Nemmeno durante le seghe più fantasiose avevo mai immaginato che’
ma cominciamo dall’inizio e non dalla fine.
Sono Gianni, 32 anni, impiegato presso il comune, fidanzato con Roberta, un’ex collega che ora hanno trasferito in un altro ufficio.
Roberta è una ragazza normale, simpatica, ci vogliamo bene, il sesso va discretamente ma’esatto c’è sempre un ma.
Il ma è mia sorella Barbara, 29 anni, commessa in un negozio di abbigliamento intimo. Viviamo ancora a casa con i miei, ex insegnanti di liceo ora in pensione, timorati cattolici e osservanti pedissequi.
Barbara è una gran’si è una gran figona.
Alta come me, un metro e ottanta, lunghe gambe, capelli neri corti, sempre in palestra appena possibile, un seno importante (III coppa c, ho guardato il suo reggiseno nel cesto della biancheria), ed un sederino stupendo.
In tutti questi anni l’ho vista crescere e ammirata, ma senza mai pensare a qualcosa di sesso con lei, la nostra rigida educazione, che mi ha portato all’inizio qualche problema con le mie amiche, non mi ha mai fatto fare pensieri incestuosi.
Eppure’galeotto fu l’invito al matrimonio di nostra cugina Carla, che dopo tanto ‘divertimento’ scopando a destra e a manca (qualcosa anche con me e non molto tempo fa’ma questa è un’altra storia che racconterò poi), aveva messo la testa a posto e stava mettendo su famiglia con Luigi, un carissimo ragazzo, amico comune e compagno di viaggi ed avventure.
Dopo la cerimonia in chiesa, saremmo dovuti andare, per il ricevimento, in una località ad una settantina di km da Roma.
Mamma e papà scelsero di accompagnare mia zia, che aveva pianto per tutta la funzione, seguendo gli sposi al luogo scelto per le foto.
Io e Barbara decidemmo invece di incamminarci verso il ristorante non volendo partecipare al chiassoso carosello di vetture, veramente imbarazzante, che si stava formando.
Era una splendida giornata di Aprile, un bel sole, non troppo caldo ma nemmeno freddo.
Mentre io ero in tiro, giacca, cravatta gialla spettacolare, mia sorella indossava un tailleur scuro lungo appena sopra le ginocchia, con due piccole bretelline ed una scollatura quadrata che esaltava la pienezza del seno. Sopra aveva un piccolo giacchettino a coprirle le spalle, era stupenda insomma e tutti gli sguardi in chiesa erano per lei e non per la sposa.
In macchina spettegolavamo su mia cugina” povero Luigi ‘ ‘ diceva mia sorella ‘ ‘ ma lo sa quante corna porta e dovrà portare? Non credo che quella gran Troia di Carla si accontenterà solo del cazzo del marito che, tra l’altro, si dice non sia un granché, al contrario del tuo”.
‘Barbara ma’ma che dici’ma come parli’e poi tu che ne sai di Luigi e di me, insomma” ero allibito.
Non mi sarei mai aspettato che dalla bocca di mia sorella uscissero certi termini, parole così triviali.
‘ Gianni guarda che sono molto in confidenza con Carla e si è lasciata scappare anche qualcosa su di te, soprattutto sulle tue performances e misure tanto che un giorno, mentre facevi la doccia, incuriosita, sono entrata in bagno e ti ho visto nudo ed in tiro’forse pensavi alla nostra cuginetta o a me’?’.
Non mi ero accorto di mia sorella in bagno’mi capitava, durante la doccia di pensare a Roberta ed a quando facevamo l’amore, e talvolta qualche pippetta ci scappava pure.
Sapevo di avere un pene discreto, nelle mie esperienze me lo avevano sempre detto e Roberta godeva come una matta, le piaceva’mi diceva sempre che era lungo e ben grosso tanto che un pomeriggio me lo aveva misurato, ‘ e che cazzo!!! e che cazzo che hai amore mio’più di ventidue centimetri di lunghezza per quasi quindici centimetri e mezzo di circonferenza’la natura è stata molto benevola con te”
La mia fidanzata era architetta, ehm architetto e l’esame antropometrico era avvenuto durante una furiosa spagnola (era una quinta tendente alla sesta). In verità, proprio per le dimensioni, non aveva mai voluto prenderlo nel suo culetto, aveva paura che glielo rompessi e che gli facessi troppo male. Ogni tanto provavo ad appuntarglielo ma non c’era verso, s’irrigidiva e non rimaneva altro che continuare a scoparla nella fica o tra le tette.
Tra le parole di mia sorella e questi pensieri mi stava diventando duro e si cominciava a vedere il bozzo nei pantaloni.
