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Direi di cominciare con le presentazioni.
Il mio nome è Claudia, ho 45 anni e ho un classico lavoro da amministrativa in un’azienda farmaceutica.
Lui, mio marito, si chiama Alfredo, 50 anni e magazziniere. Sposati e una figlia di vent’anni. Ma di loro ne riparleremo più tardi. O forse no.
Vi chiederete come sono fisicamente…tanto per darvi un’idea, un collega mi chiama Mia (si, come la famosa pornostar libanese) e devo dire che la somiglianza c’è.
Fin dall’età adolescenziale sono sempre stata attenta alla apparenze e non ho mai sopportato di non essere la più figa della scuola, della discoteca o della compagnia e non lesinavo a spendere la mancetta in trucchi o accessori per attirare lo sguardo dei maschietti.
L’unico difettuccio erano i miei seni decisamente troppo piccoli per il mio modo di essere e di voler apparire infatti a 18 anni e come regalo di compleanno mi sottoposi a una mastoplastica additiva.
Ed è proprio da quel giorno che la mia vita prese una piega diversa.
Ma andiamo per gradi e facciamo un salto nel tempo. Anno 1997.
Ero figlia unica e i miei genitori (finanziariamente molto agiati) sono sempre stati una coppia aperta dove i tabu’ non facevano parte del loro stile di vita e gioco forza mi trasmisero quella libertà e leggerezza di vivere.
Tanto per farvi capire, in casa non avevamo le porte (tranne che in bagno ovviamente) e in estate non era cosi raro che andassimo in giro per casa nudi, come se fosse una cosa naturale.
Spesso di notte li sentivo scopare e udivo mia madre (una gran bella donna e come me molto provocatrice) che incitava mio padre a trattarla da troia e di chiavarla più forte. E ovviamente finivo per masturbarmi immaginando quel cazzone riempire mia madre.
Quando chiesi come regalo di rifarmi le tette (ai tempi era un lusso), i miei non si opposero minimamente tanto che mia madre volle sottoporsi allo stesso intervento e allo stesso momento.
Prendemmo appuntamento in una clinica privata e dopo le spiegazioni sulle modalità e aver scelto le protesi, fissammo il giorno.
Il chirurgo ci disse che ci avrebbe operato in giornata e saremmo uscite poco dopo e cosi fu. Ci opero’ di prima mattina e uscimmo il tardo pomeriggio tutte fasciate come delle mummie.
Il fastidio durò un paio di settimane e il risultato era fantastico. Sia io che mia madre avevamo due tette da sballo e ogni scusa era buona per uscire e mostrare il nostro nuovo davanzale.
Quel famoso giorno (anzi, sera) poi, arrivo’.
Ero particolarmente stanca e decisi di andare a letto presto. Indossavo solo un paio di mutandine e una maglietta larga ma non abbastanza da non far risaltare il mio nuovo petto di cui andavo fierissima.
Andai in sala dove i miei stavano guardando la tele e diedi loro un bacio sulla fronte prima di coricarmi, fu li che mi padre, guardandomi i seni mi disse “alza un po’ la maglietta che a parte mettere i soldi, non ho visto niente!”.
Un po’ scazzata tirai su e gli mostrai le tette “contento il mio papino?”
“Bellissime. Meno male che tua madre ha le stesse senno’ non so cosa mi tratterrebbe prima di palparle come si deve”. Sul momento non ci feci caso e tornai in camera.
Nonostante la stanchezza, il sonno non ne voleva sapere di impossessarsi del mio corpo e continuavo a girarmi e rigirarmi nel letto. Stufa, decisi di alzarmi per andare in cucina e bere un po’ d’acqua quando sentii dei rumori venire dalla sala e i miei parlare. Mi fermai in corridoio e mi nascosi per vedere o sentire di cosa stessero facendo.
Per una serie di giochi di luci, potevo vederli perfettamente mentre io ero completamente al buio. Mia madre era inginocchiata e stava succhiando il cazzo di mio padre il quale era rimasto in piedi.
Grazie all’acustica sentii perfettamente quello che le disse. E quelle parole cambiarono la mia vita.
“Succhia lurida troia, più forte cogliona, succhia come succhi i cazzi dei tuoi clienti. Così, brava….dai che dopo ti pago come quando ti prostituisci negli alberghi”
A quelle parole si stacco’ dalla verga e lo masturbo’ lentamente “ti paice eh figlio di puttana, ti eccita sapere che tua moglie è una troia e che gli piace farsi fottere per soldi come una cagna…dai sborrami in bocca che il vecchio di ieri sera non me ne ha data abbastanza”.
Ero incredula. Mai avrei potuto immaginare una cosa del genere. Mia madre si prostituiva e mio padre era consenziente.
Avrei voluto gridare o piangere o scappare ma ero bloccata. Bloccata in piedi a spiarli e senza rendermene conto ma…con il dito medio sul mio clitoride. Mi stavo masturbando ed ero bagnata coma non mai. Ma il “bello” doveva ancora venire.
Sentii mia madre continuare mentre si stava sditalinando forsennatamente.
“Vieni in bocca stronzo, lo so che ti sei eccitato a guardare le tette di Claudia…avevo solamente una cosa in testa, succhiargli quei due capezzoli duri…eh bastardo?”
“Si…mi scaricherei volentieri su quella zoccoletta dopo essermi fatto spompinare per bene. Quella tra poco diventerà una puttana come te”.
Sant’iddio, a quelle parole mi lasciai completamente andare e come un automa mi tolsi la maglietta e le mutande e corsi da loro in sala. Fu tutto rapidissimo.
Neanche il tempo di rendersi conto che stavo a due metri da loro che un orgasmo devastante mi invase il corpo “siiiiiii….sborrami addosso pà, sto godendo come una troiaaaaaaaa”.
Mi accasciai e distesa, godei delle ultime scariche elettriche che l’orgasmo mi provoco’. Ero supina a cosce aperte davanti ai miei genitori con la figa completamente aperta.
Mio padre venne verso di me, davanti a me “Claudia cosa cazzo stavi facendo, ci stavi spiando…cristo santo copriti….” poi guardando mia madre “Sara, porca troia….”
Lo guardai con occhi di sfida in piena trance “è questo che volevi papà? Dai sborrami addosso adesso”. Rimase interdetto, sguardo perso e con il suo cazzo imponente puntato sul mio corpo. Mia madre si alzo’ e con fare sensuale si mise accanto a lui e prendendogli la verga in mano e guardandomi gli disse “è troppo tardi per rimediare, ora andiamo fino in fondo, inondala per bene la tua bambina….non aspetta altro”.
Lo sego’ forte. Io rimasi stesa tirando fuori la lingua e massaggiando le grosse tette.
“dai papà, sborrami addosso, guarda come mi avete eccitato”
Il primo fiotto atterro’ sulla figa, il secondo più potente e poi il terzo sulla pancia e sulle tette.
Ero in me, mi rendevo conto di tutto e mi piaceva da morire.
Raccolsi con le dita la sborra dalla mia vagina e mi le infiali in figa, poi mi misi in ginocchio davanti al suo cazzone ancora in tiro. Gli leccai le ultime gocce e ingoiai.
“Ora inizia una nuova vita per noi”

Fine prima parte. A voi decidere se volete che continui.
Claudia XXX

Mlg1899

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