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Racconti erotici sull'Incesto

NOVELLA ESTIVA – MADRE E FIGLIO SORPRESI DAL GRAN CALDO-

By 25 Agosto 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

NOVELLA ESTIVA
– MADRE E FIGLIO SORPRESI DAL GRAN CALDO-
Sono le cinque del mattino e Donato si era svegliato di soprassalto. Nei sui trent’anni di vita non aveva mai patito tale gran caldo. Le previsioni non si erano sbagliate questa estate del 2012 è tutto un susseguirsi di anticicloni dai nomi classici terrificanti ma questo Lucifero batte tutti. Il sonno e il caldo lo avevano stordito e all’inizio non capiva bene se era giorno o notte o dove fosse di preciso, poi fece mente locale realizzando che nella città della Sicilia, dove vive nel corso principale, in una bellissima casa dallo stile classico, non è possibile installare dei climatizzatori per via dei vincoli architettonici e si sa il caldo torrido e asfissiante non si può combattere efficacemente con qualche ventilatore, che è poca cosa per fare fronte a quei quaranta gradi che durante il giorno avevano surriscaldato quell’enorme appartamento. Si, quello era un appartamento davvero lussuoso tra i più belli della città, dove Donato viveva fin dalla nascita con i suoi genitori, gente molto facoltosa ed in vista, che lo avevano allevato tra il lusso e gli agi non facendogli mancare davvero nulla. Lui si era laureato ma ancora stentava a trovare un’occupazione, ma questo era un pensiero che lo assillava davvero poco perché la sua famiglia possedeva molte sostanze e lui non aveva un immediato bisogno di lavorare, anzi forse non lo aveva per nulla. Lui tutte queste cose pensava dopo quel risveglio improvviso, il corpo pieno di sudore in quella camera da letto fin troppo grande anche per due persone. Infatti non dormiva da solo. Purtroppo da qualche anno il padre era venuto a mancare e di questo soffriva molto, era infatti molto legato a lui e quella casa, abitata adesso soltanto da lui e dalla madre Grazia, sembrava oltremodo più grande. Sua madre, da quando era diventata vedova, si era legata maggiormente a lui abbandonando a poco a poco tutte le amicizie che avevano frequentato da sempre e facendo a meno di quella vita mondana che era stata la ragione principale della sua esistenza. Grazia chiedeva spesso al figlio di farle compagnia la sera e dal momento che non amava dormire da sola accoglieva Donato nel suo letto matrimoniale. Quel giorno erano dovuti tornare in città dalla loro villa a mare a causa di alcune faccende da sbrigare ecco perché si trovavano là a dormire. Di questo lui se ne crucciava perché aveva lasciato la sua numerosa compagnia estiva che però a causa delle pressanti necessità della madre Grazia frequentava un po’ di meno spezzando così quel ritmo fatte di nuove conoscenze femminili estive tanto preziose. Quello che però lo aveva infastidito di più era stata la richiesta di dormire insieme, vero che non era una cosa inusuale, ma con quel caldo sembrava una scelta inopportuna. Tra l’altro era anche una questione di comodità lui avrebbe preferito rimanere soltanto con addosso soltanto gli slip ma forse anche lei sarebbe voluta rimanere un po’ più svestita, insomma per quella sera non gli sembrava il caso. Donato però nei confronti della madre, era molto remissivo e accettò ugualmente, anche se fece presente alla madre la sua esigenza. ‘Allora?’ disse lei ‘mica è la prima volta che dormiamo insieme e tu sei in slip’ questo era vero anzi da quando erano rimasti in due in quella casa le occasioni di incontrarsi svestiti si erano moltiplicate e da questo punto di vista la conoscenza dei rispettivi corpi era assolutamente completa. Grazia infatti prima di rimanere vedova non sapeva che il figlio fosse così dotato o meglio non ne aveva avuto una totale visione. La prima volta che lo vide da vedova fu quando lui uscì dalla doccia e lei si stava truccando in bagno. Non fu una visione diretta e neanche prolungata perché lo vide dallo specchio. Ma quel membro così lungo l’incuriosì e la volta successiva che lo notò fece più attenzione. Le sembrava, infatti, di avere visto male magari un’ombra ed invece la sua percezione era esatta. ‘Chissà da chi avrà preso’ pensava tra se e se ‘sicuramente non dal padre, boh?’. Grazia infatti appartenendo ad una buona e tradizionale famiglia non aveva avuto esperienze sessuali se non col proprio marito. C’era un’altra cosa del figlio che l’aveva incuriosita e cioè che aveva il pube rasato. Di questo però ne poteva discutere con lui era già un argomento meno impegnativo e gli chiese il perché di questa depilazione. ‘Per una questione di comodità- rispose lui- ed anche perché in costume da bagno non è bello vedere questi ciuffi che spuntano’. ‘Giusto’- pensò lei tra se e se- ‘mi sa che farò anch’io la stessa cosa’. L’indomani, infatti, prese appositamente appuntamento con l’estetista per sfoltire la peluria del suo pube. ‘Di solito depilò soltanto l’inguine- disse all’addetta- ma ho necessità di indossare un costume da bagno più succinto ed allora vorrei ridurre’. ‘Certamente- disse l’estetista- togliamo completamente o disegno un triangolo più piccolo’. Grazia che comunque non era molto avvezza a queste cose meditò che le mode cambiavano e anche le esigenze della gente effettivamente a dei costumi da bagno molto stringati doveva corrispondere una depilazione totale. Ma di fatto la sua era soltanto una scusa non doveva indossare alcun costume stringato voleva soltanto stare un po’ più in ordine ed optò per disegnare un triangolo più piccolo e più rado senza quei peli così lunghi.