‘ Fratellino, hai una bottiglietta di coca cola in tasca o sei contento di stare con me? Hai un bel rigonfiamento lì” mia sorella ridacchiava mentre mi parlava, e la vedevo agitarsi sul sedile, tanto che il vestito le stava salendo lasciando scoperte le cosce fino ad intravedere il bordo delle autoreggenti.
A tale vista il cazzo mi s’indurì oltremodo e dovetti spostarlo perché iniziava a darmi fastidio costretto tra mutande e pantaloni.
‘ Gianni’Fratellone’sembra che la coca cola si stia agitando troppo, forse è meglio stapparla” e dopo avermi accarezzato il cavallo dei pantaloni, scorrendo tutta la lunghezza del pene, aprì la cintura, slacciò i pantaloni e spostando le mutande me lo tirò fuori stringendolo tra le mani.
Ero paonazzo, non riuscivo a parlare, Barbara continuava a carezzarmi il cazzo duro come un piolo ed io facevo fatica a concentrarmi nella guida.
‘Gianni hai un cazzo stupendo, a saperlo prima non avrei cercato fuori ciò che avevo già in casa.
Come mi piacerebbe farmi scopare da te…che sensazione straordinaria, riempita da un arnese così grosso’invidio la tua fidanzata.’.
Ero incredulo, mia sorella’la mia sorellina’più puttana delle attrici porno, una depravata, una sporca incestuosa’una’una’una voglia di scoparla che non riuscivo più a trattenermi’
Tutta la rigida educazione religiosa, i più sacri precetti, non solo cristiani ma civili’l’incesto, con la propria sorella’MA CHE CAZZO SE FREGA’
In Barbara vedevo solo una gran figa, una splendida ragazza con cui volevo fare sesso a tutti i costi, sorella, zia, cugina, cognata’era tutto nebuloso, non esistevano parentele, ma solo l’istinto ferale.
Ci fermammo in una piazzola di sosta dell’autostrada che, essendo mercoledì, era vuota.
Presi la testa di Barbara e l’avvicinai al mio membro mentre le accarezzavo il fianco da sopra il vestito.
Sentivo la sua lingua lambire la cappella, girarci intorno, baciare la punta suggendo le prime goccioline del mio desiderio.
Con la mia mano aveva raggiunto il bordo delle autoreggenti e stavo salendo, iniziando ad accarezzarle le natiche spingendomi poi verso il suo sesso che, come lo raggiunsi, era gonfio d’eccitazione.
Mia sorella mi stava facendo un pompino regale, faceva un po’ fatica ad infilarselo in bocca ma succhiava e leccava da grande professionista.
Le avevo infilato un dito nella figa e poi lo avevo portato in bocca, inspirando l’odore di donna e di broda che emanava e con l’altra mano le stavo stringendo un capezzolo duro come il marmo.
Si stava facendo tardi e decidemmo di continuare il discorso più tardi.
L’atmosfera in auto era strana’io ero ancora eccitato, si sentiva ancora un odore ficale intenso, lei aveva lo sguardo perso nel panorama circostante.
Arrivammo finalmente al ristorante e tutto sembrò tornare normale, io mi misi a parlare con due amici della comitiva che avevo in comune con mia cugina e Barbara si sedette al tavolo delle ragazze.
Durante il pranzo la vidi sorridere, alzarsi e strillare BACIO BACIO ma mai, nemmeno una volta, girare lo sguardo verso di me.
Mi stavo un po’ incazzando e si vedeva, non sono mai riuscito a nascondere i miei stati d’animo, tanto che uscii all’aperto a prendere un po’ d’aria.
‘Il mio fratellino ombroso e palloso’sei geloso di Carla che ora scoperà solo con suo marito? Non preoccuparti, con quel pisellone che hai ti cercherà ancora, vedrai”.
Barbara mi si era avvicinata da dietro e mentre mi sussurrava queste parole in un orecchio, mi accarezzava il cazzo che subito prese ad agitarsi.
‘Gianni!?! Sempre pronto sull’attenti” ‘ ‘senti Barbara” ‘ ‘sento sento’, ti voglio tutto dentro di me, dappertutto e quando dico dappertutto vuol dire dap-per-tut-to hai capito? A costo di farmi sfondare’.
No non avevo capito, non capivo più niente, erano ore che non mi si filava, dopo quello che era accaduto ed ora’
Finalmente il pranzo o meglio oramai la merenda e quasi cena era finito e stavano organizzando il ritorno.
Mamma e papà rientrarono con noi e la magia che pensavo si ricreasse era invece definitivamente svanita.
Ero stanco, stanco sia fisicamente che psicologicamente, la giornata era stata veramente difficile e lunga.
