Skip to main content
Racconti erotici sull'Incesto

Papà, sei un porco (2° cap.)

By 14 Febbraio 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Prefazione: ‘Papà, sei un porco! Capitolo1’, &egrave stato assai gradito da molti lettori che hanno richiesto il seguito con molta energia. Dal canto mio non potevo sottrarmi alle diverse mail pervenutemi e quindi questo &egrave il secondo incestuoso epilogo delle vicende di Alessia e suo papà. Il primo capitolo &egrave disponibile sempre nelle pagine di iomilù. Perdonate il ritardo mostruoso con cui presento il secondo episodio.+

Il giorno dopo mi risvegliai in cameretta, ancora vestita con un plaid sopra.

Monica doveva essere andata via e in casa pareva non esserci nessuno.

Alzai la coperta e mi guardai le mutande, le calze, la gonna, per vedere se tutto era come il giorno prima’speravo in un sogno, un incubo, io in preda all’orgasmo per un pompino a mio padre’un incubo, solo quello mi ripetevo ma l’sms che arrivò qualche istante dopo, mi dette conferma che non era così.

Monica mi aveva scritto solo qualche parola ‘Finalmente abbiamo in comune il sesso’sono felice che tu ti sia aperta anche con tuo papà’.

Allora il gusto del suo sperma, il glande caldo, le mani grosse che mi stringevano i capelli’era davvero mio padre e quella in ginocchio intenta a succhiarglielo ero davvero io’una cagna, una troia, una pompinara ignobile a far sesso con il proprio genitore. Mi facevo schifo.

Mi alzai dal letto e subito una fitta mi colpì alla testa. Avevo inoltre forti giramenti e anche mal di schiena. Non ci volle molto a capire che con il forte acquazzone e il freddo di ieri, avevano portato alla mia già fortunatissima vita anche la febbre!

Pisciai, mi misi sotto la doccia ma cercai di finire in un battibaleno, scesi in cucina, mi presi un pacchetto di cracker, un succo d’arancia e un’aspirina poi ritornai a letto. Mi accoccolai come se quel letto potesse, in qualche modo, difendermi dall’esperienza morbosa della sera precedente.

Mi svegliò una carezza dolce sulla fronte sudata. Era mio padre. Mi venne quasi un balzo ma la pesantezza della testa mi bloccò lì e riuscii solo a dire ‘Ciao Papi’come stai?’

< Io bene'tu piuttosto? Hai la febbre eh?>

< Già'l'acqua di ieri mi ha devastato'>

< Hai 22 anni, faceva freddo, pioveva e tu te ne sei uscita con una giacchetta leggera leggera'vado a prendere il termometro'>

Uscì quasi subito dalla stanza e si diresse verso la sua stanza. Il cuore mi batteva forte e volevo a tutti i costi chiarire quella strana situazione incestuosa che si era creata la sera prima per colpa della mia amica Monica. Io non volevo e non volevo neppure mi vedesse come una figlia degenera.

Tornò appena avevo finito di pensare ad una frase d’effetto’

< Papi, ascolta, lascia stare il termometro'io'io'volevo solo dirti che ieri'>

Mi mise una mano sulla bocca mentre con l’altra asciugava dolcemente il sudore che avevo sulla fronte.

< Non ti preoccupare dolcezza di papà'facciamo finta che ieri sia stato solo un episodio della fantasia e nulla più'la tua amica ci ha regalato davvero delle dense emozioni ma ora pensiamo a farti star meglio'hai preso qualcosa?>

< Io'va beh'Comunque'ho preso un'aspirina e basta'>

< Senti, ti darà fastidio ma dovrai tenere questo apparecchio per un minuto nell'ano>

< Amore, lo farei, ma questo misura solo la temperatura interna'&egrave ospedaliero'&egrave piccolo e lungo, non lo sentirai nemmeno, credimi'>

< ma papà'nel culo io sono vergine'>

< Sciocca, non sarà un termometro a rovinarti la verginità del tuo bel sedere'ora girati e calati i pantaloni'io esco, chiamami quando hai finito.>

< Ma no papi, dove vai? Mettimelo tu, dai'io sto male non vorrei poi addormentarmi mentre ce l'ho conficcato dentro'tanto ci vuole un minuto, no?>

Mi girai, presi il mio pigiama e lo lasciai scivolare mentre piegavo le mie natiche verso il suo volto. Mi accarezzò dolcemente la schiena, poi la gamba e poi le chiappe. Per non farmi sentire nulla e per distrarmi, con la mano sinistra mi massaggiava l’interno coscia.

Lo infilò piano piano, scuotendo solo all’inizio poiché non era lubrificato bene’sentii uno strano pizzichio misto a godimento’non saprei spiegare bene la sensazione a parole ma mi provocava forti impulsi a farlo uscire di lì anche se, per piccolo fosse, pareva quasi divertente sentirlo dentro.