Mentre era dall’estetista fece anche un’altra considerazione e cioè che effettivamente era un po’ in là con gli anni quando era giovane il suo pube era scuro, folto ora si era un po’ schiarito ed era un po’ più rado, non solo ma pensò anche che aveva acquistato qualche chilo in più un po’ nei fianchi, nella pancia mentre il seno, da giovane aveva una quarta, le era già cresciuto con la gravidanza e l’allattamento e non c’era stato modo di ridurlo. Anzi con l’allattamento anche i capezzoli e le aureole mammarie si erano espansi ed avevano cambiato colore da un marrone chiaro ad un marrone scuro. Ma tanto nessuno avrebbe fatto caso a tutti questi cambiamenti suo marito infatti non c’era più, ma anche in vita non è che fosse molto presente sempre preso dal lavoro come era. Né tantomeno ora che era rimasta vedova aveva voglia di ricominciare non le interessava o meglio il suo desiderio sessuale era molto vivo, ma viveva in un ambiente chiuso, ristretto, le chiacchiere erano all’ordine del giorno ed anche se avesse voluto magari avere una piccola avventura, uno sfogo, insomma, si sarebbe saputo in giro e questo non le andava, ci teneva molto alla sua reputazione, figuriamoci poi se l’avesse saputo il figlio, non poteva dargli questo dispiacere. Fece un sospiro di rimpianto per le occasioni mai avute e lasciò questi pensieri chiedendo anche un’accurata manicure e di avere laccate le unghie.
Quella notte, dunque, Grazia e Donato consumarono una cena a base di pesce, del resto quella era una zona marina, ed il pesce è ottimo poi lei era abilissima in cucina ed è anche per questo uno dei motivi per cui il figlio alcune volte rimaneva volentieri a casa la sera del resto non mancava il vino bianco freschissimo ed a causa della calura ne bevvero parecchio ma era una vecchia abitudine. Donato aveva riscoperto dopo la morte del padre il piacere di stare con la madre e di conversare con lei. Lo facevano per ore e gli argomenti erano di vario genere. Gli piaceva sentire la sua voce molto dolce, delicata sempre pacata e suadente. Lei del resto aveva proprio un debole per il figlio cercava di essere molto accondiscendente e spesso lo accarezzava con le sue mani curatissime. Questo era un vezzo che aveva avuto da sempre ma ultimamente si era accentuato; usava le unghie ben pittate di rosso per sfiorargli la mano o l’avambraccio, lei quasi inconsapevole del gesto, ma ciò provocava a lui dei brividi che gli percorrevano la schiena per intero e finivano sulla nuca causandogli un delizioso intorpidimento. Questo successe anche quella sera fino alle due o tre di notte fino a quando entrambi decisero di andare a dormire. Naturalmente si svestirono nelle loro rispettive stanze da letto. Lui che inizialmente aveva pensato di dormire soltanto in slip optò per un pigiama leggerissimo, mentre le indossò una freschissima camicia da notte bianca di tessuto lucido, una ampia scollatura, degli spacchetti laterali ed una lunghezza sopra il ginocchio. La madre non indossava mai la biancheria intima, infatti tolse il reggiseno e sfilò le sue mutande. Lui la raggiunse che lei era già coricata entrò nel letto e si coprirono con le lenzuola. Ma subito si accorsero che il gran caldo non permetteva ciò e tolsero il lenzuolo. Era notte fonda spensero la luce ma le persiane della finestra erano accostate ed una fioca luce proveniva dall’esterno accentuata da qualche raggio di luna. I loro corpi iniziarono a sudare mentre continuava la conversazione intrapresa a cena e interrotta dai preparativi per andare a dormire. Ad un certo punto lui si tolse in pigiama rimanendo in slip senza che ci fosse il mini apprezzamento reciproco in ciò perché era già successo altre volte. La voce suadente di lei e gli sfioramenti delle unghie sull’avambraccio e sul petto