Ascoltavo i subsonica sull’ipod sdraiato sul mio letto, nel buio della camera, guardando l’ora proiettata sul soffitto e non mi accorsi della porta che si apriva.
Ero anche incazzato, oltre che stanco. Stanco del lavoro senza soddisfazioni, della mia fidanzata a cui volevo bene sì ma non era certo la donna della mia vita’incazzato con me stesso per il grigiore, per questa staticità che la giornata appena trascorsa aveva sottolineato.
Preso dal filo di questi pensieri sobbalzai quando sentii una mano sul mio volto.
‘ Ma che cazz’Barbara!!!!’ esclamai strappandomi l’auricolare dalle orecchie. ‘sshhhh non strillare, mamma e papà dormono’ disse Lei. ‘non riesco a dormire, ti va di parlare un po’? Mi stavo facendo una tisana e sono venuta a vedere se eri sveglio”.
‘ ma sì’sì anche io non riesco a dormire’sono agitato, incazzato e mi girano le palle’.
Seduti in cucina cominciammo a parlare davanti ad una tazza di non so quale pianta, forse erba medica per il sapore veramente indegno.
‘Fratellino perché sei agitato?’ disse con fare malizioso ‘stavi forse ripensando a stamattina? O forse a quello che avresti voluto fare eh?’sei un maiale”.
‘ma no’ dissi io ‘ no’cioè si’insomma’uffa’che palle’CHE PALLE!!!’.
Mi accorsi che stavo quasi urlando, ed a voce più bassa spiegai a mia sorella tutte le mie insoddisfazioni, i miei problemi, la mancanza di stimoli.
‘Sai Barbara” ero quasi alle lacrime”sono proprio stufo di questa cazzo di vita’quasi quasi vado in aspettativa, prendo la moto, la tenda e parto. Vado verso il nord Europa; sto via fino a settembre e poi quando ritorno’bè si vedrà’.
‘ e Roberta? Che fai la porti con te?così unisci l’utile al dilettevole’sai che ricche scopate sotto la luna”.
‘ Non dire cazzate, Roberta è una cara ragazza, punto! Ho bisogno di star solo, e comunque Lei non la porterei mai.’.
‘ e a me? Porteresti a me? Mi faresti venire con te? Mi piacerebbe tantissimo un viaggio senza meta, un viaggio’un viaggio’insomma stare con te!’
Ero basito, sorpreso, Barbara non stava prendendomi in giro come prima, era seria, aveva gli occhi lucidi.
Ci guardammo un lunghissimo minuto e poi ci abbracciammo lasciando scorrere le lacrime di entrambi, facendole mescolare insieme come un unico pianto.
Gli diedi un piccolo bacio sulla guancia, e poi allontanai la sua testa per guardarLa negli occhi.
I nostri sguardi erano magnetici, ed io ero attirato dalle sue labbra e dolcemente le avvicinai con le mie.
Stavo per fermarmi, mi stavo bloccando per la grandezza dell’atto, un atto incestuoso, il mio non era un bacio da fratello ma da amante, da innamorato, non era più solo sesso’quando fu Lei che avvicinò il volto baciandomi.
Avevo il cuore a mille ed il pisello che si stava indurendo. Le nostre labbra si stavano aprendo lasciando il posto al guizzare delle lingue.
Le passai la mano prima sul viso e poi sui suoi capelli corti. Era bellissima’
‘Gianni” disse Lei staccandosi dal bacio lungo e profondo ‘Gianni’scusami ma io’io volevo farlo da molto tempo.’.
Mentre parlava mi carezzava le guance, dei gesti dolcissimi, con le mani un po’ tremanti e le lacrime agli occhi.
‘Gianni, le convenzioni del vivere civile, le regole cattoliche, non ci consentono di essere una coppia, ma se fosse possibile’se fosse possibile mi piacerebbe stare con te!’
CAZZO, pensai tra me, ero fuori di testa, in una giornata era accaduto di tutto.
Mia sorella’la mia sorellina, sorellina insomma era alta come me, ed anche io non la pensavo più come una sorella, mi sarebbe piaciuto fosse un’estranea per poterci vivere insieme’
‘Ho voglia di te Gianni, di fare l’amore, non solo di scopare, ma anche di avere carezze, baci’stare stretta a te tutta la notte’Vuoi?’
Avevo le mutande a pagoda, Barbara indossava una maglietta lunga con Snoopy e dei calzettoni bianchi, il suo seno si vedeva libero mostrando le punte dei capezzoli e, nell’abbracciarla, li sentivo premere sul mio petto.
‘Anche io ho tantissima voglia di te’senti” e prendendo la sua mano me la misi sull’erezione oramai quasi completa.
