Skip to main content
Racconti erotici sull'Incesto

Primi approcci con mio padre

By 10 Maggio 2024No Comments

Una piccola premessa: è il primo racconto che scrivo, siate clementi.
Il racconto si basa su esperienze che ho vissuto.

Mi ricordo ancora la prima volta che mi masturbai, fu per colpa o forse merito di un prurito qualunque alle grandi labbra. Mi soffermai più a lungo sulla mia fighetta e una sensazione calda e appagante mi riempì. Da quella sera divenne un appuntamento giornaliero, così non mi bastarono più solo lo strofinio della dita e cercai altri modi: spruzzarmi il getto d’acqua della doccia sul clitoride, cavalcare il bracciolo di una poltrona, ascoltare i gemiti dei miei genitori. Divenne una vera e propria ossessione. Iniziando a usare il pc con la scusa dello studio, scoprì il mondo fantastico dei racconti erotici immergendomi in una lettura spasmodica e subito mi appassionai al genere dell’incesto. Le prime volte riuscì ad avere un orgasmo solo leggendo. Fu così che mi accorsi di immaginare sempre me e mio padre come protagonisti, questa realizzazione mi sconvolse tanto che per un po’ abbandonai la lettura.
Nel frattempo ebbi le mie prime vere esperienze nel mondo reale: il primo pompino lo feci una notte all’animatore del campo scuola della parrocchia, fu un’esperienza magnifica, prenderlo in bocca, iniziare a leccarlo con calma e un su e giù fino a che lui non mi venne direttamente in gola senza preavviso, presi paura ma mi gustai il suo seme. La mia prima volta fu una cosa frettolosa e dolorosa in una camera di una mia amica durante una festa.
Mentre iniziai a scoprire il mondo del sesso, mi feci donna, una donna prosperosa e burrosa: taglia 46/48 con una quarta abbondante.
Tutte le magliette mettevano in risalto il mio seno e ho sempre adorato farmi guardare dagli uomini, sopratutto da mio padre, con cui dal mio sviluppo mi scambiai abbracci sempre più lunghi e ogni momento era buono per accoccolarci sul divano percependo che le sue mani a volte si soffermavano un po’ troppo sulle mie cosce.
Un giorno chiacchierando con mia madre non feci caso che la porta del bagno era chiusa ed entrai senza aspettarmi mio padre che si scrollava il cazzo dopo aver finito di fare pipì. Non riuscì a proseguire le chiacchiere con mia madre. Il cazzo era lì in tutta la sua grossezza, non lunghissimo ma grosso, venoso e con una cappella sporgente. Mi si bagnò la fighetta istantaneamente e mio padre indugiò a lungo. In quel momento decisi che lo volevo.
Mi chiusi in camera per diverse ore a riprendere la lettura dei racconti incestuosi e invidiai le protagoniste.
Divenne il mio unico desiderio per diverse settimane, tanto che frequentai per qualche tempo un uomo più grande con cui facevo sesso chiamandolo papi.
Mi decisi che dovevo farlo accadere. Finsi sempre più spesso di dimenticare indumenti dopo la doccia, passando davanti a mio padre completamente nuda e sentivo il suo sguardo addosso, causandomi lunghe sessioni di masturbazione.
Il tempo passò e mi scoraggiai non vedendo alcun passo avanti, ma poi arrivò il pomeriggio che cambiò tutto. A casa soli dopo la doccia mi misi in pigiama sul divano, pochi minuti dopo arrivò mio padre:
-Non ti sei scordata nulla oggi?
-Ehm… no, non mi sembra.
-Negli ultimi tempi sembravi molto smemorata dopo la doccia.
Diventai rossa e eccitata: mi aveva capita!
-Vuoi che mi sia dimenticata qualcosa?
-Si tesoro.
Mi tolsi la maglietta e lasciai libere le mie tette. Mio padre si avvicinò e mise le sue mani sul mio seno, mi arrivò una scarica elettrica in mezzo alle gambe.
-Ormai non ci speravo più papi!
-Da quando ti sono spuntati questi due meloni me li sogno la notte, ho sempre il cazzo in mano!
Si liberò dei pantaloncini e boxer e svettò il cazzo che aveva monopolizzato i miei desideri, feci per toccarlo:
-Ferma! Ti dirò io quando.
La sua voce dura andò di pari passo al movimento delle sue mani che mi strizzò il seno, tirò forte i capezzoli e mi schiaffeggiò le tette ma prima che mi potessi lamentare:
-Da oggi amore mio, io sono il tuo padre padrone.
Non potevo ancora comprendere che quel pomeriggio sarebbe stato il punto di non ritorno, il momento dal quale non avrei più potuto e voluto stare senza quelle sensazioni. La lussuria che provai nel lungo rapporto con mio padre non riesco ancora oggi, nonostante molta sperimentazione sessuale, a ricrearla.
-Apri la bocca bambina! Fammi un bel pompino ma ti vieto di usare le mani.