stavano quasi per conciliare il sonno del figlio. Il lento movimento della sua mano spostava la camicia da notte facendo fuoriuscire parte del seno e di quei capezzoli adornati da una immensa aureola mammaria scura. Lo sguardo di Donato si posò su di essi anche se non era la prima volta che li osservava. La madre si accorse del soffermarsi di quello sguardo sul suo seno, ma non disse nulla. Questo però le provocò un brivido lungo la schiena pari a quello che lui provava quando lei lo sfiorava con le unghie. Non capiva questa strana sensazione attribuendola magari al caldo o al vino, chissà. La curiosità però prese il sopravvento in lei voleva capire se lui era attratto dal suo corpo certo l’idea era audace ma c’era qualcosa in quello sguardo fisso che la induceva a pensare questo. Disse tra se e se ‘vuoi vedere che questo vuole entrare da dove è uscito trent’anni fa?’. L’idea era pericolosa e se lei avesse mostrato una porzione di seno in più lui avrebbe reagito? E dopo? Cosa sarebbe successo? ‘Ma che idee- pensava- sono diventata matta? Sarà questo caldo non capisco più nulla, non era possibile questo’. Ma il tarlo oramai le si era insinuato e con astuzia tipicamente femminile iniziò a parlare della sua giornata trascorsa dall’estetista. ‘Sai-disse- questa estetista è molto brava’ ‘a si?’ rispose lui. ‘Si veramente ha fatto un lavoro con i fiocchi’ Forse si era spinta oltre si era subito pentita della sua frase e si aspettava oramai la domanda che lui inevitabilmente le avrebbe fatto. ‘Ma cosa ti ha fatto di preciso?’. ‘Eccola la domanda -pensava lei- beh posso sempre mentire’. Ma ebbe un tumulto nel ventre che le scombussolò le viscere partendo dal basso ventre e arrivando alla gola. Fece alla fine un gesto che fino a qualche istante prima era impensabile sia per la sua indole sia per la sua cultura ma soprattutto perché quello era suo figlio carne della sua carne. Sollevò la camicia da notte e mostrò il suo pube così finemente lavorato dall’estetista che aveva ridotto e modellato. La reazione di Donato fu tiepida ‘bello disse- finalmente sei un po’ più al passo con i tempi’. Ma la reazione solo in apparenza era fredda dentro lui provò una vampata irresistibile e si avvicinò a quel pube. ‘Cosa fai?-disse lei sorpresa. ‘Nulla voglio solo vederlo un po’ più alla luce’. Lei sorrise e con voce mielosa ed inaspettatamente eccitata disse ‘mica vorresti entrare da dove sei uscito trent’anni fa?’. Lui non capì più nulla si avventò su quella vagina odorosa e aperta e iniziò a leccarla. Non poteva Donato immaginare che quella fica avesse un sapore così buono e che lei fosse così bagnata, infatti venne e lui bevve il frutto dell’orgasmo. Le gambe gli chiudevano la testa quasi non volesse farlo scappare, ma poi lo liberò. Lui si tolse gli slip liberando quel bastone formidabile. ‘Piano ti prego ‘fece lei- è da molto che non lo faccio ho paura”.e poi quel coso è immenso’. Lui annuì ma ogni timore era infondato quella fica era così bagnata e vogliosa che la penetrò senza problemi. Lei si sentiva totalmente occupata da quel pene che le arrivava al collo dell’utero e urlava dal piacere doppio piace dato dall’orgasmo e dalla consapevolezza che chi la stava possedendo era suo figlio. Lei venne diverse volte desiderando di essere imbrattata dallo sperma filiale e ciò non tardò ad accadere. Cessata l’eccitazione i due si baciarono teneramente le sensazioni provate era troppo intense e prima di abbandonarsi ad un profondo sonno lei disse a lui ‘Mi sa che da stasera non siamo più madre e figlio, ma quella parte di madre che ancora resta in me accondiscende a tutti i tuoi desideri finchè vorrai tesoro’. Lui si addormentò felice pensando alle future notti libidinose ed incestuose.

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