Lei m’inizio a massaggiare e nel frattempo avvicinò di nuovo il viso per un bacio.
Mentre le lingue turbinavano, mi accarezzava il membro per tutta la sua lunghezza ed io le stringevo i grossi seni molto forte al limite tra dolore e piacere.
‘ti voglio Gianni, ti prego’mettimelo dentro’.
Mi alzai dalla sedia e mi tolsi i boxer’il cazzo era molto duro e Barbara me lo prese in bocca, succhiandolo vigorosamente.
Mi rimisi seduto, le tolsi la maglietta e’sotto non portava nulla.
Le labbra della fica le brillavano per gli umori che scendevano copiosi; i peli, molto corti, disegnavano una piccola freccia, ad indicare la strada per il piacere.
Era molto bella ed eccitata, avvicinammo le due seggiole fino a toccarsi, le misi le mani sotto la schiena e la tirai a me.
‘fammelo sentire’non metterlo subito dentro’mmmhhhh’.
Avevo appoggiato il cazzo sulla clitoride e con un movimento su e giù la sfregavo lentamente.
La cappella era paonazza, congestionata dall’eccitazione e dal proibito e la muovevo dolcemente sul sesso di mia sorella, che con gli occhi chiusi, mugolava sommessamente.
‘Sbattimelo dentro adesso, ma entra piano, voglio godermi tutta la sua grandezza’.
Appoggiai la punta all’ingresso della fica e piano piano cominciai a penetrarla’vidi una piccola smorfia sul suo viso e poi”ohhhhhhhhhh quant’è grosso Gianni, mi stai aprendo in due’Dio com’è bello’dammelo tutto Gianni, dammelo tuttooooo’.
Stava sbrodolando come una fontana, il mio cazzo era durissimo e glielo avevo infilato tutto dentro e stavo iniziando a pomparla freneticamente.
Improvvisamente uscii da lei ‘Basta Barbara, non ce la faccio più, sto scomodo e sto anche per venire.’. – ‘ Stupido fratellone, non preoccuparti, la tua prima sborrata la voglio in bocca, vieni”
E così dicendo s’inginocchiò davanti a me e prese a segarmi dandomi dei piccoli colpetti con la lingua sulla punta.
‘Sto venendooooo” urlai ed uno schizzo copioso di sperma le riempì la faccia, lei lo prese allora tutto in bocca continuando a succhiare fino a che il cazzo non iniziò ad ammosciarsi.
‘Sei buonissimo fratellone, buonissimo e grossissimo’mmmmhhhh’leccami adesso’.
Stavolta fui io ad inginocchiarmi davanti a Lei, con la lingua iniziai a pennellare lungo tutta la lunghezza della fica fino al buchetto posteriore che presi a riempire di saliva fino a spingere la lingua dentro.
‘Gianni’Gianni che bello’che bella la lingua nel culo’mettici dentro un dito, due”.
La porca era presa nel parossismo del piacere, continuando a leccarLe la fica le infilai il pollice nel buco del culo e due dita davanti.
Tolsi il dito dal culo e le infilai prima due poi tre dita nella fica e le altre due di nuovo nel culo, scopandola davanti e dietro forsennatamente, mentre la lingua masturbava la clitoride.
‘Vengo, vengoooooooo sono una troia, godo come una puttana, la tua puttana’ gridò Barbara piegandosi di scatto in avanti e buttandosi all’indietro sussultando nell’orgasmo incipiente.
Il respiro affannoso stava cominciando a normalizzarsi, vedevo i suoi seni muoversi sempre meno ed i suoi occhi ora aperti mi stavano fissando.
‘Barbara cosa abbiamo fatto” ‘ ‘ Gianni abbiamo fatto quello che fanno due persone che vogliono godere, senza togliere niente a nessuno, senza fare del male se non a se stessi”.
Non capivo l’ultima affermazione, perché male’si avevamo fatto una cosa che non dovevamo ma lei non mi sembrava così colpita come me’
‘Ci siamo fatti molto male Gianni, anzi me lo sono fatto perché’perché’Gianni IO…!’
Fine I parte
WOW! Mi ero aspettato qualcosa di tosto, magari una carrellata unica su Luca e Olivia, ma non mi aspettavo qualcosa…
Complimenti, un racconto scritto veramente bene, con scene corte ma potenti e sempre con un cliffhanger finale. Non vedo l'ora…
Qualcosa ho scritto. Principalmente, uso l'eros e il sesso come temi frammisti a narrazioni varie che spesso e volentieri possono…
Ti ringrazio del tuo commento. Ho appena inviato il secondo episodio del racconto spero ti piaccia. Tu hai scritto qualcosa?…
Un racconto scritto bene, continua