A queste parole spalancò la bocca e mi fece il pompino più bello della mia vita, in due minuti le sborrai in bocca e mamma, non fece cadere una goccia, ingoiò tutto lo sperma! ‘Ma che bel cazzone il bello di mamma sua! Adesso mamma te lo fa tornare duro’
Ricominciò a leccarmelo, in pochissimo tempo ero di nuovo allo spasmo: ‘Mamma voglio farti godere! Adesso te lo metto nel culo!’ La voltai, le spalancai le chiappe e le infilai la lingua nel
grosso buco del culo, credevo di impazzire! Leccavo il culo di mia madre come nei più audaci sogni giovanili e lei si dimenava come una troia! Mi tirai sopra di lei e in un solo colpo le infilai tutto il manico in quel culo rotto. ‘Amore di mamma!’ Sussultava ad ogni colpo! ‘Siiii amore di mamma! Incula mamma tua, spaccami il culo amore mio!!! Siiii bambino mio! Inculami!’ La montavo con furia e violenza, le palle sembravano spaccarsi per la violenza dell’urto contro le sue grosse chiappe, per darmi forza mi aggrappai alle mammelle stringendole con forza fino a farla gridare!
Poi urlai come un animale: ‘Ahhhh! Godoooo! Mamma!!! Godo, ti sto sborrando nel culo!!! Troiaaaa! Troooia! Sei una troooiaaaaaaa!’ E lei con la lingua di fuori per il piacere: ‘Siii amore! Sono una troia!!! Dai sborra amore, sborra! Sborra nel culo di mamma!!! Siiii allagami tesoro mio! Bastardo! Porco! Figlio di puttana! Che bel cazzo che hai figlio mioooo! Oh! Siii! Il cazzo di mio figlio’!’ Crollammo e ci baciammo con una passione travolgente, leccai tutto il suo corpo, le leccai la fica pelosissima dandole un altro orgasmo, poi scesi ai suoi piedi meravigliosi e li leccai con amore dicendole: ‘Domani ti regalerò un paio di sandali con la zeppa’ e due anelli per le dita di questi arrapantissimi piedi!’ Lei sorridendomi mi chiese: ‘Ma ti eccito così tanto amore?’

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