La mia vagina si era inumidita perché mio padre continuava in quel lento massaggio che giunse sino alla prossimità della vulva. Mordevo i denti e stringevo i pugni; continuavo a ripetermi che mio padre era e che doveva rimanerci e che le mie pulsioni sessuali potevano essere fatte con coetanei ma’bastò il minuto e quando lo tirò fuori, il balzo fu quasi spontaneo e mi scappò un ‘No’ involontario che mi fece spalancare gli occhi. Di nuovo io, la strega della sera prima, la puttana incestuosa’che schifo’

< Cosa no, figliola?>

< Lascia perdere papi'era il massaggio che mi piaceva'.>

< Ah sì? Beh senti, hai quasi 39 e se ti ecciti rischi di farti salire la febbre ed aumentare l'emicrania>

< No, l'emicrania m'&egrave passata e poi la testa già mi gira'cio&egrave'no, scusa volevo dire che non sono eccitata'io'io'>

< Senti, piccola mia, io e te dobbiamo fare un bel discorso'>

< Sì, lo credo anch'io ma riprovami la febbre perché non sono sicura che fosse giusta'io mi sento meglio'>

< Ma te lo devo rinfilare nel culo, lo sai?>

< Sì papi, infilamelo nel culo ancora e continua a massaggiarmi la vulva'cio&egrave, la coscia!>

< Mmh'sei un po' viziosa o sbaglio? Tieni ancora il termometro nel sedere'tra un minuto lo togliamo e se &egrave ancora 39 ripigli un'altra aspirina e'>

< Sì sì ma continua a toccarmi la vulva, papà'mi rilassa dai'>

< Così piccolina?>

Mi toccava sulle grandi labbra e faceva finta di graffiare la mia intimità’non resistevo’non più

< Papà'mettimi un dito dentro e toccami il clitoride! Lo so che mi odierai ma io non ce la faccio più'io'io ti amo papi'>

< Anch'io, moltissimo figlia mia'ti piace ora?>

< Moltissimo papà ma cosa c'&egrave nel culo ora?>

< C'&egrave il mio pollice'l'altro dito &egrave nella tua dolce fessura, tesoro mio'>

< Oddio papà'sei un porco e io'io sono peggio di te'io non resisto, ci credi? N-non ce la faccio a starti lontana ora'>

< Nemmeno io'vaffanculo il perbenismo! Ieri sera mi hai fatto godere come non mai'ora ti meriti lo stesso lavoro>

< Oh no'no'lì non leccarmi così poi io'no'ancora'>

Mio padre leccava ormai la mia fica calda e bagnata mentre col pollice destro sprofondava nel mio buco del sedere.

Sarà stata la febbre, sarà stata l’eccitazione del giorno prima ma io non riuscivo a dire di no’anzi, sentivo che l’eccitazione aumentava di minuto in minuto. Io, sua figlia, col pigiama calato e il mio culo sulla sua faccia, mi sentivo finalmente donna, posseduta oralmente da uno stallone: mio padre.

< Tesoro'io ho voglia di scoparti>

< Anch'io papi'fottimi come vuoi'&egrave ora di dire basta a questa situazione a metà! Inculami!>

< Ma porcellina, il culo non era vergine?>

< Per te &egrave libero papi'aprimi come hai fatto con mamma prima di me! Voglio essere la tua donna, la tua schiava d'amore e la tua sorca personale'prendimi, prendimi, prendimi!>

Detto fatto rimasi nella stessa posizione in pecorina, mentre mio padre, sputando sul buco del culo, mi spalmò un po’ del suo nettare orale e poi mi impiantò il suo membrò tutto dentro.

Dolore, angoscia, bruciore e scosse di godimento giungevano sino alla mia testa sino a farmi crollare definitivamente nel più orribile dei sogni perversi: stare a letto col proprio papà.

Mi fotteva in culo con ritmo sempre più serrato sino a quando ho preso la situazione in mano, mi sono girata e l’ho pregato di trattarmi come una troia di basso borgo.

< Papà'basta inculate'scopami dentro e fallo da davanti'ho voglia di vedere il tuo volto mentre mi scopi! Avanti, usa tutta la tua forza e chiavami finch&egrave hai forza!>

< Tienilo tutto, gioia di papà, il mio cazzo e il mio sperma sarrano tutti tuoi, finch&egrave vorrai!>

Anche se la posizione classica ‘lui sopra io sotto’ &egrave derisa da molti poiché blanda e noiosa dava invece ai miei sensi di donna forza e morale per far crescere ancora di più l’energia trasgressiva che portavo dentro.

< Leccami la faccia papà'leccami bastardo!>

< Sei sempre stata nei miei sogni piccola puttanella'tuo papà ti ha sempre amato e ora non ti lascerà mai più!>

< Scopami più forte! Inondami del tuo sperma e restami abbracciata sino a domani!>

< Sto per venire bambina'sto per venire!>

< No, aspetta'vieni sulla mia faccia'voglio essere tua e basta! Sborrami in faccia papà!>

Il suo getto coprì copiosamente la mia bocca, il mio naso, i miei occhi e anche parte dei capelli. Il suo odore era di maschio adulto, di uomo vero, di un padre dolce e premuroso che, stavolta, spinto dalla mia incontrollabile voglia incestuosa, era divenuto il padre più osceno e porco che io avessi mai sentito nominare.

Restammo abbracciati a lungo e poi mi pulì lo sperma secco, mi bacio profondamente e mi accolse tra le sue infinite braccia ad attendere che Morfeo prendesse le sorti del mio animo stanco, perverso e affranto da ciò che era riaccaduto. Ma questa volta non mi importava niente.

Sono adulta e lo volevo.

Oggi ho 24 anni e credo di essermi meritata la bellissima storia che ho con il mio ragazzo Marco e la strepitosa ed affascinante morbosità che ora ci lega in un vortice di passione me, mio padre e il mio ragazzo’ma queste avventure, le racconterò più avanti.

Papà’sei il mio porco preferito!

Leave a Reply