Così le portai sulle sue cosce in modo da aiutarmi ad ingoiarlo. Feci entrare la grossa cappella, sentendo un gusto forte, insalivandola per bene, scorsi piano verso la base, e poi lentamente tornai sulla cappella e ne scandagliai ogni millimetro con la punta della lingua.
-Così mi fai impazzire!
Ma dall’urgenza che aveva mi spinse tutto il pene fino in gola. Ebbi la sensazione di soffocare, cercai di risalire spingendo le mani contro le sue cosce ma mio padre mi prese dai capelli e dettò il ritmo del pompino, tenendomi ferma per diversi secondi quando arrivavo alla base. Mi toglieva il cazzo dalla bocca solo per guardarmi negli occhi e dirmi:
-Come sei una brava figlia, esegui tutti i miei ordini! Brava tesoro mio.
Mi piacque il sentirmi nelle sue mani, che fosse lui a decidere il piacere di entrambi.
L’unica cosa che riuscì a dire fu che volevo il suo seme in bocca e la cosa eccitò moltissimo il mio papà, riuscì proprio a percepire nella mia bocca che il suo cazzo pulsò e mi sembrò ingrossarsi ancora di più.
Il ritmo si fece serrato e mi tenne sempre più a lungo ferma con tutto il suo cazzo in bocca.
-Sto per venire troietta!
Mi esplose in gola con urlo primordiale. Il suo seme era così tanto che qualche goccia mi scappò fuori. La sua sborra aveva un sapore un po’ amarognolo ma la ingoiai tutta, con la mano raccolsi anche le gocce scappate, volevo rendere fiero mio padre della sua troietta.
Mi scopò così per la prima volta: mi scopò la bocca.
Dopo essere venuto così irruentemente nella mia bocca si sedette sul divano e mi chiese di mettermi accanto a lui.
-Sentiamo quanto ti è piaciuto troietta.
Mi toccò la figa bagnatissima, il contatto delle sue dita ruvide sulla mia pelle candida e liscia mi provocò uno spasmo, avrei potuto godere in pochissimo tempo se solo mi avesse toccata ancora un’altra volta.
-Lo sapevo che ti sarebbe piaciuto, ho visto come mi provocavi!
-Papi mi dispiace ma da quando ti ho visto fare la pipì non sono riuscita più a scordarlo!
-Non ti scusare tesoro, ora il tuo papà il cazzo te lo darà sempre!
E appena finì la frase si avventò sulle mie tette, prese un capezzolo tra i denti e succhiò sempre più forte.
-Ahia papi! Così mi fai male!
-Brutta troietta, ho per caso detto che puoi lamentarti? Più lamentale escono dalla tua bocca e più succhierò e ti morderò forte. Hai capito?
-Sì papi, scusami.
-Brava la mia bambina che ha capito chi comanda.
Si alzò e mi lasciò lì così, incredula e vogliosa. Lo sentì entrare in lavanderia e tornò in sala con un sorrisetto malefico.
Leccò ancora per bene i miei capezzoli a lungo e minuziosamente, io chiuso gli occhi per godermi quel momento e perché sentivo l’orgasmo crescere, ma un dolore acuto arrivò subito al mio cervello, cercai di dire qualcosa ma mio padre mi mise una mano davanti alla bocca.
-Queste mollette donano moltissimo ai tuoi grandi capezzoli!
Senza poter nemmeno realizzare che avevo delle mollette del bucato sulle tette che mi stavano torturando, lui iniziò a mettere un dito nella mia figa che sembrava non ricevere il messaggio di dolore perché era completamente fradicia, tanto che poi ringraziammo che il divano fosse coperto.
-Si, sei proprio una cagnetta in calore. Mattia ti ha già sverginata?
-Si papi.
Da un dito passò direttamente a tre senza alcun problema.
-Sei così bagnata che potrei far entrare tutta la mano in poco tempo.
-Papi fai tutto quello che vuoi, sono la tua troia.
-Dio, come impari in fretta!
Muoveva le tre dita dentro e fuori, sempre più veloce e poi infilò anche il mignolo, mentre con il pollice mi massaggiava il clitoride.
-Papi credo che io stia per avere il primo orgasmo!
-Per questa volta puoi venire, te lo sei guadagnata con il pompino!
Le dita mi scopavano sempre più forte mentre con l’altra mano mi tirava a turno le mollette.
-Ahhhhhhhhh! Sto venendoooooooo!
Per un attimo restammo fermi, mi lasciò gustare il piacere così potente che piano piano andava a scemare. Mi baciava il collo e lentamente toglieva le dita una ad una e io mi sentivo svuotata e sentivo la mia figa pulsare di piacere: ne volevo ancora.
-Ti prego papi ancora un altro.
-Decido io quando devi godere.
Così dicendo portò le sue dite zuppe dei miei umori alle mie labbra e le spinse dentro la mia bocca.
Mi piacque il mio sapore, sapere che stavo spompinando la mano che mi aveva appena scopata mi faceva sentire la troia che mio padre desiderava.
-Brava bambina pulisci per bene le dita del Papi.
E così ebbi il mio primo orgasmo sulle dita di mio padre.

Colibri

Leave a Reply